Alfa: dinamiche aziendali e influenze esterne negli anni '60, '70 e '80

[Matteo B.]

Pomigliano so bene per quali pressioni nacque ma non faccio nomi per evitare i soliti casini:

[lupin3rd]

nel '67 i due politici che hai citato erano uno lontano dalla politica e l'altro un piccolo ras locale.

Pomigliano so bene per quali pressioni nacque ma non faccio nomi per evitare i soliti casini: comunque al tempo l'idea, certo lo dico da campano, era in astratto corretta: l'Alfa era dello Stato e il progetto Alfasud non era sbagliato in sé: la stessa zona era già in tradizione Alfa non solo per le origini di Romeo ma perchè lì c'era l'Avio: peraltro attorno vi è oggi un ottimo polo tra Elasis, centro CNR, tante aziende d'indotto che lavorano anche per i tedeschi.

Certo aver assunto come operai i carpentieri che tirarono su i capannoni non era la miglior premessa (l'hanno fatto anche con gli ospedali assumendo come infermieri i manovali): ma questa è tutta un'altra storia...

[ACS]

No. L'idea Alfasud era sbagliata in se, non perchè non bisognasse dare opportunità industriali al sud*, ma perchè era sbagliata la strategia sottostante: l'idea ALLORA (oggi avrebbe senso) di scendere di posizionamento in un momento in cui tutti i competitors stavano salendo, e di mettersi contro, nel mercato nazionale, i principi gestori maneggioni dell'automobile che erano i campioni su quel terreno.

Se ci aggiungi la gestione del progetto industriale, dal plesso produttivo, all'interferenza politica, al caporalato sociale e quello camorristico (e chiaramente la conseguente metodologia delle assunzioni), è come parlare di un fallimento annunciato, quasi consapevole da chi lo metteva in atto.

I veri industriali ed i manager erano TUTTI contrari all'operazione. Chiaro che la facciata doveva essere rispettata...

*anche se la storia, ed il sud, è piena di esempi di fallimenti identici ad Alfa, al sud. Non è che la fabbrica al sud deve essere dovuta per forza.. dall'Italsider, a Termini, a Bagnoli (clamorosamente parallela a Pomigliano), sono più gli esempi di scelte sbagliate che quelli corretti. Sempre parlando di grande industria.

[Matteo B.]

e di mettersi contro, nel mercato nazionale, i principi gestori maneggioni dell'automobile che erano i campioni su quel terreno.

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[lupin3rd]

No. L'idea Alfasud era sbagliata in se, non perchè non bisognasse dare opportunità industriali al sud*, ma perchè era sbagliata la strategia sottostante: l'idea ALLORA (oggi avrebbe senso) di scendere di posizionamento in un momento in cui tutti i competitors stavano salendo, e di mettersi contro, nel mercato nazionale, i principi gestori maneggioni dell'automobile che erano i campioni su quel terreno.

Se ci aggiungi la gestione del progetto industriale, dal plesso produttivo, all'interferenza politica, al caporalato sociale e quello camorristico (e chiaramente la conseguente metodologia delle assunzioni), è come parlare di un fallimento annunciato, quasi consapevole da chi lo metteva in atto.

I veri industriali ed i manager erano TUTTI contrari all'operazione. Chiaro che la facciata doveva essere rispettata...

*anche se la storia, ed il sud, è piena di esempi di fallimenti identici ad Alfa, al sud. Non è che la fabbrica al sud deve essere dovuta per forza.. dall'Italsider, a Termini, a Bagnoli (clamorosamente parallela a Pomigliano), sono più gli esempi di scelte sbagliate che quelli corretti. Sempre parlando di grande industria.

[Regazzoni]

Qui si continua sull'Alfa negli anni '60-'80.

La discussione su Marchionne e l'Alfa prosegue nella discussione esistente: http://www.autopareri.com/forum/mercato-finanza-e-societ/39978-marchionne-e-il-futuro-dellalfa-romeo-35.html#post27512750

[renyuri71]

No. L'idea Alfasud era sbagliata in se, non perchè non bisognasse dare opportunità industriali al sud*, ma perchè era sbagliata la strategia sottostante: l'idea ALLORA (oggi avrebbe senso) di scendere di posizionamento in un momento in cui tutti i competitors stavano salendo, e di mettersi contro, nel mercato nazionale, i principi gestori maneggioni dell'automobile che erano i campioni su quel terreno.

Se ci aggiungi la gestione del progetto industriale, dal plesso produttivo, all'interferenza politica, al caporalato sociale e quello camorristico (e chiaramente la conseguente metodologia delle assunzioni), è come parlare di un fallimento annunciato, quasi consapevole da chi lo metteva in atto.

I veri industriali ed i manager erano TUTTI contrari all'operazione. Chiaro che la facciata doveva essere rispettata...

*anche se la storia, ed il sud, è piena di esempi di fallimenti identici ad Alfa, al sud. Non è che la fabbrica al sud deve essere dovuta per forza.. dall'Italsider, a Termini, a Bagnoli (clamorosamente parallela a Pomigliano), sono più gli esempi di scelte sbagliate che quelli corretti. Sempre parlando di grande industria.

[Matteo B.]

grazie Renyuri.

Non mi stupisco. uno dei politici citati tra i coinvolti nella cosa lo considero un criminale +o- a livello di Milosevic o Pinochet (i due nomi NON sono citati a caso).

rinfrescare le idee fa bene ogni tanto.

[TonyH]

Più in generale, è mia convizione che qui a Torino in casa ovina ci sia sempre stata un'avversione verso qualsiasi concorrenza interna.

[il FUSI]

con Ford staremmo parlando delel stesse cose.

ugualeuguale...ma non su internet , perchè non esiste ancora