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Mercato del lavoro o mercato delle prese per il sedere?


TonyH

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Come detto da altri dipende tutto dalla situazione familiare e da dove vuoi trarre le tue "soddisfazioni". 

Personalmente non tornerei a girare e fare trasferte per lunghi periodi neanche morto e soprattutto dopo essermi sposato ho capito meglio come bilanciare meglio il lavoro con la vita privata e gli hobby (purtroppo o per fortuna tanti) che ho.

Perchè può essere il lavoro più bello al mondo ma se fai troppo si trasforma velocemente in un incubo.

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4 ore fa, Davialfa scrive:

Dubbio Amletico

 

Se la vostra azienda vi proponesse un lavoro di grandi responsabilità, chiaramente ben retribuito che però vi porterebbe a viaggiare molto in italia e nel mondo e che sarebbe sicuramente abbastanza stressante anche se stimolante, mentre l'alternativa sarebbe quella di mettersi in proprio come partner della vostra azienda prevedendo un lavoro molto meno stimolante e meno stressante. Quale delle due opzioni scegliereste?

Io ho scelto la prima, per un motivo banalissimo: la retribuzione.

 

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Grazie per le tante risposte. 

Età: vado per i 41 anni. 

Stato famigliare : sposato con figlio di 5 anni

lavoro: ho attualmente una 15ina di persone che riportano direttamente a me e nella piramide arrivando fino in fondo si arriva a circa 400 persone. 

da 9 anni all'estero e ora abbiamo deciso di rientrare in Italia

Hobby non tanti, per 16 anni sicuramente il lavoro ha assorbito molto tempo

la valutazione di qualcosa di più tranquillo secondo me è anche un po' figlio della pandemia.. sembra un modo di dire però questo anno e mezzo anomalo ha un po' fermato la mente e fatto riflettere su come il tempo passa e come uno vuole passare il resto del tempo che ha.

 

dall'altra parte conoscendomi so che entro un anno mi farò due coglioni molto grossi, è quasi matematico. La verità è che si tende a ciò che non si ha, senza filosofeggiare, ho l'impressione che almeno io non sarò mai pienamente soddisfatto perchè la cosa che mi provoca più piacere è ambire a quello che non ho, che sia il tempo o la tranquillità o lo stress. Mi rendo conto che non invidio i milionari, invidio quelli che a prescindere da situazione economica sono contenti di quello che hanno.

 

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Io con una moglie e, soprattutto, con un figlio di 5 anni non mi metterei a girare il mondo relegandoli di fatto in secondo piano rispetto al lavoro.

Il salto lo farei solamente se avessi necessità di quei soldi in più.

Io sono per godersi il tempo (che non puoi comprare e non ti rende indietro nessuno), la famiglia e i figli, che in un attimo sono già grandi.

Ovviamente sono considerazioni personali, nel tuo caso io piuttosto cercherei di fare un lavoro su te stesso per riuscire ad "accontentarti" di quello che hai, visto che pare che sia questo a pesare.

Non prendere quanto detto per un giudizio, ma solamente il mio pensiero

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  • Grazie! 1
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5 ore fa, Davialfa scrive:

allora riformulo:

 

Per come siete voi, preferireste un lavoro con meno stress, più tempo libero ma anche con meno stimoli e meno internazionale

 

oppure 

 

un lavoro con più stress, meno tempo libero ma anche più stimolante, meno noioso e più internazionale?

Uno qualunque, visto che adesso ho un lavoro con tanto stress, zero tempo libero e pochi soldi.

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Sembra molto banale e probabilmente lo è, ma a parità sostanziale di stipendio dipende se vivi per lavorare o lavori per vivere.

 

Io francamente arrivato quasi alla soglia dei 50 mi sono reso conto che pur amando il mio lavoro e l’ambiente in cui lo svolgo, il poco tempo libero che mi lascia causa il suo essere a 50km da dove abito è veramente frustrante.

 

Ho sempre lavorato per vivere, potendo videogiocherei e guarderei roba in streaming 24x7x365, per cui qualsiasi impiego mi rubi tempo da dedicare ai miei hobby mi irrita tantissimo, anche perché ci sono gli ovvi impegni socio/familiari che già sottraggono tempo a loro volta.

 

I soldi sono importanti ma solo se hai poi anche il tempo di goderteli.

  • Grazie! 3
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14 minuti fa, Sepp0 scrive:

Sembra molto banale e probabilmente lo è, ma a parità sostanziale di stipendio dipende se vivi per lavorare o lavori per vivere.

 

Io francamente arrivato quasi alla soglia dei 50 mi sono reso conto che pur amando il mio lavoro e l’ambiente in cui lo svolgo, il poco tempo libero che mi lascia causa il suo essere a 50km da dove abito è veramente frustrante.

 

Ho sempre lavorato per vivere, potendo videogiocherei e guarderei roba in streaming 24x7x365, per cui qualsiasi impiego mi rubi tempo da dedicare ai miei hobby mi irrita tantissimo, anche perché ci sono gli ovvi impegni socio/familiari che già sottraggono tempo a loro volta.

 

I soldi sono importanti ma solo se hai poi anche il tempo di goderteli.

Potrei scrivere le stesse cose.

  • Grazie! 2
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Ho lavorato per 13 anni in proprio facendomi un mazzo tanto.

Cinque anni fa una grossa multinazionale del settore navale mi ha cercato e mi ha fatto la classica offerta che non si può rifiutare. Dopo più di un anno di corteggiamento ho accettato, indicando chiaramente che ci dovevano essere garanzie e un percorso di crescita perchè non potevo chiudere tutto e riaprirlo dopo un tot di tempo.

 

Per 5 anni ho lavorato come un matto e ho viaggiato tanto (tanto per dire...durante la pandemia sono stato in trasferta 9 mesi su 12...), mettendo da parte un discreto gruzzolo e togliendomi molte soddisfazioni personali.

 

Il capo rispetta i patti e mi fa crescere ma ora sono alle cozze: lavoro 5 giorni a settimana dalle 6.00 alle 20.00 esclusi i trasferimenti o le trasferte, e dopo il lavoro mangio e vado a dormire, se non lavoro di sera. Il sabato recupero quello che non ho fatto durante la settimana e ho la reperibilità la domenica perchè non c'è un collega pari-mansione o pari-grado e avendo sotto di me 15 persone che viaggiano nel mondo, il telefono è sempre acceso. In vacanza, pc e telefono aziendale sempre a portata e comunque i programmi possono saltare all'ultimo per un lavoro "urgente".

 

Ho chiesto al capo un aiuto e stiamo valutando l'inserimento di un collaboratore che comunque è difficile da trovare perchè se è giovane, non ha famiglia ed è disponibile alla trasferta, ma devi formarlo (e non è detto che rimanga o che non metta su famiglia cambiando le carte in tavola). Se prendi uno già risolto non hai il problema della famiglia (fino a un certo punto) ma poi subentra una giusta stanchezza dovuta all'età e devi comunque pagarlo di più per convincerlo a cambiare squadra.

 

Ogni tanto invidio le persone che hanno un impiego normale: hanno meno soldi, lavorano su turni o nel week end, ma hanno meno responsabilità, meno stress e più tempo da dedicare agli affetti.

 

el nino

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[sIGPIC][/sIGPIC] I sogni a volte si avverano. Tu sei il mio.

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22 minutes ago, el Nino said:

Ho lavorato per 13 anni in proprio facendomi un mazzo tanto.

Cinque anni fa una grossa multinazionale del settore navale mi ha cercato e mi ha fatto la classica offerta che non si può rifiutare. Dopo più di un anno di corteggiamento ho accettato, indicando chiaramente che ci dovevano essere garanzie e un percorso di crescita perchè non potevo chiudere tutto e riaprirlo dopo un tot di tempo.

 

Per 5 anni ho lavorato come un matto e ho viaggiato tanto (tanto per dire...durante la pandemia sono stato in trasferta 9 mesi su 12...), mettendo da parte un discreto gruzzolo e togliendomi molte soddisfazioni personali.

 

Il capo rispetta i patti e mi fa crescere ma ora sono alle cozze: lavoro 5 giorni a settimana dalle 6.00 alle 20.00 esclusi i trasferimenti o le trasferte, e dopo il lavoro mangio e vado a dormire, se non lavoro di sera. Il sabato recupero quello che non ho fatto durante la settimana e ho la reperibilità la domenica perchè non c'è un collega pari-mansione o pari-grado e avendo sotto di me 15 persone che viaggiano nel mondo, il telefono è sempre acceso. In vacanza, pc e telefono aziendale sempre a portata e comunque i programmi possono saltare all'ultimo per un lavoro "urgente".

 

Ho chiesto al capo un aiuto e stiamo valutando l'inserimento di un collaboratore che comunque è difficile da trovare perchè se è giovane, non ha famiglia ed è disponibile alla trasferta, ma devi formarlo (e non è detto che rimanga o che non metta su famiglia cambiando le carte in tavola). Se prendi uno già risolto non hai il problema della famiglia (fino a un certo punto) ma poi subentra una giusta stanchezza dovuta all'età e devi comunque pagarlo di più per convincerlo a cambiare squadra.

 

Ogni tanto invidio le persone che hanno un impiego normale: hanno meno soldi, lavorano su turni o nel week end, ma hanno meno responsabilità, meno stress e più tempo da dedicare agli affetti.

 

el nino


Il problema è che quando inizi ad arrivare ad una certa, ti rendi conto che il tempo inizia ad avere valore. Tempo per te, tempo per gli altri, fa lo stesso. 

 

Per quanto mi riguarda non è questione di stress o responsabilità, fammi anche decidere chi deve vivere o morire tutti i giorni ma fammelo fare dalle 9 alle 12 e poi non mi rompere le balle per il resto del tempo, per dire.

 

Ripeto, i soldi sono un plus ma solo se hai anche tempo di goderteli, da solo o con chi ti pare e non solo dopo essere andato in pensione.

 

Già solo sdoganassero sto benedetto Smart working invece di farci andare ostinatamente in ufficio la qualità della vita e del lavoro stesso aumenterebbero esponenzialmente. Sono contento per la fine della pandemia ma non posso negare che i 6 mesi complessivi circa di Smart obbligatorio siano stati i 6 mesi migliori della mia vita lavorativa.

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Io ho scelto la famiglia,qualche anno fa mi avevano corteggiato per un percorso di crescita e responsabilita' ma ho declinato,lavoro su 3 turni 5 giorni facendomi il mazzo ma con uno stipendio dignitoso,ma certi momenti con moglie e soprattutto quando hai un figlio che cresce non te li restituisce nessuno se te li perdi nel lavoro.

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Toyota Corolla Hybrid HB

Fiat panda 4x4 twinair 

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