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FIFA World Cup 2010: Sudafrica


Navarre75

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Sbadigli a Bloemfontein: 0-0

Svizzera e Honduras si annullano

Si è conclusa con uno 0-0 la partita tra Svizzera e Honduras' date=' ultimo appuntamento del gruppo H. Dopo un primo tempo all'insegna della noia, le squadre sono scese in campo più motivate nella ripresa, sfiorando anche il vantaggio in alcune occasioni. Ma gli errori sconcertanti della "Bicolor" e la pochezza offensiva dei "Crociati" hanno fatto il resto. Avventura finita per entrambe. Agli ottavi ci vanno Spagna e Cile.

Un - noiosissimo - pareggio che non serve a nessuno. Per tutta la durata del match gli svizzeri hanno tenuto una discreta organizzazione di gioco, ma senza rendersi mai troppo pericolosi. Al contrario gli honduregni non sembrano conoscere altra tattica se non quella di cercare Suazo - unica punta - con dei passaggi filtranti costantemente imprecisi. Due squadre che dovevano fare di tutto per trovare l'insperata qualificazione sono invece scese in campo come se si disputasse un'inutile finale di terzo-quarto posto.

Della prima frazione di gara c'è davvero poco da segnalare. Dopo 10' di gioco Inler ci prova con un mal calibrato sinistro che termina a lato. Sempre per gli elvetici ci pensa Derdiyok a non concretizzare il bel cross dalla destra di Barnetta, il numero 7 che al minuto 22 sfodera un destro "tranquillo" come il suo nome di battesimo che è facile preda di Valladares. Sugli honduregni sarebbe meglio stendere un velo pietoso: sbagliano tutto, dai passaggi più elementari alle più semplici verticalizzazioni. Poi c'è qualcuno come Bernardez che tenta addirittura la punizione jolly da 35 metri... e il Jabulani vola.

Alla ripresa va in scena lo stesso - sconcertante - spettacolo e la "sindrome honduregna" colpisce anche gli svizzeri: Yakin, entrato al posto di Fernandes, ci prova di prima intenzione da fuori area, ma dovrebbe fare prima una bella convergenza al suo mancino. Tra le assordanti vuvuzelas continua "la sagra degli errori" di Bloemfontein: palla scodellata perfettamente (e incredibilmente) al centro da Alvarez e colossale svarione di David Suazo, che colpisce male di testa divorandosi così il vantaggio. Al 15' Barnetta, il migliore - si fa per dire - dei suoi, ci prova con un destro angolato, Valladares para in "3 tempi". Lo stesso portiere honduregno esce a vuoto al 28' ma il fresco Frei spara altissimo. Qualche emozione nel finale: Benaglio si oppone al tiro a botta sicura di Alvarez e Welcome va in rete a 5 minuti dalla fine, ma si trova in posizione di fuorigioco. Da segnalare anche il triplo liscio su calcio d'angolo in area svizzera con protagonisti tre diversi honduregni. Il match - per fortuna - termina qui.

I limiti della Bicolor sono evidenti, ma i solidissimi "Crociati" che avevano sorpreso tutti vincendo contro la Spagna hanno buttato via un'occasione d'oro. Finisce qui l'avventura ai mondiali di Svizzera e Honduras, tra le assordanti vuvuzelas e i fischi per un calcio incredibilmente brutto da vedere.

[b']LE PAGELLE

Benaglio 6 - L'unico sufficiente nell'undici di Hitzfeld si fa trovare pronto nelle poche occasioni da gol dei disastrati honduregni.

Valladares 5 - Evidentemente i guanti del portiere dell'Olimpia non sono stati sciacquati a dovere perché Noel Eduardo non trattiene un pallone. L'uscita disperata "alla superman" al 28' è qualcosa di irripetibile.

Suazo 4.5 - Dalla sua ha l'alibi di dover intendersi con dei compagni di squadra totalmente incapaci di servirlo come si deve, ma non può di certo presentarsi ai mondiali in queste condizioni. La "freccia nera" è ormai inoffensivo come un volano da Badminton.

Frei e Yakin 5 - Entrano nella ripresa rilevando due statue di cera e verso la fine del match danno una certa scossa alla manovra elvetica. Ma buttano alle ortiche occasioni su occasioni.

J. Palacios 4 - La maglia numero 10 proprio non si addice a Jerry, forse il fantasista più scoordinato della storia dei mondiali. Non controlla un pallone neanche per sbaglio e i suoi lanci "illuminanti" per Suazo sono da mani nei capelli.

IL TABELLINO

SVIZZERA-HONDURAS 0-0

Svizzera (4-4-2): Benaglio 6; Lichtsteiner 5, Von Bergen 5, Grichting 5.5, Ziegler 5.5; Barnetta 5.5, Inler 5, (33' st Shaqiri sv) Huggel 5, (1'st Yakin 5) Fernandes 5; Derdyok 5, (24' st Frei 5) Nkufo 5. A disposizione: Wolfli, Leoni, Magnin, Senderos, Eggimann, Padalino, Schwegler, Bunjaku. All.: Hitzfeld

Honduras (4-4-2): Valladares 5; Sabillon 5.5, Chavez Guity 5, Bernardez 4.5, Figueroa 5.5; Alvarez 5.5, W.Palacios 5.5, Thomas 5, (22' st Martinez Ramos 5.5) Nunez 5; (42' st Turcios sv) Suazo 4.5, (33' st Welcome 6) J.Palacios 4.

A disposizione: Canales, Escober, Mendoza, Izaguirre, Guevara, Espinoza, W.R.S. Palacios, Garcia, Pavon, J.N.S. Palacios. All.: Rueda

Arbitro: Baldassi (Arg)

Marcatori: -

Ammoniti: Thomas (H), Fernandes (S), Suazo (H). Chavez Guity (H), W.Palacios (H)

Espulsi: - nessuno

25 giugno 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Spagna' date=' missione compiuta: 2-1[/size']

Il Cile è battuto, ma va agli ottavi

Si decide nel primo tempo la sfida tra Spagna e Cile, valida per il gruppo H del Mondiale sudafricano. A Pretoria le "Furie Rosse" vincono 2-1 e agli ottavi troveranno il Portogallo. Al 24' e 37' gli episodi chiave: vantaggio iberico con Villa, raddoppio di Iniesta e contemporanea espulsione di Estrada. Nella ripresa autogol di Piqué su tiro di Millar al 2', ma l'esito del match non cambia. Il Cile si consola col secondo posto che vale il Brasile.

LA PARTITA

Il derby latino mette di fronte una squadra che non può sbagliare ancora, la Spagna, e una delle sorprese del torneo, il Cile. Sempre con un orecchio a quanto succede tra Svizzera e Honduras, le due squadre giocano a viso aperto e in avvio regna l'equilibrio. Nonostante da una parte ci siano fuoriclasse del calibro di Villa, Torres, Xavi, Puyol o Casillas e dall'altra "solo" le stelle dell'Udinese, Isla e Sanchez. Torres e Gonzalez si mangiano una ghiotta occasione a testa. Poi i sudamericani la mettono sull'aggressività e fioccano i cartellini gialli. A metà tempo ecco la svolta. Bravo è preda di un raptus suicida ed esce dall'area per anticipare Torres, la palla arriva a Villa che, defilato quasi sulla trequarti, prova il tiro a porta vuota e fa centro. Passa meno di un quarto d'ora e la partita si chiude proprio dopo che Beausejour aveva sfiorato il pareggio. Altra cavalcata di Villa sulla sinistra, che centra per Iniesta, il cui piatto destro è imparabile. Come se non bastasse l'arbitro nella stessa azione vede un fallo di Estrada su Torres e per il centrocampista del Montpellier è il secondo giallo: espulso.

La ripresa si apre come non ti aspetti, ma è solo un fuoco di paglia. Millar, appena entrato, prova il colpo dal limite, ma supera Casillas solo grazie alla decisiva deviazione di Piqué. Quindi scende in campo l'amicizia e visto che da Bloemfontein non giungono notizie, Spagna e Cile decidono che va bene così, mandando in scena una stucchevole melina nel finale.

Da settimana prossima, però, sarà vietato scherzare. Non può farlo la squadra di Del Bosque nella sfida contro il Portogallo per la supremazia iberica, men che meno quella di Bielsa contro il favoritissimo Brasile.

LE PAGELLE

Bravo 5 Il nome non gli rende giustizia, perché stavolta la combina grossa. Chissà cosa gli è passato per la testa quando ha deciso di buttarsi in quell'uscita kamikaze.

Estrada 4,5 Paga a caro prezzo il clima da guerriglia dei cileni, anche se il secondo giallo forse è un po' esagerato. Però visto che era già stato ammonito doveva starci più attento.

Beausejour 6,5 Vola sulla destra, vola sulla sinistra e si infila pure per vie centrali. È dappertutto e quando il Cile resta in dieci si trasforma pure in difensore.

Piqué 7 È probabilmente il giocatore spagnolo cresciuto di più negli ultimi dodici mesi. Gioca d'anticipo in difesa e quando avanza è più pericoloso degli attaccanti azzurri...

Villa 7,5 Stavolta agli effetti speciali preferisce precisione e freddezza. Non contento fornisce l'assist del raddoppio. Senza di lui la Spagna sarebbe già a casa.

Torres 4,5 Si mangia due gol in apertura, poi sparisce. La sua partita dura meno di un'ora. Ok l'infortunio, però un Torres così serve a poco.

IL TABELLINO

CILE-SPAGNA 1-2

Cile (4-3-3): Bravo 5; Isla 5,5, Medel 6, Ponce 5,5, Jara 5,5; Vidal 6, Estrada 4,5, Gonzalez 5 (1' st Millar 6); Sanchez 5,5 (20' st Orellana 5,5), Valdivia 5 (1' st Paredes 6), Beausejour 6,5. A disposizione: Pinto, Marin, Contreras, Fuentes, Carmona, Tello, Fierro, Fernandez, Suazo. All. Bielsa.

Spagna (4-3-3): Casillas 6; Ramos 6, Piqué 7, Puyol 6,5, Capdevila 6; Busquets 6, Xabi Alonso 6,5 (28' st Martinez 6), Xavi 6; Iniesta 6,5, Torres 4,5 (10' st Fabregas 6), Villa 7,5. A disposizione: Albiol, Marchena, Valdes, Mata, Arbeloa, Pedro, Llorente, Silva, Navas, Reina. All. Del Bosque.

Arbitro: Rodriguez (Messico)

Marcatori: 24' Villa (S), 37' Iniesta (S), 2' st Millar ©

Ammoniti: Medel, Ponce ©

Espulsi: Estrada ©

25 giugno 2010

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L'Uruguay è ai quarti di finale

Portieri alla berlina' date=' decide Suarez[/size']

L'Uruguay conquista i quarti di finale della Coppa del Mondo, grazie al 2-1 di Port Elizabeth contro la Corea del Sud. Uomo-partita è Luis Suarez, che porta in vantaggio i suoi al 7' del primo tempo, sfruttando uno svarione difensivo asiatico. Nella ripresa il meritato pareggio coreano ad opera di Lee Chung-yong, su "papera" della coppia Lugano-Muslera, quindi definitivo 2-1 sempre a firma Suarez con un bolide di destro all'80.

LA PARTITA

Inizio a tinte asiatiche, col palo colpito su punizione da Park Chu-young già al 5', ma è un fuoco di paglia. Al primo affondo, l'Uruguay è già in vantaggio: percussione dalla sinistra di Forlan, cross basso che taglia incredibilmente tutta la difesa e giunge senza problemi tra i piedi di Suarez. E' un gioco da ragazzi, per il 23enne, insaccare alle spalle di un ipnotizzato Jung Sung-ryong. I coreani cercano di riportarsi immediatamente in avanti, ma accusano il colpo: la manovra è confusa, disorganizzata e la maggior freschezza atletica non basta. Oro colato per gli uomini di Tabarez che non fanno molta fatica a mantere il prezioso vantaggio e che, al 27', vanno vicinissimi al raddoppio: ancora Suarez s'invola verso la porta, libero da marcature, ma viene fermato per un fallo precedente (molto dubbio) subito da Lee Jung-soo.

L'unico asiatico in grado di creare qualche grattacapo tra le maglie sudamericane sembra essere Park Ji-sung: l'attaccante del Manchester United tenta di dare una scossa ai suoi alla mezzora ed è subito ascoltato da Park Chu-young, il cui sinistro termina a lato di poco. Ma il buon momento finisce qui e lascia spazio al solito Suarez, non propriamente una pertica, libero di sovrastare i centrali coreani: il colpo di testa è, però, debole. Due sussulti da lontano di Cha du-ri chiudono una prima frazione che regala un vantaggio col minimo sforzo all'Uruguay e certifica la vuotezza tecnica della Corea del Sud.

Il secondo tempo si apre, sotto il diluvio, con una ghiotta occasione per l'Uruguay, 3 contro 3, vanificata dall'egoismo dell'onnipresente Luis Suarez. Il pericolo ha, tuttavia, un effetto rivitalizzante sugli uomini di Huh Jung-moo, che costruiscono in un minuto due occasioni importanti: dapprima, il gran lavoro sulla fascia sinistra di Lee Young-pyo è reso inutile da Kun Jae-sung, anticipato a due passi da Muslera; quindi Park Chu-young conclude alto da ottima posizione. L'Uruguay è in bambola e la Corea comincia a far leva sia sulla corsa che sul possesso palla: a questo punto manca solo il gol, sfiorato da Park Ji-sung al 58'. Spazio anche per un episodio da moviola: Cavani interviene su Lee Young-pyo e il fallo sembra netto, ma l'arbitro fa segno di proseguire. Passano dieci minuti esatti ed ecco il meritatissimo pari: angolo dalla destra per i coreani, colpo di testa apparentemente innocuo di Lee Chung-yong, Lugano impedisce a Muslera di intervenire e la frittata è fatta.

Ora la gara è apertissima: gli asiatici, sulle ali dell'entusiasmo, cercano di capitalizzare la supremazia mostrata in questa ripresa. Ma non hanno fatto i conti con Luis Suarez. Il bomber dell'Ajax si mangia il 2-1 al 74', ma sei minuti più tardi regala alla platea di Port Elizabeth una grandissima giocata: converge in area dalla sinistra, rientra sul destro e scarica col contagiri, piazzando la sfera là, dove Jung Sung-ryong non può nulla. E' il nuovo e definitivo vantaggio sudamericano, che consacra Suarez "man of the match" e regala alla Celeste i quarti di finale.

LE PAGELLE

SUAREZ 7,5 - Nella giornata "no" di Cavani e Forlan, è l'unico terminale offensivo su cui la squadra può contare. Luis non sente il peso della responsabilità e non tradisce le aspettative: è quasi sempre al posto giusto nel momento giusto e, dulcis in fundo, regala una perla che, come direbbero i bravi giornalisti, "vale da sola il prezzo del biglietto".

PARK JI-SUNG 7 - Se gioca nel Manchester United, qualcosa vorra pur significare: nella truppa asiatica, tutta velocità e zero tecnica, è costretto a fungere sia da metronomo che da geometra. E la qualità del lavoro è altissima e redditizia, se è vero che la Corea si arrende solo all'iniziativa personale di Suarez.

LUGANO 4.5 - È il motivatore: sì, ma della Corea! Se la formazione di Huh Jung-moo viaggia nella ripresa sulle ali dell'entusiasmo è perché comprende la difficoltà del reparto arretrato sudamericano. Tabarez corre ai ripari sostituendo Godin, ma non è che il difensore del Fenerbahçe dia più sicurezza. Esemplare il gol dell'1-1.

FORLAN 5 - Nella giornata, finora, più importante stecca. "Beh, l'importante è che almeno uno dei tre lì davanti sia decisivo - verrebbe da dire -. Oggi è toccato a Suarez". Tuttavia, dopo un girone eliminatorio da autentico trascinatore, ci si poteva aspettare qualcosa in più.

JUNG SUNG-RYONG/MUSLERA 4 - Mal comune, mezzo gaudio. L'idea, però, che in un ottavo di finale della Coppa del Mondo le due porte siano difese da elementi simili, di certo non entusiasma.

IL TABELLINO

URUGUAY-COREA DEL SUD 2-1

Uruguay (4-3-3): Muslera 4; Lugano 4.5, Godin 5 (1'st, Victorino 5.5), Fucile 6, M.Pereira 6; Perez 5.5, Arevalo 6.5, Alvaro Pereira 6 (29'st, Lodeiro s.v.); Cavani 5, Suarez 7.5 (39'st, A. Fernandez s.v.), Forlan 5. A disposizione: Castillo, Silva, Gargano, Eguren, Abreu, Gonzalez, Scotti, S. Fernandez, Caceres. All.: Tabarez.

Corea del Sud (4-4-1-1): Jung Sung-ryong 4; Cha Du-ri 6.5, Cho Yong-hyung 5, Lee Jung-soo 4.5, Lee Young-pyo 6.5; Lee Chung-yong 6, Kim Jung-woo 5.5, Ki Sung-yueng 6, Park Ji-sung 7; Kim Jae-sung 5 (16'st, Lee Dong-gook 6); Park Chu-young 6.5. A disposizione: Kim Young-kwang, Oh Beom-seok, Kim Hyung-il, Kang Min-soo, Yeom Ki-hun, Kim Bo-kyung, Kim Dong-jin, Kim Nam-il, Lee Seung-ryul, Ahn Jung-hwan. All.: Huh Jung-moo.

Arbitro: Stark (Germania)

Marcatori: 7' e 35'st Suarez (U), 23'st Lee Chung-yong ©.

Ammoniti: Kim Jung-woo ©

Espulsi: - nessuno

26 giugno 2010

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Gyan regala i quarti al Ghana

Mondiali: Usa ko 2-1 nei supplementari

Grande spettacolo a Rustenburg. A spuntarla è il Ghana' date=' che con un gol al 3' del primo tempo supplementare di Gyan batte 2-1 gli Stati Uniti e vola ai quarti, dove affronterà l'Uruguay. Africani avanti al 5' con Boateng, che si inserisce nella difesa avversaria e batte Howard. Il pari al 17' della ripresa su rigore di Donovan e concesso per fallo di Jonathan Mensah su Dempsey. Al 90' risultato invariato ed extra time, dove risolve l'ex Udinese.

[b']LA PARTITA

Prima mezz'ora di marca ghanese. La formazione africana gioca in velocità, affidandosi soprattutto alla spinta degli esterni: Ayew funziona bene sulla sinistra, dove affonda a suo piacimento. Di contro gli Stati Uniti sembrano smarriti: i centrocampisti non hanno idee e i centrali di difesa Demerit (preferito a Onyewu) e Bocanegra fanno collezione di 'buchi'. Il vantaggio del Ghana arriva dopo 5' per un errore di Clark a centrocampo e una difesa impotente nell'arginare la discesa di Prince Boateng, che batte Howard. Gli uomini di Bradley rischiano di capitolare ancora, e ancora per una 'frittata' dei due centrali, ma Asamoah sbaglia completamente il cross al centro per Gyan. Alla mezz'ora però la partita cambia con l'ingresso in campo di Edu per Clark. Il nuovo entrato contribuisce a dare maggior spinta alla manovra e infatti agli Usa bastano 5' per costruire la prima occasione: bravo nell'occasione Kingson a uscire sui piedi di Findley. E gli Stati Uniti chiudono in avanti, con il Ghana comunque sempre pericoloso sulle ripartenze.

Altro cambio negli Usa a inizio ripresa: fuori Findley e dentro Feilhaber largo a sinistra e, come nel primo caso, anche questa volta la mossa dà ragione al ct Bradley. Perché la Nazionale a stelle e strisce ha ora tutta un'altra marcia, trascinata dal suo capitano Donovan che può affacciarsi con maggior frequenza in avanti, lasciando Dempsey a custodire il centrocampo. Il nuovo entrato mette subito a dura prova Kingson che però al 16' nulla può sul rigore calciato da Donovan e concesso dall'arbitro per atterramento di Dempsey da parte di Jonathan Mensah. Un pari assolutamente meritato. Il Ghana ora fa fatica a ripartire e gli Stati Uniti continuano nel forcing tanto da sfiorare il secondo gol prima con Bradley (tiro lento e centrale, para Kingson) e poi con Altidore, che la spunta in uno scontro spalla a spalla con John Mensah e batte a rete, palla fuori di poco. Il risultato non cambia e squadre ai supplementari: passano 3' e Gyan riporta in vantaggio in Ghana con un gran sinistro. Anche qui erroraccio del centrale Bocanegra. Gli Usa ripartono alla ricerca del pari ma Kingson fa buona guardia. E il Ghana entra così nella storia, tenendo alto il nome dell'Africa. Onore anche agli avversari. In campo si è visto uno spettacolo finalmente di livello 'mondiale'.

LE PAGELLE

Gyan 7,5 - Una rete che consegna il Ghana alla storia, un sinistro che lo fa entrare tra le prime otto squadre del mondo. È il terzo sigillo 'mondiale' e non è una casualità: tanto movimento, forza fisica e colpi micidiali.

Bradley 7 - Non è il figlio del papà ct. È un giocatore che tiene in mano il centrocampo da solo: tanto ordine e poche sbavature. Ha anche una buona occasione per segnare ma non ci crede abbastanza.

Kingson 7 - Una sicurezza. Ottimo sia nelle uscite alte che con i piedi: provvidenziali gli interventi su Findley alla fine del primo tempo e a inizio ripresa sul nuovo entrato Feilhaber.

Donovan 7 - Un altro gol, ma questa volta inutile. E soprattutto piedi buoni e grande visione di gioco. Inizia in sordina come il resto degli Usa, poi il ct cambia le carte in tavola e Landon ritrova la voce e l'ispirazione.

DeMerit-Bocanegra 4,5 - Un disastro. È la nuova 'banda con il buco': dalle loro parti si passa che è un piacere. Prince Boateng non trova resistenza in occasione dell'1-0. Sul secondo gol altro anticipo di Gyan ed è patatrac. La nota dolente di della squadra di Bradley.

IL TABELLINO

Stati Uniti-Ghana 1-2

Stati Uniti (4-4-2): Howard 5,5; Cherundolo 5, DeMerit 4,5, Bocanegra 4,5, Bornstein 5; Dempsey 7, Bradley 7, Clark 5 (31' Edu 6), Donovan 7; Altidore 5,5 (1' 1ts Gomez 5,5), Findley 5,5 (1'st Feilhaber 6,5). A disposizione: Guzan, Hahnemann, Goodson, Spector, Onyewu, Torres, Holden, Clark, Buddle. Ct.: Bradley.

Ghana (4-2-3-1): Kingson 7; Pantsil 6,5, Jonathan Mensah 5,5, John Mensah 7, Sarpei 6 (28'st Addy 6); Prince Boateng 7 (33'st Appiah 6), Annan 6; Inkoom 6 (8' 2ts Muntari sv), K.Asamoah 7, Ayew 7; Asamoah Gyan 7,5. A disposizione: Agyei, Ahorlu, Tagoe, Derek Boateng, Vorsah, Abeyie, Amoah, I.Ayew, Adiyiah. Ct.: Rajevac.

Arbitro: Viktor Kassai (UNG)

Marcatori: 6' Boateng (G), 17'st rig. Donovan (U), 3' 1ts Gyan (G)

Ammoniti: Clark, Cherundolo, Bocanegra (U), Jonathan Mensah, Ayew (G)

26 giugno 2010

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Trionfo Germania: 4-1 agli inglesi

Doppietta di Mueller' date=' Capello recrimina[/b']

Capello e l'Inghilterra fuori dai Mondiali. La grande sfida con la Germania negli ottavi si è risolta con un 4-1 per i tedeschi, che ora attendono la vincente di Argentina-Messico. Gara magnifica: grande Germania avanti per 2-0 con Klose e Podolski, reazione inglese con gol di Upson e 2-2 incredibilmente negato a Lampard (palla un metro oltre la linea bianca). Nella ripresa, tedeschi spietati in contropiede: doppietta di Mueller e partita chiusa.

LA PARTITA

Chi pensa che il calcio sia solo sport, che non sia invece una grande storia che contiene tante altre storie è stato ancora una volta smentito. Germania-Inghilterra non poteva e non doveva essere "solo" un ottavo di finale mondiale, e non lo è stato: e la storia di una rivalità bruciante ben oltre un campo di gioco si è arricchita di un nuovo capitolo. Un capitolo che racconterà di una definitiva affermazione della nuova Germania, del puzzle multietnico, di un vincente passaggio di consegne dal wurstel al kebab. E racconterà anche dell'invisibile tribunale del calcio, che pareggia conti che sembravano inesorabilmente sepolti dal tempo. Tedeschi derubati di un mondiale per un gol-non-gol nel 1966, inglesi derubati di una partita fondamentale 44 anni dopo alla stessa maniera. In mezzo, tonnellate di tecnologia penetrate in tutti i settori della società meno che su un campo di calcio.

Il gol di Lampard, possibile 2-2, realizzato un minuto dopo che la testata di Upson aveva rialzato dal tappeto l'Inghilterra stesa da Klose e Podolski, è l'episodio intorno a cui gira la partita e a cui, in qualche modo, potrà attaccarsi un tecnico (Capello) e dei giocatori in realtà nettamente superati sul campo. La Germania, in sintesi, è stata molto più squadra dell'Inghilterra, dove è sembrato specie nella prima, disastrosa mezz'ora che ognuno andasse per i fatti suoi. I tedeschi, invece, sono almeno dignitosi - non perfetti - dietro e hanno meccanismi offensivi specie grazie a Oezil, l'uomo nuovo che propone Sudafrica 2010. Mueller e Podolski stanno larghi e stringono vicino a Klose quando c'è da buttarsi sui palloni in area (capito, Lippi?), Oezil agisce alternativamente da seconda punta, suggeritore, centrocampista avanzato. Il 2-0 firmato da Klose (strano, eh?) e Podolski è stato contornato da altre tre nitide palle-gol prodotte con la collaborazione di Upson e Terry (sì, Terry), disastrosa coppia centrale di Capello. Poi la Germania ha dimostrato un suo sussistente limite quando, punita su una palla inattiva proprio da Upson, ha avuto paura, è rimasta sotto l'onda inglese. Rianimata dall'incredibile, vergognosa chiamata del guardalinee sul gol di Lampard (palla dentro di un metro), la "Mannschaft" ha resistito al forcing inglese nella prima metà della ripresa prima di sfruttare con cinismo e reattività gli enormi spazi apertisi nella metà campo di Capello, una volta maestro anche nell'attaccare senza scoprirsi in maniera suicida.

Prima e dopo l'uno-due di Thomas Mueller (assist di Schweinsteiger e del delizioso Oezil), la sensazione che l'Inghilterra non potesse comunque scamparla. Le due grandi occasioni, sull'1-2 e sull'1-4, sono state una punizione di Lampard finita sulla traversa e un assolo di Gerrard sventato da Neuer. Poco gioco, poca spinta dai lati, Rooney grande, grandissimo assente. Era difficile, anche per una superfavorita come l'England, potere arrivare in fondo senza il contributo del suo giocatore più forte. E con Rooney a zero, è finita a zero anche l'Inghilterra. Avanti va la "World Germania", che ha segnato quattro gol, che ha atterrato i rivali di sempre, che non penserà più, finalmente, a quel maledetto tiro di Hurst nella finale mondiale 1966. La storia continua, in un'altra maniera.

LE PAGELLE

Rooney 5 È la prima vittima del cieco, pardon, guardalinee uruguagio, si innervosisce ulteriormente e non riesce a indirizzare nella giusta maniera la rabbia, la voglia che gli brucia dentro. Anche nel secondo tempo, prima che i recinti si aprano e i buoi tedeschi fuggano, è l'uomo che tutta l'Inghilterra chiama: ma lui non risponde. Un mondiale davvero fallimentare: zero gol e tante insufficienze, chi l'avrebbe detto.

James 6 Lo chiamavano Calamity James, ma le due calamità le ha di fronte a sé, hanno una maglia rossa e si chiamano Terry e Upson. Nei primi 35' gli piovono addosso tedeschi soli come asteroidi, è l'eroe di Armageddon con Oezil e Klose, ma lo stesso Klose e Podolski lo atterrano. Non irreprensibile sull'1-3 di Mueller.

Upson 4 Ecco, bravo, stai in attacco, colpisci di testa e fai gol, come quando segni il gol che risveglia l'Inghilterra. Per quanto riguarda la difesa, che sarebbe il tuo mestiere, lassa perde...

Klose 7 Non è mai stato inserito nelle classifiche, nei libri o articoli che elencano i grandi campioni e le loro imprese. Eppure lui, in una partita che pesa tonnellate, segna il suo 12° gol ai mondiali ed eguaglia tale Pelè. Ne sfiora altri, si muove coniugando esperienza e intelligenza. Il più grande "low profile" della storia iridata

Oezil 7 A corrente alternata. Si muove bene, si propone sempre, ma stavolta la sua bacchetta magica ha le pilette leggermente scariche, dà una sensazione di assenza, di distacco da un match ad altissimo voltaggio. Invece c'è, eccome: e fa la cosa giusta in occasione del 4-1: assist, dopo tunnel, e palletta facile facile per Thomas Mueller. Giocatore super, non ci sono dubbi.

Lampard 7 È l'Achille inglese, l'eroe epico di una battaglia maledetta e sfortunata. È lui, dopo l'uno-due tedesco, a riprendere per i capelli l'Inghilterra che annega e a ributtarla sulla terra a combattere. È lui a pagare il debito del connazionale Hurst nel 1966 e oltre al danno deve subire la beffa della traversa nella ripresa. L'ultimo ad arrendersi, merita di essere assolto nell'inevitabile processo post-eliminazione.

Larrionda, la terna arbitrale, Blatter, la Fifa 0 Lo spettatore seduto nell'angolo della curva opposta alla porta del gol-non-gol di Lampard si è accorto che la palla era dentro. E al di là dell'osceno guardalinee, che ha fermato in avvio anche Rooney non vedendo che la palla era partita da Lahm, l'arbitro non può chiamarsi fuori da una chiamata così evidente. Ringrazino la Germania, che è riuscita a non usurpare sul campo il successo. Per quanto riguarda chi ha la responsabilità oggettiva di tutto questo, vale a dire, la Fifa, nessun commento e solo un desiderio: ma quando sparite?

IL TABELLINO

GERMANIA-INGHILTERRA 4-1

GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6; Lahm 6,5, Mertesacker 6, Friedrich 7, J.Boateng 6; Khedira 6, Schweinsteiger 6,5; Mueller 7,5 (27' st Trochowski 6), Oezil 7 (37' st Kiessling sv), Podolski 7; Klose 7 (27' st Gomez 6). A disposizione: Wiese, Butt, Jansen, Aogo, Tasci, Badstuber, Kroos, Cacau, Marin. C.T. Loew

INGHILTERRA (4-4-2): James 6; G.Johnson 5,5 (41' st Wright-Phillips sv), Terry 4,5, Upson 4, A.Cole 5,5; Milner 6 (19' st J.Cole 5,5), Barry 5, Lampard 7, Gerrard 6; Rooney 5, Defoe 5,5 (25' st Heskey 5,5). A disposizione: Green, Hart, Dawson, Lennon, Crouch, Warnock, Carragher, King, Carrick. C.T. Capello

Arbitro: Larrionda (Uruguay)

Marcatori: 20' Klose (G); 32' Podolski (G); 37' Upson (I); 22' e 25' st Mueller (G)

Ammoniti: Friedrich (G), Johnson (I).

Espulsi: - nessuno

27 giugno 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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L'Argentina vola ai quarti

Messico battuto 3-1 "grazie" a Rosetti

Sono due clamorosi errori a condannare il Messico e promuovere l'Argentina ai quarti di finale. Il primo lo commette la coppia "azzurra" Rosetti-Ayroldi' date=' che non vede un fuorigioco solare di Tevez sul gol dell'1-0 (26'). Il secondo, invece, è del messicano Osorio, che serve a Higuain la palla del raddoppio (33'). Al 52' ancora Tevez firma il 3-0, al 71' Hernandez firma il definitivo 3-1. Ad attendere Maradona c'è ora la Germania di Loew.

[b']LA PARTITA

Dopo il gol di Lampard non visto da Larrondo sul 2-1 di Germania-Inghilterra, è un altro errore arbitrale a condizionare in maniera significativa la domenica dei Mondiali. A commetterlo, ahinoi, è questa volta Roberto Rosetti, fino a oggi il candidato numero uno alla finale sudafricana. Il minuto incriminato è il 26: Messi serve Tevez a tu per tu con Perez. Il portiere messicano anticipa l'Apache, ma sulla respinta si avventa ancora la Pulce che, a porta vuota, tenta un pallonetto. Prima, però, che il pallone varchi la linea, Tevez, in chiara posizione di fuorigioco, la devia di testa. Per Ayroldi, che indica il centrocampo, tutto regolare. Per Rosetti, che si fa una passeggiatina dal suo guardalinee per capire il motivo delle furenti proteste della banda di Aguirre, pure. Argentina in vantaggio e addio sogni di gloria del Messico. Anche perché, dopo un avvio spettacolare - sberla di Salcido sulla traversa e sinistro di Guardado a lato di un niente -, i nordamericani danno un'altra mano all'Argentina e si suicidano con Osorio che, al 33', regala a Higuain il 2-0. La partita del Messico finisce praticamente qui.

A inizio ripresa, minuto 7, Tevez batte infatti nuovamente Perez con una fucilata da 30 metri che si infila all'incrocio. Al 26', dopo un secondo tempo se non altro molto coraggioso e dopo, soprattutto, un salvataggio sulla linea di Heinze su conclusione a colpo sicuro di Barrera, Hernandez trova il 3-1. Tanto basta a restituire senso agli ultimi minuti, ma non è sufficiente per riaprire realmente l'incontro. L'Argentina e Maradona volano agli ottavi. Rosetti, invece, ultimo avamposto italiano ai Mondiali, farà con ogni probabilità ritorno in Patria.

LE PAGELLE

Tevez 8 - Due gol, uno viziato da fuorigioco e uno straordinario, ma non solo. È l'anima dell'attacco di Maradona, perché garantisce qualità negli ultimi 30 metri e aiuta la squadra in fase difensiva. Attraversa un momento di grazia: può essere l'uomo in più dell'Argentina.

Osorio 4 - Nemmeno il tempo di somatizzare l'errore di Rosetti sull'1-0 della Seleccion, che lui concede il bis passando letteralmente il pallone del 2-0 a Higuain. In evidente stato di choc, passa trequarti dell'incontro a commettere ingenuità che nemmeno all'oratorio.

Messi 6,5 - Non è ancora il giocatore che si aspetta l'Albiceleste. Parte sempre da destra e si accentra per cercare il tiro. A volte va, perché la sua velocità è obiettivamente fuori norma, a volte gli avversari lo aspettano lì e lo prendono. Ha qualità incredibili, ma non riesce a variare il gioco quando necessario. Detto questo, stiamo parlando di Messi: il che, tradotto, fa partita ovviamente sopra la media e il piedino sul gol del vantaggio. Non ha ancora segnato ai Mondiali: non ditelo a Loew, perché gli scongiuri sarebbero assicurati.

Rosetti 4 - Purtroppo è tra i protagonisti dell'incontro. O, se volete, è semplicemente l'assassino del delitto perfetto commesso ai danni del Messico. Ayroldi, voto 3, non lo aiuta di certo, ma il fuorigioco si vede a occhio nudo e condiziona una gara che, fin lì, pendeva semmai dalla parte della squadra di Aguirre. Risultato: anche il suo Mondiale finisce troppo presto.

Barrera 7 - Buon giocatore, guizzante, fastidioso come una zanzara. Entra e cambia l'incontro con la sua rapidità: non segna solo perché Heinze respinge una sua conclusione sulla linea.

IL TABELLINO

ARGENTINA-MESSICO 3-1

Argentina (4-3-3): Romero 5,5; Otamendi 6,5, Demichelis 6, Burdisso 6,5, Heinze 7; M. Rodriguez 6 (42' st Pastore SV), Mascherano 5,5, Di Maria 6 (34' st Gutierrez sv); Messi 6,5, Tevez 8 (24' st Veron 6), Higuain 7. A disp.: Pozo, Andujar, C. Rodriguez, Samuel, Garce, Bolatti, Veron, Pastore, Aguero, Palermo, Milito. All.: Maradona

Messico (4-3-2-1): Perez 6; Osorio 4, F. Rodriguez 6, Marquez 6, Salcido 6,5; Juarez 5,5, Torrado 6, Guardado 6,5 (16' st Franco 5); Dos Santos 6, Bautista 5 (1' st Barrera 7); Hernandez 6,5. A disp.: Ochoa, Luis Ernesto Michel, Aguilar, Moreno, Barrera, Castro, Magallon, Torres, Franco, Medina, Blanco, Vela. All.: Aguirre.

Arbitro: Rosetti (ITA)

Marcatori: 26' Tevez, 33' Higuain, 7' st Tevez (A), 26' st Hernandez (M)

Ammoniti: Marquez (M)

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27 giugno 2010

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Mondiali' date=' l'Olanda vola ai quarti[/size']

Slovacchia ko 2-1: Robben e Sneijder

Con un gol per tempo l'Olanda si assicura il passaggio ai quarti di finale. Gli Oranje, che hanno praticamente sempre controllato la gara, sono andati in vantaggio al 18' con un gran sinistro di Robben e hanno chiuso nel finale (84') con il tap-in di Sneijder su assist di Kuyt. Per la Slovacchia, poco da recriminare se non una colossale palla gol sprecata dal giustiziere degli Azzurri Vittek autore poi dell'inutile gol su rigore finale.

L'Olanda fa il suo e, rispettando il pronostico contro la comunque dignitosissima Slovacchia, vola ai quarti di finale dove attenderà la vincente della sfida tra Brasile e Cile.

Tutti quelli che pensavano però che la sfida sarebbe stata la classica partita a senso unico si sono sbagliati. Almeno per i primi 18 minuti. Si perché i giustizieri degli azzurri, ben messi in campo da Weiss, scendono in campo grintosi, compatti e con le idee molto chiare: fare un pressing forsennato e non concedere nulla allo strapotere tecnico olandese. E la cosa funziona, appunto, per poco meno di 20 minuti quando proprio da un angolo a favore degli slovacchi, la premiata ditta Sneijder-Robben confeziona l'1-0 che rompe gli equilibri (e i piani di Weiss): solito lancio delizioso del 10 interista che pesca dall'altro lato del campo il velocissimo Robben che, come al solito, punta i diretti marcatori rientra sul sinistro e infila da fuori. Bravo Robben. Ingenui Zabavnik e Durica. Si perché da quel momento di fatto la partita si addormenta, con gli olandesi che al contrario della loro storica mentalità offensiva, si dimostrano molto "italiani" per l'attenzione tattica rivolta alla fase difensiva che impedisce agli slovacchi di essere pericolosi e consente fulminee ripartenze in contropiede.

E questo tema si ripropone, almeno inizialmente, anche nella ripresa. Nel giro di un minuto (50'-51') gli Oranje si costruiscono due palloni del potenziale ko: sul sinistro di Robben e sul tocco ravvicinato di Mathjsen è bravissimo Mucha a dire di no. Il doppio intervento del proprio portiere funge come da scossa per gli slovacchi che, dieci minuti dopo, hanno le uniche due occasioni di tutta la partita: prima Stoch è bravo a convergere dalla destra testando i riflessi di Stekelenburg che, sul successivo calcio d'angolo, si trova a dover respingere un tiro potente (ma centralissimo) di un Vittek che da quella posizione avrebbe dovuto far meglio. Gol mangiato.

Occasioni del genere non vanno sprecate mai perché, dopo lo spavento, gli olandesi si risvegliano dal loro torpore e tornano a fare quello fatto per tutto il match: concedere zero. E allora ecco che il tap-in di Sneijder (bravissimo Kuyt nell'assist) a 5 minuti dal triplice fischio pone fine alle ostilità trasformando il successivo rigore conquistato e trasformato da Vittek (93'), nel più classico dei gol utili solo alle statistiche.

LE PAGELLE

Zabavnik-Durica 5 - Quel volgare proverbio sulla coppia (che non citiamo), riassumerebbe in pieno la partita del duo difensivo di centro-sinistra degli slovacchi. Quando al 18' della prima frazione concedono il sinistro a Robben viene da chiedersi dove han vissuto quest'anno. Fiorentina, Manchester United, Inter... Robben fa quel movimento sempre. Comprategli un televisore e un lettore dvd.

Sneijder 7,5 - Al di là del gol finale la cosa che fa più impressione è che non sbaglia mai un lancio. Ma proprio mai. Assist per l'1-0, assist a Mathjsen in avvio ripresa, insomma, assist come se piovesse. Nient'altro da dire. Voto 7. Ah no... torna anche a difendere. 7,5.

Robben 7,5 - E questo sarebbe uno infortunato? L'olanda va sempre da lui e praticamente mai da Kuyt. Salta uomini come birilli e ha un sinistro che leva le ragnatele dagli angoli... il sogno di ogni domestica.

Vittek 4,5 - Ecco il classico fastidiosissimo giocatore che pesca una partita all'anno e lo fa contro la tua squadra (o la tua nazionale in questo caso). Oggi non la vede MAI e quando, al primo pallone, non trova nulla di meglio da fare che sparare addosso al portiere una delle più colossali palle gol di tutto il mondiale, ti arrabbi davvero. Nel finale trova il modo di conquistarsi un rigore inesistente per gonfiare la tristissima statistica che lo vede capocannoniere del Mondiale.

IL TABELLINO

OLANDA-SLOVACCHIA 2-1

Olanda (4-2-3-1): Stekelenburg 6,5; van der Wiel 5, Heitinga 6, Mathijsen 6, van Bronckhorst 6; van Bommel 6,5, De Jong 6; Kuyt 6,5, Sneijder 7,5, Robben 7,5 (70' Elia 6,5); van Persie 6 (80' Huntelaar sv). A disp.: Vorm, Boschker, Boulahrouz, Ooijer, Braahfeid, De Zeeuw, Schaars, Afellay, Babel. All.: van Marwijk

Slovacchia (4-3-1-2): Mucha 6,5; Pekarik 6, Skrtel 6, Durica 5, Zabavnik 5; Weiss 6,5, Kucka 6,5, Stoch 6; Hamsik 5,5; Vittek 4,5, Jendrisek 5 (70' Kopunek 5,5). A disp.: Pernis, Kuciak, Petras, Cech, Salata, Kocac, Sapara, Sestak, Holosko, Jakubko. All.: Weiss

Arbitro: Undiano Mallenco (Spa)

Marcatori: 18' Robben, 84' Sneijder (O), 93' rig. Vittek (S)

Ammoniti: Robben, Stekelenburg (O), Kucka, Kopunek (S)

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28 giugno 2010

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Prova di forza Brasile: 3-0 al Cile

In gol Juan' date=' Luis Fabiano e Robinho[/size']

Nessuna sorpresa dall'ottavo di finale tra Brasile e Cile, anzi: la Seleçao di Dunga offre un'altra prova di forza vincendo il "derby" sudamericano con il netto punteggio di 3-0. Il Cile regge, giocando bene, mezz'ora: poi crolla sotto l'uno-due firmato da Juan (35') e Luis Fabiano (38'). Prima dell'ora di gioco, Robinho sigla la rete che chiude la pratica. Il Brasile trova adesso l'Olanda in un quarto di finale che si annuncia spettacolare.

LA PARTITA

Il Cile non è stato all'altezza. Nel vero senso della parola. Non ha avuto i centimetri necessari a contrastare i saltatori brasiliani, specie nella propria area: ha subìto il gol dell'1-0 dopo mezz'ora in cui aveva fatto tremare i bookmakers ed è finito per affogare di fronte alla EuroSeleçao, a questo Brasile che baila poco e realizza tanto. Ancora una volta, la Dunga-band ha mandato alla rimanente concorrenza un messaggio di solidità, di tenuta di squadra a dispetto dell'assenza di due pedine come Elano e Felipe Melo.

Il c.t. verdeoro li ha sostituiti con un centrocampista poco propenso a interdire come Ramires e addirittura con Dani Alves, sceso sulla linea dei mediani a formare una sorta di "albero di Natale" con Kakà e Robinho alle spalle di Luis Fabiano. Il Cile ha fatto la figura del coraggioso davanti agli occhi del mondo giocandosela, fin dal principio, sulle ali di un 3-3-1-3 molto dinamico, che non ha dato punti di riferimento nemmeno... a se stesso. Sì, perché i cileni, nella prima fetta di partita, hanno spesso messo in difficoltà i blasonati avversari facendo girare molto bene la palla, provando inserimenti, spingendo anche dai lati. Peccato che tutto venga vanificato dall'insostenibile leggerezza di Suazo, Sanchez e Gonzalez negli ultimi 20 metri: il segnale di Lucio, Julio Cesar e Juan non si tramuta mai da allerta a allarme rosso. In compenso i due monumentali centrali brasiliani salgono a colpire duro sui calci da fermo. Juan, svettando tra i piccoletti della retroguardia di Bielsa, infila Bravo ed è come se le zanzare cilene fossero schiacciate da un potente pugno sul tavolo, perché tre minuti dopo, Robinho, Kakà e Luis Fabiano si infilano nella voragine aperta da una squadra scossa, ed è il 2-0 (unica bella giocata dell'ex-milanista e gol d'autore del Fabuloso).

Bielsa è chiamato il "loco", il "pazzo", e tiene fede al suo nickname ributtando in campo un Cile ancora più offensivo: tra i due che entrano c'è Valdivia, molto più incisivo del trio visto per tutto il primo tempo. Valdivia effettua il primo tiro molto insidioso dei suoi al 20', sei minuti dopo che il Brasile ha già scoraggiato il più ottimista dei cileni realizzando il 3-0 su pallone gentilmente offerto a Robinho da Ramires, subito devastante non appena Dunga gli ha dato l'ok per sgroppare in avanti. Il resto è contorno, a maggior ragione se Lucio e lo straordinario Juan si intestardiscono a non fare passare uno spillo. Particolare, specie per gli interisti, vedere sgambettare negli ultimi minuti insieme a idoli come Julio Cesar, Maicon, Lucio nientemeno che Gilberto Melo, l' "amico" di Ronaldo che sbarcò pià di 10 anni fa alla Malpensa col ruolo di "dama di compagnia" del Fenomeno. Evidentemente, non era così un "pacco". Tant'è. Il Brasile approda al quarto di finale che gli metterà di fronte la squadra perfetta per verificare definitivamente i suoi invidiabili difensori e meccanismi difensivi. Grandi attaccanti europei (Van Persie, Sneijder, Robben) di una formazione votata al gioco d'attacco contro grandi difensori di un Brasile che predica il "primo non prenderle": il Sudafrica, non solo geograficamente, si colloca davvero agli antipodi.

LE PAGELLE

Juan 7,5 Maestoso, immacolato in difesa, dove non sbaglia un anticipo o una lettura. Quando sale per colpire di testa, centra un'imperiosa zuccata per l'1-0 spianando la strada dei quarti di finale. La Roma vuole tenerlo, giustamente: ma se dovesse decidere diversamente, si trova in casa un capitale come minimo raddoppiato

Lucio 7,5 Degno socio di Juan, al quale lascia magari gli attaccanti più rapidi: lui pensa, benissimo, alle palle alte e alle coperture. Si concede un paio di quei "coast to coast" che tanto gli piacciono. Come nell'Inter, è la prima pietra di una casa solida.

Kakà 5,5 Non ci siamo. E l'insufficienza sarebbe ancora più marcata se non sganciasse, con l'unico tocco alla Kakà, l'assist per il 2-0 del Fabuloso. Caracolla su tutta la linea d'attacco dando l'impressione che cigoli, e che i cigolii stridano ancora più forte quando prova a partire per quelle percussioni che, una volta, facevano chiedere alle vittime lo stato di calamità naturale. Le partite passano, il gioco si fa duro: lui non è duro e di conseguenza, non comincia a giocare

Luis Fabiano 7 Il fatto che vada alla conclusione tre volte dà la misura di quanto questo Brasile non viva per rendere gioiosa la vita dei suoi attaccanti: ma lui pure è "europeo", e Fabuloso per giunta: il gol è un piccolo capolavoro, tanto per cambiare.

Bielsa 6,5 Finisce l'avventura di una squadra che, con un centravanti più "cattivo", avrebbe potuto davvero fare parlare di sé. Schemi, duttilità tattica e grande disponibilità: il Cile è una squadra come si deve, alla faccia degli schiaffi brasiliani, e il merito è del tecnico argentino. Pazzo sì, ma mica scemo.

La figlia di Dunga 0 È noto, consiglia lei i look al padre. Sotto il solito terrificante cappottazzo semicammellato, camicia viola sopra una t-shirt gialla. Squalificatela.

IL TABELLINO

Brasile-Cile 3-0

Brasile (4-2-3-1): Julio Cesar 6,5; Maicon 6, Lucio 7,5, Juan 7,5, Bastos 6,5; Gilberto Silva 6,5, Ramires 7; Dani Alves 6,5, Kakà 5,5 (35' st Kleberson sv), Robinho 7 (39' st Gilberto Melo sv); Luis Fabiano 7 (31' st Nilmar 6). A disposizione: Gomes, Doni, Luisão, Thiago Silva, Josuè, Baptista, Grafite. All.: Dunga.

Cile (4-3-3): Bravo 6; Isla 6, Contreras 5,5 (1' st Tello 6), Fuentes 6, Jara 5; Carmona 5,5, Beausejour 6, Vidal 5,5; Sanchez 5, Suazo 5,5, M.Gonzalez 5 (1'st Valdivia 6,5). A disposizione: Pinto, Marin, Fernandez, Fierro, Millar, Orellana, Paredes. All.: Bielsa.

Arbitro: Webb (Ing)

Marcatori: 35' pt Juan (B); 39' pt Luis Fabiano (B); 14' st Robinho (B)

Ammoniti: Kakà (B), Vidal ©, Fuentes ©, Ramires (B), Villar (B)

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28 giugno 2010

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Paraguay' date=' i quarti sono di rigore[/size']

Giappone ko 5-3. L'errore è di Komano

Non sono bastati 120 minuti per determinare la vincente di Paraguay-Giappone. Al termine di un match noioso e dominato dalla paura di perdere, la gara è stata decisa ai calci di rigore e ha visto prevalere i sudamericani per 5-3. Dal dischetto, gol decisivo di Cardozo. Fatale l'errore di Komano (palla sulla traversa). Per la prima volta nella storia il Paraguay arriva ai quarti di un Mondiale, dove affronterà la vincente di Spagna-Portogallo.

LA PARTITA

Siamo certi che se anche il match fosse proseguito all'infinito, la partita non si sarebbe mai sbloccata. È stata una gara attendista da parte di entrambe la squadre. Ha dominato la tattica, il timore di subire il contropiede avversario. I calci di rigore sono così stati l'epilogo più logico, scontato. Finisce con il piatto mancino di Cardozo che regala i quarti di finale di un Mondiale a un intero popolo impazzito di gioia. È la prima volta nella storia paraguaiana. La festa, ad Asuncion, andrà avanti per chissà quanto.

I primi diciannove minuti sono caratterizzati da noia, paura, e da una serie smisurata di passaggi sbagliati. Se non si chiamasse "Mondiale", penseremmo di assistere a un match di seconda o terza serie. La posta in palio sembra condizionare le due squadre: entrambe giocano chiuse nella propria metacampo e badano più a non scoprirsi che ad attaccare. Poi, come spesso accade in questo genere di partite, al primo lampo la gara si accende. O almeno sembra. Minuto 20, gran numero di Barrios che in area si libera della marcatura, il centravanti del Borussia Dortmund, però, arriva col passo troppo lungo davanti a Kawashima e di esterno destro calcia sul portiere. La risposta asiatica arriva un minuto più tardi con Matsui, che con un bel destro da fuori area colpisce la traversa.

La gara "si accende", si diceva. Ci sbagliavamo, perché dal 21' in poi, il match, di nuovo lento e compassato, si trascina fino al 45' senza troppe emozioni. Le uniche occasioni degne di nota sono un sinistro di Santa Cruz (29') terminato sul fondo e un collo esterno di Honda (40') finito di poco a lato. Comincia la ripresa e, puntuale, riprende il motivetto che aveva contraddistinto il primo tempo: la paura di perdere. Che porta a zero occasioni (vere) da gol, zero spettacolo, zero intensità. La seconda frazione di gioco è tutta qui.

Si arriva così ai tempi supplementari. Il primo tempo scivola via veloce, stavolta con un paio d'occasioni-gol: la prima al 7' con Valdez, ben respinta da Kawashima; la seconda con una punizione di Honda, deviata in angolo dall'estremo difensore paraguaiano Villar. Il secondo tempo è l'attesa dei calci di rigore. Dagli 11 metri il Paraguay non sbaglia mai, mentre il Giappone è tradito da Komano che colpisce la traversa. Finisce 5-3. Al prossimo turno i sudamericani se la vedranno con Spagna o Portogallo. E pensare che, al loro posto, avremmo potuto esserci noi.

LE PAGELLE

Kawashima 7: decisivo su Barrios e Valdez, è anche merito suo se il Giappone arriva fino ai calci di rigore. Qui, però, non riesce a pararne nemmeno uno, altrimenti sarebbe stato da 8,5.

Matsui 6,5: parte bene colpendo una traversa. Ogni pallone, prima di arrivare a Honda, passa dai suoi piedi. Poi cala sulla distanza e Okada è costretto a sostituirlo.

Komano 5: gioca una buonissima partita in fase difensiva. Preciso, concentrato, puntuale nelle chiusure. L'errore dagli undici metri, però, costa l'eliminazione. Sfortunato.

Santa Cruz 7: Si dice di lui: "Grande giocatore frenato da troppi infortuni". Bene, oggi sfrutta tutte le sue doti che sono il fisico (189 cm), la tecnica, l'estro. Non regge tutta la partita e Martino è costretto a cambiarlo, però è recuperato e da qui in avanti potrebbe essere l'arma in più del Paraguay.

Barrios 7: una giocata splendida, nel primo tempo, per poco non porta i sudamericani in vantaggio. Tiene in apprensione la difesa nipponica muovendosi continuamente. Dal dischetto è glaciale.

IL TABELLINO

Paraguay-Giappone 5-3 dopo i calci di rigore

Paraguay (4-3-3): Villar 6; Bonet 6, Alcaraz 6,5, Da Silva 6,5, Morel 6; Vera 6,5, Ortigoza 5,5 (30' st Barreto 6), Riveros 6,5; Barrios 7, Santa Cruz 7 (4' 1ts Cardozo 6,5), Benitez 5,5 (15' st Valdez 6,5). A disp.: Barreto, Bobadilla, Veron, Caniza, Caceres, Santana, Torres, Gamarra. All.:Martino

Giappone (4-5-1): Kawashima 7; Komano 5, Tanaka 6, Nakazawa 6,5, Nagatomo 6; Abe 5,5 (36' st K. Nakamura 6), Hasebe 5, Matsui 6,5 (20' st Okazaki 5,5) , Okubo 5,5 (1' 2ts Tamada sv); Honda. A disp.: Narazaki, Kawagichi, Uchida, S. Nakamura, Yano, Iwamasa, Konno, Morimoto, Inamoto. All.: Okada

Arbitro: De Bleeckere (Belgio)

Marcatori: -

Ammoniti: Matsui (G); Nagatomo (G); Honda (G); Endo (G); Riveros (P);

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