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Ma cosa succede a Rossi-Ducati??


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Da sportmediaset:

Spuntano le prime foto del collaudatore Battaini con la nuova versione della GP12: la novità è il telaio sempre monoscocca, ma più lungo e flessibile, di alluminio invece che di carbonio. Intanto piccolo intoppo per Valentino Rossi nello sviluppo della Ducati GP12. Al Mugello il pesarese è scivolato con la versione 1000, che aveva già provato nei precedenti test, alla curva 'esse' Scarperia-Palagio. Nessuna conseguenza fisica per il Dottore.

La giornata di test è poi proseguita anche se un probabile problema tecnico ha costretto Rossi a fermarsi lungo la pista. Gli uomini del team sono venuti a recuperare la moto e il pilota, rientrando subito ai box. Valentino è poi ripartito per continuare il programma di prove previsto. Incoraggianti i tempi sul giro sulla pista, secondo una rilevazione non ufficiale si sono attestati intorno all'1'48''05.

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Provo a restare in topic, o a ritornarci.

Premesso che Rossi è fortissimo per carità non oso metterne in discussione il valore e non voglio accendere flames:muto:, credo che si possa convenire sui seguenti fatti:

1) Rossi, come molti altri piloti (da Melandri a Capirossi, che lo hanno apertamente detto più volte), ama il feeling "giapponese" delle moto, cioè moto più dolci e facili in inserimento di curva

2) questa dolcezza di inserimento - che è un pregio, sia chiaro - risulta particolarmente utile a piloti da bagarre, come appunto Rossi, perché rende indubbiamente più facile il sorpasso in staccata

3) questa filosofia di moto forse ha dei "contro" in termini di limiti fisici assoluti della moto, cioè forse si può dire che, rispetto alla filosofia Ducati, quella giapponese comporta meno tenuta assoluta e meno velocità massima potenziale di percorrenza di curva

4) la Ducati invece è più ostica anche se forse, rigida com'è, permette grande percorrenza, a patto che si abbia il coraggio di andare vicino al suo limite; dico "coraggio" perché con queste caratteristiche la Ducati non lascia margine e se si supera il limite si cade, senza preavviso (vedi gli anni di perdite inspiegabili di avantreno)

5) fino ad oggi, l'unico pilota in grado di portare al limite la Ducati è stato Stoner, per due ragioni: è probabilmente il pilota più dotato dal punto di vista della sensibilità, della tecnica di guida, insomma della velocità pura; ed è soprattutto coraggioso al limite della follia

6) il problema della Ducati è che, mentre Stoner, abituato ad una moto difficile, va forte anche con una facile, gli altri, Rossi compreso, abituati a moto facili si trovano di fronte ad un mezzo scorbutico e perdono confidenza

7) senza confidenza, chiudi il gas e arrivi a 20'' dal primo (soprattutto se il primo è il canguro pazzo di cui sopra)

Credo che questa analisi sia avvalorata non soltanto dalle dichiarazioni dei vari Melandri e Capirossi (ma qualcosa del genere la disse anche Hayden, mi ricordo che dopo il primo contatto con la moto disse che Stoner veniva pagato troppo poco per guidare in quel modo una "bara" come quella, che era una moto che metteva molta apprensione, con un feeling "vecchio stile" a cui lui, cresciuto in Honda, non era abituato), ma in fondo anche dallo stesso Rossi, visto il tipo di critiche che muove alla moto.

Indirettamente, è confermato anche da Stoner che all'inizio di quest'anno, appena arrivato alla Honda (e fatto il tempone), si disse subito contento della facilità della moto e della dolcezza complessiva (e nel 2010 Pedrosa invece si era lamentato perché riteneva la Honda troppo brusca, peraltro: tutto è relativo).

Non so, ma questa differenza di impostazione in qualche modo si riscontra anche nelle moto stradali: sarà capitato anche a voi di guidare una Ducati e una sua omologa giapponese (che so, una ST e un VFR; una R1 e una 1198, cose del genere). Le giapponesi sono spesso più morbide di sospensioni e più facili. Un mio amico (che ha sempre avuto Bmw o giapponesi) dice che le giapponesi sono spesso istintivamente facili, sembra che tu le abbia sempre guidate, e fra l'altro non ama le Ducati, che ritiene sempre troppo reattive, troppo "incazzate" anche quando non sono SBK replica.

Ora, questa diversità, parallela tra moto stradali e moto da corsa, mi lascia sospettare che non sia frutto di bontà maggiore o minore di questo o quel progetto, ma proprio di filosofia costruttiva. Qualcuno ricorda la 916? A parte la stratosferica bellezza, è una moto ignorante, selvaggia, caricata sui polsi, con il culo per aria e i piedi sulla targa... Però quella impostazione "ready to race" è impagabile. Poi magari ci vai più piano che con un CBR, però il motociclista non cerca solo il cronometro (se non fa il pilota di professione) ma anche e soprattutto sensazioni. Voglio dire, ragionevolmente le Harley sono dei cancelli inguidabili, però danno sensazioni uniche che costituiscono la loro essenza; io non la prenderei mai, ma le rispetto e capisco chi le compra.

E vengo al punto. Si dice che nelle corse conta soltanto vincere, e se per questo devi snaturarti, amen. Del resto, notano in diversi, le MotoGP sono prototipi, quindi possono anche essere molto diverse dalle stradali (sia pure sportive).

Forse. Forse però quella che ho chiamato filosofia costruttiva non può essere rinnegata fino in fondo. Non perché è giusto o sbagliato, ma perché non ci riesci. Non ti puoi snaturare oltre certi limiti, perché fai una ciofeca. Quando dico che l'architettura del telaio alla giapponese non la improvvisi, intendo questo. Secondo me la Ducati ha poco futuro a cercare di fare una specie di RCV o di M1 solo per accontentare Rossi. Potrebbe anche essere una moto vincente, magari Rossi si trova bene e vince delle gare; magari anche dopo Rossi la moto "giapponesizzata" diventa guidabile anche da altri piloti e vinci ancora, però si tratta di una moto che non c'entra niente con la tua storia, la tua esperienza e la tua clientela. Si tratta solo di un prototipo? Attenzione, ci sono prototipi e prototipi, una motoGP è molto più simile ad una sportiva stradale di quanto non lo sia una Formula Uno. Non a caso proprio la Ducati mena vanto di aver trasferito tecnologia dalle corse, dalle corse anche di motoGP, alle moto stradali; una su tutte il traction control. Se questa tecnologia delle corse la sviluppi su una moto che assomiglia alla M1, sarà più difficile trasferirla a moto stradali che alle Yamaha non assomigliano per niente. Magari studi una soluzione di forcellone, perfetta in gara per il telaio perimetrale, che si rivela un cesso per una moto stradale a motore portante. E quindi ti tocca fare le moto stradali come quelle da corsa.

Questo è il punto. Se la Ducati insegue questa strada, per adesso si limita a fare una Desmosedici simile ad una M1, ma fra qualche anno sarà costretta - per non smentire la sua fama di costruttore sportivo che trasferisce tecnologia dalle corse alla strada - a fare una Xtreme simile ad una R1.

Velocissima, perfetta, "facile" e comunicativa. Tutte buone qualità. Ma c'è già la R1, che tra l'altro a parità di cifra tecnica probabilmente costerà meno, per intuibili ragioni industriali di economie di scala.

Io temo che in questo modo si rischi di perdere quei clienti che comprano Ducati non tanto perché va più forte di Honda o Yamaha, ma perché va "a modo suo", che è semplicemente diverso da Honda o Yamaha. Non migliore o peggiore, diverso. Nelle gare conta solo migliore o peggiore, ma per i clienti conta anche "diverso". Ducati ha molti clienti di questo tipo. E se stravolge la sua filosofia costruttiva, rischia molto sul mercato delle stradali. Non può permettersi di fare una moto apposta per Rossi, stare ferma un giro e riprendere il discorso della moto con il telaio in carbonio e il motore portante "là dove lo aveva lasciato Stoner". Non ha abbastanza soldi da buttare.

Quindi fare la moto apposta per Rossi significa avviare una giostra progettuale che avrà ricadute su anni di produzione di serie.

Siamo sicuri che ne valga la pena? Magari vincono, ma il problema è che quando vinci con Rossi, è sempre e solo merito suo, questa è la percezione comune, quindi non serve a un tubo (non me ne vogliano i tifosi di Rossi, che peraltro propugnano esattamente questa tesi, cioè che Valentino vince anche con moto inferiori, vedi Yamaha 2004, e che se poi le moto migliorano è merito suo).

Io temo che la Ducati si sia infilata in un imbuto e che, se insegue le istanze di Rossi, rischia di farsi un danno produttivo molto grave, nonostante poi magari riesca a vincere qualche gara.

Ecco perché da "ducatista" (salvo poi chiarire che cosa si intende con questo termine) sinceramente non amo questo "matrimonio"; con Rossi, sembra che l'alternativa sia fare figuracce o copiare i giapponesi. In entrambi i casi, non è che ai clienti piaccia molto. Almeno, a me non piace molto. Quando dovrò cambiare la moto, se non ritroverò il feeling per cui negli anni mi sono affezionato a Ducati, magari guarderò altrove. Vorrà dire che sarò prontamente sostituito da un nuovo cliente che si è esaltato a veder vincere Valentino....

Giulia Nuova Super 1300

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Ci sono troppe cose che non sappiamo per poter dire qualcosa.

C'è anche un altro aspetto che conta: spesso i piloti rifiutano soluzioni migliorative (ogni riferimento alle sospensioni anteriori a braccio oscillante è puramente voluto) poiché danno delle sensazioni diverse da quelle alle quali essi sono abituati e si rifiutano di imparare di capire come funziona la nuova moto.

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Valentino Rossi joined the Ducati Test Team at Mugello on Thursday for the third and final day of a special run which continued the development of the Borgo Panigale factory's 2012 prototype.

It was Rossi's sixth of the eight testing days permitted for each factory rider and there was no shortage of work for the nine-time World Champion to get through as he put in 82 laps, trying out an updated electronics package and chassis.

In sunny but not overly hot conditions Rossi rode until 6.30pm local time, unaffected by a minor fall at the Scarperia-Palagio section on his third lap of his first outing on the bike in the morning. Filippo Preziosi and Vittoriano Guareschi were both present in the garage to observe the Test, with official Ducati Test rider Franco Battaini – who had ridden for the previous two days – on track with Rossi.

“It was an interesting day, although it was quite a long one as we were riding until 6.30pm,” said Rossi. “Developing a bike requires a lot of focus and effort but is also very exciting, and it's very fulfilling to be part of a group of people pushing as hard as it can and all in the same direction. Today we confirmed various aspects of the GP12's electronics and chassis, collecting a lot of useful information for Filippo and the guys back at the factory. I think the work is well underway as we prepare for our next steps.”

Da motogp.com

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Quello di motogp.com mi ricorda un articolo di GPone.com:

Nell’ultimo di una sessione di tre giorni di prove al Mugello del Test Team Ducati, Valentino Rossi ha utilizzato la sesta delle otto giornate a disposizione delle Case per portare avanti lo sviluppo della moto 2012. Prove di elettronica e di ciclistica hanno impegnato il pilota italiano per 82 giri in una giornata soleggiata ma dalle temperature non troppo elevate.

Una scivolata all’uscita della Scarperia - Palagio nel corso del terzo giro del primo run del mattino non ha avuto conseguenze sul lavoro del pilota e della squadra che è proseguito fino alle 18.30. Al box, a seguire il test di Valentino, c’erano Filippo Preziosi e Vittoriano Guareschi, e al suo fianco, in pista, il collaudatore ufficiale Franco Battaini che aveva provato anche nei due giorni precedenti.

“E’ stata una giornata interessante anche se molto lunga” ha commentato il Dottore al termine del test “perché abbiamo girato fino alle 18.30. Lavorare sullo sviluppo della moto è una cosa che richiede grande concentrazione e impegno ma è sempre molto eccitante e coinvolgente far parte di un gruppo che spinge al massimo nella stessa direzione. Oggi abbiamo verificato diversi aspetti di elettronica e di ciclistica della GP12 raccogliendo molte informazioni utili per Filippo e i ragazzi a casa. Credo che il lavoro sia ben avviato in vista dei prossimi passi che andremo a fare”.

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