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Sconfitta "storica" per Alinghi


superkappa125

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Se dite che la Coppa America è stata rovinata dalle carte bollate e dagli avvocati sappiate che, nella seconda metà dell'800, sono stati proprio gli avvocati, per derimere certe controversie tra lo sfidante ed il difensore della Coppa delle 100 Ghinee, a far nascere la formula del match-race.

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Se dite che la Coppa America è stata rovinata dalle carte bollate e dagli avvocati sappiate che, nella seconda metà dell'800, sono stati proprio gli avvocati, per derimere certe controversie tra lo sfidante ed il difensore della Coppa delle 100 Ghinee, a far nascere la formula del match-race.

allora non fa per me..

Inevitabile, con alberi così alti.

Anche se tifavo Alinghi, son contento che la faccenda sia finita.

Se avessero vinto gli svizzeri avremmo mantenuto i multiscafo, per il futuro.

Invece sembra che Ellis voglia tornare ai monoscafo.

Queste barche sono incredibilmente belle ma spero davvero che si torni ai vecchi ACC, magari un pò più resistenti, così da poter regatare anche con un minimo di maretta.

P.s.

Le carte bollate hanno senpre fatto parte della storia della AC. ;)

vabbè, ma da puro ignorante mi fa ridere che si debba usare un servomotore per manovrare una barca a vela.. quello lo lascerei agli iòcts dei megamiliardari..

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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per 50.000 $ al mese come grinder ci andrei di volata, tuttavia senza motore 780 MQ di vela non li muovi :

si motore ! non so se avete notato ma nella parte posteriore di alinghi , al centro, e' piazzata una piccola "gondola" bianca, da cui spunta una marmitta :lol:

sara' catalitico almeno :confused:

premesso che per chi va in barca, vedere "l'enterprise" (infatti il suo yacht club di Frisco e vicino al "presidio" di starfleet :shock:) andare a 33 nodi sbandata di 30 gradi, sollevata di 40 piedi dall'acqua e' uno spettacolo indimenticabile :clap

in effetti un po' piu di match nel race alla lunga e' opportuno

Modificato da owluca
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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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  • 4 settimane fa...

Decisivi in Coppa America

Un'ala italiana ha fatto volare Oracle

Il trimarano a 40 nodi all'ora grazie alla vela rigida ispirata dall'aviazione

Decisivi in Coppa America

Un'ala italiana ha fatto volare Oracle

Il trimarano a 40 nodi all'ora grazie alla vela rigida ispirata dall'aviazione

Questa è una bella storia di vento, di tecnologia navale e di creatività italiana. Riguarda la più grande ala marina mai realizzata ed è nata nei nostri supercomputer. Ideata e progettata in Italia, ha consentito al trimarano di Bmw-Oracle di sbaragliare la barca di Alinghi e vincere la Coppa America «volando» fino a 40 nodi, il doppio della velocità del vento incontrata durante le regate.

AME_01_672-458_resize--140x180.jpg Oracle Protagonista dell'opera è l'ingegnere navale genovese Mario Caponnetto con numerosi altri disegni illustri alle spalle, dal Moro a Luna Rossa, e ingaggiato dal team americano sostenendo, con non poche contrarierà iniziali, l'idea dell'ala capace di sostituire la vela tradizionale per compiere un balzo prima impossibile. I risultati lo hanno confermato fuor di ogni dubbio. Avanguardia «Finora l'ala, detta anche vela rigida, era stata sperimentata soltanto su piccole imbarcazioni — racconta Caponnetto — con un albero al massimo alto dieci metri: ora siamo arrivati addirittura a 68 metri ed è una storia completamente diversa». Ed anche curiosa perché nella sua rarefatta avanguardia tecnologica nasconde pure la traccia del ricordo dei pionieri dell'aviazione. L'imponente ala costruita nei cantieri di Anacortes, a nord di Seattle nello stato di Washington, è una struttura tutta in movimento con albero in kevlar e centine (elementi di struttura trasversali) tutti in carbonio. Suddivisa in due parti, quella posteriore è suddivisa da cima a fondo da nove superfici mobili (flap come negli aeroplani) che comandate dal velista (ma potrebbero funzionare anche in maniera automatica) sfruttano al massimo gli effetti di portanza generati dalla sua sagoma dalla quale deriva la spinta.

L'intervallo fra le due parti, fissa e mobile, è congegnato in modo da evitare la rottura dei filetti fluidi dell'aria che scorre sulla superficie e impedire lo stallo, cioè la perdita di portanza che in un velivolo causerebbe la caduta e nel natante l'arresto. L'ala (ecco la storia che riemerge) è rivestita da un leggero tessuto aeronautico proprio come i primi aerei. Due i vantaggi offerti dalla tecnologia alata. «Il primo — precisa Caponnetto — è un assoluto controllo della forma dell'ala: variando la posizione dei flap si utilizza l'azione del vento in modo più efficace rispetto ad una vela sfruttando al massimo tutta la superficie. Il secondo è che i carichi esercitati dal vento sono scaricati all'interno dell'ala e non sull'imbarcazione rendendo più agevoli e meno faticose le manovre. Ma progettare un'ala del genere facendo ricorso ai metodi della fluidodinamica computazionale è stata un'ardua sfida perché ha richiesto la verifica di centinaia di profili differenti in pochissimo tempo». La sfida E la sfida sarebbe stata impossibile da affrontare e vincere senza il ricorso ai supercomputer grazie ai quali in soli nove mesi la struttura è stata progettata e realizzata affidandosi completamente alle simulazioni e senza condurre alcuna prova nella galleria del vento con dei modelli. Qui è entrata in gioco l'altra parte della storia riguardante l'indispensabile e imponente elaborazione dei dati. La società di ricerca Scs (Supercomputer Solutions), solitamente impegnata sul fronte della ricerca industriale, ha mobilitato i suoi supercomputer installati al consorzio di calcolo interuniversitario Cineca di Bologna dove operano gli specialisti di entrambe le società.

«Gli elaboratori hanno utilizzato 1024 processori — spiega Mario Verratti, direttore di Scs — che hanno garantito una capacità di calcolo di seimila miliardi di operazioni al secondo. Gli ingegneri lavoravano collegati a distanza dai loro centri di Valencia, Annapolis e San Diego come fossero a Bologna utilizzando i codici che abbiamo ottimizzato per il preciso obiettivo da raggiungere. Dopo il successo ottenuto sono già emersi interessi per progettare ali da competizione da impiegare su barche da regata tradizionali». La vittoria Ma come si è conquistata la vittoria a Valencia che ha costretto i velisti a cambiare, e non di poco, il loro modo di lavorare? Nel computer di bordo era stato installato un database con tutte le configurazioni ottimali dell'ala in funzione del vento. I sensori, rilevato il vento, consentivano al computer di confrontare i dati rilevati con quelli immagazzinati, suggerendo attraverso un display collocato sul polso dei velisti come variare con un telecomando l'angolo dei flap per ottenere il massimo rendimento. «Così abbiamo anche salvaguardato la preziosa sensibilità del velista nell'interazione direttamente con la macchina», commenta soddisfatto l'ingegner Caponnetto. E la vittoria alla 33ma edizione della Coppa America gli ha dato ragione.

Giovanni Caprara

09 marzo 2010

Un'ala italiana ha fatto volare Oracle - Corriere della Sera

:clap:clap:clap:clap:clap:clap:clap:clap:clap:clap:clap

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Vai mo te a rimescolare noialtri Bulgneis.......:dc:

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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  • 3 anni fa...

...aliscafi a vela! :shock:

Non seguo la America's Cup da... dal Moro di Venezia.

A quanto vanno adesso questi cosi?

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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