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Commenti alla Stagione 2010


Navarre75

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I più attivi nella discussione

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Ferrari: Tutti i segreti del pit-stop di Fernando Alonso a Monza

Mai come in quest’occasione la Formula 1 ha dimostrato di essere uno sport di squadra. Il successo di Fernando Alonso non è stato dovuto soltanto all’abilità del pilota e alla competitività della monoposto ma anche, per meglio dire soprattutto, al lavoro fatto dalla squadra nel momento del pit-stop di Alonso.

Lo ha riconosciuto lo stesso Fernando nell’immediatezza del dopo gara, quando ha dichiarato di essere rimasto sorpreso per quanto erano stati veloci i ragazzi nel cambiargli gli pneumatici. Tre secondi e quattro decimi: questo il tempo impiegato dalle sedici persone impegnate nelle operazioni – due addetti ai carrelli (anteriore e posteriore), uno al semaforo, uno al controllo del traffico in pit-lane, tre ciascuno per ogni ruota – per rimandare in pista Fernando. Un ottimo tempo, inferiore alla media fin qui tenuta dai ragazzi della Ferrari (3”7) ma non il record in gara, che risale invece al Gran Premio del Canada quando il pit-stop fu completato in 3”3, una prestazione che consentì proprio a Fernando di sopravanzare Hamilton, che si era fermato nello stesso giro.

“Abbiamo lavorato con grande intensità quest’anno per migliorare quanto possibile le operazioni di sostituzione degli pneumatici” – ci spiega Diego Ioverno, responsabile Operazioni in gara e Montaggio vettura e cambio – “Fino alla stagione scorsa era la lunghezza del rifornimento benzina che determinava quella della sosta e i meccanici che dovevano lavorare al cambio gomme avevano un margine di sicurezza abbastanza confortevole, anche se parliamo sempre di secondi. Oggi ogni errore si paga a caro prezzo: si può dire che è molto più facile perdere una gara al pit-stop piuttosto che vincerla.”

Tutto vero e perfettamente condivisibile però negli occhi degli appassionati sono rimaste le immagini di quello che hanno fatto ieri pomeriggio i meccanici in rosso nella pit-lane di Monza. Vediamo come si sono svolte nel dettaglio le operazioni, decimo dopo decimo, a partire dal momento in cui Fernando ha arrestato la sua F10 nella piazzola di sosta, rispettando al millimetro la posizione stabilita:

+ 0”35: vettura sollevata in aria dai due addetti ai carrelli

+ 0”70: tolte le ruote con le gomme morbide

+ 1”40: montate le ruote con le gomme dure

+ 2”30: avvitata la prima ruota e alzato il braccio per conferma

+ 2”60: avvitata la seconda ruota

+ 2”70: avvitata la terza ruota

+ 2”90: avvitata la quarta ruota

+ 3”40: macchina a terra e semaforo verde

Come si fa ad arrivare ad un livello di prestazione simile? “I segreti, se tali si possono chiamare, sono due: allenamento e ripetitività delle istruzioni” – aggiunge Ioverno – “Dall’inizio dell’anno abbiamo fatto oltre 1300 prove di pit-stop, in pista e in fabbrica. Nelle settimane in cui non abbiamo un Gran Premio ci alleniamo tre volte, effettuando una trentina di simulazioni al giorno. In pista lavoriamo dal giovedì al sabato, affrontando il fine settimana come se si trattasse di una squadra di calcio: alla vigilia una rifinitura, la domenica relax prima della partita. È importante che i ragazzi ricevano le istruzioni in maniera calma, senza concitazione: sono perfettamente consapevoli che nelle loro mani c’è una bella responsabilità, soprattutto in gare come quella di ieri. Non serve a niente spronarli, li può solo indurre in errore.”

Oltre ai sedici protagonisti del pit-stop standard ci sono altre otto persone pronte ad intervenire quando la macchina rientra ai box: un addetto al carrello laterale per l’eventuale sostituzione del musetto, due alla modifica dei gradi d’incidenza del flap dell’ala anteriore, uno all’avviatore nel caso il motore dovesse spegnersi e quattro alle gomme per l’eventuale “doppio”, cioè il pit-stop consecutivo dei due piloti.

Gli addetti sono scelti fra una rosa formata da circa trenta persone che svolgono peraltro altre attività, sia quando sono in fabbrica sia quando si trovano in pista: una vera squadra di calcio. Per guadagnare dei decimi si può lavorare anche sugli strumenti utilizzati in questa delicata operazione. In particolare, particolare attenzione è stata dedicata ai carrelli – a metà stagione ha fatto il suo debutto quello anteriore ad aggancio frontale e sganciamento laterale – e ai dadi, di cui sono stati ottimizzati la filettatura e il disegno. Durante la fase di progettazione della vettura, Ioverno e la sua squadra cooperano con i tecnici per definire quei dettagli che possono facilitare il lavoro al pit-stop e far guadagnare così dei decimi preziosi all’interno dell’economia di una gara. Una delle novità più rilevanti introdotta dalla Ferrari negli ultimi anni è stata il semaforo: quei tre decimi guadagnati in media con l’utilizzo di questo strumento sono oggi un asset consolidato rispetto a tanti degli avversari principali.

Fondamentale resta comunque l’aspetto umano. “Il pit-stop è una specie di balletto scandito dalla musica del motore, in cui un gruppo di uomini devono agire in perfetta sincronia fra loro e con l’etoile, cioè il pilota che sta dentro la macchina” – continua Ioverno – “La riuscita delle operazioni dipende molto anche da lui: è cruciale fermarsi sempre nella posizione prestabilita, altrimenti si perdono dei decimi preziosissimi perché venti centimetri in più o in meno costringono tutti gli addetti a spostarsi. Ogni ruolo richiede delle caratteristiche fisiche e mentali specifiche. Ad esempio, gli addetti ai carrelli devono essere piuttosto robusti, visto che devono sollevare di solito una vettura che pesa circa settecento chili. Agilità, freddezza e prontezza di riflessi devono essere i punti di forza di chi deve lavorare sulle ruote; in particolare, gli addetti alle pistole devono essere in possesso di doti tecniche importanti perché l’operazione che devono compiere è tutt’altro che banale. In allenamento siamo riusciti ad avvicinarci anche ai tre secondi netti ma quello che conta è la gara ed è per questo che la prestazione di ieri è stata straordinaria: quando ho chiamato i ragazzi fuori dal box sapevano bene che la vittoria passava attraverso i loro gesti. Ce l’hanno fatta e si poteva leggere nei loro visi la soddisfazione e l’orgoglio, anche se mancavano ancora tanti chilometri alla bandiera a scacchi. Quando Fernando ha tagliato il traguardo allora hanno potuto dare sfogo alla loro gioia, insieme a quella di tutta la squadra.”

13 settembre 2010

Ferrari con la mente già a Singapore

In Formula 1 c’è poco tempo per festeggiare. Gli impegni si susseguono l’uno dopo l’altro ed è quindi normale che anche la gioia per una vittoria dal sapore speciale come quella ottenuta nel Gran Premio di casa lasci subito spazio alla necessità di concentrarsi immediatamente sulla gara successiva.

C’erano comunque facce più sorridenti e distese stamattina al consueto debriefing, svoltosi presso gli uffici della Gestione Sportiva. Il campionato resta ancora molto aperto e c’è la consapevolezza del fatto che, se la squadra saprà lavorare alla perfezione nelle prossime cinque gare, un sogno potrebbe realizzarsi. Per riuscirci però non bisogna rilassarsi nemmeno un secondo, anzi è necessario moltiplicare le energie, come ha ribadito anche il Presidente Luca di Montezemolo, che ha partecipato alla riunione con i tecnici. La F10 ha dimostrato di essere competitiva su una pista come quella di Monza e un nuovo pacchetto di novità, in particolare sull’aerodinamica, è atteso per la gara di Singapore.

Anche Fernando Alonso, da ieri notte a Maranello, è già proiettato sul prossimo Gran Premio. Dopo una meritata prima parte di mattinata di relax, il pilota spagnolo ha lavorato qualche ora al simulatore insieme al suo gruppo di ingegneri. Fernando sarà in fabbrica anche domani

13 settembre 2010

da F1, news Formula 1, ultime notizie di F1 - F1GrandPrix.it

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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I team di F1 hanno superato le nuove verifiche tecniche sui fondi flessibili

Red Bull Racing, Ferrari e McLaren hanno superato le nuove verifiche tecniche sulla flessione della parte anteriore dei fondi introdotte questo weekend al Gran Premio d’Italia, mettendo quindi la parola fine alle polemiche delle ultime settimane.

Dopo i sospetti dei team rivali sulle ali flessibili e i fondi di Red Bull e Ferrari la FIA aveva introdotto una serie di nuove regole e test nelle ultime due gare.

Dal Belgio, la FIA ha reso più severe le verifiche sulla flessibilità delle ali anteriori mentre da questo weekend sono stati rivisiti i criteri di verifica sui fondi oltre a nuove regole che specificano l’assemblaggio del pattino (skid block).

Ogni team ha apportato modifiche al fondo delle proprie vetture ma tutti hanno dichiarato di non aver subito cali nelle prestazioni.

La FIA ha verificato la McLaren con i nuovi test dopo le libere del venerdì, mentre le vetture di Jenson Button (McLaren), Mark Webber (Red Bull) e Fernando Alonso (Ferrari) sono state esaminate dopo le qualifiche del sabato.

La FIA ha dichiarato che le vetture sono state trovate conformi al regolamento e la questione non è stata commentata ulteriormente dai team nel paddock.

11 settembre 2010

Red Bull non avrebbe superato i primi test sul fondo piatto

Secondo indiscrezioni provenienti dalla BBC la Red Bull non avrebbe superato subito il nuovo test sulla flessibilità del fondo piatto introdotto dalla Fia a partire dalla gara di Monza.

La nuova configurazione aerodinamica non avrebbe superato le prime verifiche tecniche ed i meccanici del team avrebbero lavorato duramente nella notte tra il venerdì ed il sabato per modificare le vetture in vista di un nuovo test, poi definitivamente superato.

Inizialmente le vetture di Sebastian Vettel e Mark Webber, così come quelle della Ferrari e della McLaren erano state esaminate dagli steward ma la federazione ha voluto approfondire i test ed utilizzare delle nuove attrezzature di prova che hanno riscontrato una eccessiva flessibilità nel fondo delle RB6.

Le migliori prestazioni delle Red Bull, mai completamente a loro agio in Italia, sono state un quarto posto in qualifica per Webber ed un quarto posto in gara per Vettel.

13 settembre 2010

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HRT: Non è in pericolo il meccanico travolto a Monza

Non sarebbe ferito in modo serio il meccanico della Hispania Racing che è stato travolto da Yamamoto durante la sua sosta ai box per il cambio gomme.

Marcel, questo il nome, meccanico tedesco addetto ai sistemi di radiofrequenza, stava sistemando la radio sulla vettura del pilota giapponese quando l’addetto al “lecca-lecca” ha dato il via libera facendo ripartire il pilota.

Il meccanico è stato travolto dalla vettura e sbalzato a terra. I soccorsi sono arrivati immediatamente e Marcel non ha mai perso conoscenza.

Dal team fanno sapere che le sue condizioni sono stabili e la situazione è sotto controllo, ma attendono ulteriori informazioni.

Karun Chandhok, ex pilota HRT, era presente a Monza ed è andato a trovare in ospedale il suo ex tecnico subito dopo l’accaduto. Tramite i microfoni di Race Driver ha fatto sapere: “Marcel, l’uomo addetto alla radio, sta bene, parla e le sue condizioni sono stabili. Siamo in attesa di nuovi esami che dovrebbero chiarire meglio le sue condizioni”.

13 settembre 2010

Briatore: Webber dovrebbe essere il n.1 in Red Bull

Flavio Briatore da Monza dove ha assistito alla gara ha parlato della Red Bull e della situazione di Mark Webber, pilota gestito dalla sua società di management.

Per l’ex capo della Renault, vincitore dei mondiali 2005 e 2006 con Alonso, la Red Bull dovrebbe assegnare al pilota australiano i gradi di capitano e puntare su di lui se non vuole perdere il mondiale 2010.

La Red Bull è la vettura più performante del lotto ma i suoi piloti sono sempre il lotta tra di loro e sovente commettono errori grossolani. A Monza Vettel è giunto quarto e Webber sesto ma in classifica l’australiano comanda con 5 punti su Hamilton e ben 24 di vantaggio sul compagno di squadra.

Briatore: “Alla Red Bull non hanno ancora capito che se continuano così, con Webber e Vettel sempre in corsa l’uno contro l’altro, rischiano di perderlo questo mondiale. In Ferrari c’è una situazione chiara ad esempio: Alonso è il capo squadra e i due piloti si danno una mano. Alla Red Bull hanno buttato via un centinaio di punti e Vettel ha fatto ogni sorta di errori. Se non vuole vincere il campionato credo che abbia trovato il modo giusto per farlo”.

14 settembre 2010

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F1: cinque piloti in 24 punti

Mai visto un equilibrio simile

Cinque piloti in 24 punti, a cinque gare dalla fine. Questo l'ultimo bollettino emesso dalla pista di Monza. Roba da saltare in aria, per chi, comodamente seduto sul divano a gustarsi il trionfo della Ferrari, ha fatto poi i conti con la nuova classifica iridata. Webber 187, Hamilton 182, Alonso 166, Button 165 e Vettel 163. Uno scenario che mai aveva infiammato gli ultimi appuntamenti della corsa al titolo. Nemmeno ai tempi di Senna, Prost e Mansell.

Un equilibrio frutto sicuramente del nuovo sistema di assegnazione dei punteggi, introdotto dalla Fia a inizio stagione. Non più 10 punti per il vincitore di ogni gran premio, ma 25. Non più 8 piloti a punti in ogni gara, ma 10. Ecco la nuova ripartizione, presa a prestito, si fa per dire, dal Motomondiale: 25 punti al primo, 18 al secondo, 15 al terzo, 12 al 4°, 10 al 5°, 8 al 6°, 6 al 7°, 4 all'8°, 2 all'9°, 1 al 10°. Più punti di distacco tra il vincitore e il secondo classificato. Addirittura 10 tra il terzo e il vincitore. Una svolta varata da Jean Todt subito dopo il suo insediamento alla presidenza della Fia.

Un sistema che ha reso più avvincente la lotta per il titolo. Dopo Spa Alonso sembrava spacciato con 41 punti da recuperare. Ora è in piena corsa mondiale. Stesso discorso per Hamilton a inizio stagione. Un equilibrio favorito anche dai valori in campo. Ferrari e Red Bull hanno avuto un rendimento altalenante, condizionato da errori e strategie suicide, come in Malesia, Cina e Turchia. La McLaren invece è sempre stata lì, pronta ad approfittare delle disgrazie altrui, con una monoposto che, finora, è stata la più costante del lotto. Anche se qualche intoppo l'ha avuto anche lei.

Dopo la doppietta Ferrari all'esordio in Bahrain tutti osannavano il Cavallino Rampante. Nemmeno il tempo di gustarsi il primato che subito è arrivata la Red Bull extraterrestre, capace di fare e disfare tutto. Quindi si è inserita in punta di piedi la casa di Woking che, zitta zitta, e lì con due piloti in corsa per il mondiale, proprio come il team austriaco.

Adesso parte lo sprint finale. Ci aspettano cinque gare tiratissime, da dentro o fuori, per dirla in termini calcistici. Singapore, Suzuka, Corea, San Paolo e Abu Dhabi, i "campi di battaglia". Tutti i "fantastici 5" vogliono vincere, ma alla fine solo uno indosserà la corona iridata, aggiudicandosi il mondiale più combattuto della storia. Per gli altri quattro solo il pensiero di rinviare la bagarre. Sperando che sia un altro mondiale come questo.

13 settembre 2010

da Sport Calcio Mercato Gossip F1 MotoGp News Live Foto Video - SPORTMEDIASET

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L'importanza del ragioniere

di Ronny Mengo.

Lo dicono tutti ma nessuno riesce a farlo. L’ultimo a confessarlo è stato Hamilton: “Sbagliato io' date=' ho voluto strafare”. Ecco il punto: per vincere il mondiale tocca fare un po’ i ragionieri, nonostante il mestiere sia - con tutto il rispetto - piuttosto lontano da quello del pilota. E da ragioniere si deve agghindare un filo anche Alonso, nonostante un’indole diametralmente opposta. Perché l’azzardo non paga più e per azzardo intendiamo l’uscita oltre il limite della fisica sul cordolo di Spa, ma anche l’azzardo tattico di assettarsi da

bagnato il sabato (sempre di Spa) per provare il colpaccio la domenica. Il colpaccio non si deve tentare, questo il fatto che nasce dal nuovo punteggio 2010. Occorre mettersi lì buoni, fare il proprio lavoro al 100 %, parole di Fernando nel dopo gara, ma non superarlo quel 100%, aggiungiamo noi. Non voler strafare altrimenti tanti saluti. Altrimenti ti viene il mal di mare a furia di alti e bassi domenicali. Un azzardo se l’è giocato anche Hamilton, decidendo di tappare l’F-Duct per puntare su un carico aerodinamico più leggero: pessima idea. Bissata dalla foga della Roggia: ari-pessima idea. Insomma, caro Alonso, dai una tiratina alle briglie dello spirito agonistico e vedrai che ci sarà da divertirsi, perché a cinque domeniche dalla fine diventa fondamentale non incartarsi da soli.

Contando su una macchina che, se curata bene, dà le sue brave soddisfazioni, su una squadra che quando c’è da non sbagliare una virgola per dire nel pit decisivo non sbaglia, su un compagno di box che, seppur a muso lungo, il suo bravo ruolo di seconda guida lo mette in pista. Tre fattori che, a pensarci bene, non hanno né McLaren né Red Bull.

12 settembre 2010

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da Grand Prix — Sportmediaset.it

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Dopo la vittoria di Monza' date=' la Ferrari e Alonso pronti all’assalto finale?[/size']

Smaltita la sbornia per l’esaltante vittoria, resta da capire se sia trattato di un fuoco di paglia o se davvero il Cavallino possa dire la sua in questo finale di campionato divenuto quanto mai incerto ed appassionante.

A rendere infatti ancora più inebriante la vittoria di Alonso sul circuito brianzolo ci hanno pensato le opache prestazioni dei diretti concorrenti al titolo, in parte scavalcati (Button e Vettel) ed in parte avvicinati dallo spagnolo (Webber ed Hamilton rispettivamente a 21 e 16 punti di distacco).

Restando da disputare ancora cinque GP (con 125 punti in palio) è evidente che Alonso non possa più nascondersi e debba tentare il tutto per tutto per riportare il titolo a Maranello alla sua prima stagione in rosso, impresa già riuscita a Kimi Raikkonen nel 2007.

L’eventuale exploit di Alonso farebbe schizzare anche le quotazioni della scuderia Ferrari che, considerato l’ottimo stato di forma di Felipe Massa, potrebbe agguantare la vetta della classifica costruttori, scavalcando la Red Bull lontana adesso solo 60 punti.

Per raggiungere la gloria, a Maranello dovranno però fare i conti con un finale di stagione che si preannuncia sulla carta ricco di incognite.

Già tra meno di due settimane, infatti, il Circus sbarcherà tra i grattacieli del porto di Singapore ai cui piedi si snoda l’angusto “Marina Bay Street Circuit” dove le monoposto sfrecceranno illuminate solo da potenti riflettori. La “Night Race”, alla sua terza edizione, ha già dimostrato di essere una gara sui generis, caotica, con molti colpi di scena e per di più stregata per la Ferrari che, pur detenendo il record sul giro, non è mai andata oltre un pallido 10° posto (Raikkonen 2009). Alonso ha invece vinto la prima edizione (anche se aiutato, secondo i tribunali sportivi, dall’incidente “volontario” del compagno di squadra Piquet jr) e lo scorso anno ha calcato il gradino più basso del podio (lo stesso ha fatto Hamilton a stagioni invertite). L’esito è quindi quanto mai incerto.

Il Gran Premio successivo sarà quello del Giappone sull’affascinate e molto tecnico tracciato di Suzuka, appuntamento ormai tradizionale del campionato anche se non più decisivo come un tempo, quando era l’ultima gara della stagione. Qui, in barba all’elettronica imperante, il pilota dice ancora la sua ed è quindi probabile che, ove la Ferrari non accusasse gap prestazionali eccessivi dagli avversari, Alonso e Massa potrebbero farsi valere, supportati anche da un pubblico sempre caldo nei confronti della Ferrari e ancor di più oggi con le case nipponiche assenti dalla F1.

Due settimane dopo, interessi economici sempre più sbilanciati ad oriente porteranno le monoposto in Corea del Sud dove per la prima volta si correrà un Gran Premio di F1. La pista, che è stata disegnata (come tutte quelle di nuova generazione) da Hermann Tike, sorge in uno degli angoli più verdi della Corea (Yeongam) e, stando alle ultime preoccupanti notizie, non sarebbe ancora completamente asfaltata. È quindi prevedibile che anche in Corea molte carte si rimescoleranno con l’inserimento nelle prime posizioni di team e piloti relegati in genere nelle retrovie.

Si farà poi tappa in Brasile (Interlagos) dove la Ferrari ha sempre ben figurato vincendo tra l’altro quattro degli otto ultimi gran premi e in caso di vittoria potrebbe agganciare la Mclaren a quota undici su trentasette edizioni. È la pista di casa di Felipe Massa che vi ha realizzato delle sue quindici pole position e due delle sue undici vittorie in F1. Lo scorso anno sul gradino più alto andò Webber con Button e la Brawn a festeggiare i rispettivi (primi) titoli iridati. Né Alonso né Hamilton hanno mai vinto e per uno dei due potrebbe davvero essere l’annata buona (Red Bull ed idolo di casa permettendo).

Infine, come lo scorso anno, i motori andranno in letargo nella esotica ed avveniristica cornice dello Yas Marina Circuit di Abu Dhabi negli Emirati Arabi. Qui, se i giochi dovessero ormai essere fatti, si farà veloce passerella, o viceversa, con i titoli ancora in ballo, si potrebbe decidere l’intera stagione in una sola gara che, per ragioni di audience, partirà anche quest’anno nel tardo pomeriggio (ore 17.00) per concludersi dopo il tramonto.

Vedremo quindi come andrà a finire, intanto non resta che godere di un campionato ancora avvincente e di un Cavallino tornato rampante.

14 settembre 2010

La Red Bull tornerà ad essere veloce

La Red Bull è convinta di poter tornare a recitare il ruolo di scuderia dominante a partire dalla prossima gara di Singapore. Il circuito di Monza, come largamente anticipato alla vigilia, non si adattava perfettamente alla vettura e la RB6 ha sofferto molto i lunghi rettilinei, come già accaduto a Montreal e Spa.

Le ultime gare si disputeranno su circuiti convenzionali ed il team guida entrambe le classifiche.

La defaillance di Monza è stata da molti imputata ai cambiamenti che la Fia ha imposto in tema di controllo sulla flessibilità delle parti. Prima l’ala anteriore quindi il fondo sono stati sottoposti a controlli molto severi e la Red Bull a Monza ha dovuto modificare nuovamente, tra il venerdì ed il sabato, la parte inferiore della scocca.

Nelle ultime prove libere il posteriore della RB6 era stato unto con della speciale vernice aerodinamica che riusciva a dare l’idea dei flussi di aria che soffiavano in quella zona e capire come le modifiche erano andate ad incidere sull’equilibrio generale della vettura.

14 settembre 2010

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Alonso: Grazie ancora a tutta la Gestione Sportiva della Ferrari

Ho vissuto momenti molto emozionanti in queste mie giornate italiane. Sentire i tifosi così vicini, poter quasi toccare con mano il loro calore è stato davvero qualcosa di speciale.

La passione per la Ferrari si respira dovunque nel mondo ma qui è ancora più forte: ho avuto la fortuna di essere alla guida di una macchina italiana che vince il Gran Premio d’Italia. Oggi ho avuto la possibilità di ringraziare tutte le persone della Gestione Sportiva che si erano radunate all’interno del padiglione della logistica: è stato bellissimo alzare ancora una volta il trofeo del primo classificato davanti alla gente che ha reso possibile questa vittoria, a cominciare dai ragazzi che hanno fatto il pit-stop.

Ero arrivato a Maranello domenica 5 settembre, fiducioso nelle nostre chance di riaprire il campionato ma ben consapevole che sarebbe stata molto dura. Ora, due giorni dopo la grande gioia di Monza, possiamo dire di aver fatto un bel passo in avanti. A Spa non eravamo andati bene così era difficile dire alla vigilia che cosa avremmo potuto davvero fare. Sapevamo però che, se avessimo fatto il nostro meglio, avremmo potuto dire la nostra e così è stato. Dovremo ripeterci nelle ultime cinque gare del campionato, questo deve essere il nostro obiettivo.

Nonostante lo zero di Spa, dove l’incidente del primo giro ha pesato come un macigno, io e la Ferrari abbiamo fatto più punti di tutti gli altri in queste ultime quattro gare. Ciò che ci dà ancora più fiducia è il fatto che questi risultati siano arrivati su piste dalle caratteristiche molto differenti fra loro, a conferma che la nostra macchina è piuttosto versatile. Ieri e oggi ho lavorato un po’ al simulatore ed “ho potuto avere un primo feeling del tracciato coreano di Yeongam – e sono stato insieme ai nostri tecnici per capire quali aggiornamenti ci saranno a Singapore.

Oggi pomeriggio sono partito per Madrid, dove questa sera parteciperò ad un programma televisivo in Spagna che si chiama “El Hormiguero”, che significa il formichiere: sarà una serata divertente!

15 settembre 2010

Domenicali: Invariata la gerarchia dei piloti Ferrari

Dopo la gara di Monza Stefano Domenicali' date=' team principal della Ferrari, ha tenuto a precisare che Felipe Massa non è stato trasferito ad un ruolo di puro supporto ma che disputerà il resto della stagione 2010 dando il meglio di se per raggiungere gli obiettivi della squadra.

La precisazione di Domenicali si è resa necessaria per evitare le polemiche che potevano scaturire in seguito ai dubbi che Massa aveva espresso circa il suo pit stop lento. In verità in Ferrari, e mi sembra evidente, il ruolo di Massa per il resto del 2010 è stato deciso ad Hockenheim e le parole espresse servono solamente a smorzare i toni e preparare un paravento mediatico per quelle che saranno, giustamente vista la posizione in campionato, le future scelte a favore di Fernando Alonso.

Massa accusa 63 punti di distacco da Webber e dal Brasile fa sapere: “Continuerò a lottare per le vittorie e per il bene della squadra”.

Mentre Domenicali da Maranello aggiunge: “Per me e per noi la sensazione è che tutti facciamo del loro meglio per la squadra. Non abbiamo cambiato le nostre gerarchie, andiamo avanti così dall’inizio della stagione e siamo felici per noi stessi e per il modo in cui gestiamo la situazione”.

15 settembre 2010

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Il meccanico di Yamamoto non parteciperà ai prossimi GP

Il meccanico di Sakon Yamamoto investito domenica scorsa durante il pit-stop del giapponese non prenderà parte alla trasferta in Asia con la scuderia HRT per le prossime gare in programma.

Marco, il meccanico tedesco di Sakon, è ancora in ospedale alle prese con una gamba rotta e una commozione, secondo le notizie riportate dal Finland’s Turun Sanomat.

“È stato veramente orribile” ha detto Yamamoto al termine del GP d’Italia. Il vent’ottenne pilota nipponico aveva colpito il suo meccanico col fianco dell’alettone e parte del pneumatico quando il “lollipop” era stato alzato.

“Ho chiesto subito se era tutto ok e mi è stato detto che non lo avevo ferito gravemente” ha aggiunto.

Il direttore del team Colin Kolles ha poi commentato: “Noi tutti speriamo che si ristabilisca presto”.

16 settembre 2010

Webber fa marcia indietro dopo lo sfogo di Monza

Dopo aver accusato la Red Bull della scarsa prestazione durante il weekend di Monza, il leader del mondiale Mark Webber fa marcia indietro per non alimentare ulteriormente il clima di tensione interno alla sua scuderia.

L’australiano era rimasto profondamente deluso di essere giunto solo sesto al Gran Premio d’Italia essendo partito dalla seconda fila, perché nonostante abbia riagguantato la leadership nel campionato piloti, la sua vettura non lo ha messo in condizione di potere approfittare della debacle di Lewis Hamilton, ritiratosi nel corso del primo giro.

“Abbiamo girato in tondo solo per racimolare pochi punti. Avremmo potuto approfittare della situazione” aveva detto Webber a caldo dopo la gara.

“Avevamo un’ottima opportunità, dovevamo fare di meglio” ha proseguito.

Parecchi giorni dopo è un Mark Webber decisamente più calmo a dichiarare al The Australian newspaper:”Quello che ho detto è stato solo un piccolo sfogo post-gara”

“Tornando alla gara non c’era veramente possibilità di fare meglio di quanto abbiamo fatto”.

Un fattore che la Red Bull ha promesso di migliorare in futuro è la partenza, dopo gli ultimi due tentativi falliti (a Spa dalla pole position e a Monza dalla quarta posizione) dal trentaquattrenne.

“Bisognerà fare molta attenzione in futuro” ha detto il direttore sportivo Christian Horner al quotidiano francese L’Equipe. “Le nostre partenze in gara nella prima parte di campionato erano molto buone, ma in questi ultimi GP non lo sono state” ha aggiunto il britannico.

16 settembre 2010

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