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Marchionne: la volontà di non introdurre nuovi modelli è parte di una strategia


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..

a volte basta leggere il titolo del topic ;)

hai ragione, non sono stato chiaro.

a mio avviso la strategia sottostante non è quella dichiarata,

quello che dice è talmente insensato da dimostrare in maniera autoevidente (a mio umilissimo e non professionale parere) che ci vuole prendere per il culo.

qualificarla in un modo o nell'altro diventa quindi una perdita di tempo.

Ciao

Luxan

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beh, è ancora presto per vedere se la strategia di Marchionne sia un fiasco oppure no, lo dirà solo il tempo, l' unica cosa che possiamo fare e aspettare e vedere come va a finire.... Fiat è sempre stata così, rispecchia un pò quel che è il suo paese d' origine, perennemente in crisi... :muto::§:§:mrgreen:

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:shock: a leggere il " letterale contenuto" l'unica cosa che si puo' affermare ...e' proprio che non dice QUALE sia la strategia:lol:

si può anche dire che lascia immaginarne una, negando l'evidenza dei fatti (come sostiene anche isogrifo nella prima risposta di questo 3d)

beh, è ancora presto per vedere se la strategia di Marchionne sia un fiasco oppure no, lo dirà solo il tempo, l' unica cosa che possiamo fare e aspettare e vedere come va a finire.... Fiat è sempre stata così, rispecchia un pò quel che è il suo paese d' origine, perennemente in crisi... :muto::§:§:mrgreen:

questo è vero, io non so se sarà un fiasco a livello complessivo.

dico (anzi, ripeto) che sembra volerci prendere in giro.

Ciao

Luxan

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di strategia ne ha una ben chiara, eccome. Peccato sia una strategia molto finanziaria e molto poco industriale

per come la vedo io OGGI le due cose purtroppo sono molto legate, "fabbrica italia" a me pare una strategia industriale, il problema è che mi sembra un pò la bombola dell'ossigeno per un tessuto industriale (quello di fiat in Italia) necrotico.

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Approposito di SUV e di tamarri, ieri mi è capito di incrociare un Patriot (che IMHO insieme al prossimo GC è l'unica cosa davvero vendibile in EU nel listino Jeep e sui varrebbe la pena di fornire un benza e un diesel "umano") con cerchiazzi ribassati, devo dire che fà la sua porchissima figura.

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per come la vedo io OGGI le due cose purtroppo sono molto legate, "fabbrica italia" a me pare una strategia industriale, il problema è che mi sembra un pò la bombola dell'ossigeno per un tessuto industriale (quello di fiat in Italia) necrotico.

eccome se sono legate, e sinceramente in questo troiaio la fiat mi sembra il problema minore, per lo meno non così di primo piano come si vorrebbe far credere.

Quest'anno tra servizi e pmi si son persi più di tre volte gli occupati del gruppozzo e nei tg continuiamo a vedere gli incazzosi della fiom che bisticciano per la causa caffè. (piccolo OT: vi siete accorti che la notizia in cui il nuovo presidente cgil si è smarcato dalla linea muro conto muro di fiom è passata in sordina?)

Sinceramente non mi interessa il nome che sarà scritto tra qualche anno sul pacchetto di maggioranza del gruppozzo, nè sinceramente mi è mai interessato più di molto. La vera sfida credo riguardi il paese.

L'ipotetica (imho possibile, se ne parla da talmente tanti anni che mi ha quasi stufato, però ricordiamoci che Maglionne era stato indicato, ai tempi dell'insediamento, come colui che avrebbe tentato il risanamento per poi realizzare) cessione del comparto auto potrebbe trasformarsi da evento nefasto per l'occupazione in possibilità di sviluppo per un settore industriale morente, e qui si torna al discorso che coinvolge fabbrica italia e tutte le parti.

Intendiamoci: checchè ne dicano in molti, il gruppozzo non è una scatola vuota ha ancora buone capacità progettuali e impianti industriali moderni. La vera sfida è porre le condizioni serie perchè un futuro acquirente possa considerare conveniente continuare a costruire in italia. E qui ci vuole anche l'aiuto della politica e delle controparti. Mica intendo ridursi in schiavitù, semplicemente lavorare per un obbiettivo condiviso ben preciso, non inalberarsi per inutili questioni di principio. All'estero spesso mica si lavora di più (trovatene uno al telefono dopo le 5..), si lavora meglio, con più organizzazione. E vale per tutto.

Certo che poi se, dopo lo sciagurato gp di ieri, la politica anzichè farsi due porzioni di cazzi propri (e magari anche nostri) si mette a chiedere la testa di Montezuma, vabbè piglio il post che ho appena scritto e posso utlizzarlo come carta da culo...

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Intendiamoci: checchè ne dicano in molti, il gruppozzo non è una scatola vuota ha ancora buone capacità progettuali e impianti industriali moderni. La vera sfida è porre le condizioni serie perchè un futuro acquirente possa considerare conveniente continuare a costruire in italia. E qui ci vuole anche l'aiuto della politica e delle controparti. Mica intendo ridursi in schiavitù, semplicemente lavorare per un obbiettivo condiviso ben preciso, non inalberarsi per inutili questioni di principio. All'estero spesso mica si lavora di più (trovatene uno al telefono dopo le 5..), si lavora meglio, con più organizzazione. E vale per tutto.

Sottoscrivo tutto il tuo intervento (in particolare l'epilogo sulle commistioni tra politica, Formula 1 ed igiene intima) ma voglio soffermarmi un'attimo sulla parte citata poiché non credo che Marchionne sia uno stupido (a differenza di quanto viene qui asserito). Credo che una parte del suo progetto verta attorno al tentativo di razionalizzazione del Gruppo FIAT e, se necessario, dal tentativo di affrancarlo dall'obbligo di produrre in Italia.

Ora ha una base operativa negli Stati Uniti molto forte, sta potenziando le proprie strutture in Sud-America e ha aperto una nuova fabbrica in Serbia, nonostante gli stabilimenti italiani siano sotto-utilizzati ed il mercato automobilistico sia in crisi; se tutto ciò non è un indizio della volontà di ridurre la dipendenza del Gruppo FIAT dall'Italia…

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per come la vedo io OGGI le due cose purtroppo sono molto legate, "fabbrica italia" a me pare una strategia industriale, il problema è che mi sembra un pò la bombola dell'ossigeno per un tessuto industriale (quello di fiat in Italia) necrotico.

intanto affferma che e' una strategia di medio periodo (parla di 2 anni prima della ripresa del mercato) quindi il risultato (se ci sara' o quale sara') si vedra' solo fra 3 anni quindi giudicare ora mi pare prematuro.

poi l'idea non dichiarata esplicitamente per non turbare gli animi mi pare tutto fuorche' complessa:

una volta accettato che per 2 anni .."non ci sara' trippa per gatti" (ndr . Lui la precedente previsione sulla crisi l'ha azzeccata)

allora approfitto della pausa "forzata" per preparmi al futuro:

investo dove ho certezze e dove trovo la volonta di ricominciare (USA)

Lascio ri bollire nel loro brodo "fabbrica italia" perche' per lanciare nuovi modelli oltre a progettarli e investire occorre SOPRATUTTO in questo caso scegliere lo stabilimento/condizioni contrattuali etc e risolvere i problemi di sovra produzione (e di mosse di politica industriale in questo senso ne sono state fatte molte)

se fra 2/3 anni in USA ci sara' un discreto successo e qui in italia si saranno risolte le questioni prettamente "politico sociali"(*) sul; tavolo ,

allora ci saranno le condizioni per ripartire sfruttando possibilmente l'onda americana...quindi comunque tutt'altro che un problema di set-up Quadirlatero Alto o di Alfa in generale (come invece viene sempre interpretato tutto)

....altrimenti.(punto)

* perche' mentre ad es. Tony pare possa agire indipendentemente dai suoi colleghi "lamentosi abituati a campare bene di rendita" ,

in realta' in organizzazioni piu' complesse se almeno la maggioranza non e' intenzionata a collaborare Tu come singolo e' perfettamente inutile che ti "aggiti".

....Curioso che ogni volta che in Italia si tocca lo status quo salta fuori il "gomblotto" :shock:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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