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Marchionne: la volontà di non introdurre nuovi modelli è parte di una strategia


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Ci vorrà un paio d'anni per far ripartire il mercato dell'auto. Ne è convinto Sergio Marchionne, amministratore delegato del Lingotto, che a margine del conferimento della laurea ad honorem a Giorgetto Giugiaro, sostiene che la Fiat non abbia perso quote di mercato a causa del mancato rinnovo dei modelli. «Non credo che sia quello il motivo», prosegue Marchionne che sottolinea che la volontà di non introdurre in un mercato depresso nuovi modelli faccia parte di una strategia. :pen::pen::(«Nel segmento A e B si è svuotato il tubo. Si faccia ripartire il mercato, ci vorrà un paio di anni».

Marchionne, anticipando che la nuova Y10 sta per arrivare sul mercato, ha respinto le critiche secondo cui la crisi di mercato denunciata nell'ultimo periodo dal gruppo torinese sia riconducibile al fatto che il parco modelli di Fiat sia vecchio. «Non credo - spiega - che sia così». La strategia di Fiat è stata ben pianificata per raggiungere un determinato obiettivo. «Il mercato è in linea con le previsioni. Ho incontrato a Bruxelles tutti gli altri costruttori europei: la ripresa dei numeri delle case non solo europee ma anche americane è dovuta semplicemente alla crescita dei mercati esteri».

Interpellato su un'eventuale applicazione del modello Pomigliano a Mirafiori, l'ad del Lingotto risponde: «E' un'idea fenomenale, se riusciamo ad arrivare a quel livello là partiamo immediatamente. Abbiamo le vetture da fare. C'è un accordo di principio con alcuni sindacati, vediamo se riusciamo a ricucire il tutto». Alle voci che arrivano da sindacato che parlano di un trasferimento della produzione della Mito a Melfi e dell'inizio della produzione di un Suv a Mirafiori l'a.d. di Fiat risponde con ironia sottolineando che le strategie del gruppo torinese sono pianificate «da una massa di bravissimi ingegneri». A quanti gli fanno notare che la Fiom torinese sostiene che l'azienda non li abbia ancora convocati, Marchionne risponde secco: «Alle dichiarazioni della Fiom non rispondo più, non ne vale la pena».

Il Sole 24 Ore - 11 nov 2010

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Questo è negare l'evidenza.

Fiat ha una gamma obsoleta e perde più di tutti gli altri costruttori.

Seicento, Punto Classic, Multipla, Idea, Croma sono prodotti oramai imbarazzanti con una media di età superiore ai 10 anni!!!

Marchionne si lamenta poi della crisi del mercato interno mentre gli altri costruttori possono beneficiare della ripresa dei mercati esteri.

E Fiat cosa fa sui mercati esteri? Perde quote ancora peggio che in Italia e non solo di mercato ma di immagine.

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Ma allora perché tutti, dico t u t t i, gli altri costruttori hanno affrontato la crisi inondando il mercato di modelli, i più normali come i più futili?

Se hanno toppato tutti vuol dire che ne resterà uno solo, la Fiat? :D

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Si è dovuto arrampicare sugli specchi per giustificare l'enorme confusione che regna nel gruppo da anni a questa parte in fatto di visione strategica, innovazione e marketing. Tutto qui. Vedremo quanti clienti passati ad altri lidi torneranno in futuro alle auto del gruppo. E' come chiudere le stalle quando tutti i buoi sono già scappati.

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Ma questo manager c'è o ci fa?

"Ci sono persone che amano circondarsi di cose il cui valore concreto si esprime anche nel valore formale. Molto probabilmente una Lancia fa parte del loro mondo."

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"Il successo non si improvvisa, ma al contrario è sempre frutto di fantasia, applicazione, dedizione e tenacia." (Vittorio Ghidella)

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Finanziariamente Marchionne pare capace, ha poi raggiunto dei successi, la separazione da GM, l'accorpamento di Chrysler, la JV con Tata in India, ma come prodotto è disastroso.

Sono infatti in attesa di vedere la prima Fiat made in Marchionne (non parlo di Lancia e Alfa ma Fiat).

La 500 venne infatti impostata dalla gestione di Boschetti (forse la migliore), la Bravo da Demel con pochissimi gli aggiustamenti di Marchionne che però ne cancellò la prevista versione SW.

Ai tempi di 500 e Bravo c'erano però De Meo e Perosino che poi sono scappati in VW, mentre ora...

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:roll::roll::roll::roll::roll::pen::pen::pen::shock::shock::shock::shock::pz:pz:pz:pz

No ma è l'aver coraggio di dire certe cose è quello..........

......vabbè dai son tutti scemi quelli che tirano fuori nuovi modelli, fa bene FIAT a stare immobile e a perdere fette di mercato.

Io sinceramente posso pensare che lui abbia una sua strategia di tornacconto personale........ma il problema è che ci sono persone che gli credono............

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A volte, nei processi, quando sai che l'avversario sta per depositare un documento che ti inchioda, lo presenti prima tu, cercando di enfatizzare (nei limiti del possibile) gli argomenti a tuo favore e per disinnescare l'effetto psicologico che gioverebbe all'avversario.

In generale, è stupido tentare di mantenere un segreto "di Pulcinella", meglio anticipare la rivelazione ed essere il primo a commentare.

Penso che Marchionne, da buon manager, sappia che ormai Fiat sta rischiando in borsa, anche gli analisti - che di macchine magari non capiscono niente e possono ingenuamente sperare in Giulietta e 500 bicilindrica - alla fine vedono i dati di vendita e notano che non ci sono modelli nuovi all'orizzonte.

Prima che questa consapevolezza si diffonda come rumor di borsa (con effetti devastanti sulla quotazione del titolo), lui anticipa tutti e dice che l'attesa è "cosciente e volontaria". Forse funziona anche, considerando quanto impatto hanno i fattori emotivi in borsa. Per il titolo, meglio prendere atto di qualcosa che è stato detto direttamente dall'AD del gruppo, che subire il sussurro che la catastrofe è imminente mentre a Torino continuano ad abbaiare alla luna.

Marchionne non capisce niente di auto, ma capisce molto di mercato. Non penso che questa esternazione sia stata deliberata tra una bottiglia di whisky e una riga di coca.

Almeno, lo spero per gli azionisti Fiat...;)

Giulia Nuova Super 1300

75 1.8 carburatori

33 IE Imola

145 1.6 TS 16V

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Riprendo dall'Espresso del 20 ottobre:

"Assai più critiche le considerazioni di un altro esperto del settore, che preferisce restare anonimo: "Il concetto del "risparmio di cartucce", tradotto in soldoni, vuol dire che non ci sono quattrini sufficienti per investire su tutti i modelli che servono per avere una gamma all'altezza della concorrenza. Ricorda più la favola della volpe e l'uva, piuttosto che una scelta strategica. Una nuova vettura, secondo quanto si utilizza di componenti già esistenti, costa dai 200 ai 500 milioni di euro. Se non li spendi, risparmi ma intanto gli altri, che non la pensano come te, ti soffiano clienti che non sarà facile riconquistare quando tu avrai deciso di lanciare auto che, magari, sono già "invecchiate" perché pensate anni addietro". Eccellente ristruttoratore applaudito dalla comunità finanziaria, in sei anni di leadership Marchionne non ha però lasciato il segno come "costruttore" di modelli di successo, con l'eccezione della Fiat 500 che tuttavia, da sola, non può cambiare i destini di un'azienda".

Aggiungo però come la Fiat 500 non sia assolutamente un prodotto suo ma di Boschetti che volle la Trepiùno e ne fece partire lo sviluppo poi appoggiato anche da Demel. Quando arrivò Marchionne l'auto era pronta e finita.

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