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Fiat e politica industriale italiana


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Ma al di là delle scelte personali, io sono preoccupato per quello che i mediocri risultati di FG sul mercato possono significare su tutto l'indotto industriale in Italia. Preoccupato da italiano e da ingegnere industriale.
Questa è l'unica cosa che preoccupa anche me... :roll:

Tanto per le auto c'è scelta, sul dove lavorare molto meno se il tiro è quello... :pen:

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La storia della "politica industriale" mi puzza tanto di alibi.

Che poi...che significa politica industriale?Sopratutto in un paese dove c'è un odio e un campanilismo micidiale tra imprenditori e dipendenti?

Il fatto è che NON siamo proprio capaci di gestire imprese grandi...anzi andiamo in crisi nella gestione anche delle piccole.

Finchè si vendeva con la fantasia e con i colpi di genio ci è andata bene, quando si è trattato di guadagnare sull'ottimizzazione è stata la fine

beh allora cosa facciamo, ce ne stiamo con le mani in mano? purtroppo siamo un paese di 60 milioni di abitanti e volere o volare qualcosa dobbiamo fare se non vogliamo diventare sempre più poveri.

Comunque concordo sul fatto che in fatto di campanilismo e ci metto anche il provincialismo siamo veramente dei fenomeni.

niente da dichiarare...

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Ma se diventiamo sempre più poveri possiamo comprare le nostre Panda, Punto e Ypsilon di 12 anni autofinanziandoci; quindi il sistema funziona. :)

Alfa Romeo MiTo 1.4 MultiAir TB 135 CV TCT Distinctive, 2012

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Beh, insomma... solo nella mia provincia (FR), buonissima parte dell'economia gira intorno agli stabilimenti da Cassino in giù; e non solo in ambito industriale, ma anche nel terziario. In Piemonte e Campania penso ci siano situazioni simili.

Il know how poi, con quello che sta succedendo al sistema dell'istruzione italiano (altra questione politica), non direi che si trova in una botte di ferro.

come già detto in precedenza da altri molto più esperti di me, l'Italia non sa gestire grandi industrie, anzi, fatica a gestire le PMI. I colossi industriali o diventano carrozzoni parastatali in rosso perenne (mi viene in mente l'ansaldo ex Franco Tosi a Legnano) oppure diventano soggetti politici come era la FIAT fino a pochi anni fa. Marchionne ha il grande merito di tentare di staccare la FIAT dalla politica e dalle sue logiche clientelari (io ti do il finanziamento, tu mi crei occupazione in una zona depressa) e come già detto in precedenza è solo questione di tempo prima che lasci definitivamente l'Italia in direzioni di lidi con condizioni migliori in cui operare.

Il processo è già in atto da anni (basta vedere la riduzione di personale a mirafiori nel corso del tempo) e richiederà altri anni ancora. credo quindi sia ora per l'Italia di cominciare a pensare al suo futuro senza FIAT.

FIAT non è indispensabile all'Italia per sopravvivere. se c'è meglio, ma se non c'è si tira avanti lo stesso. è la PMI il vero motore industriale di questo paese, c'è poco da fare, ed è questa vastissima rete di aziende (una delle più vaste d'Europa se non la più vasta) che deve essere tutelata... questo non vuol dire che PMI è meglio di grande industria. anzi, io credo il contrario, però in Italia la situazione è questa e bisogna agire di conseguenza

l'unica cosa che mi lascia perplesso non poco è la questione della ricerca. se è vero da un lato che i centri di ricerca quali FTP campano grazie a FIAT e in futuro imho troveranno lo stesso una nuova collocazione, non vedo all'orizzonte nuovi sviluppi se consideriamo come lo stato tratta il settore R&D

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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La storia della "politica industriale" mi puzza tanto di alibi.

Che poi...che significa politica industriale?Sopratutto in un paese dove c'è un odio e un campanilismo micidiale tra imprenditori e dipendenti?

Il fatto è che NON siamo proprio capaci di gestire imprese grandi...anzi andiamo in crisi nella gestione anche delle piccole.

Finchè si vendeva con la fantasia e con i colpi di genio ci è andata bene, quando si è trattato di guadagnare sull'ottimizzazione è stata la fine

forse il punto è proprio questo. l'industria automobilistica italiana, ma in generale tutta la nostra industria, ha basato i propri successi su fantasia e ingegno. tuttora, quando si parla di industria italiana all'estero, si parla di quello. e per quello siamo rispettati e apprezzati.

poi, per il resto, lasciatemelo dire, a parte pochi insigni e coraggiosi personaggi, gli industriali italiani e in generale la borghesia italiana, si sono rivelati nel grosso dei casi dei cialtroni e poco più. gente che di visione e coraggio in quello che faceva ne ha avuto poco. ed è il problema che ci attanaglia adesso.

perché il problema grosso dell'industria italiana è che è rimasta per lungo tempo bloccata su produzioni economiche, in particolare la piccola impresa. e la cosiddetta grande, ha pensato spesso che le punte tecnologiche cui era arrivata, fossero appunto il punto d'arrivo, e non quello di partenza per altre evoluzioni.

un esempio? guardate quante marche di televisioni ed elettrodomestici italiani c'erano una volta e quanti di cellulari e computer italiani ora.

logico che se ci si ferma e non si punta a innovare a livelli di alta tecnologia, siamo fregati dal resto dell'Occidente dall'alto e dal Terzo Mondo dal basso.

quanto alla politica, in generale, la responsabilità maggiore che ha è quella di non aver indirizzato le imprese, pur dandole soldi , che fossero prestiti o CIG, verso tale innovazione tecnologica promuovendola.

l'esempio di Sarkozy che compra auto elettriche parla chiaro. potrà sembrare cialtrone, ma intanto muove le acque in un senso che ad oggi è l'unico senso a cui dovrebbe guardare l'industria automobilistica in un'ottica di lungo periodo.

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Fiat: portavoce, rispettiamo i nostri tempi per pdz nuova Panda

Finanzaonline.com - 6.10.10/12:11

"Rispettiamo i nostri tempi, pur trattandosi di tempi labili visto che parliamo di qualcosa che dovrebbe accadere nel 2011". Risponde così un portavoce Fiat interpellato da questa testata alle indiscrezioni di stampa riportate da Automotive News, secondo cui Fiat posticiperà la produzione del nuovo modello Fiat Panda all'inizio del 2012 dal precedente fine-2011. In realtà - ricordano alcuni analisti - si tratta di una indiscrezione già circolata nei mesi passati. Nel prospetto per la scissione è stata confermata la data di fine 2011.

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Il fatto è che NON siamo proprio capaci di gestire imprese grandi...anzi andiamo in crisi nella gestione anche delle piccole.

Quoto. A parte qualche caso, non vi sono stati grandi imprenditori negli ultimi decenni, e quelli che c'erano hanno avuto il loro bel da fare con intoppi vari, tra i più importanti dei quali citiamo burocrazia, tasse, sindacati, trasporti.

Molti si sono buttati sulle piccole imprese, ed anche qui, fin che tutto andava bene si gridava al miracolo; ora, con la crisi e soprattutto con il fatto che anche i paesi emergenti fanno prodotti che "ci somigliano", si chiude. Troppa frammentazione, troppe micro imprese, ma ognuna coi i suoi costi fissi (luce, consulenti, ufficio, leasing, macchinari, attrezzature) che alla fine fanno solo aumentare i prezzi e ridurre i margini. Mi sembra che sia tutta la struttura che sta soffrendo ed è qui che la politica dovrebbe intervenire con coraggio.

Certo, c'è il debito pubblico sotto osservazione, ma se il pil cala, anche il gettito fiscale cala. Bisogna avere il coraggio di cominciare a diminuire le tasse sia per le imprese che per i dipendenti; a mio parere, in questo particolare contesto, è la sola scossa che può far invertire la rotta.

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Guest EC2277
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Quindi, prima si scopre che non saranno tutti i veicoli del Gruppo FIAT a subire un ritardo sul loro lancio ma solo la Panda ed ora viene fuori che la scelta di ritardare di almeno un anno il lancio la Panda in realtà sarebbe un semplice ritardo di qualche mese?

Ma perché in questo forum bisogna per forza accettare acriticamente quello che dicono gli informatori anche quando hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio di non essere attendibili?

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in Italia Fiat fà un ricorso alla CIG con criteri impensabili per qualsiasi altra azienda italiana.

Non mi risulta. Se a te sono note informazioni diverse, ti pregherei di postarle.

p.s.: FIAT ha provato diverse volte in passato a "forzare la mano" per la CIG, però nella parte relativa alla consultazione sindacale, ma mi risultano anche legnate sulle gengive da parte della magistratura (diligentemente girate sui dipendenti coinvolti).

Se il punto che intendevi affermare è che FIAT è favorita nel ricorso agli ammortizzatori sociali, io mi sento di dissentire, almeno per quanto riguarda i tempi recenti. Se invece la tua affermazione è che a volte ci provano, sono sostanzialmente d'accordo, ma quelli della FIAT sono in buona compagnia.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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come già detto in precedenza da altri molto più esperti di me, l'Italia non sa gestire grandi industrie, anzi, fatica a gestire le PMI. I colossi industriali o diventano carrozzoni parastatali in rosso perenne (mi viene in mente l'ansaldo ex Franco Tosi a Legnano) oppure diventano soggetti politici come era la FIAT fino a pochi anni fa. Marchionne ha il grande merito di tentare di staccare la FIAT dalla politica e dalle sue logiche clientelari (io ti do il finanziamento, tu mi crei occupazione in una zona depressa) e come già detto in precedenza è solo questione di tempo prima che lasci definitivamente l'Italia in direzioni di lidi con condizioni migliori in cui operare.

Il processo è già in atto da anni (basta vedere la riduzione di personale a mirafiori nel corso del tempo) e richiederà altri anni ancora. credo quindi sia ora per l'Italia di cominciare a pensare al suo futuro senza FIAT.

FIAT non è indispensabile all'Italia per sopravvivere. se c'è meglio, ma se non c'è si tira avanti lo stesso. è la PMI il vero motore industriale di questo paese, c'è poco da fare, ed è questa vastissima rete di aziende (una delle più vaste d'Europa se non la più vasta) che deve essere tutelata... questo non vuol dire che PMI è meglio di grande industria. anzi, io credo il contrario, però in Italia la situazione è questa e bisogna agire di conseguenza

l'unica cosa che mi lascia perplesso non poco è la questione della ricerca. se è vero da un lato che i centri di ricerca quali FTP campano grazie a FIAT e in futuro imho troveranno lo stesso una nuova collocazione, non vedo all'orizzonte nuovi sviluppi se consideriamo come lo stato tratta il settore R&D

Ho stima verso le PMI, enorme stima, ma hanno un difetto: sono sotto-capializzate (da sempre) per cui non riescono mai a guardare oltre al trimestre.

Ciò significa 0 investimenti in ricerca,quindi 0 innovazione,0 assunzioni di personale tecnico che ovviamente se ne va altrove a portare il suo sapere e la sua fantasia.

Per carità non biasimo gli imprenditori delle PMI :roll: sono veramente asserragliati da tutte le parti, però a "fare i cinesi" non si va avanti :roll: dalle mie parti ci sono fabbrichette che vanno avanti a fare viti,bulloni e pezzi di estruso uguali da 40 anni :roll: si ok,bene,ottimo si lavora però ormai la componentistica di bassa complessità viene dalla Cina per ovvi motivi di costo.

Per la complessità della tecnologia a cui siamo arrivati (auto,elettronica,tessile,utensileria,elettrodomestici) la bottega o il "mastro" da soli non bastano più ma serve un'azienda abbastanza grossa da fare investimenti e scelte corrette a lungo termine.Peccato che a noi manca proprio questa visione :mrgreen: che culo!!

 

花は桜木人は武士

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