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Marchionne: "Senza l'Italia"


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lo penso anche io, e considerando quanti attacchi abbiamo su soc che valgono vedi ENI, ciò è nei piani oltre che nei sogni di parecchi Paesi competitors..

diventiamo un Paese terminale di merci prodotte altrove, fino a che c'è un tot di benessere perchè da noi ci sia un mercato, poi addio..

Comunque non l'ha prescritto il dottore che la Fiat debba avere stabilimenti in Italia eh ;)

Quello che mi dà fastidio è che qualsiasi altra azienda al mondo può fare e andare a fare quello che vuole dove vuole quando vuole che va benissimo perchè "è espressione della globalizzazione moderna" mentre Fiat è praticamente obbligata a fare tutto da noi (ah Alfa rigorosamente a Milano,possibilmente assemblata da milanesi DOC)

Quando Honda un paio di anni fa ha paventato l'idea di trasferirsi fuori dal Giappone perchè ormai non le conviene più stare in Giappone ha detto una cosa così diversa da quello che ha detto Marchionne :roll: ? Non credo epprue questa cosa l'ho letta io e l'avrà letta Matteo B. :roll: scommetto che nessun altro se lo ricorda.Ah ma certo honda può andare a fare tutto in Thailandia e Cina che va benissimo, Fiat guai se osa andare in USA o Brazile :D GUAI!! Guai se una multinazionale guarda ai propri utili :lol:

Suvvia ci siamo lamentati per decenni che la Fiat è sempre stata un'azienda "piccola" e con la mentalità da provinciale, ora che pensa in davvero in grande e come tutti gli altri non va più bene ;) ?Mah :roll:

A me spiacerebbe perdere certi stabilimenti e certo indotto, abbiamo già avuto fin troppe emorragie ma tolte le colpe dei sindacati e spesso degli operai lazzaroni (purtroppo ci sono,non neghiamolo) sono i clienti italiani stessi a non riconsocere il "made in italy" come valore aggiunto o come interesse nazionale.

E' italiano?Ah no io non pago lo stipendio all'azienda X aiutata dallo Stato e con tutti quegli operai scansafatiche che dovrebbero essere licenziati :roll: Questo è il pensiero che circola nel Nord Italia,l'ho già scritto tante volte e lo continuerò a scrivere.

 

花は桜木人は武士

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Ma infatti Fiat può e deve fare ciò che vuole.

E' il perchè lo fa ( perdita di competitività ed impoverimento dell'Italia ) che mi fa paura.

E questo non è certo colpa di Sergione , ma mi fa paura lo stesso.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Ho visto l'intervista ieri sera, e Marchionne si è dimostrato un buon comunicatore: ha fatto la figura del gigante buono che ha a cuore le sorti dell'Italia :roll: ...

Ha posto l'accento giustamente sui gravi problemi di competitività dell'Italia (e su questo ha ragione da vendere) e sul volersi affrancare dal sostegno statale, cosa che ha iniziato a mettere in atto dopo l'accordo con Chrysler, perchè fino a un anno e mezzo fa batteva cassa per avere incentivi ;).

Ma ha eluso diverse questioni. Alla domanda "ci saranno nuovi modelli?" ha risposto citando il PP di aprile: Fazio forse non lo sa, ma noi qui dentro sappiamo bene che quel PP è già carta straccia e che prima di 2-3 anni non vedremo 1 solo nuovo modello per l'Europa ad eccezione della Lancia Thema-300C che farà numeri ridicoli ;). Avrei voluto sentire la risposta e vedere la faccia di Maglioncino se Fazio avesse posto la controdomanda: "Avete rinviato tutto e abbandonato diversi segmenti di mercato: come pensate di sopravvivere nei prossimi anni se già oggi soffrite tanto? E cosa produrranno nel frattempo gli stabilimenti italiani?"...

E' chiaro che non lo può ammettere, ma Maglioncino ha già altre strategie e ha ben chiaro che le prospettive dell'Italia tendono già oggi verso lo scenario descritto da Stev66: ceto medio in estinzione, forbice sociale in divaricazione, dipendenti sempre più poveri che potranno acquistare solo auto low-cost e ricconi che acquisteranno crucco dal C-D in su fino a Ferrari-Maserati. In questo scenario, e vista l'incapacità e la non voglia di competere nei segmenti medio-alti sul suolo europeo, Maglioncino ha deciso di radicarsi nei mercati Usa e Brasile (per Cina e India è troppo indietro) e di sopravvivere in Europa con Panda, Punto, 500, Ypsilon per la massa povera e con Ferrari e Maserati per gli ultraricchi. Lascerà aperti forse 2 o 3 stabilimenti italiani sperando di imporre condizioni di lavoro sempre più dure: non per i metalmeccanici di oggi, ma per quelli futuri che avranno un destino simile ai milioni di precari sottopagati già esistenti.

Tutto il resto è una supercazzola ben recitata ;).

Quoto in pieno.

Ha fatto la figura del gigante buono, anche se non lo è proprio. Mi immagino se ci fosse stato un giornalista veramente preparato....

L'Italia non è competitiva in questo, è vero da parecchio e non è colpa sua, è colpa del sistema che nessuno però prova a cambiare. Tantomeno il governo visto quanto gliene frega dei senza lavoro, dei sottopagati e dei precari.... E questo è veramente preccupante se non peggio...

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Ma infatti Fiat può e deve fare ciò che vuole.

E' il perchè lo fa ( perdita di competitività ed impoverimento dell'Italia ) che mi fa paura.

E questo non è certo colpa di Sergione , ma mi fa paura lo stesso.

quoto tutto, riassume ciò che volevo dire.

se ci sono aziende come si diceva prima che sono terziste, che non mettono valore aggiunto al prodotto finito possono essere spazzate via dal mercato anche solo per costi di produzione..e ce ne sono come stev66 giustamente indicava..

fiat mette valore aggiunto, fosse anche solo il multiair ad es e fa mangiare soc terziste..perdere chi cmq fa ricerca è sempre un male, ovviamente può andare a produrre dove vuole, questo è una perdita di pil del sistema italia, che poi non ci si cimenti in altro che produca pil e possa sotituire la perdita dovuta a fiat è cosa estremamente grave (..a volte manco è facile visto che siamo colonia che se ne dica..gli attacchi a ENI e gioielli (pochi) nazionali sono quotidiani, anche da chi dovrebbe occuparsi del BENE NAZIONALE, siano politici (forse al soldo di ha a cura il bene nazionale di qualche altra nazione) che regolatori del mercato..mi chiedo perchè mai non si sia pemesso di fare joint ventures ai cinesi su taranto che avrebbe prodotto pil a strafottere per uno sfruttamento del porto come adesso cercano di fare col pireo che si sono comprati)

che l'italia abbia deficit di competizione in alcuni settori è evidente così come il fatto che governo /opposizioni non si preoccupino tanto di fare una politica industriale decente schiavi di lobbies e giochi di potere insulsi (fincantieri??)

aggiungici la cultura dell'italiano medio che detesta chi possa "fare soldi" anche onestamente per un' inspiegabile invidia, quindi non compro italiano e cerco pure di fregare più che posso, meno pil più interessi sul debito e più attacchi dalle soc di rating; alla fine ogni Paese ha la fine che merita perchè la stragrande maggioranza delle persone lo merita..

qui ci sarebbe da fare una rivoluzione (anche culturale), altro che grillini etc e nuovo che più nuovo non si può..e inculcare l'educazione civica in testa a chi non ne vuole sapere e spiegare dall'asilo cosa sia il Bene Nazionale..

scusate il post prolisso

Modificato da 33stradale
ortografia
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secondo me bisogna capire se i giudizi che diamo sono da appassionati di auto o da italiani

nel primo caso possiamo teorizzare quanto vogliamo ma nel secondo caso dobbiamo ricordare che l' Italia senza fiat avrebbe un contraccolpo dal punto di vista finanziario con ripercussioni sul sociale dal quale difficilmente ci si tirerebbe fuori. A maggior ragione se consideriamo la pochezza della classe politica attuale da una parte e dall' altra.

in definitiva non capisco chi ritiene che quello che accade a fiat oggi come oggi non lo debba riguardare. E' una visione miope destinata a scontrarsi con problemi che forse non riusciamo ad immaginare al momento.

io so solo, se qualcuno ha voglia di fare una verifica e' benvenuto, che i cicli economici fiat coincidono da sempre con quelli dell' intero paese. Sara' una combinazione ?

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Ovviamente no, visto che i mercato principale di Fiat è sempre stato (ed è ancora) l'Italia.

La dipartita di Fiat dal suolo italico sarà una mazzata tremenda, anche se diluita nel corso degli anni; speriamo di riuscire ad evitarla...

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

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su questo aspetto aggiungo solo due o tre problemi molto più terra terra che non riguardano il gruppozzo, ma pongono serissimi problemi a tanta gente che prova a fare impresa.

accesso al credito: ho constatato sulla mia pelle e sulla pelle di gente che conosco che le banche il credito lo danno troppo spesso a chi vogliono loro. Nella fattispecie il più delle volte trattasi di gruppi o imprese che magari hanno un loro uomo comodamente seduto in una poltrona della fondazione o del consiglio della banca stessa. Il progetto industriale, la solidità finanziaria, la capitalizzazione di chi richiede spesso non vengono tenuti in dovuto conto.

normative varie: ci lavoro tutti i giorni e ogni giorno è peggio. Conosco un'azienda che per riuscire ad avere una cabina di trasformazione (naturalmente pagata e realizzata in proprio) ha aspettato un anno, le urbanizzazionii spesso non esistono. Il mio comune ha venduto lotti p.i.p senza averli nemmeno mai visto, altro che bonificati.. un cliente si è trovato un laghetto di 500 mq dove avrebbe dovuto realizzare lo stabilimento.

Tutti gli stati evoluti si sono dotati di normative, la differenza è che all'estero queste normative sono circostanziate, da noi si rimanda tutto all'interpretazione di chi effettuerà i controlli, in questo modo si dilatano i tempi, nessuno prende decisioni ci si rimpallano responsabilità e tutto rimane fermo. E l'azienda ci smena tanti soldi.

ruolo dello stato: ci si dimentica troppo spesso del fatto che il più grande debitore di tanta piccola e media industria è lo stato stesso. Troppe forniture e appalti vengono pagati con ritardi spaventosi (nel mio piccolo ho seguito un lavoro per un comune nel lontano 2006: non ho ancora visto un soldo) , le fatture non pagate in banca non si possono scalare, ma, allo stesso tempo, lo stato esige pagamenti in tempi precisi. Con questo circolo vizioso in molti sono costretti a portare libri in tribunale.

scarsa propensione a fare lobby. Cosa in cui sono barvissimi tedeschi e inglesi, ci si fa concorrenza, anche dura, internamente, ma si guarda all'estero con la forza penetrativa di organizzazioni di settore compatte ed efficienti. Da noi si preferisce guardare con invidia chi fa più risultati pensando che, anzichè essere magari più bravo, di sicuro avrà fatto chissà quali magheggi.. e se magari a quest'ultimo comincia a girare male sotto sotto si gode..

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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su questo aspetto aggiungo solo due o tre problemi molto più terra terra che non riguardano il gruppozzo, ma pongono serissimi problemi a tanta gente che prova a fare impresa.

accesso al credito: ho constatato sulla mia pelle e sulla pelle di gente che conosco che le banche il credito lo danno troppo spesso a chi vogliono loro. Nella fattispecie il più delle volte trattasi di gruppi o imprese che magari hanno un loro uomo comodamente seduto in una poltrona della fondazione o del consiglio della banca stessa. Il progetto industriale, la solidità finanziaria, la capitalizzazione di chi richiede spesso non vengono tenuti in dovuto conto.

normative varie: ci lavoro tutti i giorni e ogni giorno è peggio. Conosco un'azienda che per riuscire ad avere una cabina di trasformazione (naturalmente pagata e realizzata in proprio) ha aspettato un anno, le urbanizzazionii spesso non esistono. Il mio comune ha venduto lotti p.i.p senza averli nemmeno mai visto, altro che bonificati.. un cliente si è trovato un laghetto di 500 mq dove avrebbe dovuto realizzare lo stabilimento.

Tutti gli stati evoluti si sono dotati di normative, la differenza è che all'estero queste normative sono circostanziate, da noi si rimanda tutto all'interpretazione di chi effettuerà i controlli, in questo modo si dilatano i tempi, nessuno prende decisioni ci si rimpallano responsabilità e tutto rimane fermo. E l'azienda ci smena tanti soldi.

ruolo dello stato: ci si dimentica troppo spesso del fatto che il più grande debitore di tanta piccola e media industria è lo stato stesso. Troppe forniture e appalti vengono pagati con ritardi spaventosi (nel mio piccolo ho seguito un lavoro per un comune nel lontano 2006: non ho ancora visto un soldo) , le fatture non pagate in banca non si possono scalare, ma, allo stesso tempo, lo stato esige pagamenti in tempi precisi. Con questo circolo vizioso in molti sono costretti a portare libri in tribunale.

scarsa propensione a fare lobby. Cosa in cui sono barvissimi tedeschi e inglesi, ci si fa concorrenza, anche dura, internamente, ma si guarda all'estero con la forza penetrativa di organizzazioni di settore compatte ed efficienti. Da noi si preferisce guardare con invidia chi fa più risultati pensando che, anzichè essere magari più bravo, di sicuro avrà fatto chissà quali magheggi.. e se magari a quest'ultimo comincia a girare male sotto sotto si gode..

si può solo quotare: aggiungo due osservazioni:

1) lo Stato, con gli Enti locali, è debitore di circa 70 mld di euro: sono debiti ormai a bilancio o scaturenti comunque da contratti se non da sentenze: si sa che non vi sono i soldi per immaginare saldi in tempi ragionevoli e, non a caso, tra corruzione e mancati pagamenti, molti manco vogliono lavorare più con la P.A.: tuttavia, mi sfugge il motivo per cui, un amante della fantasia come Tremonti, che a momenti cartolarizzava il Colosseo, non mette nero su bianco che tutti questi debiti, per cui è prova certa, saranno onorati entro la data x e magari in n. y rate: consentirebbe lo sconto e molti andrebbero in banca a prendere 80, o anche 70 o 60, ma subito, con quell'iniezione di liquidità che manca e che le banche di loro non ti danno manco morte: sul punto non dimenticherei che le banche sono le maggiori beneficiarie dello scudo fiscale: su 100 mld, se 5 sono stati pagati allo Stato, gli altri sono fisicamente rientrati almeno per la metà e certo questi signori una cinquantina di mld di euro non li hanno messi sotto il materasso ma in banca: può sorgere il dubbio che le banche c'abbiano ripianato le porcate del "tempo folle" e non certo favorito l'erogazione del credito ?

2) Fabbrica Italia non è uno spot e non è neppure un atto d'amore per l'Italia: è una necessità: se SM vuole raggiungere la massa critica deve farlo producendo auto: Polonia e Brasile sono vicine ai massimi; le fabbriche americane sono in via di ottimizzazione; urge evitare che in Italia, dove ci sono stabilimenti moderni (persino Pomigliano), si resti sotto il 50%: quindi non credo voglia andare via dal Paese dove comunque c'è l'engeneering del Gruppo (salvo in molti offrano le condizioni serbe): credo stia giocando, bene, a quel poker di cui è maestro per ottenere le migliori condizioni in un Paese che, oggettivamente, non attrae investimenti per i molti noti motivi: poi, sul debito di riconoscenza verso il Paese, etcc... , son parole che, più o meno vere, lascerei agli storici (o ai politici)...

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E' il perchè lo fa ( perdita di competitività ed impoverimento dell'Italia ) che mi fa paura.

E questo non è certo colpa di Sergione , ma mi fa paura lo stesso.

eh,eh..caro Steve, ma la ricetta per evitare questo è ANCHE rimboccarsi le maniche e migliorare la produttività...più lavoro più produzione e più salario...

fagliela capire alla CGIL.

ragazzi ribadisco a parte Fiat le aziende che vogliono andare avanti tenderanno a delocalizzare sempre di più.

come fare per impedirlo? rimboccarsi le maniche e fare anche i lavori che oggi fanno gli immigrati...... punto e fine.

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sembra avere a cuore il destino del paese...

certo che però prima si diceva che la mancanza della Fiat fosse la rete di vendita, ora che c'è (o cmq è migliorata) grazie a Chrysler anche in USA il problema è la produzione...e intanto non si investe sul prodotto...

mah...continuo a vederla male...

Modificato da Zyx

 

  • Auto attuale: Mercedes Benz Classe A180 CDI Sport
  • Auto in famiglia (passato e presente): Jeep Renegade 2023 - Lancia Ypsilon 2021 - Fiat Panda 2021 - Alfa Giulietta 2013 - Fiat Bravo 2007 - Fiat Grande Punto 2006 - Alfa 147 2004 - Fiat Punto 2001 - Fiat Marea 1999 - Fiat Tipo 1994 - Fiat Punto 1994 - Fiat Tipo 1989 - Fiat Panda - Fiat Uno - Fiat 126 - Fiat 124

 

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