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Mercato del lavoro o mercato delle prese per il sedere?


TonyH

Messaggi Raccomandati:

21 minutes ago, Cosimo said:

 

scuola inclusiva e merito sono però due concetti diversi. 
In questi due anni si sono mandati avanti studenti palesemente impreparati, sia dal punto di vista scolastico che comportamentale. Cresceranno con lacune difficilmente colmabili. 

Una bocciatura giusta e motivata spesso fa bene

 

 

essendoci dentro nell'università (e vedendo come escono dalle superiori) mi sento di fare un appunto: scuola inclusiva e merito sono due concetti diversi ma PERFETTAMENTE COMPATIBILI.

Ci vorrebbe un grosso cambiamento di metodi e mentalità senza per altro inventare nulla, visto che in altri paesi certe cose si fanno già. Purtroppo nella maggior parte dei casi si fanno nel mondo anglosassone dove come già ricordava qualcuno le rette sono una zavorra che negli anni '50 si ripagava in massimo nel primo decennio dopo il college e invece adesso anche lì diventa un cappio, tant'è che anche negli USA si parla di cancellare il debito scolastico e ripartire da zero. 😵

Ad ogni modo, e non me ne vogliate, dire che la colpa ce l'ha la sQuola è un po' il ritornello di chi vuol scaricare le colpe sugli altri. Se il mondo del lavoro in Italia (e in altri paesi) è quello che è, è anche per questioni culturali e macroeconomiche complesse. Il resoconto della produzione in una PMI di @lucagiak ahimé è assai comune...
È impossibile uscirne mettendoci qualche toppa qui e là, ma è anche difficile riscrivere certe regole (fiscali, spesa dello stato, struttura dell'università) da un giorno all'altro... :-(

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ma chi si vuole laureare si laurei pure!

 

tanto se poi non sanno niente non riusciranno a tenerlo nascosto per molto

 

io comunque tutte le cose piú importanti che so e che mi servono le ho imparate fuori scuola, e le ho imparate (a volte inventate) da me

 

é inutile fare una scuola che sembra una caserma o alcatraz, tanto qualsiasi scuola puó solo dare delle basi generaliste e non molto di piú, in giro ci sono ormai troppe specializzazioni e microspecializzazioni che se si dovessero studiare tutte si farebbero vent'anni di università...

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3 minuti fa, v13 scrive:

 

essendoci dentro nell'università (e vedendo come escono dalle superiori) mi sento di fare un appunto: scuola inclusiva e merito sono due concetti diversi ma PERFETTAMENTE COMPATIBILI.

Ci vorrebbe un grosso cambiamento di metodi e mentalità senza per altro inventare nulla, visto che in altri paesi certe cose si fanno già. Purtroppo nella maggior parte dei casi si fanno nel mondo anglosassone dove come già ricordava qualcuno le rette sono una zavorra che negli anni '50 si ripagava in massimo nel primo decennio dopo il college e invece adesso anche lì diventa un cappio, tant'è che anche negli USA si parla di cancellare il debito scolastico e ripartire da zero. 😵

Ad ogni modo, e non me ne vogliate, dire che la colpa ce l'ha la sQuola è un po' il ritornello di chi vuol scaricare le colpe sugli altri. Se il mondo del lavoro in Italia (e in altri paesi) è quello che è, è anche per questioni culturali e macroeconomiche complesse. Il resoconto della produzione in una PMI di @lucagiak ahimé è assai comune...
È impossibile uscirne mettendoci qualche toppa qui e là, ma è anche difficile riscrivere certe regole (fiscali, spesa dello stato, struttura dell'università) da un giorno all'altro... :-(

 

non hai capito il mio discorso, ti faccio un esempio banalissimo così ci capiamo.

La mia signora ( la definisco così, con deferenza, se no mi fa picchiare) insegna in un istituto tecnico superiore delle mia parti. Istituto con un buon nome e dove, tradizionalmente, la selezione è abbastanza rigorosa. 
Quest'anno in una delle sue classi c'erano 5 ragazzi da bocciare e tre al limite. Situazioni di impreparazioni gravi se non gravissime, in qualche caso problemi comportamentali (non di disciplina, proprio comportamentali, uno ha subito tso) 

A fine anno, nonostante il parere negativo di molti professori, si è deciso di rimandare quelli da bocciare. 
A settembre tutti promossi.
In terza approderanno ragazzi che faticano a capire il testo di un banale articolo di cronaca. Per le materie tecniche lasciamo perdere, non sono in grado di fare le misurazioni con un calibro. 

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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attenzione perché esiste anche il detto:

 

"ultimo a scuola primo nella vita..."

 

il mondo oggi é troppo complesso per chiuderlo nelle quattro nozioni di una qualsiasi scuola, i ferragnez non hanno imparato a "squola" ad esempio...

 

un buon tecnico d'officina se anche ha imparato poco a scuola, lo puoi formare tu imprenditore (cosa che invece gli "imprenditori" di oggi non vogliono mai fare...) basta che abbia un po' di talento di base

 

ma uno che ti inventa qualcosa di completamente nuovo da zero non é perché l'ha imparato a squola...

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47 minuti fa, shadow_line scrive:

per me uno dei problemi non é tanto che sono "tutti laureati" il problema é che oggi sembra che siano diventati "tutti imprenditori"

 

cosa fai? "l'imprenditore..." di cosa?

 

"mah... sai...la bocksciiiain... teniamo conto di ogni singolo fiammifero in legno che viene bruciato in regioni chiave come l'Urkbanistan... il Tremendistan.. e non dimentichiamo Albetterville, che si pone oggi e in prospettiva futura come una delle piazze piú importanti per lo "shifting" generale dei prossimi anni! , e poi sai, cerchiamo sempre di essere molto game-sciangerrr..."

 

e da quanto lo fai?

 

"mah... saranno sei mesi... credo..."

Diciamo che oggi sono imprenditori quelli che ieri erano onestissimi artigiani, tipo idraulici, etc.

Comunque sul fatto che le imprese italiane siano troppo piccole e troppo padronali siamo d'accordo tutti. Ma risponde alle tipologia dell'italiano in età di lavoro, scarsamente scolarizzato ed insofferente ai legami ( leggi : tasse )

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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13 minuti fa, shadow_line scrive:

attenzione perché esiste anche il detto:

 

"ultimo a scuola primo nella vita..."

 

il mondo oggi é troppo complesso per chiuderlo nelle quattro nozioni di una qualsiasi scuola, i ferragnez non hanno imparato a "squola" ad esempio...

 

un buon tecnico d'officina se anche ha imparato poco a scuola, lo puoi formare tu imprenditore (cosa che invece gli "imprenditori" di oggi non vogliono mai fare...) basta che abbia un po' di talento di base

 

ma uno che ti inventa qualcosa di completamente nuovo da zero non é perché l'ha imparato a squola...

 

dipende molto dall'atteggiamento però.

di miei coetanei "asini" a scuola che hanno fatto ottime carriere lavorative ce ne sono molti, ma già a 14 si capiva che erano brillanti, semplicemente fregava zero delle lezioni. 

Il caso che ho citato era riferito a gente con problemi anche a rapportarsi con i compagni

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Adesso, Cosimo scrive:

 

dipende molto dall'atteggiamento però.

di miei coetanei "asini" a scuola che hanno fatto ottime carriere lavorative ce ne sono molti, ma già a 14 si capiva che erano brillanti, semplicemente fregava zero delle lezioni. 

Il caso che ho citato era riferito a gente con problemi anche a rapportarsi con i compagni

 

vero, ma se qualcuno ha problemi davvero gravi non é una questione di promosso/bocciato

 

é una questione che mancano le strutture per seguire le situazioni difficili, altrimenti si condannano queste persone primo, ad essere comunque bocciate "nella vita" se non a scuola...

 

e poi secondo il polli-tico delle terre senesi... gli togliamo anche l'rdc, giusto per non fargli mancare niente...

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6 minuti fa, shadow_line scrive:

 

vero, ma se qualcuno ha problemi davvero gravi non é una questione di promosso/bocciato

 

é una questione che mancano le strutture per seguire le situazioni difficili, altrimenti si condannano queste persone primo, ad essere comunque bocciate "nella vita" se non a scuola...

 

e poi secondo il polli-tico delle terre senesi... gli togliamo anche l'rdc, giusto per non fargli mancare niente...

 

a scuola non sono mai stati seguiti come adesso. 
hanno percorsi facilitati, professori di sostegno, comprensione da parte dei docenti che una o due generazioni fa erano inimmaginabili.  E dico per fortuna. 

Il problema non è la scuola, almeno non solo, il problema è che il concetto di famiglia come lo conosciamo noi anzianotti non esiste più in molti casi. Al netto di uno zoccolo duro di situazioni normali, se non virtuose,  ci sono due estremi piuttosto preoccupanti. 

 

Da un lato famiglie di fatto esplose dove mancano punti di riferimento, ma che esistevano anche prima

 

Da un altro famiglie che concedono ai figli libertà esagerate per l'età, ma evitano poi di esporli a qualsiasi tipo di situazione che possa creare stress emotivi, non preparandoli a situazioni "da adulti".

Quest'ultime sono dinamiche che prima quasi non esistevano, oppure erano molto rare e relegate a certi ceti, diciamo così.

 

 

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  • Grazie! 1

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17 minuti fa, Cosimo scrive:

Quest'ultime sono dinamiche che prima quasi non esistevano, oppure erano molto rare e relegate a certi ceti, diciamo così.

 

vero, é cosí, la quantità di giovani che ha problemi di tipo "pziched" e di relazione o in genere persone drop-out a qualsiasi età sta aumentando enormemente

 

questa é una società che ha ridotto molto la fatica fisica, ma aumentato moltissimo lo stress, e anzi vorrebbe aumentarlo ancora in un vortice di continua selezione e auto-selezione pseudo darwiniana

 

tutto poi per solo aumentare i fatturati.. se ne vadano a fuckoff...

 

 

io comunque uno che ha veri problemi non lo boccerei, perché gli aggiungi un altro inutile problema..

 

e poi magari da grande rileva il twiga da briatore pagandolo in contanti... chi puó mai sapere...

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44 minuti fa, shadow_line scrive:

attenzione perché esiste anche il detto:

 

"ultimo a scuola primo nella vita..."

 

il mondo oggi é troppo complesso per chiuderlo nelle quattro nozioni di una qualsiasi scuola, i ferragnez non hanno imparato a "squola" ad esempio...

 

un buon tecnico d'officina se anche ha imparato poco a scuola, lo puoi formare tu imprenditore (cosa che invece gli "imprenditori" di oggi non vogliono mai fare...) basta che abbia un po' di talento di base

 

ma uno che ti inventa qualcosa di completamente nuovo da zero non é perché l'ha imparato a squola...

Se con Ferragnez intendi l'impero mediatico della ferragni, sappi che è partito quando lei stava con Riccardo Pozzoli laureato in Finanza e master in Marketing Management alla Bocconi.

 

Come dici te il mondo è troppo complesso per racchiuderlo in quello che impari a scuola, ma è anche troppo complesso per andare avanti senza sapere dove si mettono le mani.

 

In un motore di quarant'anni fa qualunque meccanico con esperienza potevaripararlo. Oggi se non vieni formato da chi quei motori li progetta non riesce neppure ad aprirlo senza fare danni.

 

A certi livelli essere brillanti, e avere voglia di fare sono necessari tanto  quanto avere la base culturale dell'ambiente in cui si sta lavorando.

 

Per sapere usare un tornio manuale è più importante avere una buona manualità e colpo d'occhio che una lauera in ingegneria meccanica.

 

Già quando si passa alla maccina CNC avere una conoscenza di programmazione è utile: anche se il linguaggio studiato a scuola è diverso da quello della macchina dove andrai a lavorare, avrai i concetti base della programmazione per cui ti approccierai con forma mentale differente da chi impara a digitare le tre isctruzioni di codice presenti nel manuale.

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