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Intervista al corriere di Romiti su Marchionne


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Marchionne delega per finta, la delega, per essere effettiva, e questo non solo in termini giuridici, deve prevedere margini discrzionali di manovra che lui non ha mai concesso, se non al Franzoso e a Wester che a me paiono tanto degli "yes men". Tutti gli altri sbagliano. Ha sbagliato De Meo, ha sbagliato Cravero, sbagliano i clienti, gli Alfisti sbagliano due volte.

Aspetta, non è che forse avevano in mente di portare avanti un piano non realizzabile con i mezzi che la FIAT aveva a disposizione?

Mi riferisco in particolare alla gestazione della 169 ed al pianificato sbarco negli Stati Uniti: il Gruppo FIAT aveva le risorse umane, tecniche e finanziarie per portare avanti progetti simili?

Io penso proprio di no.

Considera ad esempio la 169: era lapalissiano che la FIAT non avesse le risorse per sviluppare il pianale e tutta la gamma di motori da inserire tra il 1800 TBI, valido per i modelli base, ed i V8 Maserati che potevano andar bene per le versioni più prestazionali. Era un progetto che poteva essere portato a termine solo appoggiandosi a qualcun'altro che fornisse sia il pianale che i motori da sviluppare in un'ottica Alfa (la mistica ottica Alfa) ma chi era disponibile a fornirti tali componenti?

La BMW?

La Mercedes?

La Jaguar?

La Lexus?

Altri?

La soluzione interna: l'adozione del pianale Maserati era economicamente praticabile?

Quali possibilità di successo sul mercato europeo avrebbe avuto una simile vettura?

Con simili vendite sarebbe stata remunerativa?

Lo sbarco negli Stati Uniti quali investimenti avrebbe richiesto?

Arrivati al dunque succedeva sempre la stessa cosa: l'Amministratore Delegato dell'Alfa Romeo saltava; perché?

Forse perché tali Amministratori Delegati avevano il coraggio di opporsi al Tiranno italo-canadese oppure perché la FIAT non era in grado di sostenere tali investimenti?

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Arrivati al dunque succedeva sempre la stessa cosa: l'Amministratore Delegato dell'Alfa Romeo saltava; perché?

Forse perché tali Amministratori Delegati avevano il coraggio di opporsi al Tiranno italo-canadese oppure perché la FIAT non era in grado di sostenere tali investimenti?

E infatti rilanciare Alfa è troppo per Fiat...e più passa il tempo, più diventa difficile...la vera Fiat la vedi in Brasile: un costruttore di "world cars"....

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Cos'è troppo per la FIAT?

Rilanciare l'Alfa oppure fare le Alfa che vogliono gli alfisti?

Ad ogni modo si tratta di una polemica che è già stata iniziata decine (o centinaia) di volte e non ha mai portato a nulla percui la chiuderei qui.

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Aspetta, non è che forse avevano in mente di portare avanti un piano non realizzabile con i mezzi che la FIAT aveva a disposizione?

Mi riferisco in particolare alla gestazione della 169 ed al pianificato sbarco negli Stati Uniti: il Gruppo FIAT aveva le risorse umane, tecniche e finanziarie per portare avanti progetti simili?

Io penso proprio di no.

Della 169 si parla da anni. Nel 2008 De Meo, mi pare al lancio della MiTo, dichiarò che 941 era nei piani, ma che il progetto era congelato in attesa di verificare quale piattaforma potesse essere economicamente sostenibile.

Nessuno dei recenti ex AD, da quello che ricordo, ha mai fatto annunci garibaldini sulla 169.

Per quanto riguarda lo sbarco negli USA, ci sono stati diversi annunci seguiti da relative smentite (porteremo la MiTo, no, porteremo 940, no, porteremo la Giulia) che però non provenivano solo dagli AD del Biscione, ma dallo stesso Marchionne.

Che poi, se vogliamo, Marchionne è bravissimo a fare annunci salvo poi smentirli, ricordo ancora quando nel 2007 dichiarò che avrebbe lasciato la guida di FIAT Auto in corso d'anno, quando ad oggi è ancora lì.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Da questo articolo di Panorama, un po' agiografico per ovvi motivi, sembrerebbe che la squadra di sergione sia limitata e che la "sergionizzazione" vada sempre avanti.

Ugo Bertone per "Panorama Economy"

I cacciatori di teste servono' date=' per carità. Ma nella Fiat di oggi tutto deve passare dal filtro del capo. Anche in agosto Sergio Marchionne ha dedicato il sabato mattina a esaminare di persona (in inglese, of course) i candidati a rafforzare i ranghi della Fiat o a colmare i buchi lasciati da chi ha fatto le valigie. Ma la campagna acquisti si è rivelata difficile. Marchionne piace, ma solo da lontano.

Sergio Marchionne ha la stoffa di un grande leader, compresa la simpatia che sa ispirare fin dal primo contatto. E non è facile trovare un nome di maggiore appeal per un manager voglioso di arricchire il curriculum. Ma perché tanti «No grazie»?

I suoi ritmi di lavoro spaventerebbero Stakanov: 20 ore al giorno, 7 giorni su 7, viaggi Torino-Detroit compresi; la parola holiday cancellata dal vocabolario, al pari di business class per i trasferimenti aerei. Tranne per chi viaggia con il capo: riunione in volo e poi, al momento di dormicchiare, sfida a scopone contro SuperSergio.

Anche a fare la tara all'aneddotica sul capo (riunioni improvvise a mezzanotte, magari concluse con un bel karaoke , o all'alba, sempre senza preavviso, o durante il weekend), c'è da pensarci prima di accettare. In questi anni Marchionne ha tritato come un rullo compressore i manager del gruppo, a partire da Herbert Demel fino all'ex fedelissimo Luca De Meo, e si è costruito la fama di accentratore: più di un centinaio di uffici, tra Torino e Detroit, riportano direttamente al capo supremo.

Inoltre il manager italo-canadese è un feroce nemico delle burocrazie interne. Preferisce la sua squadra com'è oggi: snella, oberata di lavoro con doppi e tripli incarichi in Italia e in Usa (basta sfruttare il fuso orario), pronta per l'integrazione tra Fiat e Chrysler. E, soprattutto, cresciuta nell'era Marchionne.

Non a caso, il gossip che precede l'assemblea del 16 settembre dà per molto probabile l'uscita di Paolo Monferrino, attuale a.d. Iveco, uno dei pochi uomini di punta della Fiat del passato (assieme a Giovanni Coda, che opera sul delicato fronte degli acquisti, e Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni sindacali) che ancora ricopre un ruolo di vertice.

Al suo posto potrebbe andare Lorenzo Sistino (voce smentita in passato) o lo stesso Alfredo Altavilla, oggi alla guida di Powertrain, uomo dei grandi accordi internazionali e alter ego di Marchionne.

Per l'auto si è fatto il nome di Andrea Formica, senior vice president di Toyota Europe. Ma il nucleo duro sarà quello di sempre: Harald Wester, l'uomo dell'auto, Stefan Ketter, il profeta del World Class Manufacturing; Olivier François, responsabile del marchio di Detroit e della Lancia, e Clodovaldo Bellini, che tiene le chiavi del Brasile, il vero tesoro del gruppo.

Alessandro Baldi, infine, l'unico manager che Marchionne ha portato con sé da Sgs. Una squadra ben affiatata. Ma questa Fiat, agli occhi degli investitori di lungo termine, rischia di essere troppo Sergio dipendente.

[/quote']

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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forse marchionne ha cominciato solo di recente a svelare le vere condizioni di FIAT... ovvero di un'azienda con rosicate risorse umane e finanziarie, che devere rendere conto prima di tutto alle banche creditirici e che se vuole sopravvivere deve radicalmente cambiare. tra i cambiamenti radicali ci stanno anche dei sani bagni di realtà che comprendono:

- la fine della politica di assistenzialismo per le zone Italiane depresse a fronte di aiuti statali.

- il drastico ridimensionamento delle aspirazioni del marchio Alfa Romeo, fine delle sparate sui rilanci in grande stile e la presentazione di un piano di prodotto molto più modesto e consono alle risorse e anche (imho) al riscontro che questo marchio ha presso il pubblico internazionale

- la necessità di avere guadagni su ogni singolo modello prodotto, da qui la chiusura di stabilimenti e lo spostamento delle linee produttive in luoghi dove si possa lavorare in condizioni più favorevoli (oppure cambiare la situazione in Italia)

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Della 169 si parla da anni. Nel 2008 De Meo, mi pare al lancio della MiTo, dichiarò che 941 era nei piani, ma che il progetto era congelato in attesa di verificare quale piattaforma potesse essere economicamente sostenibile.

Nessuno dei recenti ex AD, da quello che ricordo, ha mai fatto annunci garibaldini sulla 169.

Per quanto riguarda lo sbarco negli USA, ci sono stati diversi annunci seguiti da relative smentite (porteremo la MiTo, no, porteremo 940, no, porteremo la Giulia) che però non provenivano solo dagli AD del Biscione, ma dallo stesso Marchionne.

Che poi, se vogliamo, Marchionne è bravissimo a fare annunci salvo poi smentirli, ricordo ancora quando nel 2007 dichiarò che avrebbe lasciato la guida di FIAT Auto in corso d'anno, quando ad oggi è ancora lì.

Ovviamente il mio era solo un esempio; potevo considerare tutte le voci riguardante il festeggiamento del Centenario Alfa e via discorrendo.

Insomma ho l'impressione che alcuni spingessero affinché l'Alfa avesse un certo trattamento e Marchionne abbia optato per una soluzione più consona alle finanze dell'intero gruppo.

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Piu' che altro, credo che ormai sia chaiaro a tutti che il baricentro del gruppo passa per Auburn.

E le risorse ora sono e saranno sempre di piu' dedicate a Chrysler, Jeep, dodge, perche' stanno sul mercato piu' remunerativo e ricco ( e percio' con i rendimenti piu' alti ) e in sottordine a Fiat brasile.

Fiat europa , alfa , Lancia e Maserati hanno ed avranno le briciole, in attesa di tempi migliori.

Questo puo' essere anche frutto del "muro di gomma" che sergione ha trovato: non riuscendo a romperlo, se ne' andato su un altro tavolo.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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È anche la conseguenza dell'idozia di quanti hanno preceduto Marchionne che, nel corso degli anni, hanno messo Torino in una condizione d'inferiorità rispetto alla concorrenza: mancano cioè le risorse umane e tecniche per portare avanti più progetti contemporaneamente (infatti il pianale della 159 è stato sviluppato facendo ampio ricorso grazie ai centri di calcolo della General Motors) e ci vorranno anni per sanare tale divario. Anni che la FIAT non ha percui si concentra sui segmenti medio-bassi e delega tutto il resto alla Chrysler.

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