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Follia a Genova!


Navarre75

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Chiedo scusa se il mio è stato inteso come un intervento pollllllitico, non voleva e non doveva esserlo.

Voleva solamente essere un commento ad un grave fatto di cronaca ed una costatazione sulla prevenzione di certi fattacci in Italia (indipendentemento che al governo ci sia la Destra, la Sinistra, i Monaci Tibetani o i Carmelitani Scalzi).

C'è un commento abbastanza crudo e realista (ed anche un pò inquietante per il futuro) su Il Giornale di oggi scritto dall'Amico Micalessin, uno che di balcani se ne intende (bravo Gian).

Dal ilgiornale.it

Odio e nostalgia di Arkan: il lato folle degli amici di Bossi

di Gian Micalessin

Il Marassi di Genova come il Maksimir di Zagabria. L'ottobre 2010 come quel fatidico 13 maggio 1990. La storia quasi mai si ripete, ma a volte evoca passate tragedie. Oggi la Serbia è ad un passo dall'Unione Europea e i rapporti con l'Italia non sono più quelli dei giorni del Kosovo. Allora nei cieli di Pristina volavano i Tornado e a solidarizzare con Belgrado ci pensavano solo i leghisti di Bossi e la sinistra dei centri sociali. Episodi che Umberto Bossi ricorda ancora con orgoglio differenziando l'epopea di "un grande popolo" e le scorribande dei loro tifosi.

Eppure i fumi del Marassi ci ricordano che dietro la Guerra d'Jugoslavia, dietro le stragi di Vukovar, gli orrori di Sarajevo, l'olocausto di Srebrenica e il conflitto del Kosovo c'è anche una partita di calcio. O meglio quella devastante battaglia urbana tra tifosi del Stella Rossa di Belgrado e del Dinamo di Zagabria che il 13 maggio 1990 regala il primo assaggio dello scontro imminente. Quella sera nelle strade di Zagabria ci sono già tutti gli ingredienti della guerra. E molti dei suoi protagonisti. Pochi giorni prima i croati, chiamati al voto dopo 50 anni di titoismo, hanno eletto un parlamento dominato dai secessionisti. Quella sera alla testa dei "delije", i "pazzi" , gli ultras della Stella Rossa, c'è un nuovo capo manipolo. Loro lo chiamano semplicemente Arkan, ma per le polizie di mezza Europa il signor Arkan, alias Zeljko Raznatovic, è già un ricercato di rara pericolosità capace di passare dalle rapine in banca all'eliminazione degli oppositori per conto dei servizi segreti di Belgrado. Gli stessi servizi segreti che gli permettono rientrare a Belgrado, rigenerarsi come capo ultrà e trasformare i "delije" della Stella Rosa in una milizia armata. La stessa milizia che nell'autunno 1991 entra nella città croata di Vukovar e la riduce ad un mattatoio a cielo aperto.

Ivcan Bogdanovic, il capo hooligan arrestato a Genova non è ancora all'altezza del criminale di guerra Arkan, ma di certo la spavalda temerarietà con cui si offre all'occhio di telecamere ed inquirenti fa pensare a moventi più complessi di una semplice febbre calcistica. Sospetti che s'addensano non appena si presta attenzione ai sinistri ribollii del pentolone balcanico. La battaglia del Marassi segue di poco il confuso voto bosniaco e le inquietanti dichiarazioni di Milorad Dodik, il presidente dei serbi bosniaci che saluta l' elezione anticipando l'inevitabile secessione dei territori sotto il suo controllo. Dichiarazioni seguite da quelle ancor più dure del primo ministro Zlatko Lagumdzija «pronto - dice - a usare tutta la forza necessaria per impedirlo». A chi gli rimprovera una reazione poco in linea con la sua fama di moderato il premier risponde evocando lo spettro di «un conflitto così spaventoso da far sembrare Disneyland quella degli anni 90».

Paure condivise dal segretario di Stato americano Hillary Clinton che si precipita in Bosnia, vola a Belgrado, cerca di ricomporre i cocci di un Balkanistan dove la voglia di secessione serba rischia di stuzzicare una componente musulmana assai più islamizzata e fanatica di quella degli anni 90. Uno scontro capace non solo di mandare in frantumi gli accordi Dayton del 1995 e di riaprire la ferita mai rimarginata del Kosovo, ma di portare la guerra al terrorismo nel cuore dell'Europa. La cabala di quella tragedia resta annidata in quel 15 giugno 1389 tatuato sul polso dell' "Arkan del Marassi". Nell'epica serba la data di quella battaglia contro i Turchi non ricorda solo la difesa del Kosovo, ma anche quella per la cristianità sotto gli occhi di un'Europa indifferente. La stessa Europa pronta ora, 621 anni dopo, a strappargli definitivamente la provincia contesa d'intesa con l'odiata America. E allora ecco riemergere gli antichi gridi di battaglia. Per molti di quei serbi il criminale di guerra Arkan resta un patriota. Per molti di loro l'entrata nell'Unione Europea è solo un'umiliazione. E per molti di loro la rinuncia italiana ai tradizionali legami con Belgrado e l'appoggio al Kosovo - al fianco di Unione Europea e Stati Uniti - rappresenta un autentico tradimento. Un tradimento sufficiente a giustificare la calda notte del Marassi e la spavalda esibizione dei vecchi simboli della pulizia etnica.

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per onestà bipartisan allora va riportato anche questo ;)

Belgrado, in onda Santoro l' antiamericano

Belgrado, in onda Santoro l' antiamericano

----------------------------------------------------------------- Belgrado, in onda Santoro l' antiamericano Meno male che la pubblicita' ogni tanto interrompeva il lungo e imbarazzante spot a favore di Milosevic che Michele Santoro, avvolto in un prezioso pastrano blu, ha allestito in diretta da Belgrado. Da tempo non capitava di vedere una trasmissione cosi' faziosa e demagogica. Santoro non e' mai stato un campione di imparzialita' ma ieri sera, forse, aveva una partita personale da giocare: era la sua prima trasmissione con il nuovo contratto Rai in tasca e voleva dimostrare che adesso lui non e' piu' ostaggio di Berlusconi. Ha preferito essere ostaggio di Milosevic - del resto era l' unica condizione per poter allestire una diretta dal Ponte Brankov -, dare voce alle sue astuzie politiche, con tutta la tragica retorica di un Paese che vive sotto le bombe. Certo, gli attacchi aerei della Nato hanno portato distruzione, dimostrato scarsa intelligenza, fatto vittime innocenti. E' difficile che i missili si facciano venire degli scrupoli. Tuttavia, Santoro non ha speso una parola sugli eccidi di Vukovar, Sarajevo, Srebrenica, Pristina, non una parola di riprovazione sulle pulizie etniche e sulle aggressioni feroci contro croati, bosniaci e kosovari. E' stato l' inviato a Belgrado del Tg5, Toni Capuozzo, a ricordargli che questa guerra esiste da dieci anni almeno. Sia chiaro: nessuno vuole la guerra, che e' sempre priva di morale, ma Santoro e i suoi colonnelli dovevano almeno ricordare che la politica internazionale ha fatto, per evitare le operazioni militari, piu' di quanto Milosevic abbia fatto per non essere bombardato. Purtroppo, solo le vittime non hanno piu' patria, sono vittime e basta. Santoro ha sfoderato l' antiamericanismo dei tempi migliori, si e' schierato a fianco di Milosevic tanto da mettere a disagio persino Enrico Mentana, in studio in Italia con Bertinotti e Di Pietro. Fino al colpo di scena finale: le bombe dei "cattivi" gli hanno impedito di andare avanti. Che eroe! (aldo grasso)

Grasso Aldo

Pagina 7

(16 aprile 1999) - Corriere della Sera

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Sarebbe forse il caso di non reiterare commenti politici che interessano l'accaduto solamente a latere, qui si tratta di comportamento criminale puro e semplice. Andare a vedere gli agganci politici che hanno permesso(o promosso?) l'accaduto ci porta fuori strada rispetto a quella che è e resta la cosa fondamentale di questa storia: delinquenti e criminali vanno messi in condizione di non nuocere, che siano a casa loro o a casa nostra.

Tra l'altro non vedo l'utilità di postare un articolo di undici anni fa, in risposta ad uno specifico di stamani.

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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onestà bipartisan? non vedo proprio cosa c'entri un articolo del '99 con un altro che analizza i fatti di martedì guardando a ciò che accadde 20 anni fa.

boh????

dai non facciamo chiudere 'sto topic...a tal proposito:

- La Questura di Genova: “Controlli adeguati, avevano solo una pinza”. Che bel figurone: la Polizia tenuta in scacco da una pinza.

- La pinza atomica: pensate avesse avuto un martello.

- Per il Ministero dell’Interno si è “evitata una strage“. Ma qualcuno pensa davvero che la Polizia potesse entrare negli spalti?

- Per il Ministero dell’Interno si è “evitata una strage“. Ma non una figura di merda

- Ore di guerriglia per Italia-Serbia. Subito imporre la tessera del tifoso alle “Tigri dei Balcani“.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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Bogdanov: "Scusate' date=' ero ubriaco"[/size']

Ivan parla dal carcere di Pontedecimo

"Sono un nazionalista come tutti i serbi, ma non sono una tigre di Arkan". Dal carcere femminile di Pontedecimo, Ivan Bogdanov, l'ultrà si Italia-Serbia, ribadisce di non aver nulla contro il nostro Paese: "Volevo contestare solo la mia Nazionale, ma ho esagerato: avevo bevuto troppo." Venerdì Bogdanov e il suo legale incontreranno il giudice per il processo e cercheranno di patteggiare a 2 anni, periodo dopo cui sarà possibile l'espulsione.

Nessun rapporto, quindi, con le tigri di Arkan che, invece, sulle pagine de "La Gazzetta dello Sport", contribuiscono a spargere ulteriore benzina sul fuoco: "Fossimo stati più numerosi, avremmo picchiato i vostri poliziotti. Un italiano ha tirato fuori una bandiera dell'Albania e una dell'Italia: i serbi si sono arrabbiati e un capo ha bruciato quella dell'Albania." E ancora: "Non siamo nazisti, siamo nazionalisti. Abbiamo comprato i razzi di segnalazione in un negozio in Via Gramsci: a Belgrado non possiamo manifestare e così Genova era il palcoscenico adatto per far conoscere le nostre idee." E al ritorno che succederà? "Ci saranno problemi sia per la vostra Nazionale, sia per i tifosi che la seguiranno."

Soltanto nel momento del ritorno in patria, i tifosi serbi sono stati perquisiti e controllati minuziosamente. Dieci pullman sono rientrati nella notte, scortati dalla polizia croata fino alla frontiera tra Croazia e Serbia. Qui gli agenti hanno effettuato controlli a bordo e nei bagagli e perquisito gli ultras, molti dei quali sono stati accompagnati davanti al magistrato per essere interrogati su quella che, ormai è chiaro, era una protesta politica oltre che sportiva. Misure di sicurezza arrivate a posteriori, dopo che le autorità italiane si sono fatte cogliere impreparate da un evento non del tutto inaspettato. Al rientro, altri 19 serbi sono stati arrestati.

14 ottobre 2010

da Sport Calcio Mercato Gossip F1 MotoGp News Live Foto Video - SPORTMEDIASET

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Bogdanov: "Scusate, ero ubriaco"

Ivan parla dal carcere di Pontedecimo

..... Dal carcere femminile di Pontedecimo, Ivan Bogdanov, ......

:shock::shock::shock::pen::roll:

Vacca boia le guardie hanno sbagliato carcere.................del resto con un fisichino cosi minuto ...........:lol::lol:

Una di quelle persone con cui non uscire a bere una birra la sera.....

Perchè scusa è una personcina cosi per bene:

ivan-serbo1.jpg

La persona che ti auguri che tua figlia la porti a casa quando avrà 18 anni :lol::lol::lol::lol::mrgreen:

Piuttosto l'ammazzo prima lei e poi lui :mrgreen::mrgreen:

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saltando a piè pari le visioni politiche che possono stare dietro a tutto sto casino, io spezzo una lancia in favore delle forze dell'ordine. Mi spiego:

Con tutto quello che è successo non riesco a prendermela con i poliziotti o carabinieri che si son trovati in mezzo a quel troiaio.

Anzi.. in una situazione difficile (teniamo conto che lì in mezzo c'erano anche ex militari, non solo ragazzini ubriachi) sono stati quasi costretti a buttarli dentro il settore ospiti (unico posto chiuso e controllabile) perchè non si disperdessero in mezzo a tutte le vie che circondano lo stadio, cosa tra l'altro capitata già in mattinata.

giusto per capire, non è il classico impianto in mezzo ai prati:

marassi genova - Google Maps

una volta chiusi dentro però ha continuato a far casino e lanciare fumogeni. A quel punto che si poteva fare?

Entrare in curva a caricare?

Facile a dirsi, peccato che:

1. Dentro ci fosse anche gente che con questa gentaglia c'entrava poco assai, bambini compresi

2. L'accesso era costituito da una porta larga poco più di un metro: due poliziotti in assetto per volta.. avete presente la fine che avrebbero fatto?

Nella confusione totale imho le forze dell'ordine hanno messo buon senso e confinato il problema per risolverlo con i minori danni possibili. Uno scontro frontale avrebbe potuto causare una strage.

Il problema quindi non è il braccio (peraltro pagato malissimo per fare questi servizi extra..) ma nella mente.

Chi era allo stadio di presidio aveva bisogno di due cose fondamentali che sono drammaticamente mancate: informazioni precise per valutare la situazione e ordini per affrontarla in maniera puntuale. Magari ricorrendo anche al blocco delle frontiere, la solita scorta a partire dal casello della città, il controllo delle stazioni e dell'aeroporto. Niente di eccessivamente difficile da fare.

P.s.

Giusto per capirci, vi ricordate dove finirono gli hooligan inglesi a italia '90? Sardegna e forse sicilia: isole. Tutti quelli che arrivano sono facilmente controllabili. Che poi in sardegna siano stati velocemente ricondotti a più miti consigli è un altro discorso :§

Modificato da Cosimo

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Si , si li la frittata ormai era fatta, io dico prima.

La metà di sti delinquenti in Italia non doveva entrarci (informativa o no si sapeva benissimo chi erano)

L'altra metà andava passata ai raggi X

Poi andava scortata coi pulman direttamente allo stadio, perquisita nuovamente e poi fatta entrare.

Quelli che eventualmente sfuggivano (perchè arrivati in macchina ecc.) e facevano casino per le vie della città fermati immediatamente e rilasciati la mattina dopo a partita finita.

....il tutto ovviamente non a GE la città più difficile in assoluto da controllare, con lo stadio più centrale in assoluto, e come se non bastasse con gli spalti più vicini al campo di gioco (ovviamente in assoluto :mrgreen: ).

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....P.s.

Giusto per capirci, vi ricordate dove finirono gli hooligan inglesi a italia '90? Sardegna e forse sicilia: isole. Tutti quelli che arrivano sono facilmente controllabili. Che poi in sardegna siano stati velocemente ricondotti a più miti consigli è un altro discorso :§

Inghilterra fu fatta testa di serie per inserirla d'ufficio nel girone Sardegna - Sicilia e fu cosa giusta.

Anche però ci furono polemiche date dal fatto che non dovevano essere testa di serie ma lo divennero per questioni di ordine pubblico.

E ci fu chi disse (giustamente) che certe cose andavano punite non premiate.

Ma fu giusto ugualemente.

Modificato da duetto80
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