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Effettivamente il muso merita..ma fa tanto effetto Mazinga style..non trovate?

Ps. ma i concept per omaggiare il centenario dell'Alfa non dovevano essere 3? Ricordo (ma forse sbaglio) si parlò di una berlina di un coupè e di una cabrio...e mi risultano solo la Duetto e la Pandion...mi son perso qualcosa o sono fuori strada con i ricordi?

Modificato da harada31

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Effettivamente il muso merita..ma fa tanto effetto Mazinga style..non trovate?

Ps. ma i concept per omaggiare il centenario dell'Alfa non dovevano essere 3? Ricordo (ma forse sbaglio) si parlò di una berlina di un coupè e di una cabrio...e mi risultano solo la Duetto e la Pandion...mi son perso qualcosa o sono fuori strada con i ricordi?

gentle_giant_star_wars_clone_wars_white_clone_trooper_maquette.JPG

cw_CloneTrooperClean_Big_5.jpg

2qasnl3.jpg

Le voci erano 3.... ma in realtà erano 2.

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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sì alfa stessa mise in giro la voce che dovevano essere 3, ma a quanto pare sono andati da italdesign pretendendo il "tributo" al centenario da parte dei carrozzieri, richiesta alla qualche giorgetto ha tranquillamente risposto "se se, come no".

Se parli con Dio, sei religioso.

Se ti risponde pure... sei psicotico!

http://www.flickr.com/photos/valentinodanilo/

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  • 2 settimane fa...
MR ROBINSON L’auto l’avete già vista nella scheda di presentazione per lo Speciale Salone di Ginevra che trovate ancora nella nostra home page. Vista dal vero è ancora più spettacolare di quanto non appaia in foto, soprattutto per quelle portiere a forma di ali falco (falco Pandion appunto) che hanno colpito chi ha potuto visitare il Salone svizzero. Le portiere più lunghe della storia dell’auto non sono però l’unica caratteristica di questa concept, che segna anche il ritorno all’attività della Bertone. La Pandion è un omaggio ai 100 anni dell’Alfa Romeo ma è anche una proposta nuova per la Casa del Biscione, un’idea che guarda avanti cercando di proporre linee innovative che facciano fare un salto nel futuro al design Alfa Romeo. Così almeno l’intenzione di Mr Robinson, attuale responsabile del design Bertone e vecchia conoscenza degli appassionati di auto, come ci ha spiegato in questa intervista.

COME NEI FILM "Le automobili" sostiene Mike Robinson, papà di Thesis e Ypsilon ed ora a capo del design Bertone, "sono come i film: devono raccontare una storia per conquistare le persone. I migliori disegnatori di automobili sono per forza anche ottimi narratori, e i loro prodotti, siano concept car o modelli destinati alla produzione, rispecchiano la loro abilità di raccogliere idee affascinanti da ogni settore, in tutto il mondo, e poi riunirle e reinterpretarle in grandi storie inedite."

ANTI RÉTRO "Per sviluppare questo progetto", inizia il designer americano," siamo partiti dal logo della Casa del Biscione, unico riferimento storico da cui abbiamo preso spunto." I cinque giovanissimi collaboratori (Giulio Partisani e Matteo de Petris per gli esterni, Stefano De Simone e Teresa Mendicino per gli interni e Giulia Cinti per tessuti e colori), hanno infatti evitato ogni riferimento al passato perché", ci spiega Robinson sorridendo, "in ogni studio che ho diretto c’è sempre stato il divieto assoluto di fare del rétro-design".

SKIN AND FRAME "Dalla contrapposizione dei due elementi del logo Alfa Romeo", continua Robinson, "è nato così il concetto dello "Skin and Frame": skin, cioè la pelle della carrozzeria che si riconduce al serpente sinuoso, sensuale, organico… e poi frame, ovvero la struttura della vettura rappresentata dalla croce araldica del logo, con la sua durezza, la sua rigidità , la sua tecnicità …"

CALCOLO… STRUTTURALE "Due elementi che sono stati pienamente trasferiti nella Pandion, con l’accostamento di superfici morbide a strutture spigolose, che paiono esplodere dal cuore dell’auto slanciandosi verso l’esterno. Una struttura portante che assume forme organiche, andando a pescare proprio nel mondo dei viventi gli spunti principali: negli interni il frame è sinuoso, con strutture che ricordano i rami di un albero. Le schegge che si intrecciano all’esterno hanno invece un’origine ben più singolare, che aggiunge stupore alla già indiscussa bellezza: la loro struttura riprende infatti fedelmente le formazioni cristalline del calcolo renale".

CODA DI STELLA Ma più che ricordare l’antipatico sassolino, ci spiega Robinson, "queste schegge vogliono ricreare l’immagine della coda di una cometa, andando come a smaterializzarsi per trasmettere un forte senso di movimento, anche a vettura ferma". La durezza delle scaglie si trasforma poi nell’abitacolo: il frame è stato infatti interpretato dai designer degli interni come una sinuosa ramificazione che sembra autogenerarsi, come guidata da un algoritmo.

METTE IL GEL La dolcezza ottenuta a livello formale risulta perfetta per accogliere i passeggeri, completandosi nell’utilizzo di materiali molto morbidi e confortevoli: i quattro sottilissimi sedili sono infatti rivestiti da un particolare gel retroilluminato che, oltre a creare un bellissimo effetto scenico, si adatta perfettamente alle forme degli occupanti. Le due grandi porte completano poi l’opera, garantendo un’accessibilità sconosciuta a vetture di questo genere.

IL GIUSTO RAPPORTO "Le porte", continua Robinson, "derivano dal secondo grande elemento ispiratore che ha poi anche dato il nome alla nostra concept: Pandion, ovvero la denominazione scientifica del falco pescatore. L’apertura delle portiere riprende proprio la forma del volatile ad ali spiegate, effetto che risulta ancor più coerente grazie al corretto rapporto delle proporzioni. Abbiamo voluto ricreare", continua il designer, "lo stesso rapporto 1:3 che regola le dimensioni del corpo e dell’apertura alare del Pandion, realizzando delle porte lunghe 3.643 mm che si accostano ai 1.284 mm di altezza del corpo vettura."

FALCONIERA La spettacolare apertura delle portiere, che sembrano ruotare come incernierate sull’asse delle ruote posteriori, non è però l’unico riferimento al rapace: "la mascherina del frontale riprende lo stesso taglio degli occhi, e i colori, con il contrasto nero-bianco, si rifanno all’abbinamento cromatico del suo piumaggio. Anche il classico scudo Alfa Romeo", ci spiega il designer, "si rifà al becco del falco e, allo stesso tempo, segna un ulteriore distacco dalla tradizione Alfa Romeo: non più una forma chiusa bensì aperta nella parte inferiore, così da avere un profilo nuovo ma ben riconoscibile già al primo sguardo".

VOGLIA DI STUPIRE Tante schegge, porte estreme… Qualche perplessità ci viene pensando ad un possibile sbocco commerciale, ma Robinson non tarda a risponderci: "non volevamo un’auto che fosse realmente fattibile, altrimenti non avremmo potuto ottenere un effetto così sorprendente, ed il nostro lavoro si sarebbe confuso tra gli altri. Se si dovesse pensare ad una reale commercializzazione saremmo in grado di apportare le giuste modifiche per renderla possibile, ma questo non era il nostro obiettivo". Nonostante tutto, ci ricorda il designer, "come tutti i prototipi realizzati da Bertone, questa Pandion è un esemplare perfettamente marciante, realizzato sulla meccanica della 8C Competizione."

FORZA BERTONE Lasciamo Mike con la speranza di riascoltare presto un’altra bella storia come questa. Complimenti a lui, ma anche alla determinazione di Lilli Bertone, che nelle difficoltà ha lottato per dare un futuro ad uno dei marchi storici del design automobilistico, partendo proprio da una concept che torna a stupire come fecero un tempo le BAT, la Countach, la Miura, e tante altre.

Via Mike Robinson racconta la Bertone Pandion | MotorBox | Auto | Magazine | Concept car

Impressionante il fatto che per le griglie si siano ispirati alle cristallizzazioni dei calcoli renali :shock:

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VOGLIA DI STUPIRE Tante schegge, porte estreme… Qualche perplessità ci viene pensando ad un possibile sbocco commerciale, ma Robinson non tarda a risponderci: "non volevamo un’auto che fosse realmente fattibile, altrimenti non avremmo potuto ottenere un effetto così sorprendente, ed il nostro lavoro si sarebbe confuso tra gli altri. Se si dovesse pensare ad una reale commercializzazione saremmo in grado di apportare le giuste modifiche per renderla possibile, ma questo non era il nostro obiettivo".

beh, effetto scenico ottento in pieno direi ;)

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ANTI RÉTRO "Per sviluppare questo progetto", inizia il designer americano," siamo partiti dal logo della Casa del Biscione, unico riferimento storico da cui abbiamo preso spunto." I cinque giovanissimi collaboratori (Giulio Partisani e Matteo de Petris per gli esterni, Stefano De Simone e Teresa Mendicino per gli interni e Giulia Cinti per tessuti e colori), hanno infatti evitato ogni riferimento al passato perché", ci spiega Robinson sorridendo, "in ogni studio che ho diretto c’è sempre stato il divieto assoluto di fare del rétro-design".

ma è lo stesso Robinson che ha firmato la Thesis??? Quindi secondo lui la Thesis non era retro??? :pz:pz:pz

image.php?type=sigpic&userid=3529&dateline=1225268901
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