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Mistero su Internet, un pirata svela i trucchi del global warming


owluca

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mah sai e' tutto relativo qu iinvece e' verdissimo e sopratutto anche la liguria e la val Roja che invece che assomigliare come al solito alla provenza sembra una vallata svizzera

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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  • 1 mese fa...

Cinque anni al punto di non ritorno

Allarme clima: solo 5 anni per correre ai ripari

Cinque anni al punto di non ritorno.

I cambiamenti climatici e riscaldamento globale causato dall’uso di combustibili fossili sta per segnare il punto di non ritorno. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) mette in guardia il mondo prima della prossima conferenza di Durban sull’ambiente.

“Le emissioni di CO2 vanno ridotte entro 5 anni altrimenti sono guai seri”

Una porta che si chiude - “Se non si raggiungono accordi i cui effetti saranno visibili già nel 2017, la porta si chiuderà e non potremo mai più riaprirla”. È così che Fatih Birol, chief economist della IEA, descrive la situazione nella quale si trova il nostro Pianeta. La porta è quella che permette all’ambiente di mantenere un equilibrio relativamente stabile e, in particolare, di non superare i due gradi centigradi di riscaldamento dell’atmosfera.

Vicini alla soglia - Per evitare che la porta verso un nuovo equilibrio ambientale si chiuda per sempre, le emissioni di CO2 nell’atmosfera devono rimanere al di sotto della soglia di 450 parti per milione (ppm): ora come ora, siamo a 390 ppm e si continuano a costruire impianti che liberano CO2 nell’aria del nostro Pianeta. Il risultato è praticamente scontato: di questo passo il punto di non ritorno sarà raggiunto nel 2017.

Rivoluzione per sopravvivere - “A questo punto, quello che dobbiamo ottenere non è più un accordo internazionale sul clima. Noi dobbiamo innescare una vera e propria rivoluzione industriale ed energetica, la più grande che si sia mai vista”. Sono le parole di Christiana Figueres, Climate Chief delle Nazioni Unite, a indicare chiaramente cosa ci tocca fare per evitare il disastro e, soprattutto per non lasciare alle prossime generazioni un’eredità che nessuno vorrebbe.

jack

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

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Un po' come per il petrolio: secondo alcune prevsioni di decenni fa doveva già essere finito.

A me sembra che il dibattito sia se il riscaldamento sia antropogeno o no, non se ci sia.

Noi veniamo da un'epoca detta "piccola glaciazione". Per capirci, nel medioevo faceva più caldo di adesso, se non ricordo male. Pronto ad essere smentito, però... :pen:

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comunque continuo a pensare che farcire l'atmosfera (che è un'ambiente PICCOLO, visto che sono 80 km da terra come fascia di gas simili all'aria) di moli di carbonio che erano sottoterra deve avere un minimo di conseguenze (al di là del fatto che i cicli di glaciazione e non esistono eccome).

a me preoccupano soprattutto le maggiori instabilità meteo....

poi su modi e tempi c'è da discutere eccome....sono solo ipotesi. ma ridurre tutto a una bufala lo vedo un'attimino superficiale.

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comunque continuo a pensare che farcire l'atmosfera (che è un'ambiente PICCOLO, visto che sono 80 km da terra come fascia di gas simili all'aria) di moli di carbonio che erano sottoterra deve avere un minimo di conseguenze (al di là del fatto che i cicli di glaciazione e non esistono eccome).

a me preoccupano soprattutto le maggiori instabilità meteo....

poi su modi e tempi c'è da discutere eccome....sono solo ipotesi. ma ridurre tutto a una bufala lo vedo un'attimino superficiale.

Infatti il problema grosso è la "tropicalizzazione" di zone che tropicali non lo sono mai state.. ad esempio la nostra. Basta vedere certe piogge

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