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Truppe di Gheddafi attaccate oggi


fuzz77

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inglesi e francesi hanno rapporti commerciali con il beduino anche più intensi dei nostri

forse vent'anni fa

Libia, finanze e imprese italiane Tutti gli interessi del nostro Paese - Repubblica.it

Libia, finanze e imprese italiane

Tutti gli interessi del nostro Paese

Siamo il primo esportatore verso Tripoli e ricopriamo circa il 17,5 % delle importazioni libiche, con un interscambio che nel 2010 è stato quantificato in circa 12 miliardi di euro. Intanto sono stati congelati beni appartenenti al rais o a entità libiche per circa 7 miliardi di euro

e soprattutto leggere qui

Eni. E' il principale operatore internazionale nell'estrazione del petrolio e del gas nel paese nordafricano. A preoccupare c'è l'impatto diretto sul fatturato del gruppo e anche il timore generale del balzo del prezzo del petrolio, in particolare per l'attività di raffinazione. Sia gli esponenti libici che i vertici dell'Eni hanno comunque ribadito per ora una reciproca "amicizia". Tripoli ha confermato tutti i contratti anche dopo l'inizio della guerra civile. Il gruppo guidato da Scaroni, per altro, paga al governo di Tripoli anche una tassa del 4% sugli utili imposta alle compagnie petrolifere. Un onere che per la società italiana, che è in Libia dai tempi di Mattei e ha una presenza assicurata fino al 2045 grazie al rinnovo delle concessioni, ammonta a 280 milioni di euro l'anno.

Ora il rischio è che l'intervento militare occidentale possa provocare una ritorsione di Gheddafi contro l'azienda occidentale più esposta nel suo Paese.

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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inglesi e francesi hanno rapporti commerciali con il beduino anche più intensi dei nostri

ma soprattutto hanno palesi mire NEO colonialistiche :roll:

e come recita un vecchio proverbio maghrebino: chiodo scaccia chiodo , ma evita di cadere dalla padella alla brace :lol:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Oddìo.. non è che gli inglesi siano al palo..

Federico Fubini per il "Corriere della Sera"

A fine febbraio l'Onu decise il blocco dei beni controllati «direttamente o indirettamente» dalla famiglia Gheddafi. Sono bastati dieci giorni - e una breve nota di Tarak Ben Ammar - per capire che una lettura restrittiva di quella risoluzione può creare imbarazzo in tutte le grandi economie avanzate dell'Occidente. Dagli Stati Uniti alla Germania, passando per Italia, Francia e Gran Bretagna, i fondi sovrani della Libia detengono partecipazioni di cui spesso fino a ieri i gruppi coinvolti non hanno fatto sapere nulla.

Di diramare qualche informazione in più si è fatto carico ieri Tarak Ben Ammar. L'uomo d'affari franco-tunisino ha inviato in serata una precisazione all'agenzia Adnkronos, che poche ore prima aveva dedicato un servizio a Quinta Communications. Com'è noto la Quinta Communications di Parigi, a differenza dell'omonima società italiana di Ben Ammar, conta con l'imprenditore franco-tunisino altri due soci di rilievo: con il 10%la società maltese Lafi Trade, controllata dal fondo sovrano Lybian Arab Foreign Investment Company, e con il 22%Fininvest attraverso la controllata lussemburghese Trefinance.

Fin qui la precisazione inviata all'agenzia di stampa. Poi però Ben Ammar coglie l'occasione per mettere in una prospettiva più ampia la posizione dei libici e mostrare come Quinta sia in realtà solo una delle tante società su cui Tripoli ha delle partecipazioni. È vero che i fondi sovrani arabi, che in Europa hanno già investito circa 340 miliardi di dollari, di solito non rendono nota la composizione del loro portafoglio. Ma Ben Ammar dispone di alcuni dettagli di rilievo sulle quote gestite dalla Lafi-Lybian Arab Foreign Investment Corporation.

In Gran Bretagna- scrive- il fondo di Tripoli ha partecipazioni in GlaxoSmithKline, Royal Dutch Shell, nella banca Standard Chartered, in Vodafone, in Pearson e in Bp. Questi ultimi due sono i casi più di rilevo: Pearson, società editrice del Financial Times, è il solo gruppo quotato a Londra ad aver riconosciuto di avere i libici fra i propri azionisti ed il solo ad aver fatto sapere di averne congelato la quota (del 3,2%). Gli altri non hanno reagito in nessun modo al decreto del Tesoro britannico che sette giorni fa ha recepito la risoluzione Onu.

Bp poi, che ora emerge come una delle società partecipate da Tripoli, nel 2004 svolse un ruolo assai controverso nel disgelo con Gheddafi dopo il caso Lockerbie e ha oggi concessioni e investimenti per oltre un miliardo di euro in Libia. Sorprendenti anche le partecipazioni libiche negli Stati Uniti: comprendono Exxon, Chevron, Pfizer, Xerox e due gruppi che lavorano con il Pentagono come Halliburton (la società di infrastrutture petrolifere guidata negli Anni 90 dall'ex vicepresidente Dick Cheney) e Honeywell (aerospazio).

Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno annunciato di aver congelato beni libici per circa 30 miliardi di dollari, senza però specificare di quali investimenti si trattasse. Quote in società sensibili in realtà i libici ne hanno acquistate anche sul Cac 40, il listino di Parigi. In Francia hanno investito in Alcatel Lucent (comunicazioni e difesa), in Lagardère (giornali, tv e il 7,5%del gruppo di difesa aerospazio Eads), in EdF, Vinci e nella banca Bnp Paribas. Per l'Italia note le partecipazioni in Unicredit (7,5%), Finmeccanica ed Eni, mentre erano sconosciute fino a ieri quelle nella tedesca Siemens, nella spagnola Repsol e nella svizzera Nestlé.

Tutti investimenti sui quali l'Occidente si sta muovendo in ordine sparso: l'Italia le rende note, ma non le congela perché mette in dubbio il controllo «diretto o indiretto» di Gheddafi in questa fase di caos. Londra invece agisce a metà e fa trasparenza a metà. Altri, nel dubbio, tacciono.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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ma soprattutto hanno palesi mire NEO colonialistiche :roll:

e come recita un vecchio proverbio maghrebino: chiodo scaccia chiodo , ma evita di cadere dalla padella alla brace :lol:

fonti, link un qualsiasi cosa che attesti gli attuali superiori interessi franco/inglesi in Libia rispetto a quelli Italiani? ;) grazie...

non scateni una guerra se hai già forti interessi in un paese, a meno che non siano minacciati... perchè sennò rischi solo di danneggiarli.

la scateni per il motivo opposto, per espandere la tua sfera di influenza...

Oddìo.. non è che gli inglesi siano al palo..

si ma non sono più invischiati di noi.... ne hanno anche loro ma per noi è proprio strategica

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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In Inghilterra hanno investito in: GlaxoSmithKline, Royal Dutch Shell, nella banca Standard Chartered, in Vodafone, in Pearson e in Bp

In Francia hanno investito in Alcatel Lucent (comunicazioni e difesa), in Lagardère (giornali, tv e il 7,5%del gruppo di difesa aerospazio Eads), in EdF, Vinci e nella banca Bnp Paribas

minchia.. roba poco strategica..

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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si ma non sono più invischiati di noi.... ne hanno anche loro ma per noi è proprio strategica

Il problema è che i Libici sono i nostri vicini di casa.

Francia e UK possono permettersi il lusso di gestire la cosa con più scioltezza perché non sono a tiro di missilozzo come noi, il che per noi è un male, visto che sarebbe nostro interesse gestire la cosa a nostra tutela, ma non lo facciamo.

E prima che mi si obietti, lo so benissimo che da giorni si ripete che la Libia non ha la tecnologia per bombardarci, ma l'ultima volta che ci hanno provato, 20 anni fa, sono arrivati a 2 km da Lampedusa. Possibile che nel frattempo non abbiano affinato la mira almeno un po'?

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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In Inghilterra hanno investito in: GlaxoSmithKline, Royal Dutch Shell, nella banca Standard Chartered, in Vodafone, in Pearson e in Bp

In Francia hanno investito in Alcatel Lucent (comunicazioni e difesa), in Lagardère (giornali, tv e il 7,5%del gruppo di difesa aerospazio Eads), in EdF, Vinci e nella banca Bnp Paribas

minchia.. roba poco strategica..

noi siamo solo il primo esportatore verso la Libia, la Libia per noi è solo il primo fornitore di greggio e il terzo di gas, 100 aziende italiane operano stabilmente in Libia, l'ENI è il primo estrattore estero di petrolio, hanno partecipazioni in Finmeccanica e Unicredit... una cagata insomma :lol:

gli abbiamo congelato 7 Miliardi di € qui da noi....

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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