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Lo scandalo Parmalat:simbolo di un sistema bancario corrotto


Guest DESMO16

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Guest DESMO16

Capitalia replica a Tanzi: nostro operato sempre corretto

Parmalat: inesistente attivo di 4,2 miliardi di euro

Pronti entro fine di gennaio i veri conti del colosso agroalimentare, ma le casse dell'azienda sarebbero vuote

PARMA - Saranno pronti intorno alla fine di gennaio i conti rielaborati del gruppo Parmalat, grazie all'ausilio dei consulenti e degli advisor nominati dal commissario straordinario Enrico Bondi. Lo si apprende da fonti vicine allo stesso Bondi, secondo le quali «pensavamo di trovare 4,2 miliardi di attivo che invece non ci sono».

Le pm di Parma Antonella Ioffredi (a sinistra) e Silvia Cavallari titolari dell'inchiesta (Ap)

«Stiamo lavorando - ha aggiunto la fonte - per rispettare la data di fine gennaio, ci stiamo muovendo sia in Italia sia all’estero, con l’obiettivo di arrivare presto anche al nuovo piano industriale». Circa l’ipotesi di azioni contro le ex banche creditrici la stessa fonte precisa che: «La legge impone di procedere contro tutti i soggetti che possano avere avuto qualche responsabilità».

LA REPLICA DI CAPITALIA - E proprio dal fronte bancario vengono le prime repliche alle accuse fatte da Tanzi in carcere contro esponenti del mondo bancario tra cui il presidente di Capitalia Cesare Geronzi.

La banca guidata da Cesare Geronzi si mette a disposizione dei magistrati dicendosi pronta a «fornire i documenti che dimostrano in maniera inequivoca la correttezza del proprio operato». E, intanto, intende «confutare» le dichiarazioni rese da Tanzi e Tonna, «non con proprie valutazioni, ma con quelle che all'epoca espresse sull'operazione Eurolat dai principali commentatori e analisti internazionali». In particolare, Capitalia cita le valutazioni di Credit Suisse/First Boston che, nel febbraio 1999, scriveva: «Riteniamo che le sinergie derivano dalla integrazione dei marchi lattiero-caseari di Cirio e Parmalat che consentiranno di raggiungere una quota di mercato del 40% del latte fresco e del 50% in quello a lunga conservazione». A marzo dello stesso anno, ricorda ancora Capitalia, il Credit Lyonnais diceva che, «nonostante le numerose acquisizioni effettuate, Parmalat ha sistematicamente creato valore...Quale risultato delle sinergie generate - principalmente per effetto della maggiore dimensione, che migliora la redditività delle società acquisite - e del contenuto prezzo pagato per le acquisizioni, il Gruppo ha realizzato rapidi incrementi».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/01_Gennaio/12/parmalat.shtml

...dove andremo a finire di questo passo?...le piccole e medie imprese devono soccombere (ma anche Fiat ha dovuto pagare pesantemente) al dictat dei nuovi usurai quali sono i vertici delle banche ed intanto migliaia di famiglie rischiano di finire sul lastrico con i risparmi di una vita...

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Guest Abarth03
...dove andremo a finire di questo passo?...le piccole e medie imprese devono soccombere (ma anche Fiat ha dovuto pagare pesantemente) al dictat dei nuovi usurai quali sono i vertici delle banche ed intanto migliaia di famiglie rischiano di finire sul lastrico con i risparmi di una vita...

Eh Desmo...tu hai ragione. Io purtroppo di economia non ne capisco una mazza, l'unica cosa che ho pensato è che questo è il risultato...questo è ciò che accade quando si ha tanto e si vuole avere ancora di più... :(

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Purtroppo queste cose succedono quando un imprenditore che perde la bussola (nel senso che invece di occuparsi di fare solo l'imprenditore si occupa anche di finanza per scopi più o meno chiari), cerca (e trova) banchieri con pochi scrupoli disposti a tutto pur di portare a casa (in banca) qualcosa in più. Il caso Parmalat è veramente drammatico, e fa sorgere molti dubbi sulle reali capacità di una certa imprenditoria italiana, presa solamente ad occuparsi dell'arricchimento facile senza verificare se effettivamente le fondamenta sono solide. Delle banche poi, meglio non parlarne; pensano solamente a fare i propri interessi ed a farlo senza scrupoli (e qui proprio il caso Parmalat dimostra come anche le banche straniere siano uguali alle nostre). Che fare ? Purtroppo la risposta non è semplice, ma ritengo che prima di tutto si dovrebbe tutti cercare di lavorare con un maggiore riguardo ai valori etici e morali, mettendo in secondo piano il proprio interesse particolare. A questo punto però serve anche una forte modifica di tutto il sistema economico-finanziario di un paese, dove i poteri forti sono sempre più intoccabili. Io non so chi abbia ad esempio ragione nella diatriba che giornalmente si assiste tra Tremonti e Fazio, con parziale coinvolgimento anche della Consob. Ma so che finché vi sono troppi controllori, nessuno controlla, perché tutti fanno lo scarica barile. Si deve unificare in un unico organismo il quale controlli dall'A alla Z, senza equivoci. Le forze ed i mezzi ci sono, basti pensare che solamente in Banca d'Italia vi sono 9.000 dipendenti (molti dei quali strapagati). Ma purtroppo in Italia i poteri forti sono inamovibili ed intoccabili. Quindi non ci resta che sognare, e soprattutto investire solamente una piccola parte dei propri risparmi in azioni ed obbligazioni.

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Guest Abarth03
sapete che SANTAL, POMI' ,MR.DAY erano suoi???

Certamente... :wink:

e Parmalat, una ventina d'anni fa, era stata lo sponsor principale della Brabham BMW Turbo in F.1. Ricordo di aver visto perfino il marchio Santal sulle fiancate della monoposto!

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sapete che SANTAL, POMI' ,MR.DAY erano suoi???

Decine e decine di piccole, medie piccole e medie aziende erano sue.

In provincia di Bergamo esiste da sempre la Lactis, produce del buon latte e degli Yogurt fantastici.

In alcune zone delle valli opera in regime di quasi monopolio, una azienda con dei bilanci veramente invidiabili.

Il ciclone Parmalat (gruppo al quale appartiene) ha avuto effetti devastanti.

Sono in procinto (forse è già accaduto negli scorsi giorni) di portare i libri in tribunale !!

Una azienda che produce ottimi prodotti, con bravi dipendenti, con ottimi bilanci...... costretta a chiudere a causa di loschi individui che si fanno chiamare imprenditori...

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In provincia di Bergamo esiste da sempre la Lactis, produce del buon latte e degli Yogurt fantastici.

In alcune zone delle valli opera in regime di quasi monopolio, una azienda con dei bilanci veramente invidiabili.

Una azienda che produce ottimi prodotti, con bravi dipendenti, con ottimi bilanci...... costretta a chiudere a causa di loschi individui che si fanno chiamare imprenditori...

MA CHE TRISTEZZA! :(:(:(

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Purtroppo queste cose succedono quando un imprenditore che perde la bussola (nel senso che invece di occuparsi di fare solo l'imprenditore si occupa anche di finanza per scopi più o meno chiari), cerca (e trova) banchieri con pochi scrupoli disposti a tutto pur di portare a casa (in banca) qualcosa in più. Il caso Parmalat è veramente drammatico, e fa sorgere molti dubbi sulle reali capacità di una certa imprenditoria italiana, presa solamente ad occuparsi dell'arricchimento facile senza verificare se effettivamente le fondamenta sono solide. Delle banche poi, meglio non parlarne; pensano solamente a fare i propri interessi ed a farlo senza scrupoli (e qui proprio il caso Parmalat dimostra come anche le banche straniere siano uguali alle nostre). Che fare ? Purtroppo la risposta non è semplice, ma ritengo che prima di tutto si dovrebbe tutti cercare di lavorare con un maggiore riguardo ai valori etici e morali, mettendo in secondo piano il proprio interesse particolare. A questo punto però serve anche una forte modifica di tutto il sistema economico-finanziario di un paese, dove i poteri forti sono sempre più intoccabili. Io non so chi abbia ad esempio ragione nella diatriba che giornalmente si assiste tra Tremonti e Fazio, con parziale coinvolgimento anche della Consob. Ma so che finché vi sono troppi controllori, nessuno controlla, perché tutti fanno lo scarica barile. Si deve unificare in un unico organismo il quale controlli dall'A alla Z, senza equivoci. Le forze ed i mezzi ci sono, basti pensare che solamente in Banca d'Italia vi sono 9.000 dipendenti (molti dei quali strapagati). Ma purtroppo in Italia i poteri forti sono inamovibili ed intoccabili. Quindi non ci resta che sognare, e soprattutto investire solamente una piccola parte dei propri risparmi in azioni ed obbligazioni.

Condivido in pieno: bel ragionamento.

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sapete che SANTAL, POMI' ,MR.DAY erano suoi???

Certamente... :wink:

e Parmalat, una ventina d'anni fa, era stata lo sponsor principale della Brabham BMW Turbo in F.1. Ricordo di aver visto perfino il marchio Santal sulle fiancate della monoposto!

Ma non è che si sono rovinati pagando il cappellino di Niki Lauda? :D

Certo che, scherzi a parte, Niki ha abbandonato in tempo la nave..sarebbe stata una bella sp....nata anche per lui girare di questi tempi con quel cappellino in testa..

"Bene non va, comunque non mi fermo".

( Tazio Nuvolari )

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