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Mercato del lavoro o mercato delle prese per il sedere?


TonyH

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Inviato (modificato)
Ma non e' che serva essere "ingegneri" per farlo.

Anche il tipo dei traslochi con la terza media ci avrebbe pensato.

Anche mio nonno credo (che aveva un discreto senso pratico).

Imho hai sbagliato esempio, tutto qua.

Ti sei beccato con uno poco elastico. Ma per quanto nei sai tu magari quello aveva un dottorato in letteratura (8 anni di studio, quindi mente aperta, problem solving etc, visto che ha studiato)

e , senza imho, tu vuoi trarre conclusioni senza esserci stato ;)

Vuoi l'identikit del mio collega? 23 anni, diplomato ragionere.

Non è uno stupido, affatto, e non lo considero tale.

Non è uno "poco sveglio", una specie di forrest gump come lo volete dipingere.

Niente affatto.

Semplicemente, nella sua formazione nessuno gli ha insegnato l'approccio critico nella risoluzione ai problemi.

Che è una cosa che lavorando molto difficilmente impari. Perché nessuno te lo insegna, nessuno ti dà tempo di impararlo, nessuno ti dà modo di sperimentarlo.

Non hai la possibilità di provarlo a costo zero.

Se a lavoro fai una cappella, nessuno ti dice "si ripresenti al prossimo appello" "pazienza, mi ha fatto la finestra sbirula, la prossima volta si impegni di più!"

Se va bene, perdi il cliente. Se va male, il lavoro.

Che poi, adesso che la soluzione ve l'ho data, è facile fare "i superiori". Ma in quel momento.....eh, non so quanti avrebbero risolto prontamente.

Anche l'uovo di Colombo, a posteriori, era una cazzata da galattica.

"Bastava pensarci"

peccato che prima, nessuno ci stesse pensando...

Io, semplicemente, lo chiamerei approccio pratico ai problemi, e quello non te lo da nessun corso di studi, ma o ce l'hai o non ce l'hai: il corso di studi ti da le soluzioni che puoi adottare o la capacità di escogitarne, ma il modo e il tempo di applicarle lo devi capire da solo.

Inoltre voglio proprio vedere, se uno non ha attitudine pratica e ha passato metà della vita sui libri, se riesce anche solo a capire da dove afferrare un ciocco di legno per lavorarlo o come spstituire un tubo sotto al lavandino.

Basta pensare a quanta gente non acquista in Ikea (o acquista e bestemmia) perchè non sa da dove cominciare a montare una libreria. O anche, per non fare i soliti esempi, a quanta gente è negata con la tecnologia: puoi stare lì a spiegare come mandare un sms 1000 volte: alla fine, se va bene, lo impara a memoria (e se non lo fa abbastanza spesso lo dimentica di nuovo), altrimenti alla seconda volta...telefona.

Ecco perchè è importante avere le idee chiare da giovani: i modi per aggiornarsi, elevarsi anche culturalmente mentre fai il tuo lavoro ci sono, oggi come oggi, l'importante è sapere cosa si vuole fare, se non della propria vita, almeno in quel momento della propria vita.

te, fonzino, sei laureato? :)

(Per curiosità, non vederla come una domanda sminuente).

Perché dai l'idea di vedere l'università come una "scuola superiore 2.0", dove apprendi nozioni solo dai libri.

Non è così, anzi. Gli insegnamenti più grandi vengono FUORI dai libri.

Modificato da TonyH

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Semplicemente, nella sua formazione nessuno gli ha insegnato l'approccio critico nella risoluzione ai problemi.

Io non voglio passare per rompicojotes a gratis, ma non tutte le universita' sono ingegneria.

La mia ragazza non avrebbe saputo spostare l'auto, dall'alto del suo 104 in letteratura comparata e del 110 a lugano e a pavia (doppia laurea).

Non e' che "uni = risoluzione dei problemi".

Perche' sei fai letteratura come te la insegnano nel belpaese (ovvero nozionismo almeno fino al terzo anno - oltre non ho feedback) non e' che il senso pratico alla fine della triennale sia molto piu' sviluppato di quello che si aveva alla fine del liceo. A memoria mia non mi pare abbiano mai chiesto alla mia donna di ***risolvere un problema***

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Perche' sei fai letteratura come te la insegnano nel belpaese (ovvero nozionismo almeno fino al terzo anno - oltre non ho feedback) non e' che il senso pratico alla fine della triennale sia molto piu' sviluppato di quello che si aveva alla fine del liceo.

Riprendo quest'affermazione perché imho in certi casi è vera, ma non è necessariamente una cosa negativa.

Alla fine il problem solving è sì una dote che l'università dovrebbe sviluppare, ma è anche una mentalità che gli stessi studi liceali dovrebbero dare alla luce. E nemmeno poco, anche perché l'intervallo 14-19 anni può rendere molto dal punto di vista dell'apprendimento.

Detto molto in sintesi, è il motivo per cui il greco antico è ancora insegnato, e perché al classico si studia matematica/fisica e allo scientifico il latino, anche se sulla carta c'entrano poco con i rispettivi indirizzi.

Tuttavia, uno dei problemi connessi a questo è che l'età è sempre troppo bassa per rendersene conto. Chi è più attento se ne accorge strada facendo, chi non lo è, all'università (forse). Col risultato imho di non profondere il dovuto impegno nello studio, perché è visto troppo restrittivamente come un'obbligazione a imparare nozioni (che, ammetto, al liceo sono di natura troppo interdisciplinare per farsele piacere tutte :)).

Io stesso DOPO mi sono accorto che, lungi dall'essere uno scalzacani e pur essendo uscito molto bene dal classico, avrei potuto affrontarlo con più "lungimiranza" e serietà.

Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina.

E NON VALE SOLO NEL RALLY!!! :§

Gli accenti? Usiamoli bene! Gli accenti in italiano

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te, fonzino, sei laureato? :)

(Per curiosità, non vederla come una domanda sminuente).

Perché dai l'idea di vedere l'università come una "scuola superiore 2.0", dove apprendi nozioni solo dai libri.

Non è così, anzi. Gli insegnamenti più grandi vengono FUORI dai libri.

Siamo colleghi (quasi)...

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Io non voglio passare per rompicojotes a gratis, ma non tutte le universita' sono ingegneria.

La mia ragazza non avrebbe saputo spostare l'auto, dall'alto del suo 104 in letteratura comparata e del 110 a lugano e a pavia (doppia laurea).

Non e' che "uni = risoluzione dei problemi".

Perche' sei fai letteratura come te la insegnano nel belpaese (ovvero nozionismo almeno fino al terzo anno - oltre non ho feedback) non e' che il senso pratico alla fine della triennale sia molto piu' sviluppato di quello che si aveva alla fine del liceo. A memoria mia non mi pare abbiano mai chiesto alla mia donna di ***risolvere un problema***

Gimmo, te sei un ragazzo intelligente. Ma a volte tiri fuori un ENORME difetto che ti tarpa le ali. Ti fermi solo alla superficie delle cose. Non indaghi, non scavi, non guardi le cose da più punti di vista, non applichi la facoltà dell'astrazione. Guardi la prima apparenza che ti si para davanti e morta lì.

Non è una critica, è un consiglio. Perché libero da quelle catene, potresti andare ben più in alto di dove sei ora.

Sostieni che Lara non abbia mai dovuto risolvere problemi. Non è così.

Perché nella vita lavorativa, nessuno ti verrà mai a chiedere come problema "guardi, abbiamo un veicolo di massa M che si muove a velocità V. Mi dimensiona il cuscinetto a rulli in modo in modo che possa percorrere una certo profilo di lavoro? Le daremo qualche millino di euro in cambio".

Quello che ha affrontato Lara, come hanno affrontato gli altri è:

- " la data dell'esame è il tal giorno". Se non siete preparati, cazzi vostri, vi ripresentate l'appello dopo

- " se non avete capito o non trovate i libri, non sono problemi miei"

- " mi faccia una ricerca sul parallelo del pensiero sull'autore X e l'autore Y, i punti di contatto e le divergenze"

- la tesi.....che se fatta con un briciolo di orgoglio, è qualcosa di più che un "copia-incolla" da wikipedia.

Sono o non sono problemi da affrontare? Alle superiori, entri come bambino e esci...lo stesso. Ti prendono per mano, ti dicono cosa fare, ti scandiscono i tempi.

All'università, non gliene frega un cazzo a nessuno di te. Sei te che ti devi organizzare autonomamente.

E questa differenza poi nel mondo lavorativo si nota.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Quello che ha affrontato Lara, come hanno affrontato gli altri è:

- " la data dell'esame è il tal giorno". Se non siete preparati, cazzi vostri, vi ripresentate l'appello dopo

- " se non avete capito o non trovate i libri, non sono problemi miei"

- " mi faccia una ricerca sul parallelo del pensiero sull'autore X e l'autore Y, i punti di contatto e le divergenze"

- la tesi.....che se fatta con un briciolo di orgoglio, è qualcosa di più che un "copia-incolla" da wikipedia.

Sono o non sono problemi da affrontare? Alle superiori, entri come bambino e esci...lo stesso. Ti prendono per mano, ti dicono cosa fare, ti scandiscono i tempi.

All'università, non gliene frega un cazzo a nessuno di te. Sei te che ti devi organizzare autonomamente.

E questa differenza poi nel mondo lavorativo si nota.

Tony, ma mi dici un falegname quando avrà di questi problemi?

La data di consegna dei mobili la fa lui (e vorrei vedere...)

Se non capisce come fare una lavorazione, o impara a usare gli attrezzi oppure "te ciao" (e nessun libro glielo spiega, se non si mette al tornio, sbaglia e ricomincia daccapo)

Di divergenze e punti di contatto lui conosce solo quelle degli spigoli dell'armadio che deve farti, altro non interessa

La sua tesi sono i mobili che produce e, se Dio vuole, vende...

Tutto questo lo impara nel laboratorio, almeno all'inizio, poi, se ha testa, volontà e capacità, studia e affina anche il senso estetico e le capacità "artistiche".

Credo di essere stato sufficientemente chiaro, non ribatterò oltre.

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credo che Tony intendesse (e se ho capito il suo pensiero sono perfettamente d'accordo con lui), che l'università formi l'elasticità mentale necessaria per affrontare gli imprevisti. Questo è vero soprattutto negli atenei italiani che sono disorganizzatissimi. Se da un lato sprecano una tremenda quantità di risorse pubbliche facendo desistere dallo studiare la maggioranza degli studenti, dall'altro selezionano gente che anche solo per aver saputo individuare il luogo e l'orario delle lezioni/esami/ricevimento sta un passo avanti rispetto a tutti

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Tony, ma mi dici un falegname quando avrà di questi problemi?

.

Essendo una "micro impresa"....sempre.

date di consegna, flessibilità, capacità di vendita, aggiornamento continuo sono capacità che gli servono.

Sennò, la gente si rompe il cazzo e va all'Ikea o al LeRoy Merlin ;)

visto che mica é vero che "apro la bottega e la gente deve per forza venire da me". Eh, magari :)

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

credo che Tony intendesse (e se ho capito il suo pensiero sono perfettamente d'accordo con lui), che l'università formi l'elasticità mentale necessaria per affrontare gli imprevisti. Questo è vero soprattutto negli atenei italiani che sono disorganizzatissimi. Se da un lato sprecano una tremenda quantità di risorse pubbliche facendo desistere dallo studiare la maggioranza degli studenti, dall'altro selezionano gente che anche solo per aver saputo individuare il luogo e l'orario delle lezioni/esami/ricevimento sta un passo avanti rispetto a tutti

per fortuna la mia facoltà non era a quei livelli :mrgreen: ma comunque in linea di massima è corretto....

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Essendo una "micro impresa"....sempre.

date di consegna, flessibilità, capacità di vendita, aggiornamento continuo sono capacità che gli servono.

Ma la base è sempre saperli fare i mobili...sennò la bottega non la apri proprio, e la laurea in fisica, in questo, non serve a niente.

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