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Il Lingotto spera nella svolta e prepara il divorzio da Gm


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Il Lingotto spera nella svolta e prepara il divorzio da Detroit

Molti i segnali che lasciano preludere la rottura: novità in arrivo già a primavera

SALVATORE TROPEA

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TORINO - Nel dicembre del 2002, appena un mese prima della morte dell´Avvocato, i giornalisti che arrivavano da tutto il mondo a Torino per scrutare da vicino l´abisso della crisi Fiat si domandavano per quanto tempo l´azienda sarebbe sopravvissuta all´uomo che da presidente onorario l´avrebbe seguita fino all´ultimo dei suoi giorni. E nel vortice della confusione nella quale si muoveva il gruppo dirigente di allora difficilmente trovavano una risposta che non fosse assai prossima alla speranza in quello che agli occhi di molti sembrava solo un miracolo. Un anno dopo e in una Torino meno traumatizzata gli stessi giornalisti si possono domandare quando il gruppo del Lingotto sarà effettivamente fuori dalla bufera, dando in qualche modo per acquisito che il peggio è ormai alle spalle. Il che non è esattamente la stessa cosa. Lunedì 19 gennaio Umberto Agnelli, Giuseppe Morchio e Herbert Demel voleranno a Parigi per ritirare il premio «Auto dell´anno» assegnato da una giuria di cinquanta giornalisti europei alla Nuova Panda. Dodici mesi fa sarebbe stato semplicemente impensabile.

Che cosa è successo in questi dodici mesi? C´è stato un avvicendamento di tutti gli uomini che stavano ai posti di comando: è questa la risposta immediata anche se non l´unica al termine di un anno, forse il peggiore della storia centenaria della Fiat se si escludono i periodi di guerra. Alla fine del 2002 il vertice Fiat era composto dal presidente onorario Gianni Agnelli, dal presidente effettivo, Paolo Fresco, dall´ad del gruppo, Alessandro Barberis appena succeduto a Gabriele Galateri di Genola. Al comando dei tre settori più importanti c´erano Giancarlo Boschetti (Auto), Michel De Lambert Clermont (Iveco), Paolo Monferino alla CNH. L´unico rimasto al suo posto un anno dopo è il «piemontese dell´Illinois» ovvero l´ad della CNH.

L´Avvocato è morto il 24 gennaio e, con le dimissioni di Fresco, il 28 febbraio Umberto è diventato presidente e Morchio ad al posto di Barberis. In autunno all´Iveco è arrivato lo spagnolo José Maria Alapont e, dopo la tormentata vicenda del manager della Ford Martin Leach, Morchio ha tirato fuori dal cilindro l´austriaco Herbert Demel per la sostituzione di Boschetti all´Auto.

Con questa squadra, adesso al completo, il Lingotto conta di completare l´opera di risanamento e rilancio dell´azienda. Obiettivo: per il Gruppo pareggio nel 2004 e primi risultati positivi nell´anno successivo; per la società dell´Auto è tutto rinviato di un anno. Il giorno dell´insediamento di Umberto Agnelli e Morchio il cda esaminò i conti Fiat che per il 2002 chiudevano con un risultato operativo in rosso per 762 milioni di euro e una perdita netta record di 2 miliardi e 263 milioni. Una situazione alla quale si cercò di rispondere subito anticipando un aumento di capitale di Fiat Auto fino a 5 miliardi da effettuarsi entro un anno e mezzo. A fine 2003 quei numeri sono cambiati, c´è un miglioramento, si saprà il 27 febbraio di quale entità. Sicuramente non sarà la svolta decisiva in termini finanziari.

Nei conti del 2002 c´erano debiti un po´ ovunque nei settori portanti, ma la voragine era determinata dalla Divisione auto. Anche perché, a corto di prodotti nuovi, la Fiat era scesa di molto sotto la soglia del 30 per cento nel mercato italiano. Nel giugno scorso, alla vigilia del lancio dei nuovi modelli, Morchio ha previsto per il 2003 il ritorno a quota 30, dopo aver toccato il fondo del 27 per cento. La Nuova Panda, la Lancia Y, l´Idea, e le nuove 156 e 166 dell´Alfa hanno consentito a Fiat di recuperare una parte del terreno perduto. Ma gli effetti reali di queste novità si potranno misurare comunque più avanti. Dopodomani si conosceranno i dati sulle vendite di dicembre e si vedrà intanto se la Fiat è riuscita ad andare oltre il 29 per cento. A metà gennaio entrerà in commercio la nuova Alfa Romeo GT.

Anche se non ritroverà la quota 30 la Fiat chiude comunque in corsa un anno difficile. Morchio ha sempre detto che preferisce guardare ai margini di profitto piuttosto che impiccarsi a una quota di mercato realizzata con dissennate promozioni e vendite di vetture a chilometri zero. L´ad del Lingotto sa di non poter perdere soldi e dunque deve seguire una politica molto accorta. Inoltre deve bloccare l´emorragia di Iveco che perde con Daily e Stralis. Ha promesso ad Agnelli determinati risultati e perciò sta accelerando per conseguirli. Per riuscire a mantenere questo impegno, oltre che per evitare altre batoste da parte delle agenzie di rating, ha fissato dei budget molto ambiziosi, tanto tirati da far storcere la bocca ad alcuni suoi collaboratori.

Ma il suo impegno principale, quello che lo ha occupato a lungo nel 2003, è il rapporto con la General Motors: egli è consapevole di dover chiudere in un modo o nell´altro questa partita. I dodici mesi di tregua previsti dall´accordo del 26 ottobre scorso non sono la soluzione del problema. Gli americani non hanno sottoscritto l´aumento di capitale e questo ha già ridimensionato del 50 per cento la loro partecipazione in Fiat Auto. C´è ancora tempo, come hanno spiegato ieri , ma difficilmente lo faranno.

Morchio e Wagoner continuano a enfatizzare l´aspetto industriale dell´alleanza tra Torino e Detroit, promettono di rafforzarla con nuove collaborazioni, ma in molti si chiedono se effettivamente sia credibile questa strategia in assenza di un possibile divorzio sul piano societario.

Perché di questo si tratta, dal momento che già qualcuno indica la prossima primavera come stagione nella quale potrebbe esserci questo divorzio. Il fatto che la Fiat stia già pensando ad altre forme di collaborazione, come lo stesso Umberto Agnelli ha ipotizzato, sarebbe la conferma che le strade dei due alleati starebbero per dividersi. Ed è chiaro che per una decisione del genere non si potrà aspettare il dicembre del 2004. Con l´aria che tira di qua e di là dell´Atlantico la Consob e la Sec potrebbero non permetterlo e chiedere per tempo chiarimenti.

Altro articolo:

Il presidente: non partecipiamo all´aumento di capitale: solo collaborazione industriale tra i gruppi

Gm, nuova frenata su Fiat

Wagoner: "Non credo in un futuro americano per Torino"

Freddezza anche su nuove piattaforme comuni : "Ognuno ha i suoi interessi"

DAL NOSTRO INVIATO

CLAUDIO NOBIS

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DETROIT - «Abbiamo davanti a noi un futuro molto importante con la Fiat, fatto di collaborazioni industriali che stanno già creando un grandissimo valore operativo. Certo, vorremmo anche veder crescere i profitti oltre ad ottenere un sostanziale abbassamento dei costi com´è avvenuto fino ad oggi» .

Com´era prevedibile Ric Wagoner, presidente della General Motors, alla presentazione del salone dell´auto di Detroit non si è lasciato prendere in contropiede sui rapporti con la Fiat pur senza negarsi ad un paziente ripasso delle tante questioni sul tappeto. E a chi ha tentato di riproporre la domanda a proposito di un futuro «più americano» per la casa italiana alludendo all´ esercizio del Put e alla partecipazione GM all´aumento di capitale Fiat, non ha lasciato spazio a dubbi. «Non parlerei di un futuro più americano - ha sottolineato Wagoner - e vorrei essere molto chiaro: noi possediamo il 10% della Fiat Auto e non c´è alcun piano per ulteriori investimenti sul capitale. Il nostro focus è puntato sulle collaborazioni industriali: questo è il vero senso dell´affare con Fiat» .

Se c´era dunque bisogno di una ennesima conferma alla posizione di GM nei confronti dell´esercizio dell´opzione all´acquisto totale dell´azienda torinese, è stata data con assoluta convinzione. Appare chiaro ormai che le rotte future che Wagoner definisce «molto importanti» si basano solo su operazioni che abbiano una sicura funzionalità operativa ed economica. Ciò nonostante i contorni di tali operazioni, aggiuntive a quella già in essere, non fanno parte per ora dei programmi più immediati perfino in tema di nuovi modelli su piattaforme comuni. «Prematuro parlarne - ha aggiunto - Posso solo dire che non escludo collaborazioni con la Fiat su nuove piattaforme e per questo i nostri contatti con Torino sono frequenti: ma al momento ognuno di noi deve seguire i propri programmi e interessi» . Interessi e programmi che prevedono per il 2004 il lancio di 29 nuovi modelli soltanto negli Stati Uniti sulla cui ripresa economica Wagoner crede e punta moltissimo parlando di una crescita del 4,5% mentre per l´Europa si dice convinto in un recupero nella seconda metà dell´anno.

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Guest DESMO16

..l'attenzione della clientela, direi che gode di buona salute...non so saranno le offerte commerciali, i finanziamenti a tasso 0 etc. ma credo che nei saloni del gruppo ci siano molti più clienti che nelle altre concessionarie (lo dico perché in questi ultimi 10/15 giorni ho visitato parecchi saloni Fiat/multimarche/VW/Renault, quasi tutti i giorni in diverse province alla ricerca di un auto) ed in particolare sono molto richieste le Y e Punto, specialmente a Km 0....diversi poi opano o sulla rottamazione oppure sulle mini rate

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Guest fabvio
speriamo siano tutte verità

anche se preferisco un alleanza con gli americani piuttosto che con francesi o tedeschi

io non ho mai visto male l'alleanza con gm che continuo a ritenere l'alleato migliore possibile alla luce delle dimensioni degli americani e dell'altro livello tecnologico degli italiani....c he invece manca in molti tratti agli americani

non credo che sia facile tornere indietro perchè immagino che rescindere le jv sarebbe costoso per entrambi....

semplicemente si può prendere atto che queste non bastano e che invece servano altre alleanze per sviluppare quella parte della tecnologia esterna al perimetro della gm

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Per me la cosa migliore sarebbe come è successo in Ducati

Produzione,progettazione,tecnoligia,personale = Italia

Dirigenza,marketing,rete di vendita mondiale= USA

come sapete Ducati era in condizioni disastrose con Castiglioni.aveva sfornato il gioiello della 916,ma x il resto proprio nn c'era niente.

Non so quale gruppo americano(che ha anche harley&davidson) l'ha comprata,ci ha messo fondi senza storie, ha creato una DUCATI USA che è davvero grande(a boston questa estate è pieno di Monster e Supersport e dovevate vedere che concessionario!!) e adesso Ducati puo competere in MOTO GP.

Si potrebbe fare cosi con FIAT,cosi il parimonio tecnico e il prodotto sarebbero salvi,ovviamente da detroit non devono essere invasivi sui futuri modelli

 

花は桜木人は武士

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Guest fabvio
Per me la cosa migliore sarebbe come è successo in Ducati

Produzione,progettazione,tecnoligia,personale = Italia

Dirigenza,marketing,rete di vendita mondiale= USA

come sapete Ducati era in condizioni disastrose con Castiglioni.aveva sfornato il gioiello della 916,ma x il resto proprio nn c'era niente.

Non so quale gruppo americano(che ha anche harley&davidson) l'ha comprata,ci ha messo fondi senza storie, ha creato una DUCATI USA che è davvero grande(a boston questa estate è pieno di Monster e Supersport e dovevate vedere che concessionario!!) e adesso Ducati puo competere in MOTO GP.

Si potrebbe fare cosi con FIAT,cosi il parimonio tecnico e il prodotto sarebbero salvi,ovviamente da detroit non devono essere invasivi sui futuri modelli

nooooooo

ti pregooooo

che stai dicendooo

:oops::oops::oops:

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nooooooooooooooooooo nooooooooooooooooooooo deve restare italianaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  • Ieri: Fiat Panda 900 Young (1998) - AB Y10 II Avenue (1993) - Fiat Panda 1.2 DynamicClass (2004) - Fiat Punto Evo 1.4 GPL (2010)
  • Oggi: Ford Focus SW 1.6 Tdci 90cv (2009) e Lancia Ypsilon 1.2 (2016)
  • Ieri: Aprilia Rally II L.C. 50cc (1996) - Piaggio Vespa PX 150 (2002) - Honda Hornet 600 II (2006)
  • Oggi: Honda Hornet 600 III (2007) e Piaggio Vespa PX 150 (2000)
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