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Marchionne chiede incentivi 2010


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da Il Sole 24 ore di oggi (vedi sito)

Marchionne: «Senza incentivi stabilimenti a rischio»

Se non si continua con gli incentivi, la domanda scenderà, perdiamo volumi, non vendiamo vetture, chiudiamo gli stabilimenti». Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne,

a margine della presentazione della Punto Evo. Sempre a proposito degli incentivi Marchionne ha proseguito affermando che questo «non è un problema solo italiano, ha ragione Tremonti a dire che è un problema europeo e quindi ci deve essere una risposta coordinata a livello europeo. Da quel che sappiamo risulta che la Francia è intenzionata a continuarli e che anche in Inghilterra continueranno e quindi credo che l'Italia non possa ritrarsi indietro».

a tal proposito il Governo ha immediatamente dichiarato disponibilità:

e però, mi chiedo sino a quando sarà giusto drogare il mondo dell'auto: in particolare, mi chiedo se Fiat ritiene di poter continuare a mantenere, specie all'estero (Germania e Francia in primis) una percentuale di venduto così alta dopo aver rinviato, a differenza dei migliori concorrenti, la presentazione di modelli, in gran parte non incentivabili, che avrebbero coperto enormi buchi di gamma.

Mi chiedo, overo, se sia stato saggio trovarsi, in questo momento di ripartenza, sia pur lieve, del mercvato, una gamma AR praticamente commercialmente inesistente oltre la Mito.

Idem per la piccola Lancia 4 porte già pronta.

Inoltre, da interessato al segmento, mi stupisce che mentre in Francia abbiano Picasso e Gran Picasso, Scenic versione 7 e 5 posti, ora Peugeot 3008 e 5008, per tacer di C Max e Touran (quest'ultimo datato ma molto rinnovato nel tempo), Fiat ancora non dia notizie della sostituta di Multipla (da 11 anni sul mercato e con motori non rinnovati) per cui l'ultimo 4R sostiene che "sono ricominciati i lavori" dopo lunga pausa. ma si può lasciar così scoperto un segemento del genere: taciamo di Suv e company che forse una pezza ce la metterà l'accordo con Chrysler.

In definitiva, mi auguro che il grande manager abbia chiaro che è vicino il momento in cui Fiat dovrà camminare con le proprie gambe e che il governo prima o poi farà mente locale sul fatto che gli stabilimenti italiani più a rischio o non producono veicoli incentivabili (Pomigliano )o hanno già altro destino (Termini Imerese) mentre per quelli esteri (Polonia ma non solo), francamente, non credo debba essere nostro compito mantenere il livello di produzione e occupazione.

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Innanzitutto, se di possibili incentivi 2010 deve trattare il topic, si parli di quello.

Di gamma, progetti e futuro del gruppo Fiat si parla già abbondantemente in vari altri topic ed è inutile creare l'ennesimo doppione.

Quanto agli incentivi 2010, direi che siamo esattamente dove ci trovavamo 12 mesi fa.

Marchionne (e alcuni altri) che dice chiaramente che se l'europa non prevederà incentivi all'acquisto il mercato auto crollerà ulteriormente e si dovranno chiudere ancora più impianti e lasciare a casa ancora più persone di quanto già pianificato e spesso messo anche in atto da metà 2008.

Non ci si scappa. Il settore è in crisi, l'economia è ancora nel pieno della crisi (uscire ne usciamo, ma c'è tutta la risalita da fare) e si deve decidere se perdere 1/4 delle aziende e dei posti di lavoro dell'auto e di tutto il suo indotto o se cercare di limitare i danni in quello che probabilmente è ancora il settore preponderante dell'industria europea.

Ma appunto deve essere un discorso continentale. E andrebbe affrontato o almeno abbozzato in sede continentale.

L'anno scorso non è stato fatto e molti paesi hanno fino all'ultimo detto che non serviva agire... salvo poi arrivare tutti, all'ultimo momento o ancora più tardi, a introdurre una qualche forma di incentivo.

Se quest'anno si muoverà qualcosa per tempo bene.

Altrimenti ci si prepari (e non è detto che non sia l'unica prospettiva a lungo termine) alla Opel che va a morire, a Fiat, Renault, Volkswagen e PSA che chiudono qualche impianto ciascuno, ai marchi Premium che iniziano a tirare, chi più, chi meno, la cinghia, tanto da cominciare a preoccuparsi per la propria sopravvivenza ecc...

O una o l'altra.

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Chiede quello che hanno (anche più) gli altri paesi.

Il mercato è drogato in generale, non solo quello dell'auto. Perfino quello delle banche (pensate a quanto lavoreranno con lo scudo fiscale)

Anche a me la cosa non piace, ma piacerebbe ancora meno vedere tanta gente a casa.

Con i contratti metalmecanici (purtroppo solo grandi imprese) alla fine non saprei se costano di più al cittadino gli incentivi o gli ammortizzatori sociali, tanto più che qualcosa si recupera sempre con l'iva, almeno credo.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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il problema delle gamme non era inserito a caso: i discorsi s'intrecciano in modo semplicemente naturale come ovvio dalla lettura ma forse il titolo del topic è effettivamente incompleto.

Il punto che s'intendeva sottolineare è che gli incentivi non sono procrastinabili all'infinito e rischiano solo di spostare nel tempo il problema.

Una gamma dignitosa sulle fasce medie ed accettabile sulle medio alte è basilare per gli impianti italiani.

Mi sembra, e qui è il nocciolo, che si paventino chiusure di stabilimenti senza dire al governo (e agli italiani che pagano), che ne ha diritto, qual è (se c'è) il futuro industriale dei medesimi: tanto per dire, l'ultima low cost sarà prodotta in Serbia con investimento di centinaia di milioni di euro. In questo s'inseriva il problema gamme perché il futuro dei nostri stabilmenti non è solo fatto d'incentivi (Cassino ad esempio) ma, credo, di prodotti e, su questo, come governo chiederei delle garanzie: altrimenti, invece che oggi, chiudiamo fra 1-2 anni.

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Il problema è uno solo, che una volta caduti nella spirale degli incentivi, diventa difficilissimo uscirne. Gli incentivi fanno vendere più macchine nuove, ma non sono privi di "effetti collaterali".

Il primo è che fanno anticipare la sostituzione. Se io ho una macchina di 10 anni e pensavo di cambiarla l'anno prossimo, lo faccio quest'anno per sfruttare gli incentivi ma poi per 10 anni non se ne parla.

Il secondo è che uccidono il mercato dell'usato. Molti dei possessori di auto incentivabili sono persone che quella macchina l'hanno acquistata usata e probabilmente l'avrebbero cambiata con un'altra usata. I classici secondi o terzi proprietari di una macchina, quelli che la comprano con 6-7 anni di vita e la tengono per altri 5-6. Oggi gli incentivi spingono queste persone verso il nuovo, facendo crollare la domanda di vetture usate, che infatti ormai vanno sempre più verso il Nord Africa o l'Europa dell'Est, quando non sotto la pressa perchè invendibili. Il crollo delle valutazioni dell'usato fa si che chi amava cambiare macchina spesso, quando si sente dire cosa vale la sua macchina di 2-3-4-5-6 anni, decida di tenerla ancora un po', di fatto non acquistando il nuovo.

In tutti gli stati europei che hanno fatto campagne di incentivi è andata così. Le vendite drogate dagli incentivi hanno fatto saltare l'equilibrio del mercato, che una volta terminati gli incentivi è crollato o è stato sostenuto con nuovi incentivi (arriveremo ad incentivare la rottamazione delle Euro 4 con più di due anni in cambio di una Euro 5 nuova?). Per cui più che nuovi incentivi, secondo me servirebbe un piano ragionato a livello europeo per ridurre gradualmente gli incentivi e consentire al mercato di riprendere il suo naturale equilibrio, a meno di non volere un mercato dell'auto in cui diventa conveniente comprare una macchina nuova e tenerla fin che non raggiunge l'età della rottamazione incentivata.

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Certo se TUTTI pretendono di VOLER vendere ai livelli di anni fa, ben oltre i 2.000.000 di auto sul mercato italia x esempio, la situazione non cambierà in vitam aeternam...

Il mercato italiano è fisiologico intorno ai 1,6 milioni di auto, è spinto ma può sostenere 1,8 milioni, ma tutto quello che viene sopra è pura alternanza di eroina e metadone. In proporzione i mercati europei sono altrettanto.

Per doloroso che possa essere bisogna mettersi in testa che qualche impianto va cancellato, che un po' di produzione va consolidata ed un altro po' va (numericamente) eliminata, per diminuire la capacità produttiva e tornare a volumi sensibilmente inferiori ma sempre con i livelli di saturazione>redditività necessari alla sopravvivenza.

In caso contrario, tutto il comparto è destinato a sopravvivere di sovvenzioni, incentivi, CIG periodiche, etc etc. per mantenere livelli di occupazione "virtuale" con salari/stipendi cmq non adeguati a fronte di listini falsificati dagli interventi di cui sopra e redditività delle aziende non realmente identificabile.

In questo, mi spiace dirlo, anche il nostro Grande Stratega Illuminato, ha ben poco da fare l'eroe. Il coraggio di dire le cose come stanno ce l'hanno davvero in pochi. La nebbia demagogica piace molto nelle nostre società, e posso anche essere d'accordo che purtroppo la situazione è questa e giustamente bisogna non ditruggere troppi posti di lavoro, però il problema si riflette sia sulla competitività che soprattutto sugli stipendi. La torta si restringe, i costi aumentano, difficile avere un pezzettino in più se la si divide sempre per le stesse unità...

Il costo di tutto questo si ripercuote su tasse e servizi.

Sarà un mio vecchio, obsoleto, ripetitivo cavallo di battaglia, ma continuiamo ad essere troppi a mangiare nello stesso piatto, anche considerando che c'è gente che altrove sta crescendo e pretende la sua parte oppure anche che non mangia o quasi e che prima o poi vorrà razioni minimo minimo come le nostre.

Forse non c'è via d'uscita... Uruboro?

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Diciamo che ne capisco poco, ma magari non aveva torto la scorsa set un analista americano dicendo che i circa 1,5-2 milioni di auto che fa opel-vauxull in europa in un anno sono il surplus del mercato e lasciarla fallire avrebbe fatte bene a tutti.........aggiungo io non so però se a chi ci lavora dentro:(:(

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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da Il Sole 24 ore di oggi (vedi sito)

Marchionne: «Senza incentivi stabilimenti a rischio»

Da quel che sappiamo risulta che la Francia è intenzionata a continuarli e che anche in Inghilterra continueranno e quindi credo che l'Italia non possa ritrarsi indietro».

In Francia gli incentivi dovrebbero essere presentio nel 2010, ma un po abbassati.

L'incentivo per la rotamazzione di un auto di 10 anni per l'aquisto di un auto con meno di 140g di CO2 sara dimezzato e passera da 1.000€ a 500€.

Anche il "bonus ecologico" sara abbassato rispetto ad oggi.

Invece di 700€ di bonus per machine tra 100 e 120g, si passera ad un bonus di 500€ per machine tra 95 e 115g.

E invece di 1.000€ di bonus per machine sotto i 100g, ci sara un bonus de 700€ per le machine sotto i 95g. ;)

FIAT : Fabbrica Italiana Alta Tecnologia

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