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Jaguar XJ-S


XJ-S

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JAGUAR XJ-S

Introduzione

La Jaguar XJ-S nacque nel 1975 per sostituire la mitica E-Type, presentata nel 1961. La E-Type – nota negli USA come XK-E – aveva avuto un successo di vendite straordinario e godeva di un’ottima reputazione presso gli appassionati d’auto sportive. Il compito si prospettava quindi arduo. Le reazioni dei clienti e della stampa al debutto – la linea venne giudicata poco emozionale - ed i problemi di qualità costruttiva - che afflissero tutte le Jaguar durante la gestione British Leyland – non le resero certamente il compito facile. Solo dopo qualche anno, grazie ad alcuni ritocchi estetici e meccanici, la sportiva Jaguar riuscì ad affermarsi. In ogni caso, per il suo stile particolare ed inconfondibile, per la classe e l’eleganza, la Jaguar XJ-S è una delle auto più affascinanti di sempre, e per questo può essere considerata una degna erede della E-Type.

XJ-S V12 (1975)

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XJ-S V12 Convertible (1988)

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JAGUAR XJ-S

La storia (parte I): la coupè V12

Come erede della E-Type ci si sarebbe potuti aspettare una roadster. Tuttavia, in base all’evoluzione delle normative ed allo sviluppo delle tendenze di mercato in Europa e soprattutto negli USA, si decise di progettare una coupè Gran Turismo 2+2.

La Jaguar XJ-S V12 venne lanciata nel settembre del 1975 al Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte. Ottenne giudizi controversi sul design, ma unanimi consensi a proposito delle sue caratteristiche tecniche. La vettura era equipaggiata con il 12 cilindri a V di 60 gradi da 5,344 litri - presentato nel 1971 sulla E-Type – che erogava 285 CV. Le prestazioni dichiarate erano interessanti: 0-60 mph in 6.9 secondi, velocità massima di 150 mph (240 km/h). Inizialmente disponibile con trasmissione manuale a 4 rapporti o automatica a 3, fu poi ordinabile solo in versione automatica.

XJ-S V12 (1975)

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Al lancio la XJ-S si presentava un po’ dimessa e spartana, sia all’esterno che all’interno. All’esterno mancavano quasi totalmente le cromature e molti particolari erano in plastica nera, all’interno non c’era traccia dei rinomati rivestimenti Jaguar in pelle e legno pregiati. La versione per il mercato statunitense era prodotta con cambio esclusivamente automatico, ed era facilmente riconoscibile per i doppi fari anteriori – che rendevano sicuramente meno elegante il frontale - e le luci di posizione laterali.

XJ-S V12 USA (1977)

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L’accoglienza riservata dal mercato alla nuova sportiva Jaguar si rivelò piuttosto tiepida. Ai dubbi sull’estetica e sulle finiture si aggiunsero quelli sul consumo, che era davvero alto. La crisi energetica degli anni ’70 creò infatti non pochi problemi ai costruttori di auto di lusso, ed il consumo cominciò ad essere un fattore rilevante anche nelle fasce più alte del mercato. Nel 1981, dopo 5 anni di lavoro, la Jaguar annunciò il nuovo motore V12 High Efficiency, basato sui principi esposti dall’ingegnere svizzero Micheal May. Alla diminuzione del consumo si aggiunse l’aumento delle prestazioni. La XJ-S H.E. aveva 299CV, era capace di raggiungere le 155 mph (248 km/h), e divenne l’auto dotata di trasmissione automatica più veloce al mondo.

XJ-S V12 H.E. (1981)

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Alle modifiche meccaniche si erano aggiunte quelle estetiche. Grazie all’uso di particolari cromati, al nuovo disegno dei cerchi in lega e ad altri sapienti ritocchi esterni ed interni che ne affinarono notevolmente l’aspetto, la XJ-S acquistò maggiore classe ed eleganza.

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XJ-S V12 H.E. USA (1983)

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La storia (parte II): la 6 cilindri e le versioni aperte

Nel 1983 la Jaguar presentò un nuovo motore 6 cilindri. Nel progettare il sostituto del vecchio 6 cilindri – pensato molti anni prima per la XK – gli ingegneri Jaguar valutarono la possibilità di derivare un V8 o un 6 cilindri in linea dal V12 esistente, ma alla fine decisero di progettarlo partendo da zero. Il nuovo motore venne denominato AJ-6: aveva una cilindrata di 3,580 litri ed una potenza di 225CV. Rispettando la tradizione, al lancio il nuovo motore venne montato su un modello dai bassi volumi, la XJ-S, come a suo tempo era stato fatto per il V12, montato sulla E-Type III Serie nel 1971 e successivamente sulla XJ12 I Serie nel 1972. La XJ-S 3.6 venne lanciata nel settembre 1983, ed era disponibile con trasmissione automatica oppure con un cambio manuale Getrag a 5 marce. Le prestazioni dichiarate erano abbastanza interessanti: 0-60 mph in 7.6 secondi e velocità massima di 145 mph (232 km/h). Nello stesso tempo fu resa disponibile una nuova versione, la XJ-SC, la prima Jaguar aperta dopo la E-Type. A dispetto del nome, non si trattava di una vera cabriolet, quanto piuttosto di una aperta in stile “targa”. Per motivi di omologazione aveva solo due posti.

XJ-S 3.6 (1983)

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XJ-SC 3.6 (1983)

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xjs-c_d1.jpgxjs-c_d2.jpgxjs-c_d3.jpgxjs-c_d4.jpg

La XJ-SC V12 venne lanciata nel luglio 1985, affiancandosi alla versione 6 cilindri. Questa particolare versione aperta non ebbe molto successo, neanche sul mercato americano, tradizionalmente legato a questa tipologia di vetture.

Nel maggio del 1988 venne finalmente presentata la XJ-S V12 Convertible - studiata in collaborazione con la carrozzeria Karmann - che sostituì la cabriolet. Era dotata di capote interamente ripiegabile in soli 12 secondi e di lunotto in vetro. Era disponibile esclusivamente con trasmissione automatica a tre velocità. Classe ed eleganza erano inimitabili.

XJ-S V12 Convertible (1988)

xjs1988_v12_conv.jpg

Nel 1988 venne presentata anche una versione più sportiva della coupè, la XJR-S, caratterizzata da modifiche estetiche volte ad aumentarne la dinamicità, purtroppo a scapito dell’eleganza. Nel 1990 arrivò la XJR-S 6.0 Litre: la novità principale era costituita dal V12 maggiorato a 6 litri, con una potenza di 318CV.

XJR-S (1988)

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XJR-S 6.0 Litre (1990)

xjr-s6-0_92.jpg

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La storia (parte III): il restyling

Nel maggio del 1991 venne presentata la XJS restyling. La denominazione ufficiale perse il trattino tra “XJ” ed “S”. Le modifiche estetiche si concentrarono nella parte posteriore, con i nuovi gruppi ottici a sviluppo orizzontale. Altri ritocchi riguardarono i lamierati esterni Dal punto di vista meccanico, le novità principali furono l’adozione di un cambio automatico a quattro velocità sulla versione V12 ed il nuovo AJ-6 da 3,980 litri in luogo del precedente 3,6 litri. Il nuovo 6 cilindri erogava 235CV ed era disponibile sulla XJS 4.0 coupè con cambio meccanico a 5 velocità. Nel 1992 arrivò la XJS 4.0 Convertible. Nel 1993 le XJS V12 coupè e Convertible adottarono la versione 6 litri del propulsore 12 cilindri, con potenza di 308CV. Sempre nel 1993 le versioni convertibili guadagnarono una panchetta posteriore, diventando figurativamente delle 2+2.

XJS restyling (1991)

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xjs92_5,3_heck.jpgxjs92_con.jpg

Le modifiche introdotte col restyling migliorarono ulteriormente la finitura degli interni, ma i ritocchi esterni fecero perdere un po’ di fascino ed esclusività alla linea.

XJS e XJS Convertible (1996)

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L’ultima XJS è stata prodotta il 4 aprile 1996. In 21 anni ne sono state costruite 115.413 esemplari. Nella gamma Jaguar è stata sostituita dalla XK8, fortemente inspirata nella linea alla E-Type.

XK8 e XK8 Convertible (1996)

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Le vicende agonistiche

Nel 1982 il pilota Tom Walkinshaw, dopo aver preparato una XJ-S per gareggiare in Australia, ebbe l’idea di preparare un paio di macchine per l’ETCC (European Touring Car Championship). I successi non tardarono ad arrivare, e, dopo una vittoria nella stagione d’esordio e 5 vittorie nel 1983, nel 1984 Tom Walkinshaw si laureò campione europeo battendo le ben più numerose BMW Serie 6.

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Guest Artemis

Che ne dici di diventare redattore e proporre i contenuti di questo messaggio sottoforma di articolo per la sezione auto fuori produzione?

comunque complimenti, molt belo il tuo lavoro e molto bella la macchina.

Purtroppo non sono abbastanza preparato sulla XJ-S per poter sostenere una discussione in proposito :?

ciao ciao!!

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