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Alfa Romeo - filosofia sul brand, sui modelli e sullo sviluppo


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Inviato
6 ore fa, johnpollame scrive:

 

Premium era nato per un impiego trasversale su molti modelli condiviviso con GM, non poteva avere certe raffinatezze e doveva essere impostato per trazione anteriore/integrale.

 

Giorgio era stato l' "all in" di Maglionne per creare con Alfa un'alternativa credibile a BMW con una meccanica superiore a tutto quanto ci fosse all'epoca a listino.

Tentativo da bicchiere mezzo pieno/vuoto, ma vedendo anche come si sta evolvendo BMW e l'obbligo di elettrificazione, temo che anche si fosse mantenuto tutto l'impegno strategico del Compianto, non saremmo ora come ora ad un punto tanto distante...

 

Il Premium era un pianale raffinatissimo per gli anni in cui è stato lanciato: triangolo alto all'anteriore e multilink a cinque leve dietro + una rigidità complessiva da primato. BMW al contrario perseverava con i suo 4 McPerson. Era anche moderno come concezione perché permetteva di essere accorciato nel passo vedi Brera. Per chi ricorda le indiscrezioni di queli anni il Premium doveva servire da base per i nuovi Suv e utilizzato anche da Maserati.

Si tende tra Alfisti a sorvolare sulla cosa per il peccato originale del made in GM, ma meccanicamente parlando il progetto 159 era di un altro livello rispetto ai vari Tipo2 precedenti e parlo anche dei JTS tutti di alluminio. Il problema è che questa roba è rimasta tutta alla fase A e non è mai stata sviluppata. In casa GM girava un 2.0 Turbo da 260 cv parente stretto del 2.2 JTS, si può solo immaginare che bestia potevano tirar fuori dal 2.2 turbizzandolo.

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Inviato (modificato)
36 minuti fa, 1750tbi scrive:

 

Il Premium era un pianale raffinatissimo per gli anni in cui è stato lanciato: triangolo alto all'anteriore e multilink a cinque leve dietro + una rigidità complessiva da primato. BMW al contrario perseverava con i suo 4 McPerson. Era anche moderno come concezione perché permetteva di essere accorciato nel passo vedi Brera. Per chi ricorda le indiscrezioni di queli anni il Premium doveva servire da base per i nuovi Suv e utilizzato anche da Maserati.

Si tende tra Alfisti a sorvolare sulla cosa per il peccato originale del made in GM, ma meccanicamente parlando il progetto 159 era di un altro livello rispetto ai vari Tipo2 precedenti e parlo anche dei JTS tutti di alluminio. Il problema è che questa roba è rimasta tutta alla fase A e non è mai stata sviluppata. In casa GM girava un 2.0 Turbo da 260 cv parente stretto del 2.2 JTS, si può solo immaginare che bestia potevano tirar fuori dal 2.2 turbizzandolo.

 

Era moderno e di per sé validissimo, era però piuttosto pesante cosa che aveva affossato le velleità sportive soprattutto di Brera, che solo con l'adozione del leggero 1750 e la versione dimagrita con acciai speciali del telaio si era ripresa -pur (troppo) tardi- un comportamento dinamico congruo alle aspirazioni iniziali.

Per raffinatezze intendevo distribuzione pesi 50/50, trazione posteriore/integrale, leggerezza, albero in carbonio, etc

 

Il Premium era comunque frutto di un compromesso inteso per un'applicazione trasversale su più tipologie di vettura, mentre alle Puzzole di Modena era stato dato mandato di fare la berlina che avrebbe fatto Ferrari se mai avesse prodotto berline...

 

 

 

Modificato da johnpollame
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Inviato
1 ora fa, johnpollame scrive:

 

Era moderno e di per sé validissimo, era però piuttosto pesante cosa che aveva affossato le velleità sportive soprattutto di Brera, che solo con l'adozione del leggero 1750 e la versione dimagrita con acciai speciali del telaio si era ripresa -pur (troppo) tardi- un comportamento dinamico congruo alle aspirazioni iniziali.

Per raffinatezze intendevo distribuzione pesi 50/50, trazione posteriore/integrale, leggerezza, albero in carbonio, etc

 

Il Premium era comunque frutto di un compromesso inteso per un'applicazione trasversale su più tipologie di vettura, mentre alle Puzzole di Modena era stato dato mandato di fare la berlina che avrebbe fatto Ferrari se mai avesse prodotto berline...

 

 

 

 

Ho posseduto Brera sia con il 2.2 Jts che con il 1750Tbi e posso dirti che non è che il Tbi sia un altro pianeta, il 2.2 se lo fai girare alto tira bene e alla fine consumano entrambi uguale. Dove il 1750 Tbi è superiore è nelle marce alte 4° e 5° che riprende con prontezza e senza vuoti, sul 2.2 devi sempre scalare di marcia, ma è un aspirato.

Sono arrivato alla conclusione che il problema non fosse il peso, ma i cambi. Se tu confronti le prove delle riviste di 159 2.2 Jts e di 2.4 Jtdm in ripresa c'è pochissima differenza, in accelerazione vanno uguale, eppure una ha 230 Nm di coppia, l'altra 400 Nm, che ricordo nel 2005 era la coppia che sprigionava il V8 Maserati, quindi mostruosa per quegli anni. Dove va a finire tutta sta coppia? Per me se la ciuccia il cambio.

 

In ogni caso il Premium, come il Giorgio, confermano la regola del gruppo Fiat: ti sbatti e investi per creare un prodotto di alta tecnologia che sviluppandolo ti potrebbe far campare per almeno altri 2 modelli e che fanno loro? Buona la prima e tanti saluti, nella prossima si cambia tutto.

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  • Grazie! 1
Inviato (modificato)
2 ore fa, Will scrive:

Se analizziamo le auto elencate sopra in senso assoluto secondo quello che penso sia Alfa Romeo come filosofia, per me Giulia è al primo posto. Eppure rischia di essere quella con il più basso numero di vendite degli ultimi 40/50 anni. Ci dice qualcosa questo su quale debba essere la filosofia Alfa Romeo di oggi?

Ora, ditemi, che cosa deve fare un CEO in questo contesto?

 

 

 

 di recensioni video italiani e stranieri ne ho visti tanti;

alla fine era una cosa tipo:

"non è tecnologica al livello delle tedesche, o rifinita, o spaziosa. Però ha passione"

"Affidabilità un'incognita"

"Ad alcuni non hanno funzionato i freni."

Ne ho lette di tutti i colori.

Modificato da HiTom
Inviato
3 ore fa, Will scrive:

Direi che il topic si stia concentrando per il momento sul segmento D berline, che per elezione, dovendo forzatamente scegliere, è l'essenza Alfa Romeo degli ultimi 40 anni.

  • Giulietta 77 - 380.000 auto prodotte
  • 75 --   355.000 auto prodotte
  • 155 -- 195.000 auto prodotte
  • 156 -- 675.000 auto
  • 159 -- 247.000 auto
  • Giulia -- 130.000 auto finora

Le prime 4 si confrontano su uno scenario/paradigma temporale simile. Ancora non abbiamo la globalizzazione spinta, l'esplosione della Cina, la moneta unica (tranne ultima fase 156), i social (tranne 156 da metà carriera in poi), il mercato italiano è ancora di forte orientamento nazionalista, i SUV sono al di là dal venire (forse qualche vagito ma non nel D), l'elettrico tanto quanto, la politica green è meno pervasiva di oggi, le enormi concentrazioni di marchi di oggi non sono del tutto immaginabili.

Cosa ci dice il mercato della filosofia Alfa: che una trazione anteriore con forte condivisione Fiat/Lancia, e dalla linea tutt'altro che leggendaria, non permette ad Alfa Romeo di distinguersi. Meccanicamente la 155 è forte, ma evolve all'estremo una tecnologia degli anni 70. Già la 75 inizialmente non era un enorme successo, finché non giunse la tecnologia della doppia accensione che diede una rinfrescata al bialbero.

156 cambia i paradigmi del design, è un salto temporale. Ha il primo common rail della storia (insieme a Mercedes) e il suo successo poggia su una "filosofia" diversa da quelle di Giulietta/75 (modelli in successione ma sostanzialmente gemelli). E' di gran lunga più bella, è parimenti leggera e contenuta nelle dimensioni, poggia il suo appeal sul turbo diesel e meno sui benzina.

159 entra già in un mondo dove le tedesche non pagano più lo scotto del marco forte, dove in casa Fiat non si ha ancora una precisa idea di cosa debba essere la filosofia di una vettura Alfa Romeo nel suo segmento principe e in uno scenario globale automobilistico in mutamento. Il mondo (come elencato sopra) è cambiato e Alfa Romeo deve reinterpretarsi nei nuovi parametri di riferimento, e capire qual è la sua identità - e distinguersi in modo univoco è più difficile oggi che allora.

Giulia riprende motivi del passato, li porta all'estremo apice di perfezione. Ogni volta che la incontro per strada o leggo qualche nuovo test/recensione mi coglie un motto di dispiacere: sei una perfetta ellenista arrivata quando il mondo ellenico è ormai finito.

Avessero dato anche un seguito, seguendo la stessa filosofia, affinandone ancora di più la tecnologia, rendendole ancora più accattivante nella linea, avrebbe parlato a persone con non hanno più l'udito per ascoltare quel sound... per rimanere alla metafora dell'auto "voluta da Dio", per Giulia dovremmo dire: una Dea che parla a persone che non sentono più la voce degli dei.

Se analizziamo le auto elencate sopra in senso assoluto secondo quello che penso sia Alfa Romeo come filosofia, per me Giulia è al primo posto. Eppure rischia di essere quella con il più basso numero di vendite degli ultimi 40/50 anni. Ci dice qualcosa questo su quale debba essere la filosofia Alfa Romeo di oggi?

Ora, ditemi, che cosa deve fare un CEO in questo contesto?

 

 

 

Mi permetto una correzione. Le Giulia prodotte sono 170.000 circa.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Inviato
4 ore fa, Will scrive:

Direi che il topic si stia concentrando per il momento sul segmento D berline, che per elezione, dovendo forzatamente scegliere, è l'essenza Alfa Romeo degli ultimi 40 anni.

  • Giulietta 77 - 380.000 auto prodotte
  • 75 --   355.000 auto prodotte
  • 155 -- 195.000 auto prodotte
  • 156 -- 675.000 auto
  • 159 -- 247.000 auto
  • Giulia -- 130.000 auto finora

Le prime 4 si confrontano su uno scenario/paradigma temporale simile. Ancora non abbiamo la globalizzazione spinta, l'esplosione della Cina, la moneta unica (tranne ultima fase 156), i social (tranne 156 da metà carriera in poi), il mercato italiano è ancora di forte orientamento nazionalista, i SUV sono al di là dal venire (forse qualche vagito ma non nel D), l'elettrico tanto quanto, la politica green è meno pervasiva di oggi, le enormi concentrazioni di marchi di oggi non sono del tutto immaginabili.

Cosa ci dice il mercato della filosofia Alfa: che una trazione anteriore con forte condivisione Fiat/Lancia, e dalla linea tutt'altro che leggendaria, non permette ad Alfa Romeo di distinguersi. Meccanicamente la 155 è forte, ma evolve all'estremo una tecnologia degli anni 70. Già la 75 inizialmente non era un enorme successo, finché non giunse la tecnologia della doppia accensione che diede una rinfrescata al bialbero.

156 cambia i paradigmi del design, è un salto temporale. Ha il primo common rail della storia (insieme a Mercedes) e il suo successo poggia su una "filosofia" diversa da quelle di Giulietta/75 (modelli in successione ma sostanzialmente gemelli). E' di gran lunga più bella, è parimenti leggera e contenuta nelle dimensioni, poggia il suo appeal sul turbo diesel e meno sui benzina.

159 entra già in un mondo dove le tedesche non pagano più lo scotto del marco forte, dove in casa Fiat non si ha ancora una precisa idea di cosa debba essere la filosofia di una vettura Alfa Romeo nel suo segmento principe e in uno scenario globale automobilistico in mutamento. Il mondo (come elencato sopra) è cambiato e Alfa Romeo deve reinterpretarsi nei nuovi parametri di riferimento, e capire qual è la sua identità - e distinguersi in modo univoco è più difficile oggi che allora.

Giulia riprende motivi del passato, li porta all'estremo apice di perfezione. Ogni volta che la incontro per strada o leggo qualche nuovo test/recensione mi coglie un motto di dispiacere: sei una perfetta ellenista arrivata quando il mondo ellenico è ormai finito.

Avessero dato anche un seguito, seguendo la stessa filosofia, affinandone ancora di più la tecnologia, rendendole ancora più accattivante nella linea, avrebbe parlato a persone con non hanno più l'udito per ascoltare quel sound... per rimanere alla metafora dell'auto "voluta da Dio", per Giulia dovremmo dire: una Dea che parla a persone che non sentono più la voce degli dei.

Se analizziamo le auto elencate sopra in senso assoluto secondo quello che penso sia Alfa Romeo come filosofia, per me Giulia è al primo posto. Eppure rischia di essere quella con il più basso numero di vendite degli ultimi 40/50 anni. Ci dice qualcosa questo su quale debba essere la filosofia Alfa Romeo di oggi?

Ora, ditemi, che cosa deve fare un CEO in questo contesto?

 

 

 

Ottima analisi, ma c'è un distinguo da fare per Giulia: rispetto a tutte le predecessori, Giulia 952 è praticamente universalmente riconosciuta come perfetta.. al top come tecnologia e priva di difetti gravi (i fari led?).

Rispetto alle precedenti è venduta con successo in tutto il mondo, USA compresi e con un tasso di v6 veramente importante.. forse unica auto Italiana non Emiliana a riuscirci nella storia.

Ecco un capitano di azienda lungimirante, queste cose dovrebbe averle capite e tenute in considerazione.

 

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Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

Inviato
6 ore fa, stev66 scrive:

Ni. 

C'è anche Dedra, che ha toccato i quasi 100k annui per un paio d'anni, impensabile per una D Lancia. 

Si bè, Dedra non la considererei esattamente di fascia alta, semmai di fascia media. Concordo che comunque fu un successo anche lei, ma, di nuovo, un caso rimasto pressoché isolato.

Inviato
4 ore fa, Will scrive:

Direi che il topic si stia concentrando per il momento sul segmento D berline, che per elezione, dovendo forzatamente scegliere, è l'essenza Alfa Romeo degli ultimi 40 anni.

  • Giulietta 77 - 380.000 auto prodotte
  • 75 --   355.000 auto prodotte
  • 155 -- 195.000 auto prodotte
  • 156 -- 675.000 auto
  • 159 -- 247.000 auto
  • Giulia -- 130.000 auto finora

Le prime 4 si confrontano su uno scenario/paradigma temporale simile. Ancora non abbiamo la globalizzazione spinta, l'esplosione della Cina, la moneta unica (tranne ultima fase 156), i social (tranne 156 da metà carriera in poi), il mercato italiano è ancora di forte orientamento nazionalista, i SUV sono al di là dal venire (forse qualche vagito ma non nel D), l'elettrico tanto quanto, la politica green è meno pervasiva di oggi, le enormi concentrazioni di marchi di oggi non sono del tutto immaginabili.

Cosa ci dice il mercato della filosofia Alfa: che una trazione anteriore con forte condivisione Fiat/Lancia, e dalla linea tutt'altro che leggendaria, non permette ad Alfa Romeo di distinguersi. Meccanicamente la 155 è forte, ma evolve all'estremo una tecnologia degli anni 70. Già la 75 inizialmente non era un enorme successo, finché non giunse la tecnologia della doppia accensione che diede una rinfrescata al bialbero.

156 cambia i paradigmi del design, è un salto temporale. Ha il primo common rail della storia (insieme a Mercedes) e il suo successo poggia su una "filosofia" diversa da quelle di Giulietta/75 (modelli in successione ma sostanzialmente gemelli). E' di gran lunga più bella, è parimenti leggera e contenuta nelle dimensioni, poggia il suo appeal sul turbo diesel e meno sui benzina.

159 entra già in un mondo dove le tedesche non pagano più lo scotto del marco forte, dove in casa Fiat non si ha ancora una precisa idea di cosa debba essere la filosofia di una vettura Alfa Romeo nel suo segmento principe e in uno scenario globale automobilistico in mutamento. Il mondo (come elencato sopra) è cambiato e Alfa Romeo deve reinterpretarsi nei nuovi parametri di riferimento, e capire qual è la sua identità - e distinguersi in modo univoco è più difficile oggi che allora.

Giulia riprende motivi del passato, li porta all'estremo apice di perfezione. Ogni volta che la incontro per strada o leggo qualche nuovo test/recensione mi coglie un motto di dispiacere: sei una perfetta ellenista arrivata quando il mondo ellenico è ormai finito.

Avessero dato anche un seguito, seguendo la stessa filosofia, affinandone ancora di più la tecnologia, rendendole ancora più accattivante nella linea, avrebbe parlato a persone con non hanno più l'udito per ascoltare quel sound... per rimanere alla metafora dell'auto "voluta da Dio", per Giulia dovremmo dire: una Dea che parla a persone che non sentono più la voce degli dei.

Se analizziamo le auto elencate sopra in senso assoluto secondo quello che penso sia Alfa Romeo come filosofia, per me Giulia è al primo posto. Eppure rischia di essere quella con il più basso numero di vendite degli ultimi 40/50 anni. Ci dice qualcosa questo su quale debba essere la filosofia Alfa Romeo di oggi?

Ora, ditemi, che cosa deve fare un CEO in questo contesto?

 

 

 

Concordo. Giulia alla fine non è che l'ultima, degnissima, epigone (se non altro con motore termico) di una lunga stirpe di vetture che oggi fatica a trovare un posto nei gusti del pubblico, fosse persino di appassionati.

 

Perché non è abbastanza pratica, perché è troppo bassa (critiche che nessuno si sarebbe mai sognato di fare a una 75, che per l'epoca era già considerata come un "macchinone", forse già a una 156 si, ma c'era comunque la Sw), perché...non esiste ibrida! 

 

Che di per sé, sono mancanze oggi come oggi, nel 2024, questo è vero, ma sarebbero state considerate fantascienza se rivolte ad un'Alfa per come erano percepite qualche decennio fa.

 

Oggi l'auto è un'utility, più che al piacere di guida spesso e volentieri si guarda al comfort (e di nuovo, tra zone C, autovelox, velocità autolimitate, ecc, forse è un certo modo di intendere la guida che è tramontato).

 

Certamente ci saranno sempre (anche con l'elettrico, e forse pure anche con la guida autonoma) quelli desiderosi di guidare un mezzo con un po' più di verve rispetto alla media, e magari anche disposti a pagare di più per questo.

 

Ma per l'appunto, piaccia o meno, siamo in tempi in cui più che alle sospensioni posteriori si guarda al livello di guida autonoma che un mezzo propone. Facciamocene una ragione.

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  • Tristezza! 1
Inviato
10 minuti fa, led zeppelin scrive:

Concordo. Giulia alla fine non è che l'ultima, degnissima, epigone (se non altro con motore termico) di una lunga stirpe di vetture che oggi fatica a trovare un posto nei gusti del pubblico, fosse persino di appassionati.

 

Perché non è abbastanza pratica, perché è troppo bassa (critiche che nessuno si sarebbe mai sognato di fare a una 75, che per l'epoca era già considerata come un "macchinone", forse già a una 156 si, ma c'era comunque la Sw), perché...non esiste ibrida! 

 

Che di per sé, sono mancanze oggi come oggi, nel 2024, questo è vero, ma sarebbero state considerate fantascienza se rivolte ad un'Alfa per come erano percepite qualche decennio fa.

 

Oggi l'auto è un'utility, più che al piacere di guida spesso e volentieri si guarda al comfort (e di nuovo, tra zone C, autovelox, velocità autolimitate, ecc, forse è un certo modo di intendere la guida che è tramontato).

 

Certamente ci saranno sempre (anche con l'elettrico, e forse pure anche con la guida autonoma) quelli desiderosi di guidare un mezzo con un po' più di verve rispetto alla media, e magari anche disposti a pagare di più per questo.

 

Ma per l'appunto, piaccia o meno, siamo in tempi in cui più che alle sospensioni posteriori si guarda al livello di guida autonoma che un mezzo propone. Facciamocene una ragione.

 

Io non critico i tempi che stiamo vivendo e non voglio neanche finire per essere il solito retrogrado che ragiona in termini di: si stava meglio quando si stava peggio, una volta le cose ecc. ecc.

I tempi cambiano e se non ti adatti sei fuori. Questo vale anche per Alfa Romeo.

 

Ma cosa farà ad esempio Ferrari? Vigna ha detto chiaramente che il V12 continuerà ad esistere e ci saranno due filoni di auto, uno elettrico con tutte i marchingegni elettronici e uno heritage a combustione dove conterà il ferro e non il chip.

 

Alfa Romeo, in una scala minore, dovrebbe seguire la stessa strada. Io credo che se ci fosse ancora in listino qualcosa di simile alla 4C o comunque una GT vera senza fronzoli, poi potremmo digerire tutti i suv elettrici o purtech di questo mondo. Del resto anche Porsche campa vendendo furgoni VW ricarrozzati, però se vuoi c'è la 911 😍 

  • Mi Piace 1
Inviato (modificato)
11 minuti fa, 1750tbi scrive:

 

Io non critico i tempi che stiamo vivendo e non voglio neanche finire per essere il solito retrogrado che ragiona in termini di: si stava meglio quando si stava peggio, una volta le cose ecc. ecc.

I tempi cambiano e se non ti adatti sei fuori. Questo vale anche per Alfa Romeo.

 

Ma cosa farà ad esempio Ferrari? Vigna ha detto chiaramente che il V12 continuerà ad esistere e ci saranno due filoni di auto, uno elettrico con tutte i marchingegni elettronici e uno heritage a combustione dove conterà il ferro e non il chip.

 

Alfa Romeo, in una scala minore, dovrebbe seguire la stessa strada. Io credo che se ci fosse ancora in listino qualcosa di simile alla 4C o comunque una GT vera senza fronzoli, poi potremmo digerire tutti i suv elettrici o purtech di questo mondo. Del resto anche Porsche campa vendendo furgoni VW ricarrozzati, però se vuoi c'è la 911 😍 

 

Ferrari e Alfa non sono la stessa cosa. 

 

E non lo sono nemmeno Porsche e Alfa.

 

Alfa Romeo dal secondo dopoguerra è campata (*) producendo auto belle fa vedere e da guidare dalla fascia medio bassa (che potrebbe essere appannaggio dell'attuale Junior) a quella medio-alta (che potrebbe essere l'attuale Giulia/Stelvio). 

 

Più coupé/spider, ma solo per una ragione: che all'epoca si vendevano, anche bene. Oggi non hanno praticamente più mercato.

 

Poi ok, le varie specialties, come 4c, 8c, 33 adesso....ma parliamo di roba di estrema nicchia e sicuramente alla portata di molto pochi. E quelle, probabilmente, continueranno ad esserci.

 

 

(*): sul concetto di "campare" ai tempi dell'IRI ci sarebbe da disquisire. Di fatto, a fronte dei volumi di vendita che faceva (bassi) e dei costi delle soluzioni tecniche che adottava (alti), non fosse stata pubblica sarebbe finita a gambe all'aria in men che non si dica. 

 

 

Modificato da led zeppelin

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