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Mercato piloti 2010/'11


Navarre75

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Sì, anche a me dispiace un po'... Se non altro, il fatto che se ne parli da mesi ha un po' "ammortizzato" il dispiacere.

Io resto un tifoso Ducati, chiunque la piloti, però resterò affezionato a Stoner. In primo luogo perché ci ha portato il primo titolo mondiale MotoGP e in generale ci ha regalato grandi soddisfazioni sportive con una moto che, diciamo la verità, senza di lui non avrebbe raccolto quei successi (tutti i suoi compagni di squadra hanno dimostrato quanto la moto fosse difficile e quanto Stoner fosse un campione stratosferico; solo quest'anno Hayden regge il ritmo, e del resto è un campione del mondo anche lui). In secondo luogo, perché io adoro il suo modo di guidare: da motociclista, sono incantato dalla classe assoluta che dimostra in sella. In particolare, la sua condotta di curva, impareggiabile. Magari vince meno di altri (perché guida in un modo estremo e obiettivamente si sdraia spesso, rispetto ai suoi rivali top-riders), ma è più bello da vedere, un fuoriclasse, un po' come quei calciatori sudamericani che magari non segnano sempre ma ti incantano con i dribbling, i lanci perfetti, gli "stop" millimetrici. Ecco, Stoner guida la moto in maniera incantevole, vederlo in piega è uno spettacolo puro. Perciò, continuerò a stimarlo e a tifare un po' per lui, per il miglior posto ...dietro le Ducati ;)

Giulia Nuova Super 1300

75 1.8 carburatori

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Ufficiale: Stoner alla HRC e Pedrosa a piedi :D

Dicono le sacre scritture:" E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago,che il nano non trovi un sellino con l'adesivo repsol"...

Fanno un team a tre teste:stoner e il nano con repsol ,dovizioso con red bull;)

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Stoner fa spazio a Rossi

Ducati e Vale pronti all'ufficializzazione

di Alen Bollini.

La prima mossa è stata fatta: la Honda ha ufficializzato l'arrivo di Casey Stoner in HRC' date=' così come la Ducati, nello stesso giorno, ha annunciato l'interruzione del contratto a fine stagione, non mancando però di ricordare positivamente i 4 anni passati insieme e, soprattutto, il titolo mondiale nel 2007.

Stoner in Honda quindi. E non dovrà nemmeno buttar fuori nessuno perché per il 2010 l'HRC ha intenzione di confermare anche Dovizioso e Pedrosa. Una mossa importante anche se prevista con almeno un mese di anticipo.

L'ufficialità però è determinante per lo sbloccarsi di tutte le altre situazioni, in attesa solo di essere confermate. La prima è sicuramente quella del tanto chiacchierato e ormai scontato matrimonio tra Valentino Rossi e la Ducati. Con la partenza di Casey, una Ducati è ufficialmente libera, mentre Nicky Hayden dovrebbe essere riconfermato a Laguna Seca.

Rossi invece potrebbe addirittura rientrare il prossimo week end, quello del Sachsenring, e se così fosse, con tutta probabilità, il clamoroso annuncio arriverebbe proprio al giovedì del gran premio di Germania. Prima però, a inizio settimana, per Valentino ci sarà il tempo per un altro test sulla M1 Superbike, che rientreranno da Brno.

E solo in quell'occasione Rossi deciderà se partire o meno per la Germania. Per quanto riguarda il contratto di Casey Stoner, si tratta di un biennale da sei milioni e mezzo, senza opzioni, mentre per quello di Rossi si parla di 13 milioni a stagione con diverse opzioni. Poi rimarrà solo l'attesa, lunghissima, per poter provare e cucirsi addosso le nuove moto. Cosa che succederà non prima del 7 novembre, sulla pista di Valencia, dove si concluderà questo bizzarro mondiale che forse sarà ricordato più per i movimenti di mercato che per le lotte in pista.

10 luglio 201010:54

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Rossi in Rosso: otto passi per un sì

Uno speciale per il "matrimonio del secolo"

di Guido Meda e Giorgio Terruzzi.

Manca solo l'ufficialità' date=' il puntuale rito dei comunicati, degli annunci, delle prime parole: ma Valentino Rossi è già il futuro della Ducati MotoGP. Un'unione storica per il motorismo italiano, che mette insieme il pilota più grande e la moto che ha saputo, solo tre anni fa, riportare l'Italia sul tetto del mondo stabilmente occupato dai colossi giapponesi. Rossi più Ducati non è stata un'addizione semplice: è stata risolta attraverso tanti delicati passaggi, attraverso mesi in cui tanti fatti sono sfociati nel "sì" di Valentino. Guido Meda e Giorgio Terruzzi hanno provato a riscrivere questa storia in otto puntate. La prima delle quali è...

PUNTO 1: IL MATRIMONIO

Per l'annuncio ufficiale serve oramai davvero poco. Il tempo di definire una quantità comunque rilevante di dettagli che determinano un panorama attesissimo e clamoroso. Valentino Rossi correrà per la Ducati a partire dal prossimo anno, 2011. Il contratto prevede due stagioni insieme e realizza un sogno che appartiene a molti appassionati, un sogno che ha scatenato in questi anni un numero enorme di speculazioni. Come annunciato da Sport Mediaset all'inizio del maggio scorso, una serie di elementi ha reso ora possibile questo matrimonio tutto italiano.

La precoce partenza di Stoner, ingaggiato dalla Honda, il deteriorarsi dei rapporti tra una parte della Yamaha e Valentino, le modalità con le quali la Ducati, a cominciare da Filippo Preziosi e della Philip Morris, sponsor pesantissimo della casa bolognese, si sono poste nei confronti di Rossi. Il quale, mentre si prepara a tornare in gara dopo l'incidente del Mugello -accaduto, lo ricordiamo, nel momento cruciale della trattativa- sta definendo i particolari di un rapporto nuovo, entusiasmante e complesso. Particolari che per Rossi hanno sempre una rilevanza assoluta perchè servono a chiarire i termini delle libertà e delle necessità dentro la sua nuova famiglia da corsa. Di questo ci occupiamo in questo speciale, analizzando e ricostruendo le fasi e i retroscena di una straordinaria avventura sportiva.

PUNTO 2: IL FLIRT

Rossi-Ducati è stata più di una rivalità dura. Nella storia si salva il rapporto tra Rossi e l'Ingegner Preziosi. Per il resto è buio, irritazione persino. Il mondiale vinto da Stoner nel 2007 aveva proiettato una luce nuova sul motociclismo italiano, evocando gruppi di tifosi che per la prima volta sceglievano la macchina al posto dell'uomo. Non Rossi contro Stoner, ma Rossi contro Ducati. Una dicotomia forte, violenta, lontana di nuovo anni luce da quel primissimo corteggiamento del 2003. Proprio quando Rossi era stufo della Honda, della sua scarsa umanità, della propensione giapponese a volere che fosse prevalente il valore della macchina sul pilota, Ducati cercò di cogliere la palla al balzo.

Una visita notturna a Bologna in compagnia del papà Graziano stroncò l'interesse di Valentino sul nascere. "Insieme possiamo essere una macchina da guerra" fu detto a Valentino dalla Ducati. Rossi preferì da subito l'implorazione di Davide Brivio che per conto Yamaha approcciò invece dicendogli: "Abbiamo bisogno di te". Rossi capì che in Giappone c'era terreno più fertile per costruire intorno a sé quella nuova grande avventura che iniziò nel 2004 con la vittoria del primo mondiale con la nuova squadra.

Una lezione brutale per la Ducati che, ora che le condizioni si sono ripresentate, non ha ripetuto lo stesso errore. Trattativa esclusiva e confinata al rapporto tra Filippo Preziosi (con il fido Alessandro Cicognani) e Valentino Rossi, ma fuori gli altri, con le garanzie ambientali in primo piano. Sul tavolo c'è anche la richiesta che il megasponsor Philip Morris non abbia pretese che possano interferire con la sfera di libertà che il Rossi, ormai emancipato da tutto, pretende di avere attorno a sé. Il management Philip Morris la accoglie. "Non sono vere certe voci sulle richieste di Rossi" dice Preziosi, lasciando intendere di avere a che fare con un Valentino più morbido di quel che si racconta. Se deve essere una avventura nuova, per provare a vincere un mondiale per la terza volta con moto diversa, che lo sia davvero.

PUNTO 3: LA VERIFICA

Valentino, una volta ricevuta la proposta Ducati, compie - alla vigilia della corsa del Mugello - un passo delicato e necessario. Chiede, in sostanza, una verifica all'interno della Yamaha, squadra per la quale corre da sette anni, per la quale ha vinto 4 titoli mondiali. Sa bene che Masao Furusawa, il suo interlocutore privilegiato, il suo tutore all'interno della casa giapponese, si prepara ad andare in pensione per la fine del 2010. E sa anche che con Lin Jarvis, vice di Furusawa, il feeling è ben altro. Per questo dunque una verifica è indispensabile. Rossi, dichiarandosi disposto a restare, pone alcune condizioni: vuole un trattamento da prima guida, desidera che il suo lavoro per la Yamaha venga valorizzato e gratificato.

È probabile che Rossi chieda di continuare a correre nel team senza una presenza ingombrante e ambiziosa come quella di Lorenzo. Il ragionamento potrebbe somigliare a questo: "se, come la Yamaha afferma in continuazione, questa moto è diventata vincente grazie a me; se la storia della Yamaha è cambiata grazie a me, se l'affetto e la gratitudine per me sono davvero come vengono descritte, bene, andiamo avanti insieme scegliendoci e fidandoci reciprocamente".

A fronte di un atteggiamento di questo tipo le risposte Yamaha risultano per Rossi deludenti. La Yamaha conta di impostare il proprio futuro su Lorenzo. O, meglio, anche su Lorenzo. Il pilota contro il quale sta combattendo per la conquista del titolo 2010. È in questo contesto che accade l'incidente di sabato 5 giugno. Un incidente che ha anche una valenza simbolica notevolissima. È assai raro che Rossi compia un errore di valutazione - sulla temperatura delle gomme in questo caso - è assai raro che Rossi si faccia male. La frattura esposta alla gamba destra di fatto consegna il titolo al pilota spagnolo. Rossi esce da una sfida comunque durissima dentro la quale avrebbe combattuto da pilota partente, contro il pilota destinato a rappresentare la Yamaha nel futuro. L'atteggiamento dei vertici Yamaha nelle ore immediatamente successive alla caduta in Toscana -con l'assenza dei vertici Yamaha dall'ospedale di Firenze- chiarisce gli ultimi dubbi. C'è ben altro di rotto, oltre alla tibia di Valentino.

PUNTO 4: LORENZO

Jorge Lorenzo è dunque la pietra dello scandalo. Ed è una pietra doppia. È sulla sua figura che nel 2009 si rompe il rapporto tra la Ducati e Stoner e che analogamente si rompe quello tra Rossi e la Yamaha. Curiosamente, in contemporanea. Quando nel 2009 Stoner sta male e scappa in Australia per curarsi, la Ducati incappa in un errore tattico madornale incaricando Livio Suppo di proporre a Lorenzo un mega ingaggio, parecchio più alto rispetto a ciò che Stoner percepisce. Casey si offende a morte, non la manda giù. Non lo farà mai, anzi, si accorderà ben presto con Livio Suppo per seguirlo in Honda dove correrà nel 2011.

La stessa mancanza di finezza strategica coglie la Yamaha nel momento in cui rinnova il contratto a Jorge Lorenzo per il 2010. Valentino Rossi lo scopre guardando la televisione. La sensazione forte che non gli sia stata usata nemmeno la delicatezza di un'informazione sul futuro lo lascia amareggiato. Avverte quel senso di ingratitudine di cui abbiamo già parlato. Ed è su questa sensazione che Rossi chiede alla Yamaha quella verifica, che abbiamo raccontato, alla vigilia della gara del Mugello.

La legittima intenzione di continuare con due piloti sullo stesso piano palesata da Yamaha per Rossi diventa una questione di principio. In Yamaha la dirigenza è spaccata in due. Da una parte Jarvis a sostenere Lorenzo, dall'altra il pensionando Furusawa con Brivio a sostenere Rossi. Non se ne esce. È arrivato il momento di pensare sul serio alla Ducati, che non incappa più nello stesso errore. Borgo Panigale non contatta Lorenzo, mai. Corteggia un amore solo. A rischio di rimanere a secco del tutto. Ma Rossi apprezza.

PUNTO 5: LA DECISIONE

È tra la sua casa di Tavullia, la camera iperbarica di Fano, gli amici più stretti, la palestra, la compagna Marwa, il lavoro di rieducazione, che Valentino decide il suo futuro. La Ducati non pressa, non infastidisce. La Ducati aspetta. E tace. Rossi riflette, chiede consiglio, si avvicina lentamente, per una volta, ad una mossa che nella sua testa, forse e inconsciamente, è già avvenuta. Ma prima di comunicare i propri pensieri alla casa italiana, deve informare la Yamaha. Crediamo che questo sia accaduto nei giorni scorsi in occasione della gara di Barcellona.

È un atto dovuto che chiude di fatto un lungo e fortunatissimo rapporto di lavoro ed anche, crediamo, un lungo e bellissimo rapporto personale tra Rossi e Furusawa. E che diventa, di contro, un sì pronunciato intimamente di fronte alla proposta Ducati. A questo punto non resta che guardare avanti. Pianificare. A cominciare dai modi e dagli uomini. Non certo dai soldi. Chi conosce Valentino sa benissimo che lo stipendio non figura al centro di questa nuova scena.

PUNTO 6: I DETTAGLI

I 15 milioni di euro a stagione per due anni sono secondo Filippo Preziosi una cifra che non è realistica. Bisogna scendere, non di molto, ma fermarsi più concretamente attorno ai 13 milioni. Con Marlboro Ducati mette insieme l'ingaggio. Con Fiat, che lascia la Yamaha, e i suoi altri sponsor istituzionali Ducati recupererà i soldi spesi. Non è una trattativa impossibile a fronte della qualità dell'ivestimento. Si tratta di accogliere in Ducati anche il team storico di Rossi, quello capitanato da Burgess, ma potrebbe non essere un problema enorme giacché Stoner lavora per trapiantare pressoché al gran completo il proprio team in Honda.

Sarebbe una sorta di cambio del personale, con l'unica difficoltà rappresentata dal travaso di know-how da una casa all'altra. Detto poi che la Marlboro ha già garantito di non disseminare di impegni il futuro di Rossi, si trova d'accordo con Ducati a concedere al pilota anche un'altra interessante opzione. Rossi insegue da tempo il sogno di un'impresa sportiva assoluta, quella di guidare la Ferrari nel mondiale di Formula Uno. Il passaggio è possibile solo in presenza di un regolamento che consenta di schierare una terza macchina che realisticamente, secondo fonti interne Ferrari, fino al 2013 non sarà realizzabile.

A Rossi va concesso insomma di lasciare le moto nel momento in cui dovesse decidere di prendere il volante tra le mani. Prima Rossi vuole però dare un senso altissimo alla sua esperienza motociclistica. Gli restano da riempire altri tre mesi di Yamaha.

PUNTO 7: I RESTI DEL 2010

Valentino correrà per la Ducati dal prossimo anno. Ma intanto ha bisogno di tornare a correre al più presto. Ha voglia di correre subito. E deve farlo con la Yamaha e cioè con la squadra che lascia, con la squadra che sta viaggiando verso il titolo insieme a Jorge Lorenzo. Dunque, con quale atteggiamento Valentino riprenderà a fare il pilota? La domanda è quasi comica. Rossi, tornando in pista vorrà battere Lorenzo. Avrà bisogno di dimostrare a se stesso, alla Yamaha, alla Ducati, a Lorenzo tutta la sua forza.

Avrà bisogno della sua strepitosa, proverbiale, naturale ferocia. Ma anche di una moto all'altezza della sua personalissima situazione. Quindi la domanda più importante è un'altra. Come si comporterà la Yamaha nei confronti di Valentino? La risposta, Rossi, l'avrà in pista. E sarà molto più esauriente di quella a disposizione di tutti noi. Rossi è costretto a fidarsi, sperando che Yamaha, vincendo comunque il Mondiale con Lorenzo, faccia di tutto per dare a Valentino la possibilità di ottenere qualche altro successo con la moto che lascerà. Un atteggiamento frutto di un'etica sportiva e di un rispetto assoluti. Qualcosa che non è detto possa caratterizzare questo ultimo, delicatissimo capitolo del rapporto Rossi-Yamaha.

PUNTO 8: Il 2011

Poi arriverà la stagione rossa. Il 2011. Diciamo intanto che servono qualità ed attributi importanti per scegliere di lasciare la miglior moto, come siamo abituati a definire la Yamaha M1 nata e cresciuta con Rossi, per passare ad un'altra, che è del tutto sconosciuta, con 6 sole occasioni di test per cucirsela addosso come vogliono le regole attuali. Ma anche da questo punto di vista, Ducati è in grado di offrire garanzie. Al di là di un compagno già collaudato e duttile come Nicky Hayden, per Rossi a Bologna dispongono di numerose opzioni tecniche (più forcelloni, più telai, diverse tipologie di motore) tra le quali scegliere per poi combinarle tra loro nella soluzione preferita dal pilota.

Sono flessibili; la Desmosedici non è insomma un monolito immutabile, ma una moto modulare e adattabilissima. Gabriele Conti, detto il Bistecca, che è attualmente l'elettronico di Stoner, dovrebbe rimanere in Ducati come "dotazione" della Desmosedici. È quello che ne conosce meglio le strategie di funzionamento. Lui e forse una piccola parte di uomini di Stoner sono pronti a lavorare con l'ex avversario Valentino. L'avventura è pronta. La coppia Rossi-Preziosi è un concentrato di genialità mai visto prima. Il mondo aspetta.

11 luglio 2010

da Sport Calcio Mercato Gossip F1 MotoGp News Live Foto Video - SPORTMEDIASET

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Livio Suppo: “Il passaggio alla Honda farà bene a Stoner”

Livio Suppo' date=' direttore marketing Honda ed ex Direttore del progetto Ducati MotoGP, è soddisfatto dell’arrivo di Casey Stoner in HRC. Suppo che con l’australiano ha sempre avuto un rapporto di stima reciproca e che nel periodo “buio” del campione del mondo 2007 è stato uno degli unici a non abbandonarlo, lo ha cercato sin dal suo arrivo in Honda, ecco le sue parole così come riportate dalla Gazzetta dello Sport.

“Stoner è entusiasta, non vede l’ora di iniziare la nuova avventura. Crediamo fortemente in lui e sono certo che prima di venire con noi darà più soddisfazione alla Ducati. Qui troverà una squadra che ha vinto 14 titoli in 27 anni. Sarà un bene per lui cambiare ambiente.”

[b']Per Dani Pedrosa possibile un Team alla Valentino Rossi

L’annuncio dell’ingaggio di Casey Stoner da parte della Honda non ha cambiato i piani di Andrea Dovizioso e Dani Pedrosa, entrambi dovrebbero infatti continuare a correre con la casa dall’ala dorata. È possibile però che questo avvenga in due team separati, da una parte Stoner e Dovizioso che potrebbero vestire i colori della Red Bull, sempre più intenzionata a diventare main sponsor della squadra e dall’altra Dani Pedrosa che invece continuerebbe ad utilizzare la classica livrea Repsol.

Se così sarà le moto saranno identiche in tutto e per tutto, ovviamente anche con gli aggiornamenti e si potrebbe rivivere una situazione tipo Valentino Rossi 2001, quando il pilota pesarese correva in un team separato con i colori della Nastro Azzurro. Quel che è certo è che Pedrosa voglia rimanere in Honda e la Repsol, sponsor iberico, lo aiuterebbe con questo team separato. È infatti improbabile anche se non impossibile che tutti e tre condividano lo stesso box.

12 luglio 2010

da F1, news Formula 1, ultime notizie di F1 - F1GrandPrix.it

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