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Visto che non molto tempo fa nelle apposite discussioni, parlavamo dell'utilità degli acceleratori di particelle, eccone un esempio concreto e decisamente importante ;)

Fra qualche anno, l’Ospedale Regina Elena di Roma sarà dotato di un apparecchio innovativo per la radioterapia che permetterà di curare in maniera efficace diversi tipi di tumore.

L’apparecchio sarà il frutto di una collaborazione tra Regione Lazio, ENEA, l’Istituto Superiore di Sanità, e gli istituti di Regina Elena e San Gallicano.

La conferenza stampa di presentazione si è tenuta alla presenza del Presidente della Regione Renata Polverini del Commissario dell’ENEA Giovanni Lelli e dei rappresentati delle istituzioni coinvolte.

Renata Polverini (Presidente Regione Lazio): ”Una macchina che sarà a disposizione di tutto il centro sud d’Italia, in Italia ce né soltanto un’altra, precisamente a Pavia che però non opera, in tutta Europa ce ne saranno massimo trenta”.

La macchina, che si chiamerà Top Implart, è un acceleratore lineare di protoni e verrà costruita nel centro Ricerche ENEA Frascati.

Ma qual è l’innovazione e il vantaggio di questo tipo di radioterapia chiamata Protonterapia?

La radioterapia tradizionale usa fotoni o elettroni, che hanno la caratteristica di cedere maggiore energia all’inizio del loro percorso decrescendo in modo esponenziale, e colpiscono anche gli organi che si trovano prima e dopo quelli da curare.

Il nuovo sistema invece utilizza i protoni, che cedono maggiore energia a fine percorso, e la concentrano nell’area da curare, senza intaccare gli organi che si trovano dopo il punto da irraggiare, e cedendo una quantità molto più bassa di energia a inizio percorso.

La maggiore precisione di concentrazione del fascio di protoni permette di aumentare la dose della cura e di conseguenza l’efficacia terapeutica senza che questo comporti danni agli organi sani.

E’ possibile stabilire La profondità dell’irraggiamento modificando la potenza dell’acceleratore espressa in Mev ossia megaelettronvolt.

La macchina di protonterapia è modulare e permette di estrarre da ciascuna sezione fasci di protoni a diverse intensità come ci spiega Luigi Picardi dell’ENEA.

Luigi Picardi (ENEA) Secondo l’uscita abbiamo un’ energia diversa, ma in ogni singola sala può essere cambiata l’energia in una maniera elettronica, cioè la prima sala è pensata intorno a 150 Mev, ma l’energia di questo fascio che entra all’interno del paziente per 15 cm, può essere anche diminuita a 85 Mev per la terapia del melanoma oculare”.

Nella prima fase del progetto si arriverà ad una macchina a 150 Mev.

Luigi Picardi (ENEA) Si potranno curare tutte queste patologie che sono la metà delle patologie che si potranno curare a 230 Mev, per cui a 150 Mev la macchina sarà già operativa”.

Quanto tempo bisogna aspettare per vedere questa macchina in funzione?

Luigi Picardi (ENEA) Se tutti i finanziamenti saranno correttamente dati, fra quattro anni potremmo cominciare ad avere, nella regione, un centro di protonterapia”.

E quanti pazienti si potranno curare?

Luigi Picardi (ENEA) A regime potranno essere curati circa 800 pazienti/anno, quando le tre sale che sono state previste, saranno tutte e tre abilitate, non meno di cinque anni da quando si inizierà il progetto”.

ENEA: Acceleratori contro il cancro

Nel link indicato c'è anche un video ;)

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