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Ma cosa succede a Rossi-Ducati??


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Per la serie: "Botta e risposta".

Rossi-Ducati, NON separatevi.

Il 2011 della coppia Rossi e Ducati è stato fallimentare, ma non per questo deve arrivare il divorzio. Siamo solo a metà della partita e tutto questo impegno merita fiducia. Ancora.

MotoGp, avanti ancora - Caro Valentino Rossi, cari amici della Ducati, date retta: non separatevi. Non ora, non adesso. E' vero, nessuno dei due ha mai provato così tanta frustrazione e fallibilità in carriera. Ogni week-end un pugno nello stomaco, una rabbia prima e pianto poi con le promesse di miglioramento rinviate sistematicamente alle gare, mesi, stagioni future. Ma chiudere il discorso già a fine 2011 sarebbe l'errore per eccellenza, quasi un regalo a tutti gli avversari che, per un motivo o per l'altro, sorridono nel vedere il numero 46 sgomitare per piccoli punti iridati mentre loro volano su tempi irraggiungibili. Per ora. Perchè le capacità umane e tecniche per tornare a far paura vi sono tutte, solo che sono dannatamente/drammaticamente nascoste.

Ovvie difficoltà - Non è giusto buttare al vento tutti i tentativi fatti durante questi mesi, i giorni di prova spesi a cercare un piccolo spiraglio di luce e le immense fatiche dei tecnici bolognesi nel far debuttare versioni riviste di una Gp11 troppo figlia del talento Casey. Non si può cancellare in pochi mesi un lavoro di una casa che, giustamente, si è concentrata per ben quattro anni su un pilota unico e particolare come Stoner. L'attuale Desmosedici chiede violenza e sovrasterzo mentre Rossi ama coccolare le sue creature, condurle in curva con precisione millimetrica senza strattoni o rabbia. Non bisogna perciò stupirsi dell'attuale incompatibilità tra pilota e mezzo. Mettiamola in conto come un fatto naturale, girando lo sguardo verso una categoria regina che si appresta a mutare col nome di Moto1, sospinta dal profondo suono dei motori 1000 di cilindrata. Ed è da qui che si deve scrivere la storia.

Cammino non concluso - L'impegno è massimo da parte di tutti. Rossi incassa con la forza del sorriso e spiega impressioni. Accanto Filippo Preziosi ascolta, serio e sicuro di avere assoluta libertà nelle scelte tecniche. Il marchio non lo ha voluto legare con tradizioni da rispettare, come dimostra la relatività facilità nel creare una Ducati con telaio "quasi tradizionale", continuando una ricerca che non si è fermata, non si ferma e non si dovrà fermare. Tutti uniti nel desiderio di vittoria, in una nuova sfida coraggiosa appunto per le grandi difficoltà da superare. Se poi il 2012 avrà la stessa cupa tinta del presente allora sì, via libera ai litigi, allo sconforto e al divorzio. Con la testa che annuisce alla parola "fallimento". Ma solo tra un anno però, perchè l'arbitro di fischi ne ha fatti due, non tre. In piedi quindi, cocciuti e quasi pazzi. La medicina subito è amara, ma dopo poco tempo guarisce il male. Basta avere la forza di aspettare e fidarsi.

Riccardo Cangini

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Rossi-Ducati, se i "guardiani del tempio" invocano il ... divorzio.

Pubblicato: martedì 27 settembre 2011 da Massimo Falcioni

E’ vero che solo i somari non cambiano opinione ma è anche vero che non sono solo i somari a “ragliare”. Dal “sancta sanctorum” dei media arriva l’invito (o l’ordine?) a Rossi e alla Ducati di … separarsi. Nessuna meraviglia. Nel senso che dopo essersi arrampicati sugli specchi per difendere l’indifendibile, finalmente pare si prenda atto della mortificante e (fin qui) inarrestabile via crucis imboccata e percorsa dal super strapompato binomio tricolore e si usa senza perifrasi la magica parolina che sintetizza il tutto: fallimento.

Già. Come nei matrimoni d’amore e d’affari non c’è mai chi ha tutte le colpe e chi tutte le ragioni. Pur non tagliando la mela in due pacche precise, anche qui le responsabilità sono di entrambe le parti. Di Rossi, che con presunzione e arroganza credeva di dominare il campo sempre e con qualsiasi mezzo, certo di trasformare con la “sua” squadra qualsiasi ferraglia in bolide vincente e con il suo “secondo” nel manico sopperire a qualsiasi gap del mezzo.

Della Ducati, che oltre al successo di marketing e di immagine acquisiti sin dai tempi di Madonna di Campiglio grazie ai giornalisti compiacenti, con l’arrivo di Valentino a Borgo Panigale era certa di portare a casa anche i risultati in pista, titolo iridato compreso. Oggi, ad amalgama non riuscita, magari interpretando la vox populi, tutti delusi e sbandati per il “fiasco”, da autorevole pulpito si invoca il divorzio. E i danni? E’ ancora valido l’antico adagio che “chi rompe paga”? Forse no.

La dispensa da matrimonio rato e non consumato in diritto canonico viene concessa dal Pontefice nei casi in cui sia stato accertato che il matrimonio, malgrado la corretta celebrazione, non sia stato poi consumato attraverso un rapporto fisico tra i coniugi. In questo caso, sia il pilota sia la Casa, ci hanno almeno provato.

Anzi, le hanno provate tutte, con profusione di tentativi e di … soldi, (offerti fin troppo precipitosamente dal munifico superottimista e … “ingenuo” sponsor tabaccaio), spinti dalla grancassa mediatica, non si sa se per amore di questo motociclismo da luna park o per cupidigia del grande business.

L’impressione è che tutta questa improvvisa e improvvisata foga per il divorzio abbia un solo obiettivo: dare tutte le colpe del disastro a una parte. Indovinate qual è la parte da crocifiggere?

Fonte: www.motoblog.it

La Ducati GP12? Come Tom Cruise.

Lunedì 26 Settembre 2011 11:15 di Luca Semprini

Nel week-end della Superbike a Imola, il box del team Ducati Althea Racing ha avuto un ospite d'eccezione: Filippo Preziosi.

Il progettista della Desmosedici, protagonista di una stagione travagliata nel motomondiale, ha voluto recarsi di persona all’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” ed essere testimone oculare del lato vincente della casa di Borgo Panigale.

Su Carlos Checa, sempre più vicino al suo primo titolo mondiale, ha detto: “Questa domenica ha guidato con la testa, perché sa che questo campionato lo può soltanto perdere lui. È stato bravissimo quest’anno. Anche umanamente è uno di quelli che se lo merita di più. Siamo sempre rimasti in ottimi rapporti, anche dopo la sua partenza dalla Ducati in MotoGP, ed è sempre stato molto disponibile”.

Quanto al futuro prossimo della Ducati in MotoGP, Preziosi ha escluso con ogni probabilità l’introduzione di novità tecniche prima dei test di Valencia, anche perché ogni cambiamento di telaio richiederebbe un nuovo propulsore.

“Contiamo sul fatto di non dover utilizzare nuovi motori – ha aggiunto – Altrimenti dovremmo ripartire dalla pit-lane”.

Nessun spiraglio invece su quanto emerso dai test della GP12 a Jerez con Valentino Rossi. “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare” , si è limitato a dire. Tuttavia, non ha smentito le voci che vogliono Rossi autore di numerose uscite di pochi giri ciascuna, concluse su un passo simile a quello di Stoner sulla Honda 1000.

In settimana ci sarà comunque un test importante in casa Ducati. “Al Mugello, Troy Bayliss proverà la Ducati '1200 Panigale' (precedentemente chiamata 'Extreme', ndr). Già che c’è, potrebbe anche salire sulla Desmosedici – ha detto sorridendo – Anche se Troy è un pilota particolare, che guida con regolazioni atipiche”.

Lo stesso Bayliss, anche lui ad Imola, ha detto: “La potrei provare, anche solo per divertimento”. Rimane il fatto che la Ducati rimanga una moto che molti piloti hanno difficoltà a interpretare al meglio. Un po’ come una donna, che non può piacere a tutti.

“Stiamo cercando di renderla più simile a Tom Cruise o Brad Pitt” , ha scherzato. Sicuramente, una Ducati più “piacente” sarebbe un valore aggiunto per la MotoGP, oggigiorno così povera di spettacolo.

Fonte: www.gpone.com

Modificato da EC2277
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Ciao a tutti,

complimenti per la discussione, io sono un appassionato di motogp, un po' perchè da anni l'italia si faceva valere un po' perchè fino a qualche tempo fa era veramente avvincente vedere i grand premi.

Ora le corse sono un poì più noise, di sorpassi se ne vedono molto meno e cosa ancora più triste.... gli italiani e la ducati non stanno più facendo quello per cui ci avevano abituato!

Non ho assolutamente competenze tecniche contrariamente a quelle dimostrate da alcuni di voi, però vista l'annata assolutamente da dimenticare, io se fossi in ducati e rossi partire ogni domenica dai box al solo fine di poter provare nuove soluzione e di lavorare in vista del 2012.

E' vero che la moto potrebbe rispondere in modo diverso, però credo che più dati si raccolgono e meglio è in vista del futuro.

Per il 2011 non credo faccia differenza arrivare 6°-7° oppure 10°, il problema più grande sarebbe se fosse la stessa cosa l'anno prossimo, allora si che sarebbe una tragedia per Rossi e per la Ducati!!!

Ragazzi speriamo bene, a me non interessa di chi siano le colpe tra rossi e ducati, l'unica cosa che vorrei è rivedere entrambi là davanti! :razz:

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Parere mio se si separano è finita per tutti e due, visto che non penso ci sia qualche pilota disposto ad andare in ducati allo stato attuale delle cose..e Valentino dove andrebbe??
IMHO sarebbe finita solo per Ducati... penso che una Honda o una Yamaha "clienti" possa sempre saltar fuori per Rossi..... oh: è l'unico che porta sponsor attualmente in MotoGP!

P.S.: la Marlboro fino a quando è legata a Ducati? :lol:

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Valentino Rossi “Test interessante a Jerez per il 2012″

29 settembre 2011

Accanto al Campione del Mondo in carica Jorge Lorenzo, Alvaro Bautista ed i piloti di casa Hiroshi Aoyama e Shinichi Itoh (wild card con HRC), Valentino Rossi è stata la principale “stella” della conferenza stampa di presentazione del Gran Premio di Motegi 2011. Il 9 volte iridato, che vinse proprio al Twin Ring nel 2008 il suo ottavo titolo mondiale, ha parlato di quale sarà la “configurazione” della propria Ducati Desmosedici GP11.1 per questo fine settimana: la stessa del Motorland Aragon con il semitelaio anteriore in alluminio.

“Correremo con la stessa moto di Aragon“, spiega Valentino. “Ci saranno già le stesse modifiche provate ed introdotte nell’ultima gara. Purtroppo ad Aragon abbiamo avuto un problema di grip al posteriore che ha provocato un consumo anomalo del pneumatico. Qui a Motegi la situazione penso sarà differente, anche se dovremo prima scoprire le condizioni del tracciato“.

Ovviamente si è parlato anche del test in gran segreto effettuato 7 giorni or sono a Jerez, con il telaio perimetrale in alluminio per la prima volta collaudato sull’ennesima nuova versione della 1000cc, la Ducati Desmosedici GP12.

E’ stato un test interessante, abbiamo raccolto dati ed informazioni utili per proseguire nel programma di sviluppo della 1000. Sicuramente continueremo su questa strada fino al termine di questa stagione“, ha concluso Rossi che vinse a Motegi nel 2001 e 2008.

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Ducati: un problema di pesi e posizione

Valentino l’aveva già anticipato ad Aragon, il problema che affligge la Desmosedici e gli impedisce di guidare come vorrebbe non è solo nel telaio. Un primo indizio era venuto dalle velocità massime registrate quest’anno sulla Ducati, inferiori a quelle si Stoner nella scorsa stagione. Un altro da una prova empirica, il confronto tra le immagini del Dottore in sella alla M1 e alla GP11.1, che rivelano una posizione in sella completamente diversa. Rossi l’aveva prima paventata come un'ipotesi “forse la Desmosedici come posizione di guida si adatta meglio a un pilota piccolo come lui piuttosto che a uno alto come me” ma questa sua sensazione si sta tramutando in una certezza. L’ha rivelato oggi a MCN: “abbiamo provato a lavorare sulla distribuzione dei pesi e in special modo sulla mia posizione in sella. È il lavoro più importante che abbiamo fatto a Jerez perché pensiamo sia il più grande problema di questa moto. Vorrei stare più avanti, non mi piace la mia posizione in sella ed è da tanto che lo dico a Filippo Preziosi”.

La distribuzione dei pesi sulla Ducati è un argomento che Rossi ha più volte sollevato in questi mesi ed è stata sempre al centro del lavoro nei box, a prescindere dalle evoluzioni ciclistiche portate in gara. Vale si lamenta di non riuscire a caricare come vorrebbe l’anteriore, con la conseguenza che il pneumatico non riesce ad entrare in temperatura e lavorare come dovrebbe. Un limite a un radicale cambiamento nella ripartizione dei pesi potrebbe essere dovuto anche alla caratteristica fondamentale della Desmosedici, il motore portante. Il propulsore può infatti essere spostato nel telaio entro certi limiti poiché è un elemento stressato della ciclistica. Per una rivoluzione nella distribuzione dei pesi, bisogna quindi progettare un nuovo telaio a cui il motore è ancorato.

Le parole di Rossi confermano questa impressione: “abbiamo bisogno di tempo per costruire un nuovo pezzo, spero che arrivi il prima possibile e poi dovremo capire se farà la differenza. Non so se cambierà qualcosa se sarà in carbonio o in alluminio, quello che per me è importante è la distribuzione dei pesi e dei componenti sulla moto. Abbiamo iniziato a lavorarci a Jerez ma ci vuole tempo e dobbiamo realizzare delle nuove parti”.

Mi sembra strano ne incominci a parlare ora..o mi sono perso qualcosa??

Peace&Love

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Si, ti sei perso (anzi ci siamo persi) i retroscena che nessuno ha mai rivelato.

Sembra quasi che, ossessionati dalla convinzione che il problema fosse il motore portante, il telaio a monoscocca (continuo a ritenere più corretto chiamarlo semiscocca) ed in carbonio, nessuno si sia preoccupato di capire se il pilota stava a suo agio sulla sella. :pen:

Se le cose stanno così, allora tutti i discorsi fatti sino ad oggi sono solo un ennesimo cumulo di cretinate.

Tra l'altro (ironia della sorte) sarebbe proprio la stessa soluzione che venne adottata l'anno scorso con Stoner: spostare indietro il motore per avanzare il pilota senza alterare la distribuzione dei pesi. In questo modo il guidatore, spostandosi sulla sella, può caricare o scaricare l'anteriore in base a come vuole impostare la curva.

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se la grande rivoluzione della rossa dovesse rivelarsi veramente in un cambio di posizione di guida significa che siamo veramente fritti.... alla faccia dei mega ingegneri, meccanici e pilota che da mesi si sbattono inutilmente alla ricerca della pietra filosofale....

spero veramente che il problema sia più grande e di diversa natura altrimenti i margini per il 2012 sono veramente ridotti e dovremo attenderci un 2011 bis...

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