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FIFA World Cup 2010: Sudafrica


Navarre75

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comunque il polpo non perde un colpo...:lol:

Voglio aprire il gruppo su Facebook "Facciamo una dadolata di polpo Paul"... :mrgreen:

Modificato da superkappa125

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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I più attivi nella discussione

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La rivincita di Del Bosque

di Marco Cherubini.

Lo vedi e pensi a quello zio un po’ burbero. Quello che ai tuoi compleanni da bambino ti metteva la busta in mano con un po’ di soldi e la fatidica frase: “Compraci quello che ti pare”. Poche parole' date=' molta sostanza.

Perché lui non ha la foga di Maradona, lo stile di Loew, l’eleganza di Van Marwijk, la grinta di Capello, la strategica antipatia di Dunga o quella perdente di Lippi. Sembra non avere nulla dietro quei baffoni, quegli occhi apparentemente spenti. Un sessantenne che dimostra i suoi anni: tradizionale vestito stile “taglie robuste”, cravatta rossa d’ordinanza e poi, in una finale che mai la Spagna aveva giocato, lì seduto, poi un po’ in piedi, ma senza urli, senza scene, senza nulla. Apparentemente. Perché poi, via a vedere e scopri: che da giocatore del Real Madrid è stato un campione. Che da allenatore dei Blancos ha vinto come non mai, dalla Liga alla Champions, passando per l’Intercontinentale, mandato via dal presidente Perez perché poco glamour nell’epoca dei galacticos che poi, dal 2003 vinsero poco, anzi in proporzione, vinsero niente. Scopri che lui s’è preso una gatta da pelare micidiale: dopo l’Europeo iberico, quello di Aragones, la scommessa del mondiale con la generazione di fenomeni che alla coppa del mondo non aveva mai spinto la Roja oltre il quarto posto. Come a dire: tutto da perdere. Perché da due anni da Madrid a Siviglia, da Barcellona alle Canarie non s’è fatto che ripetere: questa è la volta giusta, o adesso o mai più. Insomma, un incubo da scacciare, un tabù da sconfiggere. Metteteci sopra il debutto con la Svizzera, quella sconfitta, le polemiche (con Aragones perfido nel criticarlo senza stile e senza rispetto), i sussurri e le grida della critica, perfino i gossip su Iker Casillas – di sicuro il miglior portiere del mondiale – con la sua amata Sara Carbonero. Lui lì, imperterrito, quasi immobile, quasi , con la faccia del pensionato che assiste distratto ad un presente che non sembra più suo. Col cavolo. Ha difeso Torres, poi, col buon senso, ha scelto Pedro, il blocco Barça senza dimenticare quanto di buono il Real Madrid poteva fornire: un grande portiere, un ottimo esterno (Sergio Ramos) e un centrocampista esperto e efficace (Xavi Alonso). Ha fatto un mix perfetto. Parlando sempre bene del gruppo. Difendendo i suoi uomini anche da quell’ansia da prestazione che poteva fregare la Spagna. Per questo alla fine l’hanno portato in trionfo, lanciandolo in area. Lui s’è rimesso a posto il pantalone taglia 58, e poi da solo, con la maglia della Roja, quella con la tanto desiderata stella, quella di un mondiale vinto dopo 80 anni di attesa, ha imboccato la strada degli spogliatoi da solo. Questione di classe. Questione di cuore. Promettere al figlio Alvaro, 15 anni, affetto dalla sindrome di Down, di sfilare con lui adesso, sul pullman del trionfo per le vie di Madrid. Questa la sua storia, questa la sua vita.

Quella di Vicente Del Bosque, uomo silenzioso, non alla moda, allergico alle polemiche, ma maledettamente vincente. Un zio per la Roja che alla fine, invece dei soldi, ha regalato a tutti la Coppa del Mondo.

12 luglio 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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La Spagna campione torna a casa

L'aereo della Roja è atterrato a Madrid

L'aereo della Spagna campione del mondo - decorato con le scritte "Campeones" e "Siamo orgogliosi della nostra Seleccion" - è atterrato alle ore 14.40 al Barajas di Madrid. All'aprirsi del portellone è stato Iker Casillas il primo giocatore a uscire alzando la coppa al cielo prima di cederla al ct Vicente del Bosque. Così come accaduto quattro anni fa agli azzurri adesso le Furie Rosse sono attese da un vero e proprio bagno di folla.

12 luglio 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Spagna reale in attesa della fiesta

Juan Carlos: "Voi' date=' esempio di nobiltà"[/size']

L'aereo della Spagna è atterrato alle ore 14.40 al Barajas di Madrid: all'aprirsi del portellone, sono Casillas e Del Bosque ad alzare al cielo la coppa più ambita. Dunque i Campeones hanno raggiunto la "Casa de Su Majestad el Rey de España", dove sono accolti dal re Juan Carlos e dalla regina Sofia e dal principe Felipe, erede al trono. La Roja ha poi incontrato il premier Zapatero, prima di esporsi al bagno di folla per le strade di Madrid.

LA COPPA DEL MONDO DA ZAPATERO

Terza tappa madrilena per la Spagna campione del mondo. Dopo la sosta in un albergo di Madrid e la visita a Re Juan Carlos, gli uomini di Del Bosque sono arrivati al Palazzo della Moncloa, sede del governo, dove sono stati ricevuti dal premier Zapatero. Il capo dell'Esecutivo spagnolo si è complimentato con i reduci dal Sudafrica e ha preso in braccio la coppa conquistata nella serata di Johannesburg.

JUAN CARLOS: "SIETE UN ESEMPIO"

''Siete un esempio di sportività, nobiltà e di squadra'', ha detto re Juan Carlos nel suo discorso, nel quale ha ringraziato la Roja per ''aver fatto vibrare tutta la Spagna'' e ''aver realizzato uno dei nostri sogni''. Il re ha voluto rendere uno speciale omaggio a Del Bosque per il lavoro di squadra realizzato ed ha chiuso il suo discorso con un ''viva la seleccion, viva Espana''. Casillas ha regalato al re una maglietta della seleccion con la scritta ''campeones del mundo'' e ha passato la coppa prima al monarca, per la foto ufficiale, e poi anche all'infanta Leonor, la piccola figlia dei principi.

AI 23 CAMPIONI UN PREMIO DORATO DA 600 MILA EURO

Ognuno dei giocatori della Nazionale spagnola di calcio che ha vinto il Mondiale di Sudafrica riceverà 600.000 euro per il successo storico ottenuto. La cifra, molto criticata alcune settimane fa in un momento di grave crisi economica, non sembra oggi esagerata in un paese sommerso dall'euforia di aver alzato per la prima volta la Coppa del Mondo. I 13,8 milioni totali usciranno dalla Cassaforte della Reale Federazione Spagnola di Calcio (RFEF). Il premio promesso ai giocatori capitanati da Iker Casillas è il più alto delle 32 nazionali che erano presenti in Sudafrica. Dietro gli spagnoli c'erano l'Argentina, con 520.000 euro promessi, e l'Inghilterra (470.000). La cifra è inoltre tre volte superiore a quello che hanno percepito gli spagnoli nel 2008 con la vittoria dei Campionati Europei. Sarebbe stata alta anche la cifra per le 'Furie Rosse' in caso di sconfitta in finale: ben 120.000 euro.

SPAGNA, DUE MORTI NELLA FESTA

Due morti e più di cento feriti: è questo il bilancio dei festeggiamenti spagnoli della notte scorsa per la conquista del titolo mondiale da parte delle ''furie rosse''. Ad Algesiras, in Andalusia, un uomo e' morto dopo essere caduto dal balcone. ''Guardava la partita assieme ad alcuni amici - ha spiegato la sottoprefettura di Cadice - Dopo il gol questi si sono accorti che non era con loro e l'hanno ritrovato in strada'' constatando che ''era caduto dal balcone''. La seconda tragedia è avvenuta a Herguijuela in Estremadura. ''Un gruppo di persone - ha raccontato la prefettura di Estremadura - è andato a festeggiare la vittoria alla piscina comunale e uno di loro è annegato''. Oltre un centinaio i feriti: di questi 74 si sono registrati a Barcellona, dove alcuni violenti tafferugli sono avvenuti nei pressi del maxischermo allestito per la finale. La polizia è intervenuta e ha compiuto 21 arresti. Altre cinquanta persone circa a Valencia e sono state medicate in ospedale perché ferite o in stato di ebbrezza. Altri feriti anche nei Paesi baschi: mentre festeggiavano il successo della nazionale sono stati aggrediti dai esponenti indipendentisti. La polizia ha effettuato tre fermi. A Madrid invece non si sono verificati incidenti di rilievo nonostante la grande affluenza di tifosi.

12 luglio 2010

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Spagna campione: l'ora dei fioretti

Capelli rosa' date=' tatuaggi e paracadutismo[/size']

Prima di partire per il Sudafrica i giocatori della "Roja" avevano consegnato, in busta chiusa, i propri fioretti in caso di conquista dei Mondiali. Oggi che sono campioni del mondo quindi, Marca ha rivelato il contenuto di tali buste: se l'eroe della finale Iniesta si "incamminerà verso Santiago", Sergio Ramos "si tatuerà la Coppa del Mondo", ma c'è chi è andato oltre con un "Mi lancio nudo col paracadute" come promesso da Javi Martinez.

Cosa non si farebbe pur di raggiungere il sogno di una vita. La nazionale spagnola l'ha messo per iscritto e ora, con ogni probabilità e come caldeggiato dal quotidiano spagnolo, i giocatori dovranno mantenere i propri fioretti. Promesse che potrebbero finire con il coinvolgere anche i giornalisti spagnoli, citati espressamente da Xavi Hernandez: "Ci potremmo rasare tutti, giornalisti compresi". Parole che però vanno a cozzare con la proposta di Javi Martinez "mi tingo i capelli di rosa", l'unico a cui potrebbe esser concesso di non rispettare alla lettera quanto comunicato visto che nel suo "mi lancio col paracadute nudo...", proprio l'attrezzo indispensabile non sarebbe contemplato "... e senza paracadute". Sarebbe decisamente troppo, anche per un Mondiale.

Iniesta, Torres e Xabi Alonso, potrebbero fare la preparazione estiva in pellegrinaggio invece che nei rispettivi ritiri. Chi comodamente "in giro per il mondo" come il regista del Real, chi a piedi come il match winner della finale e l'attaccante del Liverpool che hanno promesso un "pellegrinaggio a Santiago de Compostela". Meno originali le altre proposte: Sergio Ramos prenderà l'eredità di Materazzi tatuandosi la Coppa sulla pelle, mentre Albiol si è ripromesso di "imparare l'inglese", sia mai che ci sia un trasferimento in Premier in vista. Più "noioso" invece Casillas che ha preferito non fare promesse. D'altronde il bacio con la bella Sara a fine partita ha ampiamente dimostrato che di più forse non potrebbe proprio chiedere.

13 luglio 2010

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