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Inviato

E' morto, a Lugano, Vittorio Ghidella. Era ammalato da tempo - da quanto si è saputo in serata a Torino - è morto nei giorni scorsi. Ghidella ha guidato la Fiat Auto negli anni '80, con la carica di amministratore delegato. Al suo nome sono legati modelli come la Croma, la Lancia Delta, La Lancia Thema, la Fiat Tipo e l'Autobianchi Y10. Ma il suo grande successo fu la Fiat Uno. Grazie alle vendite di quell'utilitaria la Fiat si risollevò dalla crisi degli anni '80 e visse un nuovo periodo florido. Ma nel 1988 Ghidella - che era nato a Vercelli nel 1931- lasciò il vertice della Fiat nel 1988 per contrasti con Cesare Romiti, allora presidente.

Ghidella, considerato il vero uomo dell'auto nel gruppo Fiat, spingeva per un accordo con Ford. Progetto ostacolato da Romiti che alla fine la spuntò. Dopo l'uscita da corso Marconi, Ghidella ha avviato un'attività da imprenditore meccanico per conto proprio. Ma la sua vita è stata contrassegnata da alcuni lutti familiari che lo spinsero a rescindere tutti i legati con Torino.

Ciao Vittorio :(((

Grazie per aver scritto uno dei più bei capitoli dell'automobilismo nazionale

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Inviato

Ciao Vittorio :(((

Grazie per aver scritto uno dei più bei capitoli dell'automobilismo nazionale

Non servono altre parole...

Inviato (modificato)

E' morto Ghidella, il padre della Uno

Litigò con Romiti e lasciò la Fiat

Si è spento a Lugano a 80 anni, era entrato al Lingotto nel 1979. Fu il primo a pensare ad alleanze internazionali per il gruppo torinese. L'avvocato Agnelli lo volle alla guida della sua azienda ma non lo seguì sulla prtnership con la Ford. Poi l'abbandono

di SALVATORE TROPEA

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TORINO - Vittorio Ghidella, morto a Lugano dopo una lunga malattia, appartiene alla storia della Fiat della seconda metà del secolo scorso. Aveva ottant'anni, essendo nato nel 1931, ma nel ricordo di molti era rimasto un signore di mezza età, smilzo, silenzioso, dallo sguardo nervoso. Pochi lo hanno visto invecchiare anche perché, dopo lo scontro con Cesare Romiti che nel 1988 si era concluso con la sua uscita dall'universo Fiat, era scomparso dalla scena industriale italiana.

Piemontese di Vercelli, ingegnere collaudatore e padre di celebri modelli della Fiat e della Lancia, Ghidella dopo la laurea aveva intrapreso la carriera di manager nella Riv Skf. Era stato l'avvocato Agnelli a chiamarlo in Fiat in tempi non facili per il gruppo torinese. Nella seconda metà degli anni Settanta fu tra i protagonisti, forse la guida, di un processo di rinnovamento tecnologico che, dopo uno scontro col sindacato, prese corpo determinando un periodo di grande successo per l'azienda allora presieduta da Gianni Agnelli.

Dopo il complesso e faticoso riassetto degli anni Settanta, quelli tra l'altro del terrorismo, divenne ad di Fiat, Lancia e Abarth e in questo ruolo fu tra i protagonisti della vertenza dei 35 giorni dell'autunno Ottanta che si concluse con la marcia dei 40mila. Nei giorni della Mirafiori sotto "assedio" continuò in gran segreto a lavorare in un albergo di Torino, allestendo modelli e preparando piani che avrebbe messo in atto dopo la fine del conflitto col sindacato. La Uno, presentata a Orlando in Florida,

lo collocò tra i manager di maggiore successo del gruppo torinese. Seguirono altri modelli che resteranno nella storia della Fiat, come la Croma, la Delta, la Thema. Era un ingegnere progettista ma era soprattutto un appassionato di auto. Era convinto che per la Fiat sarebbe stato utile una partnership con l'americana Ford. A metà degli anni Ottanta quella scelta, se portata a termine, avrebbe voluto dire la nascita di un colosso che avrebbe potuto dominare il panorama mondiale, evitando forse qualche difficoltà alla Fiat degli anni a venire.

I vertici della casa torinese non lo seguirono in questa indicazione. Gli fu contrario soprattutto Romiti, che probabilmente vedeva in lui un possibile avversario sulla strada verso la guida della Fiat. Nello scontro Romiti ebbe la meglio. Gianni Agnelli tentò di fare da mediatore, poi si schierò dalla parte di Romiti e Ghidella fu costretto a gettare la spugna.

Dopo questa svolta il padre della Uno s'impegnò in attività industriali ancora a Torino e dintorni, poi scelse la quiete di Lugano per gli ultimi anni della sua vita, rattristati dalla malattia e ancor prima dalla perdita della figlia Amalia, morta giovanissima in seguito a un incidente stradale. Di lui con gli anni si parlò sempre meno, e lui non fece mai nulla per tornare alla ribalta. Salvo qualche intervista, nessuno ricordava più il manager che avrebbe potuto guidare la Fiat e gli fu impedito di farlo.

http://www.repubblica.it/economia/2011/03/18/news/morte_ghidella-13755148/

Modificato da nucarote
eliminazione banner e aggiunto link della news originaria
Inviato

Addio Vittorio :(

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

Inviato

adlanciathemasilver1988.jpg

R.I.P.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

Inviato

Scompare uno dei migliori manager dell'auto degli ultimi decenni, l'ultimo ad inanellare una lunga serie di successi per il gruppo Fiat e ciononostante liquidato malamente :(((.

Ci lascia in eredità modelli di grande successo diventati leggendari, ma anche tecnologie ormai patrimonio di tutti i costruttori e un'impronta manageriale ineguagliata dai suoi successori :(((.

Guardando una Thema, una Uno, una Y10, una Tipo, una Dedra, possiamo solo dire "Grazie Vittorio!!" :clap:clap:clap

R.I.P. :(((

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

Inviato

Ho sentito ora la notizia :( Mi dispiace davvero. Di una cosa puo' essere certo: gli appassionati dell'auto Italiana non si sono mai dimenticati di lui.

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