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Sguuup!Fotografate le case dei vips di autopareri


sarge

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Luca, una volta dis-uccellato togliti lo sfizio di una cena da 1000 euri :mrgreen: visot ceh apprezzi il cibo ;)

E visto che hai parlato di quadri, ci sono migliaia di persone che spendono centinaia di migliaia di euro per tappezzarsi la casa di quadri costosissimi, tappeti ed arazzi, candelabri e statue... opere d'arte in genere.

Spiegami la differenza tra avere 5/6 Ferrari in garage e 3/4 Picasso, 3/4 Monet, e compagnia danzante, in salotto... (salotto, per intenderci, di circa 3/400 mq! e non certo in via Orsini a Quartoggiaro lungo la A4 urbana).

C'è chi ha collezioni di francobolli che valgono come quelle di automobili...

...c'è George Clooney che a Laglio compra una casa da 20 milioni di euro... e c'è Leonardo Del Vecchio che in via XX Settembre a Milano ne vende una a circa 25, di milioni (ad uno che chiaramente l'ha comprata).

Tutti senza coscienza...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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I più attivi nella discussione

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Aborro queste volgari ostentazioni plutocratiche di finto interesse automobilistico realizzato solo per noia.

La vera passione si realizza con le auto d'epoca dimenticate, riportandole allo splendore col sudore e la sana passione, sono buoni tutti coi soldi a mettersi in casa tutte quelle auto di lusso.

Adesso basta perchè tra un po' comincio a credere in quello che scrivo, anche se un fondo di verità c'è.

Mi chiedo anche io cosa ho sbagliato e mi accontenterei di molto meno..

Le macchine sono indescrivibili, ma grossomodo le conosciamo, quello che mi ha lasciato a bocca aperta sono le case, semplicemente fantastiche. Una mia passione più o meno segreta sono proprio le ville esagerate e qui ne ho da impazzire.

p.s. non mi vergogno di dire che dopo i simulatori il mio gioco preferito è la serie di The sims.. ovvero costruire case esagerate.

 

Guido ergo sum!

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Oltre certe cifre, in qualsiasi lavoro l'onesta' si diluisce...:)

Per onesta' intendo "rispetto delle leggi vigenti"...:)

Comunque i meiei due cents:

L'esperimento capitalista dura diciamo da circa due secoli e mezzo.

E' indubbio che abbia arricchitto una parte consistente del pianeta ( diciamo i 2/5 ) grazie anche alle robuste dosi di socialismo che l'hanno mutato geneticamente e forzato alla ridistribuzione del reddito prodotto ( non discutiamo della percentuale, essa varia da pase a paese e da periodo a periodo storico )

E' indubbio pero' che oggi di fronte ai costi emergenti e montanti ( sociali ed ecologici ) di questo arricchimento certi atteggiamenti stonino sempre piu'.

E percio' di provi fastidio ( attenzione fastidio non invidia ) di fronte a certe ostentazioni.

Personalmente ho sempre preferito una societa' che limi gli estremi, piuttosto che alle combinazioni Belgio/India.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Assulutamente in disaccordo, sull'onesta.

Si possono rispettare tranquillamente le leggi, evitando di essere ingordi, ma comunque operando nel proprio lavoro seriamente, magari con un briciolo di "fantasia" e qualche "rischio" in più (sopratutto inizialmente, evitando finte aspettative da datori di lavoro, che non verranno mai ripagate, anche se si fanno 12 ore al giorno per "la maglia")

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Premetto che non rispondo per avere l'ultima parola (anzi è un piacere confrontarmi con persone che non la pensano perfettamente come me).

Quindi, aspetto con interesse, se vuoi, una tua risponsta (poi, passo e chiudo :))

Sono d'accordo, ma io parlavo di cifre di altissimo livello, visto i costi in gioco.

Non parlo del dentista ( puro esempio , nessuno si senta offeso ) che guadagna 250k Euro l'anno e ne dichiara 100, ma di cifre di almeno un ordine di grandezza superiore.

E per certi guadagni, almeno a mio parere ed esperienza, l'onesta' si rilassa.

.

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No, io parlavo di gente con reddito, un ordine di grandezza superiore a quello che hai indicato......(e ne conosco)

Ingenuamente, sono convinto (e forse l'ho ereditato pure io dal nonno, che sosteneva che quando sia aveva polenta, si campava......da buon bresciano ), che questo motto in parentesi valga per tanta gente che ha un reddito Molto alto (nel range 1-10 MEuro ....anche sopra).

Mi rifiuto di pensare che la quantità di denaro, per molti, sia l'unica variabile per trasformali da persone per bene, a "delinquenti"

Forse, ecco, si può dire che nell'intervallo che hai indicato (sarebbe curioso verificare), c'è una buona sacca di furbi (magari più dell'intervallo che prendevo in considerazione.

E penso , senza strafare (Bugatti, One 77 etc etc) che sopra il milione di reddito annui, tranquillamente le foto che abbiamo visto a inizio tread possano essere realizzate

anche a me fa piacere dialogare.....e replico volentieri

Ovvio che io intendevo "disonesta'" "lato sensu" . A questi livelli non mi immagino traffici di droga o etc, ma tutte quelle piccole/medie furbizie per pagare meno tasse o avere favori e rendite di posizione, tipo corruzioni/favori piu' o meno espliciti. Ad un certo livello l'imprenditoria ( ed e' cronaca di tutti i giorni ) molto difficilmente puo' esimersi dai compromessi con la legge, in Italia come all'estero. Per fare un esempio estero: regalare denaro ad un Senatore del Senato americano, sotto forma di contributi alla campagna elettorale per averne in cambio una commessa federale una volta eletto, fa parte di quella "zona grigia" che sta a cavallo tra la disonesta' e l'onesta'. eppure e' indispenabile per sopravvivere e prosperare.

SI hai ragione......ma il termine redistribuzione non lo amo, per nulla. Non tanto per cultura, quanto per merito.

Tu sei ingegnere, perchè le condizioni in quel periodo storico te lo permettevano, ma anche perchè ti sei fatto molti anni di sacrifici sui libri di studio all'università(non perchè c'è stata redistribuzione....ti è stata data la possibilità, e tu l'hai colta, per avere un titolo, che poi ne hai fatto l'uso che più ti si confaceva).

Vero che non esistono ( e per fortuna!!!) più certi datori di lavoro ( e in tal sneso, recupero pure io le lezioni del nonno, che mi ha raccontato ampiamente).....

A conti fatti, diciamo che siamo sensibili ad una "socialità" tu più da parte "rouge" io decisamente più "blanche" .....

Ma compito di uno stato sociale e' proprio quello di offrire possibilita' e colmare le diseguaglianze, e questo puo' essere fatto ovviamente solo con la redistribuzione dei redditi dei cittadini piu' abbienti. E questa e' piu' dottrina "blanche" ( basta riguardarsi i testi del cattolicesimo liberale di inizio secolo ) che "rouge" a ben vedere....

Una societa' che cresce in tutte le sue componenti mediamente e' una societa' piu' ricca e piu' forte di una societa' polarizzata.

Ottima analisi, sul passo indietro. Quoto. (ahimè).

IMHO, da adesso in poi, sarà premiato chi veramente saprà "reinventarsi". Lo sò, è un termine decisamente paraculo e politico. Ormai il titolo di studio (anche molto elevato .....tipo Ingegneria o Medicina con specializazzione), non è più sufficente.

Non domandarmi come: io l'ho fatto, e non me ne pento (pur nella aletorietà di questa quotidinità.....anche se è una questione molto caratteriale e di predisposizione).

E' finito il periodo del titolo che implica lavoro sicuro, da qualche anno.

Ripeto, le ostentazioni volgari mi restano indifferenti (ridendo fra me e me della persona), mentre sono contento (sadico??), se una persona si gode qualche piccolo sfizio come le due o tre vetture "particolari").

Augurandoti anche a te , di poter avere in futuro, queste soddisfazioni

attenzione pero' al fatto che la flessibilita' non diventi un'alibi per quei cicli macroeconomici che tendono a ripolarizzare le societa'. E' vero che l'era del posto fisso e' ( forse ) finita, ma e' anche vero che il riposizionamento verso il basso della stragrande maggioranza, come qualita' della vita e diritti, per l'aumento del reddito di pochi, rischia di avere in Italia , paese di ricchezza recente, effetti devastanti. E di fronte a certi avvenimenti la domanda "cui prodest ?" sorge spontanea.

Personalmente, visto anche la mia scelta di studi, non ho fatto dell'obiettivo economico il mio bersaglio principale. Questo non vuole dire che non ami i redditi medio/alti ( magari!! ) ma non ne sento la mancanza...:) . Accetto percio' e ti ricambio gli auguri, ma ad essere sincero, la soddisfazione piu' grande per me ora sarebbe la possibilita' di permettermi ( come tempo , non come denaro ) il terzo figlio...:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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...... . Accetto percio' e ti ricambio gli auguri, ma ad essere sincero, la soddisfazione piu' grande per me ora sarebbe la possibilita' di permettermi ( come tempo , non come denaro ) il terzo figlio...:)

E te lo auguro con tutto cuore! :) La soddisfazione più grande, indubbiamente.

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Dal Capitano Ultimo a Garofano,

lo strano destino degli eroi italiani

La caduta delle figure positive. De Rita: «Siamo vittime del contagio revisionista»

MILANO — Il carro armato e l’omino con la busta della spesa. I sito del Capitano Ultimo si apre con l’immagine simbolo di piazza Tien An Men. La sfida impossibile che invece è possibile. E sotto una scritta, ad epigrafe: «La parte peggiore sono quei milioni di persone che guardano la scena dalle loro case e aspettano di vedere come andrà a finire». La storia del colonnello Sergio De Caprio sta finendo male, malissimo. In caduta libera. Con gli uomini del suo vecchio nucleo che si offrono di fargli da scorta, «al nostro Comandante, accusato e offeso, colpito alle spalle da basse insinuazioni». Il 15 gennaio 1993, forse è il caso di ricordarlo, Ultimo e il suo gruppo catturarono Totò Riina. Nel 1995 uscì il libro di Maurizio Torre*alta sul carabiniere che aveva messo le manette a Totò Riina, il Male assoluto. Nel 1998 arrivò la fiction, una prima se*rie, poi un’altra e un’altra ancora, per*ché l’audience sembrava confermare una sorta di memoria condivisa. L’abbigliamento sgarrupato del co*lonnello antimafia denota distanze si*derali — non solo vestiarie ma anche caratteriali, concettuali — dall’inap*puntabile divisa di Luciano Garofano, altro colonnello, altra serie televisiva dedicata al suo gruppo, i Ris, altra di*scesa libera in corso.

Ma c’è un filo ros*so che tiene insieme le loro vicende, ed è la capacità tutta italiana di vertica*lizzare il più possibile la caduta dei po*chi personaggi positivi della sua storia recente. Una sorta di cupio dissolvi tri*colore, la memoria di un passato recen*te che viene infangata molto più in fretta di quanto si sia provato a preser*varla. Anche nel piccolo di queste sto*rie, Giuseppe De Rita ci legge la scom*parsa definitiva del civil servant dal*l’immaginario italiano. «Senza pren*derla troppo alla lontana, ma la cultura risorgimentale è da tempo che non fa più da traino a nessuno. Non smuove la psiche collettiva. E personaggi come Ultimo e Garofano possono fare solo testimonianza, senza trascinare alcun*ché. Inevitabile che divengano oggetto di un contagio revisionistico che in Ita*lia non risparmia nessuno. Siamo pri*gionieri di una coazione a rivedere le cose in chiave sempre più opportuni*stica. E in questo contesto, nessuno può essere percepito come super par*tes ». Il fondatore del Censis si spinge oltre, con un esempio che dimostra an*che una innegabile capacità di annusa*re l’aria che tira. «Prenda Guido Berto*laso: sarò ingenuo, ma a me sembra la persona meno divisiva che ci sia in Ita*lia. Appare molto, certo. E suppongo abbia un ego importante. Ma non si at*tribuisce realizzazioni personali, devol*ve il credito e i meriti alla Protezione civile. Eppure, anche lui non mi sem*bra immune da una logica revisionista che mette sullo stesso piano pregi e di*fetti, senza pesarli». Il tributo da versare alla ribalta risie de quasi sempre in un contrappasso sproporzionato ai propri peccati. L’uo*mo che catturò Riina non ha un carat*tere facile. Il suo approccio radicale al*la vita e al lavoro è sempre stato mate*riale da maneggiare con cura, anche dentro l’Arma. La strenua difesa della cattura del boss mafioso e della manca*ta perquisizione del suo covo, così co*me sono state raccontate, gli fa onore.

Ma è altrettanto lecito pensare che vi siano residue zone d’ombre su quella storia, compresa la possibile esistenza di un disegno superiore passato neces*sariamente sopra la sua testa. Eppure, la sua emarginazione pressoché totale, il gesto estremo dei suoi «vecchi» uo*mini che si offrono privatamente di fargli da scorta, raccontano dell’ingrati*tudine dello Stato, e di una collettività dalla memoria corta. Lo stesso vale per Garofano. L’uomo si piace molto, ma la vanità non risulta essere un reato penale. Le accuse che lo infangano arrivano dall’avvocato Carlo Taormina, a sua volta indagato per diffamazione del colonnello del Ris. Con tutto rispetto, ma il pulpito non è dei più elevati. Anche qui, le sue dimissioni, e nei mesi scorsi il ridimen*sionamento del suo prestigio, sono sta*ti accolti con un giubilo altrimenti in*spiegabile, sicuramente immemore del fatto che si parla dell’uomo e della struttura che ha messo in galera assas*sini, stupratori, serial killer. Non si trat*ta di Vip caduti in basso, ma di servito*ri dello Stato che qualche merito civile lo possono vantare. Dettagli. Il mecca*nismo è lo stesso.

È quell’accanimento del quale parla spesso Tonina Pantani, la madre di Marco, un eroe sportivo che certamente sbagliò, ma che viene ricordato solo nel suo lato d’ombra, e mai campione sull’Alpe d’Huez o sul Galibier, vittorie che a tutt’oggi risultano ufficialmente pulite. «L’incapacità di ragionare in modo sereno su meriti o eventuali demeriti: anche questi sono segni di sfaldamento delle nostre forme di convivenza». Aldo Bonomi ci ha scritto un libro, sul rancore che scorre nelle vene dell’Italia. Ma il sociologo milanese dice che non si tratta neppure di questo. «Parlerei piuttosto di invidia sociale, l’unico sentimento che ormai pervade la società italiana. Siamo invidiosi, e ci esercitiamo su chiunque sia sovraesposto e rappresentato. Da questo venticello che ormai caratterizza i nostri rapporti ne consegue la pratica di una strisciante guerra civile molecolare. A permeare il tutto, una indifferenza sempre più sorda ai torti o alle ragioni». È lo stesso concetto che con maggiore amarezza esprime Ultimo sul suo blog, la frase sui milioni di persone che assistono senza partecipare. Cliccando sulla foto di Tien An Men ne appare un’altra, anch’essa celebre. Una veduta dall’alto della A29, nei pressi dello svincolo di Capaci. Appena dopo l’esplosione.

Marco Imarisio

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