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La CEE rimprovera la Germania per il caso VW.


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Reuters / January 15, 2004

BRUSSELS (Reuters) - The European Commission could as early as next week ask Germany to change a law that protects Europe's largest carmaker Volkswagen AG from hostile takeovers, a Commission spokesman said on Thursday.

The EU executive has already warned Germany once that the VW law breaches European Union rules on the fundamental freedom of movement of capital and investment. But Berlin has defended the law as useful to protect jobs at the German firm.

The law caps shareholders' voting rights in VW at 20 percent regardless of the size of their stake and gives the government of Lower-Saxony a de facto veto power over unwanted bids.

"The VW case is on the European Commission's provisional agenda for next week," Commission spokesman Jonathan Todd told Reuters, adding the agenda could still be modified.

The VW case is one of several issues where the EU executive is in a confrontation with Germany. Other issues include new rules for takeovers and EU budget deficit rules.

Germany signalled it had no intention to modify the law.

"The government still believes the VW Law is consistent with EU law," said a German government spokeswoman.

Stepped-up legal action against Germany over VW would be the latest move in the Commission's crusade to loosen governments' grip over privatized companies and remove all barriers to cross-border investment.

If Berlin refuses to change the law, it will have to defend its case in front of the European Court of Justice (ECJ), the EU's highest court.

The request for fresh legal action against Germany is to be put to the 20-member strong EU Commission next Wednesday.

Internal Market Commissioner Frits Bolkestein, who is in charge of the VW dossier, has repeatedly voiced his concerns over the law.

The Commission asked Germany to clarify its position with regards to the VW law in March and Bolkestein said in November he was not satisfied with Berlin's reply.

He will need the support of a majority of EU Commissioners to take this sensitive matter to the ECJ.

The Commission's case has been strengthened by recent victories in other court cases involving restrictions to the free movement of capital.

In May the court ordered Britain to scrap a golden share giving it control over airport operator BAA and asked Spain to change a law allowing the government to veto takeovers on privatised companies such as Endesa and Telefonica.

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I più attivi nella discussione

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...mentre qui da noi tutti possono fare quello che vogliono.

Io sono un'europeista convinto, tanto che vorrei lavorare per l'UE.

Però non è accettabile questa sperequazione nel trattamento riservato agli interessi tedeschi rispetto a quelli di altri... a partire dall'Italia, che non è esattamente un piccolo Paese.

Qui si attacca ferocemente la Fiat per i soldi ricevuti dallo Stato (come qualunque altra impresa italiana e straniera, ma anche chiunque avesse voluto impiantare una falsa officina al Sud per prendere i soldi e poi rivendere tutto dopo un paio d'anni) mentre altrove, e non solo in Germania, lo Stato supporta ancora l'industria automobilistica. DIscorsi ovvi, mi rendo conto, ma alla fine il Berlusca che mostra qualche euroreticenza non mi dispiace affatto.

Ciao

Luxan

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Traduco per chi mastica poco l’inglese.

Reuters / 15 Gennaio, 2004

Bruxelles (Reuters).

La settimana entrante la Commissione Europea potrebbe chiedere alla Germania di cambiare una legge che protegge il più grosso costruttore d’auto europeo, Volkswagen AG, da scalate ostili; lo ha detto un portavoce della Commissione Giovedì.

Già una volta l’esecutivo dell’UE ha avvertito la Germania che la legge sulla VW rompe le regole dell’UE sulla fondamentale libertà di movimento di capitali e investimenti. Ma Berlino ha difeso la legge come utile per proteggere i posti di lavoro nelle aziende tedesche.

La legge mette un tetto del 20 percento al diritto dei votanti in VW senza badare alla quantità delle loro azioni e di fatto da al governo della Bassa Sassonia il potere di veto su offerte indesiderate.

“Il caso VW è nella prossima settimana sull’agenda provvisoria della Commissione europea,” ha detto a Reuters il portavoce Jonathan Todd, aggiungendo che l’agenda potrebbe ancora essere modificata.

Il caso VW è una delle numerose questioni dove l’esecutivo dell’UE si sta confrontando con la Germania. Altre questioni includono nuove regole per le acquisizioni di controllo e le regole che governano i deficit di budget.

La Germania ha dato segni che non intende modificare la legge.

"Il governo crede ancora che la Legge di VW sia conforme con la legge dell’UE," ha detto una portavoce di governo Tedesca.

L'azione legale sollevata contro la Germania circa VW sarebbe l'ultimo movimento della Commissione nella crociata per allentare la stretta dei governi sopra le ditte privatizzate e togliere tutte le barriere all'investimento oltreconfine.

Se Berlino rifiuta di cambiare la legge, dovrà difendere il suo caso di fronte alla Corte Europea di Giustizia, la più alta corte dell’UE.

La richiesta per l’azione legale contro la Germania è in programma di essere presentata ai 20 membri della potente Commissione dell’UE il prossimo mercoledì.

Il Commissariodel Mercato Interno Frits Bolkestein, che è incaricato del dossier di VW, ha ripetutamente espresso le sue preoccupazioni circa la legge.

La Commissione ha chiesto alla Germania di chiarire la sua posizione riguardo la legge VW in Marzo e Bolkestein ha detto che a Novembre non era soddisfatto della replica di Berlino.

Egli avrà bisogno del supporto della maggioranza dei Commissari dell’UE per portare questa materia sensibile alla Corte Europea di Giustizia.

Il caso della Commissione è sostenuto da recenti vittorie negli altri casi della corte che hanno coinvolto restrizioni al libero movimento di capitali.

A Maggio la corte ha ordinato alla Gran Bretagna di smantellare una golden share che gli consentiva il controllo dell’operatore aeroportuale BAA ed ha chiesto alla Spagna di cambiare la legge che permetteva al governo di mettere un veto sull’acquisizione di maggioranze delle aziende privatizzate come Endesa e Telefonica.

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...mentre qui da noi tutti possono fare quello che vogliono.

Io sono un'europeista convinto, tanto che vorrei lavorare per l'UE.

Però non è accettabile questa sperequazione nel trattamento riservato agli interessi tedeschi rispetto a quelli di altri... a partire dall'Italia, che non è esattamente un piccolo Paese.

Qui si attacca ferocemente la Fiat per i soldi ricevuti dallo Stato (come qualunque altra impresa italiana e straniera, ma anche chiunque avesse voluto impiantare una falsa officina al Sud per prendere i soldi e poi rivendere tutto dopo un paio d'anni) mentre altrove, e non solo in Germania, lo Stato supporta ancora l'industria automobilistica. DIscorsi ovvi, mi rendo conto, ma alla fine il Berlusca che mostra qualche euroreticenza non mi dispiace affatto.

La questione è che non si può sempre aggiungere fuoco ad una casa che brucia. Se la mettiamo sul piano "se loro rubano, rubo anch'io" possiamo chiudere battenti.

Se la Germania non rispetta le regole non possiamo sentirci in diritto di non rispettare le regole neanche noi, dobbiamo invece sentirci in diritto di gridare allo scandalo e di far sì che la Germania le rispetti anche lei.

Le istituzioni europee esistono: vanno a mio avviso potenziate affinchè riescano a far rispettare le regole a tutti quanti.

L'Euroscetticismo non porta da nessuna parte, o peggio, porta a demolire quel poco che è stato faticosamente costruito ed a regredire verso i dazi doganali per l'importazione della farina.

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Guest Phormula

C'é un vecchio proverbio che suona più o meno così:

"Quando un borsaiolo incontra un uomo santo

tutto quello che vede é la sua borsa".

Tutto questo per dire che vale la pena di guardare alla cosa nel suo insieme, e non solo al fatto che c'é VW di mezzo, cosa che per molti é più che sufficiente per dire che siccome sono VW, allora sono dalla parte del torto.

L'Unione Europea ha tutte le ragioni per sbacchettare il governo tedesco, se questi non rispetta le regole. Ma allo stesso tempo ci si deve chiedere se le regole del gioco siano effettivamente le migliori possibili, ovvero se non siano state definite in base agli interessi ed alle pressioni di certi gruppi di potere e non sulla base del maggior vantaggio per i cittadini di un paese.

Su questo ognuno é libero di avere il suo punto di vista.

Il mio é molto semplice: ci sono aziende che secondo me un paese ha tutto il diritto di considerare strategiche e proteggere da scalate ostili.

Quand'é che una azienda può essere definita strategica? Ad esempio quando fornisce un prodotto o un servizio che é essenziale per il funzionamento del paese. Sinceramente non mi sentirei molto tranquillo nel sapere che il controllo, che so, della società che mi fornisce la corrente elettrica é in mano straniera. Avendo risorse da investire, una società del genere darà sempre la priorità al mercato domestico. Posso trovarmi nella condizione di pagare di più per avere lo stesso prodotto, di essere più vulnerabile (in caso ci sia la necessità di un distacco) e di trovarmi ben presto con una rete obsoleta perché la proprietà vuole investire prima di tutto a casa sua, cioé nel suo paese.

Allo stesso modo secondo me una società deve essere considerata strategica nel momento in cui la sua presenza é fondamentale per l'economia del paese. E questo é il caso non solo della Volkswagen, ma di tante aziende italiane che abbiamo tranquillamente lasciato in mano allo straniero. Salvo poi scoprire che al di là delle belle parole e delle dichiarazioni di intenti, lo straniero voleva solo impossessarsi della tecnologia e della clientela, smantellando la ricerca e sviluppo, trasformandole rapidamente in succursali di vendita se non chiudendole del tutto. Togliere di mezzo una azienda scomoda, sfruttandone il marchio per commercializzare i propri prodotti, o comunque prodotti pensati e costruiti altrove. Neanche la possibilità di portare a casa lo stipendio girando un cacciavite.

E quando aziende italiane hanno tentato di fare la stessa cosa in quegli stessi paesi che scalavano da noi, si sono viste sbattere la porta in faccia, con abili scuse nel "rispetto" delle leggi. E in questo non me la sento di condannare uno stato che possiede il 20% di VW e sta facendo di tutto non perché VW diventi un carrozzone governativo (come lo é stata Alfa e lo sono state molte aziende da noi), ma per evitare che finisca in mano a qualcuno che ne acquisica il marchio e chiuda gli stabilimenti tedeschi, visto e considerato che da VW e dal suo indotto dipende l'economia della Bassa Sassonia e della Germania in generale.

Non é che sono contrario alla globalizzazione, sono contrario a chi mi viene a dipingere la globalizzazione come un fenomeno positivo, che mi porterà solo vantaggi. Qualcuno ha fatto una piccola indagine. Oltre il 95% dei giocattoli acquistati lo scorso Natale é stato fabbricato nel triangolo Cina-Taiwan-Corea. In un altro topic si parlava di Lima e Rivarossi, c'é da rifletterci sopra. Così come c'é da riflettere sopra il fatto che certi stati predicano l'apertura (altrui) al libero mercato, però sono bravissimi a mettere paletti e regole che formalmente non vietano, ma rendono molto difficile esportare da loro. Della serie: sei libero di esportare da me tutta l'insalta che vuoi, però io devo fare dei giusti controlli per tutelare la salute dei miei cittadini, per cui tengo la tua insalata ferma in porto per un mese, fin tanto che non ho finito i controlli. Se nel frattempo é diventata marcia e non la puoi più vendere, pazienza.

Dunque le regole sono fatte per essere rispettate, se un governo non le rispetta, e questo vale anche per gli aiuti alle imprese che falsano la concorrenza, é giusto che venga punito. Ma allo stesso tempo vorrei che ci si interrogasse sul fatto che effettivamente le regole del gioco siano le migliori possibili.

Scusate se sono stato lungo e OT, però come dicevo all'inizio certi argomenti non si esauriscono in due parole.

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Se la Germania non rispetta le regole non possiamo sentirci in diritto di non rispettare le regole neanche noi, dobbiamo invece sentirci in diritto di gridare allo scandalo e di far sì che la Germania le rispetti anche lei.

Sarebbe bello ma è impossibile, visto che anche la Francia fa le stesse cose...

Mentre noi, da bravi coglioni, le rispettiamo in toto e fra poco ci ritroveremo

Il rispetto delle regole deve essere condiviso: se qualcun non le accetta, allora ridefiniamole, magari anche tornando indietro. Si deve procedere di pari passo.

A me viene da ridere a pensare che i crucchi possano lasciare la possibilità di acquistare VW o i francesi EDF. MEntre qui da noi la Edison è in mano francese, la seconda società di telefonia mobile è sparita nelle fauci di Vodafone e c'è pure chi dice che la Fiat sarebbe meglio gestita da stranieri!!! Tanto che la sinistra si è subito affrettata lo scorso anno a ricordare al Berlusca che non si potevano approvare dei provvedimenti contrari alla normativa comunitaria.... come se altrove fosse veramente rispettata. E tutto questo nel totale disinteresse della sorte delle centinaia di migliaia di famiglie che campano con la FIat.

Lo ripeto ancora, scrivo cose del tutto ovvie. Ma bisogna fare attenzione a queste situazioni perchè una volta perso il controllo interno su aziende vitali siamo definitivamente fuori gioco...

Ciao

Luxan

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Allora mettiamoci a giocare al far west.

Se esistono delle regole allora vanno rispettate.

Le regole esistenti non saranno mai le migliori possibili. Non a caso le democrazie prevedono un processo ininterrotto di revisione e ridefinizione delle regole per poter continuamente aggiustare il tiro. Ma una volta scritte ed approvate vanno rispettate, anche se dovessero restare in vigore per solo una settimana.

Se io devo incazzarmi, preferisco farlo prima con i nostri rappresentatnti in Europa e con i nostri governanti.

Quando le regole sono state fatte la Germania o la Gran Bretagna o la Spagna o l'Italia erano lì a scrivere e sottoscrivere e quand'anche le avessero sottoscritte obtorto collo devono comunque rispettarle, altrimenti escono fuori o chiedono una revisione.

Se gli altri non le rispettano e noi siamo gli unici coglioni che le rispettano allora siamo doppiamente colpevoli e dobbiamo doppiamente incazzarci con noi stessi prima amcora che con l'Europa.

Vedo anch'io che l'intera Europa ci usa a suo piacimento, ma se l'Europa ha qualche colpa noi ne abbiamo 10 volte di più.

Se ci inkazziamo per la Fiat prende soldi dallo Stato ci dobbiamo inkazzare di più quando i soldi li prendono le altre aziende private Europee.

Abbiamo una classe dirigente che fa acqua da tutte le parti, ma questo è un nostro affare interno, e di questo l'Europa non ha granchè di colpa.

Non fatemi pensare alla questione dell'energia altrimenti mi viene da vomitare. Un paese assoggettato alla Francia per quanto riguarda l'elettricità non è un paese indipendente, ma una colonia o una repubblica delle banane. Tanto più che ci hanno costruito le centrali nucleari sulla porta di casa come se sapessero in anticipo che noi avremmo avuto bisogno della loro energia.

La pianto quì; il discorso è infinito.

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Il problema è conosciuto da anni ...non dipende dall'europa o da quello

che fanno nei paesi europei per difendere le loro aziende

se le ricapitalizzano e se fanno delle leggi a loro favore (solo loro)

che ne evitino una scalta ostile.

Il fatto è

che noi italiani viviamo ignari di come gli altri fanno i loro interessi

per poi gridare allo scandalo quando noi aiutiamo una nostra Azienda.

Sono incredibili i ricordi sulle ricapitalizzazioni Renault

aiuti Pegout e rinunce agli utili da parte del governo della Sassonia

che detiene il 40% (non 20%) del capitale

o al premio in denaro per ogni VW prodotta in Sassonia.

Per non parlare del miliardo di euro dato a Toyota per lo stabilimeto

in Francia ,per non parlare della Spagna o dell'aiuto

delk governo inglese alle aziende giapponesi alla fine degli anni 80

Ma quando Fiat prese i soldi per lo stabilimento di Melfi

il Kasino fu enorme

per non parlare delle rottamazioni che secondo la media

del popolino italiano altamente numeroso

era un'aiuto alla FIAT e solo lei ....e si gli altri non c'erano.

Tutti viviamo nell'ignoranza di una ENI che fa sviluppo sociale

e invece di una REpsol che grazie al governo Spagnolo vince

contro Eni l'asta per la compagnia petrolifera Argentina e poi rovina l'Argentina.

Bisogna essere crudeli e violenti

nazionalisti ,protezionisti

o forse

basterebbe essere più intelligenti e un po meno Koglioni.

E poi scusate in quale paese i politici hanno

auto straniere.......

escludendo quei paesi che non hanno industrie ?

Comunque vedo che molte cose stanno cambiando

nella vicenda Parmalat....nestlè e danone sono state avvisate

di giarare al largo.

Ne frattempo la giustizia Spagnola persegue Berlusca reo di

essere proprietario del 52% di "la cinco"

non importa

manderemo le fiamme gialle e faremo fallire un po di concessionari Seat

e bruceremo

la macchina a tutti i possessori di IBIZA.

e avanti cosi faremo l'europa

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Il casino per i soldi che Fiat Auto prendeva dallo Stato l'ho fatto anch'io. Ma non perchè ritengo che le istituzioni non debbano aiutare le industrie che hanno un valore strategico. La mia indignazione è derivata dall'osservare che Fiat privatizzava in modo clamorosamente sbagliato gli utili ma statalizzava le perdite. Nulla di strano a privatizzare gli utili. Un'azienda privata è normale che privatizzi gli utili. Ma se l'industria costruisce automobili e prende soldi pubblici per far funzionare meglio l'industria dell'automobile non può essere che appena fa degli utili li investe in cazzate che con l'automobile non hanno nulla da spartire mandandola a puttana.

Se lo Stato ti aiuta nei momenti di crisi lo fa perchè ritiene che la tua attività sia importante per il paese, ma se con gli aiuti statali riesci a risollevarti ed a ritornare a fare utili, allora quegli utili li devi reinvestire nel settore di attività per il quale lo Stato ti ha dato una mano.

Va bene anche investire gli utili per crearsi delle attività di supporto anticicliche, ma non può essere che ti fai prendere la mano da smanie di onnipotenza dimenticandoti del core business.

Comunque ora l'Europa ha deciso che il protezionismo deve sparire, che ci deve essere un libero mercato, che le dogane non devono più esistere, che un cittadino europeo può liberamente investire in qualsiasi paese europeo e che non ci può essere concorrenza sleale fra le aziende europee.

I tempi in cui le aziende potevano essere allegramente aiutate con denari pubblici devono finire, anche quando il 40% di tali aziende è di proprietà dello Stato o di una regione di tale Stato. Nessuna azienda che si regge solo sulle proprie gambe può competere con un'azienda foraggiata da soldi pubblici. Se qualcuno pensa di competere sul mercato facendo affidamento su soldi pubblici o su normative che favoriscono solo loro ma non i concorrenti, allora si ha una concorrenza sleale.

A causa di questa situazione, nell'ultima crisi, Fiat ha dovuto tagliare posti di lavoro, ha dovuto chiudere impianti, si è dovuta indebitare enormemente ed ha dovuto vendersi Avio, Toro ed altra roba. Se VW è in crisi faccia altrettanto.

Col caso Fiat, l'Italia ha rispettato le regole ed ha fatto il suo dovere di membro dell'Europa. Faccia altrettanto la Germania col caso VW. Tutto quì.

Gli italiani hanno una poco lusinghiera immagine nel mondo perchè non riescono a scrollarsi di dosso i soliti luoghi comuni: inaffidabili e furbi che non perdono occasione di fregare il prossimo. Ora si scopre che noi siamo dei coglioni affidabili e che i furbi inaffidabili sono gli altri.

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Guest Phormula

Il problema secondo me non é tanto se una azienda riceve o meno aiuti di stato. Il problema é cosa quell'azienda offre in cambio degli aiuti. Un conto é dare soldi e basta, un altro dare soldi e pretendere qualcosa in cambio, sotto forma di occupazione, ricerca e sviluppo e insediamenti produttivi.

Tanto per fare un esempio, io non avrei gridato allo scandalo se Fiat avesse ricevuto qualche soldino per fare in Italia uno stabilimento dove montare il Multijet 1,2 (magari ad Arese, garantendo quindi occupazione...) invece che andarlo a fare in Polonia.

Così come non mi scandalizzo se uno stato dichiara che una azienda che contribuisce significativamente al patrimonio nazionale, produce beni e servizi indispensabili, eccetera eccetera, ...non si tocca, non può finire in mani straniere. Questo é fare l'interesse dei cittadini.

E mi incavolo quando altri pretendono da noi il rispetto delle regole, mentre si sentono liberi di infischiarsene a casa loro. Fin tanto che le regole ci sono, vanno rispettate. Oppure si cambiano le regole, ma le nuove regole valgono per tutti.

Purtroppo la nostra classe politica ha dimostrato e continua a dimostrare che l'interesse dei cittadini, l'interesse per la competitività e la difesa del sistema paese Italia dagli interessi altrui vengono dopo tutta una serie di altre cose. E, alla resa dei conti, i risultati sono quelli che vediamo. Si raccoglie quel che si é seminato.

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