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Ragazzi, maa.......non sentite un pelo di puzza di bruciato?


Matteo B.

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Purtroppo ,da quello che vedo, in italia più dell'olio di gomito può la raccomandazione+nepotismo per assicurarsi il posto e paraculaggine+mancanza di coscienza/spina dorsale per far carriera.. :roll:

A tutti i livelli, dal timbracarte all'amministratore delegato sistinesco, al supercommissario con delega a tutto.. E poi chissà perchè ci stupiremo quando non usciremo dalla crisi assieme agli altri..

anzi, hai perfettamente spiegato il motivo di tanto gattopardismo e amore per lo status quo di cui mi lagnavo.

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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IMHO purtroppo come fra i dipendenti esistono quelli che si sbattono e quelli che "ha da veni' brunetta coi baffoni" :§ cosi' anche per gli imprenditori accanto alle persone serie esiste un sottobosco di attivita' o atipiche (vedi alla voce strampalate) che riescono a macinare qualche utile nei momenti di grassa se non addirittura ai limiti della legalita' (che ricavano proventi in modo SOLO dubbio, ad es. evadendo ) :

per me' queste "inquinano" anche le famose statistiche e studi di settore :

io ho sempre avuto l'impressione che di questi personaggi la meta' effettivamente evade mentre l'altra meta' invece effettivamente tira a campare,

quindi normale che in una crisi come questa ci sia una selezione, cmq sempre dalla stessa fonte:

La crisi soffia meno Tornano gli assunti- Torino LASTAMPA.it

Confermo che qualcuosa si sta smuovendo.

Dopo che per 6 mesi il cellulare è rimasto più muto di un boss....ha ripreso a squillare.

Ho avuto 2 richieste di colloquio in meno di una settimana.

Ho gentilmente declinato perchè, a parità di sbattimento, lo stipendio sarebbe nettamente inferiore a dove sono ora...però....forse qualche ingranaggio ri-inizia a girare.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Confermo che qualcuosa si sta smuovendo.

Dopo che per 6 mesi il cellulare è rimasto più muto di un boss....ha ripreso a squillare.

Ho avuto 2 richieste di colloquio in meno di una settimana.

Ho gentilmente declinato perchè, a parità di sbattimento, lo stipendio sarebbe nettamente inferiore a dove sono ora...però....forse qualche ingranaggio ri-inizia a girare.

Nel mio piccolo confermo, la mia metà, in ambito contabile, ha un buon numero di offerte..

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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forse questo può aiutare a capire che siamo newlle mani di pochi molto pochi

PIù NEURO, MENO EURO - METTI UNA CENA A NEW YORK CON I PRINCIPALI GESTORI DI HEDGE FUND, compresi gli emissari dei più ricchi e potenti del mondo: George Soros, John Paulson e Steven Cohen - L’IDEA: AFFONDARE L’EURO E FARE UNA MONTAGNA DI SOLDI TOGLIENDONE NON POCHI DALLE NOSTRE TASCHE - DALLE CHIACCHIERE ALLE STRATEGIE FINANZIARIE. ED È PARTITO IL PIÙ GRANDE ATTACCO VALUTARIO DEGLI ULTIMI ANNI....

Pino Buongiorno e Marco De Martino per "Panorama"

La cena si è tenuta alla Townhouse, una sala privata ed esclusiva creata dal ristorante Park avenue winter al numero 100 sulla 63ª strada di Manhattan, quasi all'incrocio con Park avenue. In questa fascia dell'Upper east side, il quartiere prediletto dai miliardari newyorkesi, la sera si vedono solo domestici che portano a spasso cani che annusano le limousine nere parcheggiate in doppia fila.

Fuori si annuncia una tempesta di neve che, da lì a poche ore, immobilizzerà New York, ma dentro quella palazzina si progetta la tempesta finanziaria che nelle prossime settimane potrebbe sconvolgere ancora una volta l'economia globale.

Neppure Tom Wolfe, che nel Falò delle vanità fu il primo a raccontare i vezzi e la spietatezza dei raider di borsa americani, «i padroni dell'universo», come li chiamava lui, avrebbe mai potuto immaginare una cena come quella dello scorso lunedì 8 febbraio a New York.

Sulle sedie color cioccolata siedono le migliori menti speculative americane, compresi gli emissari dei tre gestori di hedge fund più ricchi e potenti del mondo: George Soros, John Paulson e Steven Cohen. Ed è della loro prossima scommessa miliardaria che si discute mentre i camerieri fanno circolare lo champagne Krug e lo chef Craig Koketsu prepara il suo menu con pollo al limone e filet mignon.

Stavolta l'obiettivo è più grande del mercato immobiliare distrutto nel 2008. Per colpire la nuova preda nel mirino, l'euro, la moneta unica europea che tanti successi ha ottenuto durante la crisi internazionale contro il biglietto verde americano, ci vuole una strategia più sofisticata che permetta di giocare non solo sulla crisi della Grecia (300 miliardi di euro di debito sovrano e un deficit del 12,7 per cento rispetto al pil), ma anche su paesi di maggiore peso economico che i convitati giudicano vulnerabili. Il Portogallo, sì, ma è piccolo. L'Irlanda, va bene, ma siamo sempre lì.

La Spagna, certo, quella andrebbe bene. Già, sono i Pigs, maiali da mandare al macello, ridacchia qualcuno. E, perché no?, perché non provare ad azzannare addirittura l'Italia? Un paese finanziariamente più solido degli altri, ricorda uno dei commensali, ma politicamente così diviso che sarebbe facile da spolpare grazie a molti appoggi interni. Lì per lì, si inventa un nuovo acronimo Piigs (la doppia I sta per Irlanda e Italia). Già due giorni dopo, se ne approprierà la Cnn nel suo programma dedicato alla finanza.

Ai tavoli, dove, per accompagnare il filet mignon con costolettine brasate e verdure grigliate, è stato scelto un Montrachet d'annata, si approfondiscono strategie finanziarie come l'«Hong Kong double play». Sempre alla ricerca di riferimenti alle proprie imprese passate, i manager degli hedge fund si riferiscono alla doppia scommessa che tentarono durante la crisi delle economie asiatiche a cavallo tra il 1997 e il 1998.

Quella volta i raider fecero due scommesse contemporanee: una contro la borsa e l'altra contro il dollaro di Hong Kong, che sembrava resistere meglio alla crisi mentre, con effetto domino, si svalutavano tutte le monete della regione. Molti però ricordano bene che solo un intervento particolarmente tempestivo delle autorità di Hong Kong aveva sventato il loro tentativo di fare soldi abbattendo anche quella moneta.

Per portare l'euro alla parità col dollaro dalla soglia massima di dicembre di 1,51 euro contro 1 dollaro, in una discesa vertiginosa che potrebbe rappresentare il colpaccio di una vita, ristabilendo il primato finanziario degli Stati Uniti, dovrà essere usata una versione riveduta e aggiornata di quella stretta mortale. I lavori, per la verità, sono già in corso da tempo: a novembre i mercati davano la possibilità di una tale discesa del dollaro a 33 a 1.

Oggi le puntate vengono accettate a 14 a 1. Quello che agli occhi dei comuni mortali potrebbe sembrare un complotto, nel linguaggio dei manager degli hedge fund ha un nome molto più rispettabile: «Idea dinner», una sorta di brain storming della speculazione. Abbattere la moneta unica europea è infatti solo uno di 23 possibili spunti d'investimento messi nel menù della serata: si parla anche di scommettere sul rialzo del dollaro canadese e della Philip Morris, e di trafiggere con «put» al ribasso la Bank of America e la Wells Fargo.

Ma che la distruzione dell'euro non rappresenti un'idea qualunque lo dimostra il fatto che, una settimana dopo la cena, raccontata per la prima volta dal Wall Street Journal, il dipartimento della Giustizia americano ha chiesto ad alcuni dei fondi presenti di non distruggere alcuna transazione delle loro scommesse contro l'euro. Non si tratta ancora dell'apertura di un'indagine formale, ma quasi. A differenza di quel che si pensa, infatti, i raider degli hedge fund adorano scambiarsi informazioni, perlomeno quelle che non violano i segreti più inconfessati li, come gli algoritmi che governano i loro computer.

Il consenso, quasi sempre transatlantico fra Wall Street e la City londinese, può essere persino utile perché porta a un effetto cartello che aumenta in modo esponenziale le possibilità di guadagno. Tutti sanno che la vera bravura non sta nell'identificare il bersaglio, ma nel colpirlo e affondarlo.

Si fa presto a determinare che scommettendo sul ribasso dell'euro si può fare l'affare della propria vita, ma l'importante è come costruire la propria puntata e quando metterla sul tavolo. Che la finanza ad alto rischio sia un grande casinò nessuno lo sa meglio dei presenti, a partire da Andy Monness, fondatore della boutique della finanza Monness, Crespi, Hardt and Co., che ha organizzato la cena.

Lui che negli anni Settanta è stato addirittura costretto a dichiarare bancarotta dopo un azzardo clamorosamente sbagliato sulla Levitz, un gruppo produttore di mobili, ora è resuscitato tanto da chiamare a raccolta i titani delle borse. Ci sono gli emergenti come Donald Morgan di Brigade capital e David Einhorn, il quarantenne presidente di Greenlight capital: fu lui che, a fine 2008, intuì che la Lehman Brothers aveva scarse possibilità di sopravvivere e quindi scommise sulla discesa del titolo, accelerandone il fallimento.

A un tavolo, dove la scelta è caduta soprattutto sul pollo arrosto al profumo di limone, troneggiano gli uomini della Sac capital di Steven Cohen, 52 anni, l'eccentrico finanziere che tiene il suo trading floor alla temperatura costante di 21 gradi per impedire che qualcuno dei suoi 180 broker possa appisolarsi. Tra i maggiori collezionisti d'arte moderna, Cohen è famoso per avere comprato lo squalo in formaldeide di Damien Hirst, che ora ha prestato al Metropolitan Museum di New York. Tutt'altro stile è quello di John Paulson, il minuto ed enigmatico fondatore del Paulson and Co.

Dopo avere creato il suo fondo con 2 milioni di dollari nel 1994, Paulson lo ha portato a 12,5 miliardi all'inizio del 2007, che si sono trasformati in 32 miliardi ora: non c'è altro finanziere al mondo che abbia saputo approfittare meglio della recente grande crisi, anche grazie ai consigli del finanziere italiano Paolo Pellegrini, che fu il primo a prevedere l'imminente crollo del mercato immobiliare. Ora Paulson ha un patrimonio personale stimato attorno a 7 miliardi di dollari.

Ma gli occhi degli invitati sono tutti puntati sul manager che rappresenta George Soros, il quale ha sicuramente più dimestichezza di tutti nelle scommesse sulle valute: l'attacco del finanziere di origine ungherese alla sterlina nel 1992 gli portò in tasca 1 miliardo di dollari e costrinse la Gran Bretagna a ritirarsi temporaneamente dallo Sme, il sistema monetario europeo. Nessuno crede realisticamente che Soros possa ripetere l'impresa con l'euro, la cui forza sul mercato è ben maggiore rispetto a quella della sterlina: circa 1.200 miliardi vengono scambiati ogni giorno nella moneta comune europea.

Ma nella Banca centrale europea di Francoforte preoccupa, e non poco, la campagna di stampa che il vecchio finanziere sta conducendo contro l'euro (nello schema qui sopra i possibili effetti sui cittadini). In mancanza di una riforma politica, ha scritto Soros di recente sul Financial Times, ovvero se non si crea un Tesoro unico capace di agire sul piano fiscale a fianco della Bce, il dissolvimento della moneta unica europea è quasi certo.

Cosa che non significa necessariamente che lui punti per forza sul dollaro. Mentre a Davos, al World economic forum, parlava pubblicamente a fine gennaio dell'imminente bolla speculativa dell'oro, si è scoperto che nell'ultimo trimestre Soros ha raddoppiato le sue posizioni sul metallo giallo. Andy Cowen, il manager della Sac, è il primo a intervenire durante la cena dicendo che, secondo i suoi analisti, in qualsiasi modo finisca la crisi greca, l'euro è destinato comunque a uscirne indebolito.

Molti dei presenti hanno già fatto centinaia di milioni di dollari di guadagno sulla crisi di Atene comprando cds, i credit default swap (riquadro a pag. 27), che rappresentano un'assicurazione sulla possibilità di bancarotta della Grecia. Ora quasi tutti hanno chiuso la loro esposizione sotto il Partenone e sono passati alla fase successiva della campagna di distruzione dell'economia europea, concentrandosi sulle incursioni contro l'euro.

«Voglio capire... voglio sapere chi ha fatto che cosa» ha detto al Financial Times il commissario Ue Michel Barnier. Pochi giorni dopo la cena alla Townhouse i future contro l'euro raggiungevano la cifra di 60 mila, la più alta mai toccata dal 1999. Ma nell'ultima settimana di febbraio anche quel record era già infranto. I future sono già più di 70 mila.

È guerra aperta: i fondi speculativi contro i governi dell'Eurozona. Più si fortificano le difese dell'Ue, più sfrontata diventa la sfida degli squali di Wall Street e della City londinese. Come nei conflitti armati vengono messi in azione per la prima vol- ta anche i servizi segreti.

Prima, l'Eyp greco, che svela la manovra congiunta degli hedge fund Brevan Howard, con sede a Londra, e di quelli americani Moore capital, Fidelity international, Pimco e soprattutto Paulson & Co. Anche a Madrid il governo socialista di José Luis Zapatero incarica il Cni di scoprire e neutralizzare chi punta a destabilizzare la Spagna. Suona l'allarme pure in largo Santa Susanna, a Roma, negli uffici romani del Dis, il dipartimento delle informazioni per la sicurezza.

Proprio nell'ultima relazione al Parlamento sulle attività dell'intelligence italiana, resa nota a fine febbraio, il prefetto Gianni De Gennaro, direttore generale del Dis, ha messo nero su bianco a pagina 99: «Il dispositivo di intelligence sul versante economico-finanziario è stato significativamente potenziato, traducendosi in un volume di produzione informativa e di analisi secondo solo a quello sul terrorismo internazionale».

E mentre a Parigi il ministro del Tesoro Christine Lagarde afferma che «i derivati dovrebbero essere vigorosamente regolati o addirittura vietati», e in Lussemburgo il primo ministro Jean-Claude Junker, responsabile anche dell'Eurogruppo, minaccia di usare «strumenti di tortura» contro gli speculatori, a Berlino Angela Merkel ( che ha promesso di non dare neppure un euro alla Grecia) è fuori di sé dalla rabbia perché è convinta che anche le fughe di notizie sui progetti franco-tedesco- olandesi per salvare la Grecia (da 30 a 40 miliardi di euro) siano state pilotate dalle centrali speculative per mettere sotto pressione il governo tedesco portando nuovi soldi ai soliti noti.

A Roma, nei maestosi corridoi del ministero del Tesoro, nessuno sottovaluta le intenzioni degli speculatori tanto più che proprio Giulio Tremonti è stato il primo a sollevare già nel G8 di Osaka del 2008 la questione dei contratti speculativi richiedendo meccanismi obbligatori di controllo e di riequilibrio temporale delle posizioni di perdite e di guadagno così da limitare la formazione di bolle.

Ma a confortare il governo sono i più recenti rapporti delle grandi banche di affari e delle agenzie di rating che esprimono giudizi positivi sulla tenuta dei conti italiani. Non solo: contro coloro che agiscono per affossare l'euro Tremonti fa valere quello che ripete spesso in questi giorni: «Sulla base delle mie informazioni non esiste affatto una strategia imperiale del dollaro contro l'euro. Semmai una precisa strategia di Barack Obama contro le banche». Come dire che quella cena prima o poi potrebbe risultare più che indigesta.

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non siamo noi che pretendiamo troppo c'è qualcuno qua che si vuole prendere tutto e ci dice a noi che quel poco che abbiamo e che abbiamo ottenuto non è più sostenibile. Se pensate che avere l'istruzione e la sanità per tutti e un lavoro con delle regole sia un lusso che non si può sostenere è solo perchè 4 pirla hanno abbastanza soldi per farlo credere alla gente. I ladri possono riportare i soldi indietro pagando meno degli operai, le regole più elementari vengono contraddette vedi il casino delle liste, le banche che ti fanno aspettare un accredito mille anni quando lo anno in 10 secondi. E si continua a dire che non ce la fai perchè non ti impegni abbastanza. Io veramente mi aspetto a breve centinaia di persone da giorno di ordinaria follia.

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Basta non fare i pecoroni e ignorarli.

Questi faccendieri hanno successo se si fa ammaliare dalle loro sirene e/o ci si fa prendere dal panico per ogni minimo movimento all'ingiù.

Se invece ce ne se sbatte allegramente i maroni, e si continua sulla propria strada si sgonfiano subito....:D

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ultima dalle banche: avete presente una a caso che adesso fa lo spot da cuore in mano?

Benissimo la stessa banca, per prestare soldi a un'azienda con cui lavora da 18 anni (rischio bassissimo,ottimo fatturato e mai, dico mai, nessuna sofferenza finanziaria) per un nuovo investimento, pretende che per la restituzione del prestito stesso (tre milioni) il deposito vincolato presso un loro conto di una somma di denaro equivalente alle prime rate (mi pare 300k euri) ..

come a dire "facciamo che ti presto anche questo a tassi maggiori e via camminare..."

ecco come si aiuta l'economia. La prossima volta mi sa che pretenderanno la somma in biglietti da 50 non segnati..

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Quella che è nata da una fusione come la piccola Alfa?

Dove gli ex dipendenti folgorati sulla via di Damasco sono incazzati come iene zitelle mestruate?

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Quella che è nata da una fusione come la piccola Alfa?

Dove gli ex dipendenti folgorati sulla via di Damasco sono incazzati come iene zitelle mestruate?

solo che la direzione anziche mi -> to è stata più to -> mi :mrgreen:

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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