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Mistero su Internet, un pirata svela i trucchi del global warming


owluca

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:disp2:

ma COSA c'entra l'enologia di OGGI con l'enologia del tempo dei romani e ho già scritto che i BIOTIPI di oggi non c'entrano nulla con quelli del IV secolo. il confronto si fa tra oggi e 200 anni fa, dove per questioni climatiche (dicono) certi vitigni francesi (che in 200 anni sono cambiati poco o nulla) non erano redditizi/produttivi in Galles. tutto qui

il confronto tra l'enologia/viticoltura di questi 2 secoli e quella del 4°sec è INATTUABILE per n°mila motivi (NON CLIMATICI)

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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per quel poco che so una rivoluzione nell'enologia c'e' stata a partire dagli anni '60 del nostro secolo, sia come strumenti usati sia come modalità.

Tanto che in pratica si vinifica molto meglio che 20/30 anni fa in media ( paragonate un normale vino da pasto degli anni '70 con uno attuale ) e soprattutto si vinifica in zone prima assolutamente inpensabili ( Cile, australia , sudest asiatico, sudafrica ) con risultati apprezzabili.

poi il vino romano era una cosa completamente diversa. L'invecchiamento in anfore lo rendeva in pratica una crema, che andava allungata con acqua prima di essere bevuto ( L'Oraziano "filtra il vino..:) )

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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la "selezione genetica"appllicata con metodo in campo agricolo viene messa a punto nel dopo-Mendel, questo ha creato una pressione selettiva di un'ordine di grandezza maggiore sulle specie coltivate rispetto a prima (rispetto a quanto si faceva prima)

tra prodotto finito, pratiche agricole e genoma delle piante l'intera agricoltura degli ultimi 2 secoli è "un'altro sport" rispetto a quella precedente.....

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per quel poco che so una rivoluzione nell'enologia c'e' stata a partire dagli anni '60 del nostro secolo, sia come strumenti usati sia come modalità.

Tanto che in pratica si vinifica molto meglio che 20/30 anni fa in media ( paragonate un normale vino da pasto degli anni '70 con uno attuale ) e soprattutto si vinifica in zone prima assolutamente inpensabili ( Cile, australia , sudest asiatico, sudafrica ) con risultati apprezzabili.

poi il vino romano era una cosa completamente diversa. L'invecchiamento in anfore lo rendeva in pratica una crema, che andava allungata con acqua prima di essere bevuto ( L'Oraziano "filtra il vino..:) )

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Si, ma come mi collegate quest'interessantissima digressione sulla storia dell'enologia e sull'evoluzione dei vitigni con l'argomento della discussione: il surriscaldamento globale?

Lo chiedo perché tutto è scaturito dal seguente intervento di Gufoluca e dall'affermazione, che come potere leggere è stata auto-smentita poco dopo, secondo la quale il merito di ciò è legato ai cambiamenti climatici.

grazie a questo link Tempo di vendemmia anche oltre Manica | Climate Monitor

vi segnalo questo fantastico e presumo inovlontario non sense:Londra - Cosmopoli - Quell'irresistibile boom del vino...inglese

Quello che mancava finora era il clima. Questo, in virtù dell'effetto serra, è venuto in soccorso dei produttori inglesi.

A Sud del Galles si produce già da tempo come pure nell'Essex e nel Suffolk. Si coltiva ormai sulla stessa superficie produttiva che sfruttavano i Romani nel 4 secolo

cioe' adesso c'e' la situazione che si presentava 1600 anni fa' solo che oggi e' dovuto all'effetto serra, mentre allora ? ..antichi romani molto Flatulenti ?

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comunque nella cosiddetta Piccola era glaciale ( 1400 - 1800 ) viti in inghilterra non ce ne erano più o non fruttificavano.

Parliamo di un'epoca in cui il Tamigi ghiacciava completamente :shock: e con spessori da fiume siberiano, tanto che sopra ci tenevano le Fiere.

Se un pianto ci fa' nascere, un senso a tutto il male forse c'è !

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