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I falsi ci costano 200 miliardi l'anno

28-10-2009

Roma - "Solamente il 10% dei prodotti alimentari acquistati da consumatori in tutto il mondo e spacciati per ‘made in Italy' sono effettivamente prodotti in Italia". E' l'allarme lanciato da Franco Calzolari, vicepresidente di Alfa (Agenzia per la logistica delle filiere agroalimentari). "La nostra economia- prosegue- riceverebbe un'energica spinta verso l'uscita dalla crisi, se la nostra bilancia commerciale in breve tempo potesse trovarsi a registrare esportazioni agroalimentari per 240 miliardi anziché per soli 24 miliardi di euro l'anno".

Questo enorme volume d'affari infatti comprende al proprio interno una vasta galassia, dai contorni assai poco noti al grande pubblico, che spazia dalla contraffazione propriamente detta (ossia prodotti marcati made in Italy, ma realizzati altrove senza controlli di qualità su ingredienti e lavorazioni) a un amplissimo catalogo di frodi ben occultate utilizzando un ingannevole "italian sounding": appartengono a questa categoria, ad esempio, il Parmissimo, formaggio grattugiato prodotto negli Usa ma che alletta l'acquirente distratto inducendolo a credere che si tratti di Parmigiano Reggiano; oppure il Prosciutto di Parma prodotto in Cina, in una città astutamente ribattezzata Parma, proprio per meglio ingannare il consumatore.

Sono solo due fra gli esempi più incredibili di come la qualità italiana sia un bene dall'elevatissimo potenziale commerciale in tutto il mondo, di cui però si approfitta una schiera di mercanti di scarsi (o nulli) scrupoli, pronta a carpire la buona fede del consumatore, offrendogli prodotti di bassissima qualità e di nessun controllo sull'origine degli ingredienti e dei processi di lavorazione seguiti (fermentazione, stagionatura etc.). Semplici astuzie, piccole frodi o autentiche truffe commerciali che si traducono non solo in enormi perdite di possibili fatturati per le imprese agroalimentari, ma anche in una perdita d'immagine complessiva del sistema-Italia, logorata dalle delusioni patite dai consumatori ogni qual volta il prodotto finto-made in Italy, benché magari più conveniente dei prodotti originali, si rivela comunque inferiore alle loro aspettative.

L'Italia produce oggi 4.500 prodotti tipici, tra cui 176 tra Dop e Igp; potrebbe però produrne di più, e tutti certificati, aumentando così la competitività con i prodotti tipici di altre regioni europee.

| Italian Food Net

Fonte Dire

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Il problema IMHO è che la gente da "Auchan ed Esselunga" se ne sbatte della certificazione e compra la roba che costa meno ... secondo un sondaggio solo il 20% degli italiani controlla la data di scadenza degli alimenti da frigorifero :roll: figuriamoci se stanno a controllare dove viene fatto,con quali ingredienti e se è IGP o no :roll:

Tutto ciò considerando che il cliente di cibo italiano è sicuramente uno dei più competenti e accorto del mondo, spiace ma non ce lo vedo un inglese molto esperto di formaggi o prosciutti :lol:

Già in Italia ci dobbiamo mangiare la mozzarella fatta col latte in polvere importato al posto del tradizionalissimo latte (non tutti i produttori sono così ma qualcuno c'è) non voglio sapere cosa succede altrove :evil: intanto Grana, salame,coppa,prosciuttino,pancetta,lardo e quant'altro me li vado a prendere direttamente dal contatdino il sabato :lol:

 

花は桜木人は武士

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