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Commenti alla Stagione 2010


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Ferrari: Alla scoperta di un nuovo tracciato. Intervista a Chris Dyer

La Formula 1 diventa sempre più globale. Domani si aprirà ufficialmente il weekend del Gran Premio di Corea e così il Paese asiatico si aggiungerà ad una lista che comprende già ventotto nazioni. Diventeranno 35 gli eventi che possono fregiarsi del titolo di Gran Premio valido per il Campionato del Mondo mentre il totale dei circuiti salirà a quota 68.

La tendenza alla diffusione nei cinque continenti ha subito un notevole impulso negli ultimi anni. Nel 1990 le gare che si disputavano fuori dall’Europa erano solamente sei su sedici (37,5%), oggi sono ben undici su diciannove (57,9%).

Correre su un nuovo tracciato comporta un approccio diverso da parte dei tecnici e questa sfida si è rinnovata per l’ottava volta dal 1999 ad oggi. Dopo Sepang, Indianapolis (fino al 1959 si era corso sul classico ovale), Sakhir, Shanghai, Istanbul, Fuji (un ritorno dopo trent’anni), Valencia, Singapore, Yas Marina è adesso la volta di Yeongam. Per capire come lavorano gli ingegneri nella preparazione di un Gran Premio che si svolge su un circuito inedito abbiamo incontrato Chris Dyer, responsabile dell’ingegneria di pista della Scuderia Ferrari Marlboro.

“In passato ci si doveva basare soltanto sui disegni in CAD dei tracciati e da lì bisognava ricavare innanzitutto un’idea di massima della traiettoria ideale. Poi, con gli strumenti classici a disposizione, basati su software di simulazione, si cercava di identificare i rapporti migliori e il livello di carico aerodinamico più adatto. Tutti questi dati erano peraltro delle semplici stime e, come tali, necessitavano di approfondite verifiche in pista” – spiega Chris – “Da quando vengono impiegati i simulatori di guida il livello dell’accuratezza delle informazioni disponibili è aumentato considerevolmente: i piloti riescono ad avere un’approssimazione molto migliore di quella che sarà la traiettoria da percorrere in pista. Inoltre, grazie al simulatore si riescono ad avere delle informazioni importanti su altri aspetti come, ad esempio, l’effetto dei cordoli sul comportamento della macchina.”

Non è soltanto la maggior precisione il vantaggio derivante dall’impiego dei simulatori: “Grazie a questi strumenti possiamo valutare prima di andare in pista diverse soluzioni dell’assetto della vettura, in particolare per quanto riguarda la distribuzione dei pesi e la rigidezza, aree su cui si riescono ad avere dei riscontri molto più precisi, nonché individuare le migliori regolazioni di parametri come il differenziale attivo e la mappatura del motore” – continua l’ingegnere australiano – “Detto questo, nulla può sostituire integralmente la pista vera e propria. Tutte le simulazioni implicano un certo grado di improvvisazione: ad esempio, è molto difficile sapere quale sia l’effettivo livello di aderenza offerto dall’asfalto o le conseguenze reali del passaggio della macchina sui cordoli e sugli eventuali saltellamenti. Sono stati fatti dei grandi passi avanti ma resta ancora un gradino che separa la simulazione dalla realtà. Su molti dei punti chiave che caratterizzano la definizione dell’assetto di una monoposto di Formula 1 si è molto vicini alla realtà cosicché, quando si va in pista, si lavora solamente sull’affinamento.”

Quando un pilota arriva per la prima volta su un nuovo tracciato una delle prime cose che fa è un sopralluogo della pista, spesso in bicicletta ma anche a piedi. “La stessa cosa vale per noi ingegneri” – dice Chris – “È sempre importante conoscere fisicamente la pista, vedere davvero come sono fatti i cordoli e verificare le condizioni dell’asfalto. Poi si comincia a programmare il lavoro per il venerdì: di solito, si parte con un ventaglio di modifiche all’assetto più ampio rispetto a quanto accade in un Gran Premio di cui si hanno già dei dati a disposizione. Bisogna anche dare al pilota la possibilità di prendere confidenza con la pista, quindi il numero dei chilometri è leggermente superiore alla media.”

Una delle difficoltà maggiori, e lo sarà ancora di più in Corea dove l’ultimo strato di asfalto è stato steso la scorsa settimana, è capire come si evolveranno le condizioni della pista. Da un giorno all’altro il livello di grip può cambiare in maniera molto considerevole, rendendo i risultati davvero difficili da interpretare: “È così e non c’è molto che si possa fare” – prosegue l’ex-ingegnere di pista di Schumacher e Raikkonen – “quindi bisogna essere molto attenti nel valutare i dati del venerdì.”

Ma quanto ci mette un pilota ad imparare una pista? “Sono sempre rimasto sorpreso di quanto siano veloci nel definire quale sia la traiettoria migliore” – racconta Chris – “Ovviamente, gli odierni simulatori di guida costituiscono un bell’aiuto ma di solito basta loro una mezza dozzina di giri per capire il 95% del tracciato così resta tutto il tempo per quel 5% che resta e che magari può fare la differenza. È importante comunque lavorare con entrambi i piloti per scambiarsi i dati: magari l’approccio di un pilota ad una curva è leggermente diverso da quello del compagno di squadra ed è utile metterli a confronto ed arrivare così ad una conclusione più velocemente.”

Dal 1997, Chris ha avuto modo di affrontare in pista sotto diversi ruoli prima con la Arrows e poi con la Ferrari il debutto della Formula 1 su ognuno degli ultimi circuiti: ecco i suoi ricordi personali di quei Gran Premi.

Sepang, 1999: “La sorpresa maggiore fu la pioggia. Quell’anno e quello successivo si correva ad ottobre ed era incredibile vedere come ogni giorno, puntualmente, cominciasse a piovere nel tardo pomeriggio con forte intensità. Era la prima volta per noi che si correva vicino all’Equatore.”

Indianapolis, 2000 (non si correva lì dal 1959): “Indipendentemente da quanto si seguano le corse in America, l’ovale di Indianapolis rappresenta un luogo mitico per l’automobilismo sportivo, come lo sono Monte Carlo e Monza. Essere lì era una bella opportunità per conoscere meglio e capire di più un mondo vicino al nostro. Mi ricordo di essere andato al museo che si trova all’interno del circuito: molto bello.”

Sakhir, 2004: “Dopo la prima volta all’Equatore arrivava la prima volta nel deserto. Un circuito fantastico in mezzo al nulla: quando facemmo la prima passeggiata, una volta lasciateci alle spalle la pit-lane e la tribuna principale, ci ritrovammo circondati dalle rocce, piombati in un’atmosfera molto particolare.”

Shanghai, 2004: “Un impianto mastodontico nel Paese più popoloso del mondo. Onestamente, il primo ricordo che mi viene in mente di quella gara fu il traffico: per arrivare dall’albergo al circuito potevano essere necessarie quasi due ore.”

Istanbul, 2005: “Mi piacque molto il tracciato, davvero bello ed impegnativo. I saliscendi che lo caratterizzano lo rendono molto particolare perché ormai si incontrano raramente: forse è questo l’elemento che lo rende speciale, più della tanto decantata curva 8.”

Fuji, 2007: “C’è sempre stato uno spettatore d’eccezione nei due anni in cui il Gran Premio del Giappone si è corso lì: il Monte Fuji. Anche quando era nascosto dalle nuvole, vale a dire quasi sempre, si sapeva che era lì e quando faceva capolino il sole allora lo spettacolo era davvero notevole, soprattutto per un appassionato di montagna come me.”

Valencia 2008: “Valencia la conoscevamo bene perché spesso si andava lì per le prove invernali ma si utilizzava il circuito permanente di Cheste. È una città molto viva e vibrante ed è stato piacevole tornarci per un Gran Premio e correre su un tracciato cittadino dall’atmosfera particolare, visto che il paddock è situato nell’area dove c’erano le barche della Coppa America.”

Singapore 2008: “Credo che per tutti sia stato qualcosa di speciale vedere le macchine correre di notte, sotto le luci artificiali. Purtroppo, quella prima edizione del Gran Premio non fu certo positiva per noi ma ci siamo almeno riscattati quest’anno!”

Abu Dhabi 2009: “Un impianto molto bello, con infrastrutture fantastiche. Quello che mi ha più impressionato però è subito fuori dal circuito, vale a dire il Ferrari World Theme Park. L’anno scorso era ancora in costruzione e non vedo l’ora di visitarlo fra poche settimane, quando saremo lì per l’ultima gara della stagione.”

20 ottobre 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Alonso: In Ferrari la mia migliore stagione in F1

Presentarsi in ritardo a una conferenza FIA comporta generalmente una multa. Oggi' date=' peró, al Korean International Circuit, i partecipanti dell’incontro con i giornalisti organizzato dalla Federazione erano assenti giustificati: i cinque piloti che hanno ancora la possibilità di conquistare il Mondiale sono stati infatti protagonisti di una sessione fotografica.

Un vero e proprio bis della famosa foto scattata nel 1986, che ritraeva i quattro piloti in lizza per il titolo, Senna, Prost, Mansell e Piquet, insieme sul muretto dei box. Questa volta a posare davanti agli obiettivi sono stati i due piloti McLaren, Jenson Button e Lewis Hamilton, i due uomini Red Bull, Mark Webber e Sebastian Vettel, e Fernando Alonso della Scuderia Ferrari Marlboro.

Dopo aver osservato il nuovo circuito, Fernando ha riconosciuto come il nuovo impianto sia pronto al 99%. “Hanno fatto veramente un bel lavoro. Spero riusciremo a mettere in scena un buon spettacolo questo fine settimana. È sempre bello arrivare su una nuova pista e in una nuova nazione per affrontare una nuova sfida. Questo genere di cose sono le benvenute in campionato”. Con i cinque contendenti al titolo tutti nella stessa stanza, le domande si sono concentrate su chi sarà in testa al campionato dopo la gara di Abu Dhabi. Il pilota Ferrari, al pari dei suoi colleghi, non ha ovviamente un’idea chiara al riguardo. Di una cosa, però, è sicuro: essersi goduto la stagione del debutto con la squadra di Maranello. “Il campionato non è ancora finito. Ma comunque vadano le cose, in termini di felicità, motivazione, di guida e di integrazione con la squadra, questa è stata la mia migliore stagione in Formula 1. Sarebbe bello essere campione al termine di quest’anno, ma anche se non dovesse succedere, avrò comunque dei grandissimi ricordi del 2010”. Per quanto riguarda nello specifico questo fine settimana di gara, al pilota Ferrari è stato chiesto se avesse un piano per avere la meglio sulle Red Bull, che sembrano imbattibili in qualifica. “Vorrei piuttosto batterle la domenica!” è stata la sua immediata risposta.

21 ottobre 2010

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Massa: Ci sono ancora molti punti da conquistare

Felipe Massa ha incontrato la stampa nel colossale scenario del nuovo paddock del circuito di Yeongam, che ricorda l’imponente struttura di Shangai, anche se forse non così grande.

Se la Ferrari riuscirà a essere in testa in questo fine settimana di gara è stata la prima domanda posta al pilota della Scuderia Ferrari Marlboro: “Credo sia troppo presto per dirlo”, ha risposto Felipe. “Dobbiamo aspettare e vedere come andremo domani per avere un’idea più chiara al riguardo, specialmente perché questo è un nuovo tracciato: le aspettative potrebbero essere confermate, ma potrebbe verificarsi anche l’esatto contrario. Ci sono tutte le tipologie di curva, incluse quelle dove sappiamo che la nostra monoposto si trova a suo agio, ma anche quelle dove abbiamo sofferto un po’ nel passato. Con il lungo rettilineo sarà importante avere una buona velocità massima, ma anche una frenata efficiente per affrontare la curva a bassa percorrenza che segue subito dopo. Posso dire che quanto ho visto mi piace: ci sono curve molto interessanti e cambi di direzione, qualcosa che non sempre si trova su altre piste. Credo sarà una bella pista da affrontare, speriamo comunque tutto vada bene per poter lottare nelle posizioni di testa.”

Non c’è dubbio che tutti attendano le prove libere con maggiore interesse rispetto al solito, considerando il nuovo tracciato. Al riguardo Felipe ha spiegato quali sono difficoltà che devono affrontare tutti i team e i piloti. “Domani la pista sarà molto sporca e dobbiamo vedere come reagisce il manto stradale. La nostra monoposto è comunque andata bene su tracciati così diversi, quindi non vedo perché non dovrebbe esserlo anche qui”, ha affermato il pilota brasiliano. “Certamente mi aspetto che le Red Bull, forti ovunque, lo siano anche su questo tracciato. Quindi per noi sarà importante fare un buon lavoro e capire bene la pista per indirizzare il nostro lavoro nella giusta direzione il più velocemente possibile. Questo significa che non dobbiamo trovare il giusto assetto domani, perché da venerdì a sabato la pista cambierà completamente.” Il pilota brasiliano ha fatto tutto il necessario per familiarizzare con il nuovo tracciato prima di scendere in pista: “Ho trascorso un giorno al simulatore in Italia, e ho affrontato la pista anche con la Playstation. Ieri ho percorso il tracciato in prima persona in bicicletta, fermandomi a ogni curva per controllare i cordoli, l’asfalto, studiare l’andamento della curva, quale marcia utilizzare in base al simulatore.”

Quali, invece, le speranze della Scuderia in Campionato? “Sarà difficile lottare per il titolo, ma quando mancano tre gare alla fine della stagione ci sono ancora molti punti da conquistare. Abbiamo quindi ancora una possibilità.”

21 ottobre 2010

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Jenson Button: abbiamo aggiornato la macchina e siamo ottimisti

Jenson Button' date=' attuale campione del mondo, è il fanalino di coda del gruppo dei “fantastici 5” con un distacco di ben 31 punti dal leader della classifica Mark Webber.

Questo fatto non lo demoralizza e si spreca nell’elogiare le caratteristiche tecniche del tracciato coreano, che nonostante i lavori siano ancora in corso, come affermato dagli addetti ai lavori, ai piloti pare proprio non dispiacere.

“È sempre emozionante arrivare su un nuovo tracciato e questo sembra davvero interessante: soprattutto nella parte finale saranno agevoli i sorpassi e possiamo dire che il pubblico si divertirà.

La pista ha caratteristiche parecchio differenti, lunghi rettilinei che si alternano a parti guidate, una bella sfida per noi piloti.

Potrebbero esserci alcuni imprevisti, non necessariamente a riguardo della pista, ma tutti, addetti ai lavori, organizzatori e anche noi piloti lavoreremo sodo per far si che questo gran premio si trasformi in un vero successo.

Abbiamo migliorato la nostra vettura con degli aggiornamenti importanti e potremo modificarla ulteriormente venerdì, quando testeremo i pezzi in pista, in occasione delle libere: sono ottimista sul loro funzionamento e spero di poterli utilizzare domenica in gara.”

20 ottobre 2010

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Nico Rosberg: Il 2010? Mi aspettavo di più da questa stagione

Lo potremo chiamare “lo strano caso di Nico Rosberg” parafrasando il famoso film di David Fincher eppure lo stesso Rosberg, nonostante aver impietosamente battuto il compagno di squadra, afferma di non essere soddisfatto da una stagione dalla quale si aspettava molto di più.

Sedotto e abbandonato forse? Potrebbe essere di si. Arriva la chiamata della Mercedes GP, team nato dalle ceneri della Brawn, vettura campione del mondo piloti e costruttori e dalla quale tutti, e anche lo stesso Nico, si aspettavano prestazioni ben differenti.

Di fatti, alla fine del 2010, Rosberg decise di lasciare la Williams facendo coppia con Michael Schumacher, sette volte campione del mondo, in ritorno all’attività agonistica dopo tre anni di stop, nella speranza che la Mercedes potesse offrirgli di salire sul gradino più alto del podio, sigillo che manca nel suo curriculum sportivo, e intervistato dal settimanale Autosprint, Rosberg, ha parlato della sua stagione, come la definisce lui “a due facce.”

“È stata una stagione a due facce, in termini di risultati assoluti mi aspettavo molto di più, per quanto riguarda invece il confronto con Michael sono molto contento.

Quando ho firmato, credevo che il mio compagno sarebbe stato Button, poi arrivò la notizia che se ne sarebbe andato e mi dissero che sarebbe arrivato un pilota più maturo e più esperto.

Ho saputo che sarebbe stato Michael e sinceramente non sapevo cosa aspettarmi: avevo qualche preoccupazione riguardo il suo rapporto con Ross Brawn e invece si è sempre comportato come un grande uomo e un grande professionista.”

Alla domanda se crede che la Mercedes possa lottare per il mondiale il prossimo anno, il tedesco, non fa trasparire molta positività.

“È complicato dire se potrà battagliare o meno… il divario tecnico dai top team è piuttosto elevato e non siamo li, come invece vogliono far credere.

Vorrei una vettura che mi permetta di vincere non solo delle gare, vorrei lottare per il titolo mondiale, è normalissimo. L’obiettivo per ogni pilota è vincere un mondiale di F1 e io lavorerò per farcela.”

20 ottobre 2010

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Prost: Schumacher doveva impostare un obiettivo più realistico

Secondo Alain Prost l’errore di Schumacher nel 2010 è stato la mancanza di umiltà nell’impostare davanti a se un obiettivo più realistico da raggiungere. Prost' date=' quattro volte campione del mondo, tornò nel Circus nel 1993, dopo un anno di pausa, all’età di 38 anni e vinse il suo ultimo titolo.

Schumacher dopo tre anni di pausa è tornato quest’anno con la Mercedes dichiarando di puntare a conquistare il suo ottavo titolo, Prost a tal proposito ha detto: “L’obiettivo di Michael era troppo alto e non realistico. Avrebbe dovuto dire che tornava per aiutare Rosberg o la Mercedes nel suo primo anno, o meglio ancora il suo vecchio amico Brawn, sarebbe stato più facile. Credo che sia stata una mancanza di umiltà da parte sua.”

Il francese ha continuato dalle colonne dell’Equipe provando a spiegare le cause che non permettono a Michael di essere competitivo: “Credo che sia una questione di età. Non penso che le gomme siano una causa, anzi solo una scusa, perché Schumacher si è sempre adattato a qualsiasi tipo di auto. È stata questa la sua grande forza. È semplicemente impossibile tornare al top a 41 anni. È una questione fisiologica.”

Dello stesso parere anche Flavio Briatore che con Schumacher ha vinto i titoli mondiali ’94 e ’95: “Sappiamo quello che ha fatto in Benetton e Ferrari, noi lo conosciamo come un campione super. Non è stata una decisione giusta quella di tornare. Se continua il prossimo anno, sarà la stessa storia.”

19 ottobre 2010

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Adrian Sutil: la Williams batterà la Force India

Lotta aperta per il sesto posto della classifica costruttori e per il decimo posto nella classifica piloti tra Force India e Williams e tra Adrian Sutil e Rubens Barrichello.

Il team indiano' date=' con sede a Silverstone, attualmente si trova davanti alla concorrente di soli due punti con ancora tre gare da disputarsi; Sutil, invece, ha un vantaggio di sei punti sul brasiliano.

“Rubens è un avversario molto ostico” – ha detto Sutil a AutoMotorundSport – “e la Williams ha fatto davvero dei grandi passi in avanti e attualmente ci è davanti nelle prestazioni.”

Adrian Sutil ha debuttato in F1 nel 2007, quando la Force India portava ancora il nome di Spyker e proprio nel 2011 sono numerosi le voci che darebbero il tedesco in partenza verso la Renault.

“È molto complesso prendere una decisione del genere. E se ci penso mancano solo pochi mesi al 2011 ma purtroppo non ho ancora preso una decisione riguardo il mio futuro.”

19 ottobre 2010

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GP di Corea pronto grazie ai lavoratori tedeschi

La pista di Yeongam sarebbe pronta' date=' si fa per dire, ad ospitare il suo primo gran premio di Formula Uno, grazie all’aiuto proveniente dalla Germania. Hermann Tilke, l’architetto che ha effettuato la consulenza per la costruzione del tracciato, ha dichiarato ad Auto Bild Motorsport di aver messo a disposizione uomini e macchinari dalla Germania non appena ha compreso che ai coreani serviva un grande aiuto per completare l’opera.

“Abbiamo dovuto inviare dei lavoratori dalla Germania, altrimenti con molta probabilità il gran premio non si sarebbe disputato. Il loro aiuto è stato soprattutto orientato alla costruzione del nastro di asfalto. Abbiamo utilizzato una speciale formula per la preparazione del catrame che asciuga rapidamente ed è subito pronta. L’unico problema potrebbe essere la scarsa aderenza dovuta al massiccio strato di bitume presente in superficie.”

Tilke ha ammesso di aver dubitato a lungo sulla riuscita dell’opera nei tempi giusti ed il suo compito, attraverso la società da lui gestita, la Tilke GmbH, è stato soprattutto analizzare i perché dei ritardi ed offrire soluzioni. Nel complesso il tracciato dovrebbe essere completo anche se l’architetto tedesco ammette l’esistenza di qualche lacuna in diversi punti, quindi ha aggiunto: “La Formula Uno ha corso in un parcheggio a Las Vegas, in un deserto in Bahrain e una palude a Shangai. Mai in un cantiere nel bel mezzo del nulla.”

Nel frattempo gli organizzatori si aspettano di raggiungere le 90 mila presente per domenica, anche se il livello dei biglietti venduti fino ad ora è molto al di sotto delle previsioni. A Yeongam sono consapevoli del ritardo e dell’improvvisazione nella preparazione 2010 e puntano tutto sui miglioramenti previsti per la gara del prossimo anno.

21 ottobre 2010

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Per Berger Alonso è il favorito del mondiale

Fernando Alonso è il pilota favorito per vincere il mondiale 2010 secondo Gerard Berger lo spagnolo ha una capacità di pensare e concentrarsi su se stesso migliore rispetto agli altri.

Berger' date=' nonostante sia un caro amico di Dietrich Mateschitz, boss della Red Bull, ammette che Fernando è il pilota migliore tra i cinque in lotta, ma Webber e Vettel dispongono della vettura migliore nel complesso.

Durante una intervista per la Bild, l’ex pilota di Ferrari e McLaren ha detto: “Gli altri piloti potranno diventare campioni del mondo quest’anno solo se riusciranno ad essere concentrati su se stessi come Alonso. Per me lui nel complesso è il miglior pilota al momento: ha esperienza ed è ancora abbastanza giovane per andare a tutto gas senza paura.”

Alonso inoltre può contare su tutto l’appoggio del team, incluso Felipe Massa. Berger ha aggiunto a proposito: “La Ferrari non potrebbe fare di meglio senza Alonso, e non c’è posto migliore per Alonso che la Ferrari.”

21 ottobre 2010

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Webber: "Due vittorie mi bastano"

"È inutile fare troppi conti adesso"

Mark Webber non fa calcoli e punta al bottino pieno nelle prossime due gare del Mondiale di F1. L'obiettivo dell'australiano è arrivare all'ultimo appuntamento stagionale ad Abu Dhabi con il titolo in tasca: "Se vincerò le prossime due gare sarà tutto finito. È ridicolo cominciare a fare calcoli perché possono succedere un sacco di cose. Questa è un'altra gara e continuerò a fare ciò che ho fatto finora: dare il massimo."

Il pilota australiano della Red Bull esorcizza quindi la pressione della classifica corta concentrandosi gara per gara: "Negli ultimi gran premi il gap con gli altri ha preso la giusta direzione e devo continuare così. Questa è un'altra gara e continuerò a lavorare come al solito. Devo semplicemente fare il massimo e i risultati verranno di conseguenza."

Sottolinea Webber, attuale leader del Mondiale, con il primo inseguitore, il ferrarista Fernando Alonso, staccato di 14 punti e alla pari con Sebastian Vettel.

Il tedesco della Red Bull è quindi altrettanto motivato a vincere: "Sono in una buona posizione, il titolo è possibile. Sembrava mettersi peggio per me quest'anno e invece sono in una buona posizione. La monoposto è andata alla grande nelle ultime gare."

Vettel fa anche l'esempio di quanto accaduto nel 2007: "Raikkonen aveva ancora meno chance di vincere il titolo essendo staccato di 17 punti da Hamilton. Questo dimostra che tutto è possibile. Quando mancano tre gare alla fine tutti noi possiamo vincere. Credo sia normale avere alti e bassi, ma noi siamo in una posizione di forza, ottima direi. Ci aspettavamo di lottare per il titolo quest'anno, perciò finora possiamo dire di essere stati all'altezza delle aspettative."

21 ottobre 2010

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Hamilton fiducioso per il titolo piloti 2010

Lewis Hamilton è ottimista riguardo le sue possibilità di vincere il titolo mondiale 2010 nonostante due ritiri ed un quinto posto in Giappone che lo hanno leggermente compromesso nella corsa al titolo.

Attualmente Lewis ha un ritardo di 28 punti dal leader del campionato Mark Webber ma il campione del mondo 2008 non pensa che questo possa essere un grave handicap: “Mi sento alla grande e sto benissimo. Sono davvero molto fiducioso per la gara in Corea e questo mi da energia. Ci sono ancora tre gare da disputare ed un sacco di punti disponibili ma l’obiettivo è quello di vincere tutte le gare. Se devo essere sincero mi sento più rilassato adesso che nelle ultime gare dove le cose non sono state facili o per miei errori o per problemi alla macchina' date=' ma noi siamo una squadra e vinciamo e perdiamo tutti insieme. Abbiamo imparato dai nostri errori e siamo positivi. Io mi sento emozionato, forte e davvero entusiasta di correre.”

Hamilton non da peso a ciò che è accaduto a Monza e Singapore in cui è stato costretto al ritiro per due contatti in gara, il suo obiettivo è correre e fare il miglior lavoro per raggiungere il mondiale: “Io non vivo la mia vita nel rimorso, non fa per me. Naturalmente ci sono state situazioni in cui sono stato sfortunato e spero che questo non accada più. Oggi mi sento molto forte e positivo e credo di avere una macchina più vicina alla Red Bull. Spero di poter battagliare con loro, credo che abbiamo fatto dei passi in avanti per la Corea.”

22 ottobre 2010

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