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Energia nucleare: pro e contro


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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest EC2277
Fukushima, fa un balzo la radioattività del reattore 2.

Lo comunica la Tepco. Greenpeace: "è già come Chernobyl".

La radioattività all'esterno del reattore 2 ha registrato un balzo, superando quota 1.000 millisievert/ora. Lo rende noto la Tepco, che non nasconde più la preoccupazione. Si teme anche per la stabilità di altri due reattori.

Al momento la situazione è già drammatica, per i livelli di radioattività rilasciati dall'impianto. E' salito vertiginosamente anche il livello di iodio-131 in mare davanti al sito nucleare: di 1.850 volte superiore ai livelli normali, secondo le ultime misurazioni disponibili.

È sempre più allarme atomico.

L'Agenzia di sicurezza nucleare giapponese già ieri aveva rilevato un tasso di iodio radioattivo nel mare 1.250 volte superiore alla norma. Un portavoce dell'Agenzia nucleare giapponese ha spiegato che "se si bevono 50 centilitri di acqua corrente con questa concentrazione di iodio si raggiunge nel corpo il limite naturale che si può assorbire".

Intanto, un operatore dell'impianto ha spiegato che il recipiente che contiene le barre di combustibile del reattore 3 della centrale nucleare di Fukushima potrebbe essere danneggiato.

Per Greenpeace l'incidente di Fukushima è già eguagliato Chernobyl e va considerato di livello 7.

La situazione degli altri reattori.

Attualmente sembra leggermente migliorata la situazione nel reattore numero 3, il reattore che aveva dato maggiori problemi nei giorni scorsi, e di cui poco si sapeva. L'impossibilità di accedervi, per via dell'alta radioattività, faceva in modo che i tecnici potessero solo ipotizzare cosa succedeva all'interno dell'impianto, sopra il quale si è levato per giorni una nuvola di fumo. I tecnici della Tecno, dopo avere analizzato tutti i paramatri esterni, questa mattina hanno potuto dichiarare che la situazione era "stabile". Non si tratta però, purtroppo, di un verdetto definitivo, ma solo di una valutazione momentanea. Nel reattore numero 1, invece, la temperatura è salita, e si sta pensando di modificare la velocità del flusso d'ìacqua che viene irrorata nel reattore per abbassare le temperature.

Nulla è sotto controllo.

Solo venerdì scorso le autorità giapponesi dichiaravano che "nulla è ancora sotto controllo", alla centrale di Fukushima. Nonostante i tentativi che da giorni i tecnici stanno facendo per evitare la catastrofe, la situazione è "ancora imprevedibile". E' stato lo stesso premier nipponico, Naoto Kan, ad affermarlo. Questa mattina il mondo occidentale si è svegliato con la notizia che il reattore numero 3 è seriamente compromesso. Dall'impianto si alza vapore altamente radioattivo, e secondo ammissione della Tecno, la società che gestisce la centrale, potrebbe essere stata danneggiata la vasca che contiene le barre di combustibile del reattore 3. L'alto livello di radioattività ha costretto i tecnici a interrompere i lavori anche nei reattori 1 e 2.

Alzato il livello di gravità.

Alla luce degli ultimi eventi è quasi certo che l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima sarà classificato come incidente di livello 6 della scala Ines. Lo ha comunicato l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, dopo avere valutato i dati sulla dispersione di radiazioni fuoriuscite dall'impianto di produzione di energia. I danni provocati dai reattori, colpiti dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo, sono più seri di quanto ci si aspettasse. E nuove radiazioni potrebbero essere rilasciate nelle prossime ore dal reattore numero 3.

I danni delle radiazioni.

Lo scorso 18 marzo, a una settimana dalla tragedia, la stessa agenzia aveva assegnato all'incidente un livello di gravità 5, che significa "incidente con più ampie conseguenze". Per giorni i tecnici della società che gestisce l'impianto hanno cercato di contenere le esplosioni all'interno dei reattori, e di rimediare ai guasti del sistema di raffreddamento, tentando di evitare la catastrofe. I numerosi sforzi non sono però riusciti a evitare la dispersione di radioattività, e la contaminazione di ampie aree del Giappone (persino l'acqua della capitale Tokyo, a più di cento chilometri di Fukushima, risulta fortemente contaminata).

Nuovi problemi al reattore.

All'interno dell'impianto, intanto, la situazione non dà segni di miglioramento. L'ultima notizia in merito al reattore 3, quello più gravemente danneggiato dall'incidente e più pericoloso (è l'unico che usa come combustibile una miscela di uranio e plutonio, particolarmente delicata), riporta che potrebbe essere stato danneggiato il contenitore delle barre di combustibile. I tecnici hanno comunicato che la fuoriuscita di radiazioni dovuta a questo danno potrebbe essere molto più consistente rispetto a quelel dei giorni precedenti. Il governo giapponese ha invitato la popolazione residente nel raggio di 30 chilometri ad allontanarsi dall'area, anche se ha specificato che l'evacuazione è volontaria e non è motivata da ragioni di sicurezza, ma è per "migliorare la qualità della vita".

Valutazione non definitiva.

Di qui la decisione di fare salire il livello di pericolosità dell'incidente, che adesso è classificato come "grave". La decisione è stata comunicata Hidehiko Nishiyama, portavoce dell’Agenzia giapponese, che non ha dato altri chiarimenti sui possibili sviluppi della situazione: "La situazione rimane fluida e per la valutazione finale è necessario attendere che la situazione si stabilizzi e che tutti i dati sulle radiazioni diventino disponibili", ha detto ai giornalisti. Quanto ai nuovi problemi al reattore numero 3, il portavoce ha dichiarato: Al momento i nostri dati suggeriscono che il reattore mantiene alcune funzioni di contenimento, ma vi sono buone possibilità che sia danneggiato".

La scala Ines.

I giudizi sulla gravità degli incidenti nucleari sono clacolati in base alla scala Ines (International Nuclear and Radiological Event Scale), introdotta dall’Aiea, l'Agenzia internazionale dell’energia atomica. La scala si compone di 7 livelli, il settimo, il più grave, è stato assegnato al disastro di Cernobyl del 26 aprile del 1986.

Fonte: www.ilsalvagente.it

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  • 29/03/2011 - 06:30: Apriamo l'aggiornamento quotidiano con la notizia che aveva più preoccupato ieri, il ritrovamento del plutonio. Probabilmente quanto scritto ieri non era abbastanza chiaro: in tutti e 5 i campioni prelevati è stato ritrovato plutonio, ma solo per 2 di questi si può affermare che siano stati emessi dall'incidente nucleare in corso. Tutto il territorio Giapponese risente di una minima contaminazione da plutonio dovuta agli esperimenti con armi nucleari in passato. TEPCO ha annunciato che attende i risultati di altri campionamenti effettuati al di fuori e all'interno della centrale (fonte NHK). Ripeto, la quantità di plutonio rivelata è minima e non è un problema, ma è necessario tenere monitorata la situazione.
    Speriamo di poter pubblicare in giornata un breve inserto sul plutonio, stiamo convincendo un amico a prepararlo, ma un vostro incoraggiamento potrebbe aiutarlo!

  • Lo stato dell'acqua altamente contaminata presente nella trincea è anche fonte di preoccupazione. Fonti giornalistiche (NHK) confermano che mancano 10 cm per riempire la trincea e poi l'acqua potrà liberamente uscire e per questo motivo si stanno impilando sacchi di sabba e blocchi di cemento per evitare che l'acqua arrivi all'oceano. Contemporaneamente è stato ridotto il flusso di acqua iniettato nel reattore, causando un innalzamento di una ventina di gradi della temperatura misurata del pressure vessel (il contenitore del nocciolo).

  • Lo stato tecnico della centrale è riassunto nella tavola sinottica di JAIF qui sotto (PDF), insieme alla tabella con le letture più recenti dei parametri del reattore da NISA (PDF).

  • Visto che in molti hanno chiesto cosa era successo a Chernobyl e se questo possa essere comparabile con quanto sta succedendo in Giappone, Valeriano ha preparato un breve riepilogo del disastro sovietico.

  • 29/03/2011 - 9:00: E' in corso la conferenza stampa del portavoce del governo Edano sullo stato dell'emergenza nucleare (video). Tante domande dei giornalisti, in particolare sul possibile incremento delle energie rinnovabile nella strategia energetica futura del Giappone, oltre ovviamente che sullo stato dell'impianto di Fukushima. Viene anche posta una domanda sullo stato dei lavoratori nella centrale che stando ad alcune fonti giornalistiche (esempio Washington Post) avevano messo in discussione; più precisamente è stato chiesto se gli operai hanno il giusto e doveroso riposo, cibo e soprattutto protezione. Edano ha risposto che gli operatori stanno ricevendo tutto il supporto che meritano e a loro va la sua più grande stima e riconoscenza.

  • 29/03/2011 - 11:30: Breve aggiornamento tecnico presentato nella tavola sinottica di JAIF (PDF). Noterete che è tornata la luce nelle quattro sale di controllo, quella dell'unità 4 era l'ultima che mancava. Si sta facendo il possibile per togliere l'acqua dai locali turbine e di stoccarla in un luogo sicuro e possibilmente cominciare la decontaminazione. Decontaminare l'acqua è possibile attraverso resine e particolari sistemi di filtri in grado di catturare gli ioni disciolti in acqua, ma questi filtri lavorano molto male in acqua salata (Non abbiamo ancora trovato nessuna conferma circa la natura di quest'acqua). Nella conferenza stampa, Edano ha confermato che è prioritario il raffreddamento del reattore, quindi si continuerà ad iniettare acqua nel reattore anche se questa potrebbe uscire e alzare il livello già alto di acqua nelle trincee.

  • A partire da questa mattina (in Giappone) l'acqua di raffreddamento è iniettata nel reattore 1 utilizzando pompe elettriche alimentate dalla rete esterna al posto delle autopompe (TEPCO). Va sottolineato che queste non sono le pompe dei circuiti d'emergenza del reattore, che ancora non sono state ri-attivate, ma sistemi temporanei installati ad hoc.

Un po' di chiarezza sull'acqua contaminata

Cerchiamo di fare un po' il punto della situazione sull'acqua contaminata che sta fortemente rallentando i lavori alla centrale di Fukushima. La situazione attuale è la seguente: c'è acqua contaminata nei locali turbine dei reattori 1, 2 e 3. L'acqua più contaminata è quella del reattore 2 con livelli di dose superiori al 1 Sv/h (1000 mSv/h) misurati sulla superficie. Da questi locali l'acqua, si è poi trasferita nella galleria tecnica (spesso si usa il termine trincea traducendo l'inglese trench). Questa non scarica direttamente nell'oceano, ma potrebbe farlo se il livello dell'acqua dovesse superare il livello del tombino. Al momento ci sono ancora 10 cm per il reattore 1, un metro per il numero 2 e un metro e mezzo per il numero 3.

Ovviamente per togliere l'acqua serve trovare un luogo dove stoccarla per poi decontaminarla. La soluzione più semplice è quella di pomparla dentro il grosso contenitore usando per far condensare il vapore "esausto", ovvero quello che in condizioni normali, ha già fatto girare le turbine. Questa soluzione è già in atto per il reattore 1 da quasi tre giorni, ma non si riesce ancora a capire quanto sia efficace la soluzione, ovvero non siamo riusciti a trovare nessuna fonte che affermi l'abbassamento del livello dell'acqua.

Questa stessa soluzione non può essere usata per i reattori 2 e 3, perché i condensatori di vapore sono già pieni d'acqua. Appena fuori dai locali turbine c'è un contenitore per liquidi utilizzato per scaricare l'acqua delle vasche di soppressione (chiamiamolo "contenitore 1"), potrebbero essere utilizzate allo scopo, ma anche queste sono parzialmente piene. A qualche centinaio di metri, invece, c'è un altro grande contenitore vuoto (chiamiamolo "contenitore 2"). L'idea è di trasferire i liquidi dai "contenitori 1" al "contenitore 2" e quindi trasferire il contenuto del condensatore verso i corrispettivi "contenitori 1".

Nel frattempo stanno impilando sacchi di sabbia e blocchi di cemento fuori dalla trincea in modo da evitare il peggio, cioè che l'acqua contaminata, lasciatemi aggiungere pesantemente, possa arrivare all'oceano.

Perché c'è un canale che scarica nell'oceano?

Questa è un'altra cosa e merita di essere spiegata. E' la ragione per cui si costruiscono centrali nucleari in prossimità di grandi masse d'acqua. In parole molto povere, il reattore produce calore che fa bollire l'acqua di raffreddamento, il vapore prodotto viene utilizzato per far girare delle turbine e produrre energia elettrica. A questo punto il vapore "esausto" che potrebbe contenere radio-isotopi con vita media molto breve (< minuti) viene rimesso in circolo nel circuito chiuso, ma prima deve essere raffreddato. Il modo più conveniente è quello di farlo passare in uno scambiatore di calore con altra acqua fredda che a sua volta scarica il calore in eccesso nella grande massa oceanica. In condizioni normali, non c'è assolutamente nessuna radioattività né contaminazione che passa dal reattore al mare. Ovvio che queste non sono condizioni normali.

unico-lab: Aggiornamento emergenza nucleare a Fukushima (UPD 29/03/2011 - 13:30)
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torno sull'argomento per chiedere un parere a voi esperti su queste:

Centrali nucleari al torio: vantaggi e svantaggi

Sono settimane importanti quelle che abbiamo davanti. A prescindere dal nostro punto di vista sul nucleare è sempre meglio essere informati su tutto ciò che vi ruota intorno, fosse anche solo per un “conosci il tuo nemico”. Riguardo al ritorno dell’atomo in Italia si è molto parlato e tanto ancora se ne discuterà nei prossimi mesi. Un’ipotesi però merita di essere approfondita, non in quanto vera e propria alternativa al nucleare (visto che pur sempre di nucleare si tratta), ma come possibile male minore in caso di costruzione di nuove centrali.

L’idea non è in realtà recentissima, essendo stata proposta alcuni anni fa dall’italiano Carlo Rubbia. Si basa su un principio fondamentale: niente più uranio o plutonio per alimentare le reazioni nucleari, ma il torio. Un elemento questo presente in quantità maggiori sulla Terra e in grado di produrre energia a temperature decisamente più ridotte. Ben lontani purtroppo dall’auspicata fusione fredda, ma pur sempre una fonte di danno minore.

Scendendo più nel dettaglio, ci sono alcuni punti che potrebbero far pendere la bilancia verso questa soluzione e rilanciare così l’avvento del nucleare anche da noi; allo stesso tempo restano inalterati alcuni fattori per cui gli oppositori di questa tecnologia non molleranno assolutamente la presa.

Vediamo i vantaggi che deriverebbero dall’utilizzo del torio per gli impianti al posto dell’uranio:

  • le reazioni che generano l’energia sono indotte, vanno continuamente stimolate rendendo così sostanzialmente impossibili le esplosioni;
  • il precedente punto porta direttamente al secondo, ovvero che la relativa sicurezza garantirebbe tempi e costi minori di realizzazione;
  • il torio è presente in molti paesi, Italia compresa, e anche nei paesi meno sviluppati. Si eviterebbe quella dipendenza dai paesi proprietari di giacimenti di uranio e il loro controllo dei prezzi del mercato;
  • dal torio non è possibile estrarre plutonio ed è di conseguenza impossibile produrre ordigni nucleari;
  • a parità di peso, la produzione energetica rispetto ad un impianto alimentato ad uranio sarebbe fino a 250 volte maggiore;
  • la radioattività delle scorie di torio avrebbe un’emivita (una durata nel tempo) di gran lunga minore rispetto ai 24mila anni circa rispetto all’uranio.

Rispetto alle pur recenti innovazioni sul tema atomico, sembreremmo di fronte ad un nucleare assolutamente più accessibile, sicuro e meno dannoso. In effetti è così, volendo proprio ritornare a questa fonte energetica sarebbe una scelta più sensata. Restano alcune procedure da affinare e i vari studi del caso da effettuare per partire in maniera decisa verso questa direzione, ma tutto appare superabile.

A questo punto sorge spontanea una domanda: perché non si parla mai di questa soluzione, mentre del classico uranio sono piene le cronache politiche attuali? Alcune risposte sono altrettanto spontanee, ma si rischia di cadere nella fanta politica. O forse no.

Rileggendo i punti a favore di questa tecnologia finiamo inevitabilmente per trovare qualche risposta, come ad esempio l’impossibilità di generare un oligopolio del torio, quindi nessun possibile mercato a favore dei paesi che ne sono in possesso, o l’impossibilità di generare quel plutonio tanto caro ai guerrafondai della politica durante la guerra fredda.

Citando i vantaggi però commetteremmo una mancanza se non citassimo anche i gli svantaggi collegati, che sono poi gli stessi collegati al “classico” nucleare:

  • non esiste, a meno dell’auspicata fusione fredda, un nucleare totalmente pulito e sicuro. I rischi per l’ambiente, seppur attenuati, rimangono;
  • la questione salute pubblica pensando agli alti tassi di tumori, leucemia e altre gravi malattie che si registrano nei pressi di impianti nucleari. Anche per questo secondo punto vale il discorso precedente, minori pericoli di radiazioni e quindi di complicazioni, ma rischi comunque non azzerati;
  • necessità inevitabile di stoccare le scorie generate, che per quanto conservino la radioattività per un lasso di tempo minore (di cui non si hanno in effetti dati troppo precisi, si va dai 30 ai 500 anni a seconda della fonte informativa) richiedono comunque un’attenta gestione;
  • anche il torio prima o poi finirà, e avremo soltanto perso tempo prezioso per arrivare ad ottenere lo stesso contributo energetico da fonti rinnovabili.

Ad ogni modo in India entro un anno apriranno una nuova centrale nucleare alimentata a torio e costruita seguendo direttamente le indicazioni di realizzazione espresse da Rubbia. Ne potremo valutare risultati, sicurezza e impatto sull’ambiente e sulla salute a fronte di dati certi e verificabili sui quali si potrà discutere.

Nel chiudere ricordo un’ultima cosa: quanto discusso in questo articolo non riguarda il prossimo referendum del 12-13 giugno. Il ritorno agli impianti atomici discusso nel quesito è quello che tutti conosciamo alimentato ad uranio.

fonte: Green Style

sito "ambientalista"

per la cronaca il torio ce l'abbiamo pure noi. Le capacità tecniche per sperimentarle ci sono, il know how è pure italico. Le testate tattiche non si possono più produrre, quindi perchè questa tecnologia non se la caga nessuno?

qui ho trovato spiegazioni che mi paiono abbastanza circostanziate (infatti non in molti passaggi non ci ho capito un ghezz..:mrgreen:) che mi pare spengano un po' gli entusiasmi, tutto comunque interessante imho:

Riporto questa interessante Domanda/Risposta tratta da Archivio Nucleare in proposito alle centrali nucleari al torio:

http://www.archivionucleare.com/index.ph...a-daiichi/

domanda

Don Peppone scrive:

1 Aprile 2011 alle 13:59

Oggi per radio ho ascoltato un’intervista fatta a Rubbia; in merito all’argomento ho trovato molto interessante il fatto che lui afferma che si passerebbe da una sicurezza probabilistica (attuali centrali a uranio) ad una sicurezza deterministica (centrali al torio) in quanto non sarebbe necessaria acqua, gruppi elettrogeni motori diesel ecc.ecc. in quanto il processo sarebbe nelle condizioni, autonomamente, di potersi arrestare.

Fatti salvi altre vantaggi indiscutibili (presenza del torio, radioattività che si ridurrebbe in 100-200 anni ecc.ecc.)

vorrei sapere se ho capito male oppure se effettivamente gli studi compiuti potrebbero porre le basi con centrali nucleari che hanno questo tipo di sicurezza.

Lui ha inoltre detto che ci stanno lavorando su centrali al torio in questo momento sia la Cina che l’India.

Risposta

Pietruccio scrive:

1 Aprile 2011 alle 15:32

Il ciclo del Torio presenta aspetti positivi e negativi. E’ molto più complicato da gestire (altissima radioattività), e anche meno stabile (l’ing. Romanello potrebbe spiegarti bene perchè): comunque molto complicato da capire (è spiegato proprio sui testi dell’Università di Pisa - non so se ci sono ancora in rete).

Il Torio ha però il vantaggio di essere più abbondante dell’Uranio (3-4 volte), ma il grosso svantaggio di essere solo un materiale “fertile” e non “fissile”: in pratica non è di per se un combustibile nucleare ma lo può diventare dentro un reattore. In pratica ha le stesse caratteristiche dell’uranio 238, che, però, non manca certo in natura e neanche come riserve: quindi il torio non è poi così importante.

Probabilmente in Italia sarebbe molto più facile autoprodurci del torio che dell’uranio, tutto lì, ma il problema è la costruzione di reattori capaci di bruciarlo direttamente (servono neutroni veloci - molto veloci - in pratica non è una strada percorribile) o di trasformarlo in un materiale fissile (l’uranio 233): quei reattori si chiamano “breeder” (quando parlo di IV generazione intendo (impropiamente) quelli).

Un’altro vantaggio è il tipo di scorie che produce, meno tossiche e meno resistenti nel tempo (ma dal mio punto di vista non è neanche questo un gran vantaggio, perchè anche l’uranio, se gestito bene…)

————-

Il metodo di Rubbia risolve un non problema - e qui non si capisce se l’amico “ci è, o ci fa” come dicono a Roma - che sarebbe quello del “controllo” del reattore: secondo lui lavorando con una massa “sottocritica” (vuol dire dire che senza un getto continuo di radiazioni prodotte dall’esterno il reattore si spegne) aumenterebbe la sicurezza essendo impossibile un’incidente di reattività (cioè un eccesso di reazione nucleare che possa distruggere il reattore).

Come ti dicevo, per una serie di questione secondarie, è vero il contrario. Il reattore alla rubbia potrebbe trovarsi a un certo punto con troppo combustibile e diventare incontrollabile (causa ritardi nella produzione del fissile) mentre un incidente di criticità nei reattori normali è comunque qualcosa di non particolarmente severo, in quanto l’innalzamento rapido della temperatura innescherebbe dei fenomeni in controreazione che spegnerebbero quasi subito il reattore anche senza l’intervento dele barre di controllo (fenomeni che comunque anche durante il normale funzionamento mantengono il reattore in condizione di “equlibrio” intrinsecamente stabile - per cui è ben difficile che possa scappare di mano - mi pare abbiano fatto esperimenti estraendo violentemente le barre di controllo per mezzo di esplosivi per studiarne il transitorio che non presenta grossi problemi, soprattutto nel caso dei reattori ad acqua leggera).

Come si è visto anche a Fukushima, il problema vero, quello che “non fa dormire” gli ingegneri nucleari, è lo smaltimento del calore residuo, che si forma per l’alta radiazione dei prodotti di fissione, nelle prime settimane (ma più che altro nei primi giorni) subito dopo lo spegnimento: non è qualcosa di di spaventoso e incontrollabile. E’ solo che gli elementi di combustibile scaldano e quel calore va portato via altrimenti il nucleo fonde (e quello che succede se poi il contenimento è fatto male lo si è visto a Fukushima, mentre se il contenimento è fatto bene lo si è visto a Three Mile Island).

Quindi rubbia dice in parte una cosa vera: il Torio è un bel materiale (anche nell’ottica della non proliferazione)

e dice una cavolata: col suo sistema si riduce il rischio nucleare.

Dimenticavo: attualmente il Rubbiatron non funziona (consuma più energia di quanta ne produce)

Risposta

Pimby scrive:

1 Aprile 2011 alle 16:11

Per Don Peppone

L’unica cosa vera che ha detto Rubbia, secondo quanto tu riferisci, è che sia la Cina che l’India si stanno occupando delle centrali al torio. L’India, in particolare, ha avviato da tempo la ricerca, essendone molto ricca nel suo sottosuolo.

Per il resto, disinformazione completa sull’approccio probabilistico e su quello deterministico alla sicurezza. Nell’analisi di sicurezza di qualsiasi moderna centrale nucleare vengono definiti ed analizzati vari eventi che possono evolversi in un incidente - anche se caratterizzati da una probabilità di verificarsi molto bassa - e, di conseguenza, il progetto viene sviluppato in modo da ridurre il più possibile la probabilità che l’incidente si verifichi (da qui ad es. il 10 alla -6/-7 che il progettista dichiara di aver conseguito, cioè la probabilità di un evento ogni milione o 10 milioni): questa è l’analisi probabilistica.

Poi, in ossequio alla filosofia della “difesa in profondità”, si assume che l’incidente si verifichi comunque, e si dota l’impianto degli opportuni dispositivi che neutralizzino l’evento. Da qui, per esempio, l’inserimento sotto il vessel del “core catcher”, il recipiente introdotto negli EPR per rimediare ad un evento (fusione del nocciolo) già di per sé a bassissima probabilità. E questo è l’approccio deterministico.

Cosa c’entra la centrale al torio al posto di quella ad uranio con questo discorso? Assolutamente niente.

Quanto al fatto che “il processo sarebbe nelle condizioni, autonomamente, di potersi arrestare”, si tratta di un discorso diverso che (come il precedente) con l’alternativa torio-uranio c’entra come i cavoli a merenda. Si tratta della sicurezza passiva, ossia dell’entrata in funzione – a seguito di eventi anomali – di sistemi di refrigerazione di emergenza che non necessitano dell’intervento umano, ma si innescano sfruttando fenomeni naturali. Ma il reattore americano AP1000, attualmente in costruzione in Cina (4 unità), è dotato di sistemi di sicurezza passivi. Ed è un impianto che utilizza l’uranio come combustibile.

Rubbia non ha elencato, invece, gli svantaggi del combustibile torio, legati fra l’altro all’alto costo di manipolazione del combustibile, causa l’alta radioattività. D’altra parte, se l’India con 20 reattori oggi in funzione tutti ad uranio (installati dal 1969 ad oggi) è ancora allo stato di ricerca sul torio, ci sarà pure una ragione…

Risposta

Ing. Vincenzo Romanello scrive:

1 Aprile 2011 alle 16:17

Rubbia quando parla fa spesso piu danno che utile e nella mente della gente instilla notizie false, o comunque discutibili. Non a caso e’ diventato l’icona degli anti-nuclearisti, proprio lui che il Nobel lo ha vinto per tutt’altre cose (il fatto che compaia la parola ‘nucleare’ nel suo curriculumnon basta di per renderlo onniscente, e infatti lo dimostra chiaramente).

Di torio ce ne e’, ma va fertilizzato, come diceva Pietruccio, quando lo si fa si produce U-232 che emette dei gamma ad alta energia (il tallio, suo prodotto figlio, emette raggi gamma a 2.6 MeV - cioe 2,5 volte piu energetici di quelli del cobalto-60!!!) e lo rende non manipolabile se non con sistemi remoti (buono per la proliferazione, ma costoso da gestire). Inoltre gli ossidi di torio sono molto difficili da riprocessare, e anche la storia delle scorie non e’ del tutto vera, come alcuni studi dimostrano, poiche dopo alcune migliaia di anni si possono formare dei prodotti figli di decadimento che pareggiano la tossicita’ del ciclo all’uranio. Gli indiani stanno investendo pesantemente in questa direzione, ma solo perche’ posseggono grossi giacimenti di questo materiale (qualche tempo fa assistetti ad un seminario del celebre Prof. Sehgal, all’Universita’ di Stoccarda).

In realta’ non c’e’ nessun problema a spegnere i reattori critici: si spengono soli senza alcun problema - come e’ avvenuto anche a Fukushima: il problema semmai, come diceva Pietruccio, e come ho spiegato nell’articolo sopra (!!!), sta nel CALORE DI DECADIMENTO (che anche i sottocritici hanno!). Al piu potrebbe avere senso costruire degli inceneritori nucleari (non reattori per la produzione di energia) sottocritici per poter bruciare efficacemente gli attinidi - ma non e’ affatto detto che non si possano usare anche altre tecnologie. Questo e’ il mio campo di ricerca, e ci stiamo lavorando attivamente (ieri ero a Brussels proprio per questo) - nel frattempo, per favore, non facciamo confusione…

Comunque i colleghi belgi vogliono costruire una macchina che dovrebbe essere sottocritica ed essere accoppiata ad un acceleratore: si chiama MIRRHA, non usa torio, e non incenerisce ancora le scorie - si tratta di una facility per fare esperimenti in merito (ma ci vogliono 1 miliardo di euro, che non e’ detto si trovino - si e’ troppo impegnati a finanziare le energie INTEGRATIVE - chiamiamole col loro VERO nome, altrimenti la gente continuera a pensare che ci si puo’ muovere un Eurostar - ma che data la propaganda io ormai definirei ‘oniriche’…).

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Non ho letto tutte le risposta ma c'è un aspetto di priamria importanza, sopratutto storica, che ha fatto si che si preferisse l'uranio al torio: dal nucleare col torio non ci cavi fuori il plutonio...a cosa serve il plutonio :mrgreen: ?

Bombnagasaki.jpg

ecco ;) penso che la rispsota sia chiara.

Inoltre il Torio-232 non è fissile, ma è fertile infatti se assorbe neutroni termici trasmuta in Uranio-233 che è il migliore combustibile nucleare esistente, migliore anche dell'Uranio-235 ma ha un problema: è l'elemento più radiotossico ma sintetizzato dall'uomo :mrgreen:

 

花は桜木人は武士

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A fukushima il livello di gravità è stato portato a 7 come per Chernobyl a seguito dei risultati di

due misure indipendenti. Gli americani dicono che la fascia di sicurezza per loro è a 80 km

ma se venisse attuata non saprebbero come gestire tutti gli sfollati. Si ipotizza che la

radioattività totale emessa possa essere superiore a quella di Chernobyl, pur continuando

a ribadire che gli incidenti sono completamenti diversi tra loro.

Bisogna capire poi per quanto tempo cibi acqua mare etc rimarranno contaminati.

Inizio a pensare che l'entità del danno di questo incidente stia diventando veramente ingente

e di molto superiore a quello che generalmente si pensava all'inizio.

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A fukushima il livello di gravità è stato portato a 7 come per Chernobyl a seguito dei risultati di

due misure indipendenti. Gli americani dicono che la fascia di sicurezza per loro è a 80 km

ma se venisse attuata non saprebbero come gestire tutti gli sfollati. Si ipotizza che la

radioattività totale emessa possa essere superiore a quella di Chernobyl, pur continuando

a ribadire che gli incidenti sono completamenti diversi tra loro.

Veramente hanno portato l'incidente a livello 7 ma hanno specificato che l'entità della fuga radioattiva, per ora, è del 10% rispetto a Chernobyl.

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Inizio a pensare che l'entità del danno di questo incidente stia diventando veramente ingente

e di molto superiore a quello che generalmente si pensava all'inizio.

La mia sensazione, e credo sia comune a più persone, è che l'abbiano sottovalutata parecchio... e una situazione inizialmente "gestibile" si è tramutata in "grave ed ingestibile".

Della serie... "ma sì, vinciamo facile..."

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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Nucleare, stop del governo alle centrali

Abrogate le norme per la realizzazione degli impianti. Tremonti: finanziare le rinnovabili con gli Eurobond

MILANO - Il Governo ha deciso di fermare il programma di realizzazione delle centrali nucleari e ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge Omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione degli impianti nucleari nel Paese.

RINNOVABILI - Tremonti poco prima aveva anche lanciato l'idea di un grande piano europeo per le fonti rinnovabili e la ricerca di energie alternative e in pratica chiude la porta al programma nucleare. Il ministro dell'Economia, nel corso di un'audizione alla commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo a Bruxelles, ha detto che il piano potrebbe essere finanziamento anche con gli Eurobond, l'emissione comune di titoli di Stato europei. «Credo sia il momento per un passaggio storico», ha aggiunto Tremonti. «Credo sia arrivato il momento di ragionare su una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors e di investire in piani di investimento in ricerche alternative, anche combinandoli con la nuova struttura geopolitica del Mediterraneo».

NUCLEARE - Proseguendo nel suo discorso, Tremonti in pratica chiudeva la porta al nucleare, dopo che già la Germania si era espressa per l'uscita nel più breve tempo possibile dal programma atomico. Il disastro della centrale giapponese di Fukushima non è «riducibile alla banalità di un incidente tecnico», ma assume una dimensione «molto più rilevante in cifra storica» sottolineava il ministro dell'Economia. «Per la crisi dopo la catastrofe di Fukushima», aveva aggiunto il ministro, «le formule contenute nel trattato europeo non sono sufficienti e gli interventi anche di precauzione non mi sembrano sufficienti». Secondo Tremonti oggi sul nucleare va fatta «una riflessione economica e non solo tecnica». Tremonti ha rilanciato l'idea di calcolare i costi futuri che deriveranno dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari e la loro messa in sicurezza, per avere un'idea più chiara dell'impatto sulle casse dello Stato. «È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali».

Via Corriere

Per l'Italia il problema non si pone più..

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