Mercato del lavoro o mercato delle prese per il sedere?

[TonyH]

Al prossimo giro, passa all'attacco.

"mi scusi una domanda. Altri suoi colleghi mi hanno già posto questa domanda. Mi può illustrare le ragioni per la quale la ritenete così importante? Trovate sia così inusuale che una persona dopo una esperienza formativa all'estero voglia tornare più vicino a casa?"

[fonzino1]

Probabilmente insistono sulla volontà di tornare in Italia perchè pensano che non ti trovi bene in UK, non ti sei adattato, hai nostalgia o cose simili.

Potrebbe essere utile prenderli "in contropiede" come dice Tony, però temo che la avvertano come uno "stare sulla difensiva" e, comunque, porge il destro per approfondire ulteriormente l'argomento, a scapito dell'approfondimento delle tue capacità e competenze.

Quali domande esattamente ti hanno fatto al riguardo (perchè mi sembra difficile spendere più di 5 minuti di orologio a parlare della tua volontà di tornare in italia)?

[JackSEWing]

In due colloqui non mi è stata posta nessuna domanda "tecnica", giusto un "riassunto" (cazzo, è scritto sul CV, sono 5 righe iniziali) e dopodiché stress analysis su "perché vuoi tornare in Italia"?

Quando ebbi i colloqui per venire qui, l'unico contatto con HR è stato via mail, poi via di colloqui tecnici con i vari team leader/department leader etc, tutto via telefono/WebEx e contratto firmato online.

Due domande:

1) è mai possibile che in Italia si debba passare dalle forche caudine di HR, che effettuano la scrematura in stile "abile/riformato", anziché avere il primo colloquio conoscitivo con un tecnico? Ché se dal punto di vista tecnico faccio schifo ok, lo accetto, ma almeno si dia la possibilità di parlare con persone competenti.

2) è mai possibile che sia così difficile rientrare anche dopo un'esperienza di un paio di anni all'estero, non esattamente da "Tony's garage Ltd."?

ultimamente mi ripeto spesso, ma, chissenefrega mi ripropongo anche qui:

"rientra tutto nel calderone delle cose che fanno andare la nostra economia a p****ne"

la gente che seleziona il personale è composta da scimmie urlatrici, non ha alcuna competenza tecnica riguardo ciò che tratta l'azienda in cui egli stesso lavora, non ha alcun interesse a passare la palla al comparto tecnico (sennò il suo ruolo perderebbe funzione) e quindi si limita ad una pletora di domande generiche imparate in qualche corso che dovrebbero inquadrare la "persona"

ci sono passato anche io... colloqui assurdi con domande del tipo "qual'è il tuo capo ideale?" (quello che mi assume e mi paga ) oppure "quale è il livello retribuitivo che lei ritiene più consono alle sue professionalità?" (cos'è un tranello? )

alla fine quando sono finalmente passato alla PMI (mi spiace dirlo ma è cosi.... lo ribadisco, FINALMENTE) il colloquio è stato fatto con il responsabile tecnico che a tempo perso seleziona il personale ma almeno sa cosa vuole, sa cosa chiedere e sa cosa è importante o no

è triste ma è cosi.... la grande industria in Italia non sappiamo proprio farla

[erriquezz]

Probabilmente insistono sulla volontà di tornare in Italia perchè pensano che non ti trovi bene in UK, non ti sei adattato, hai nostalgia o cose simili.

Potrebbe essere utile prenderli "in contropiede" come dice Tony, però temo che la avvertano come uno "stare sulla difensiva" e, comunque, porge il destro per approfondire ulteriormente l'argomento, a scapito dell'approfondimento delle tue capacità e competenze.

Quali domande esattamente ti hanno fatto al riguardo (perchè mi sembra difficile spendere più di 5 minuti di orologio a parlare della tua volontà di tornare in italia)?

Ma infatti non ho ben capito per quale motivo si stiano mettendo a pungolare sul perche' voglia tornare in Italia.

Io la vedo semplice: c'e' una domanda (che tu recruiter fai) e c'e' un'offerta. E' una legge del mercato, a cui dovrebbero essere soggette tutte le professioni, dal meretricio all'imperatore dell'universo.

Il mio punto e': cosa importa a loro del mio adattamento da queste parti (per la cronaca, andato benissimo)?

Per quanto riguarda le domande poste da HR, in ordine:

1) breve presentazione riguardo percorso di studi, etc. (e il CV che te l'ho mandato a fare? )

2) motivazioni che spingono a ritornare in Italia

3) quanto prendo qua

4) eventuali altri colloqui sostenuti con altre aziende

Nessun riferimento alla posizione per cui mi ero candidato, come se fosse un annuncio civetta. Sono uscito stanco e distrutto dopo questo colloquio.

Per contro, dettaglio del colloquio oltremanica:

0) descrizione della posizione per cui mi ero candidato

1) cv alla mano, richiesta di dettagli sul mio percorso di studi, con approfondimenti sull'argomento di tesi, divagazioni tecniche etc.

2) cv alla mano, richiesta di dettagli sulle mie competenze, in relazione alla posizione

3) altre domande esclusivamente tecniche

4) che tempo faceva in Italia

Uscito fresco come una rosa, dopodiche' secondo colloquio tecnico dopo pochi giorni, dopodiche' dopo meno di un mese ero qui.

[owluca]

Il mio punto e': cosa importa a loro del mio adattamento da queste parti (per la cronaca, andato benissimo)?

.

ovviamente cercano di capire se sei disposto a fare lo sconto pur di rientrare.

che pena.

[JackSEWing]

eeeh che ti devo dire erriquez.... perchè il loro PIL cresce del 3% anche quest'anno e orde di ragazzi vanno a vivere e lavorare la?

il mio primo colloquio.... vado dritto dritto in un'azienda che produceva esattamente le cose non dico inerenti al mio corso di laurea... ma proprio quelle della mia tesi

e non mi hanno chiesto un C A Z Z O a riguardo

solo un "Vedo che lei è interessato allo sviluppo di XYZ... del resto non sarebbe qui"

[TonyH]

Probabilmente insistono sulla volontà di tornare in Italia perchè pensano che non ti trovi bene in UK, non ti sei adattato, hai nostalgia o cose simili.

Potrebbe essere utile prenderli "in contropiede" come dice Tony, però temo che la avvertano come uno "stare sulla difensiva" e, comunque, porge il destro per approfondire ulteriormente l'argomento, a scapito dell'approfondimento delle tue capacità e competenze.

Ma DEVI mettere delle difese. O meglio, tracciargli una linea che in francese si direbbe "non sono cazzi tuoi".

Devi valutarmi professionalmente.....poi se torno perchè mi sono adattato male o perchè mi manca la lasagna di mammà non è materia pertinente all'azienda.

Anche se TROPPO spesso tentano di ficcanare nella vita privata.

E dargli una risposta che non si aspettano....è un buon modo per riprendere in mano le redini della conversazione non farsi portare in braccio da loro.

Me ne ricordo io una anni fa.

"Secondo lei, quanto pesa un carro armato?"

"dalle 10 alle 50 tonnellate a seconda del modello".

"......."

"...si, no, ma come lo misurebbe"

"....dimensioni per spessore della lamiera per densità della lamiera"

"...."

han poi balbettato per minuti

[poliziottesco]

tutto cio' e' abbastanza agghiacciande. Massima solidarieta' ad erriquezz.

[Matteo B.]

questi post valgono più di mille parole su come funziona da noi, terra delle "protezioni sociali".

ai miei tempi*un'azienda famosa mi chiese: che lavoro fa tuo padre? quando capirono che lavorava nel loro settore in proprio con una microimpresa (non in concorrenza) ho capito che mai mi avrebbero assunto.

questa è l'Italia.

*ho fatto lo stagista e una sostituzione di maternità dopo la laurea...e un paio di colloqui di lavoro seri...poi mi sono rotto i coglioni....

[nogravity]

Dopo 3 colloqui "tecnici" arrivo dalla psicologa. Tutto bene (non sono pazzo - evviva) ma... I pantaloni non erano abbastanza eleganti (ero vestito con pantaloni neri con una trama non esattamente "velluto" ma più sul denim - comunque non un jeans - e camicia bianca). Ergo: "eh, però a noi sembra che lei anche con l'abbigliamento sottolinei una certa tendenza all'anticonformismo, che nell'ambiente di lavoro non va bene.

Hai voglia a spiegargli che sei vestito così perché hai passato una notte nelle cuccette dell'Intercity notte a rischio rapina. Manco fossi stato vestito di stracci, cazzo. No no, sono io che ho lo spirito ribelle. Tristezza.