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Gp Indianapolis


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Ridiamoci sopra, va...

Un asfalto nuovo che piace a tutti, le solite gomme altamente performanti e 17 polli al via: ecco il riassunto dell'Indiana-Pollis, una delle gare più divertenti del mondo, che ha entusiasmato fino alla fine tutti i 12 spettatori paganti sulle tribune.

Nove di loro erano venuti per la Brickyard400 e ci sono rimasti malissimo.

Si capisce subito che il problema saranno i pneumatici, Bridgestone come sempre offre ai piloti un'ampia scelta di mescole: SuperDure e UltraMolli. Per l'anteriore tutti scelgono la SuperDura tranne Hayden che, sperando in un improbabile arrivo di Irina entro i primi 2 giri, opta per la Ultramolle.

Che, per la cronaca, finisce alla terza curva.

PitStop per lui, che chiude pluridoppiato e ultimissimo: l'unica scelta peggiore che poteva fare era scommettere tutti i suoi risparmi sui 100 metri di Bolt. E non è detto che non l'abbia fatto.

Le altre Ducati comunque vanno fortissimo: il migliore è l'ottimo e ottavo DePugnette, che merita un bel 7 di incoraggiamento per essere la prima Ducati.

Dietro c'è Capitan Rossi, voto inevitabilmente 4, che a questo giro VaLentino e anche VaMalino, nel senso che si muove in sella con la scioltezza di un cactus.

Le attenuanti per Vale non mancano, stavolta: la Desmosedici ha, con le gomme, lo stesso rapporto pacifico che Gheddafi ha con il suo popolo. E poi per errore gli viene montato il cambio di Hayden, prima-folle-folle-folle-folle-sesta: le staccate sono un tuffo al cuore.

Tutte le altre Ducati si ritirano per la vergogna, compreso la giovane promessa Loris Capirossi che però resta fiducioso, non sappiamo in merito a cosa.

Risalendo verso la decenza bisogna dare un 7 obbligato ad Alvaro il Metallaro che zitto zitto porta la Suzuki al sesto posto: le altre Suzuki non sappiamo dove siano, ma la sua trova un piazzamento dignitosissimo in una gara ad eliminazione.

Le Iamaca si salvano grazie a BenitoGomitone, voto 8: si ferma al primo giro per compilare una constatazione amichevole con Dovizioso, poi riparte e risale la china fino al podio.

GiorgioneLorenzo deve cedere il passo al compagno americano: in prova le cose non vanno mai per il verso giusto, tanto che prova a farsi passare dei setup da Spies, da Melandri, da Edwards (e quando chiedi un setup a Edwards vuol dire che sei proprio disperato). Campionato ormai lontano.

Tutti sono disperati dalle gomme che si disfano e perdono pezzi, tutti tranne il solito rimbambito là davanti: Stoner non sa che gomma ha scelto.

Parte con una certa calma tanto da farci sperare di vedere una gara vera, ma bastano una manciata di giri per capire che è meglio uscire a farsi una grigliata.

Voto 27, cosa volete dargli a questo? Lui, sua moglie e il suo disco freno autoventilante sono ormai una triade di assoluta autorità, come Moggi-Giraudo-Bettega, ma senza gli orologi e le telefonate agli arbitri.

Dietro di lui il solido Danielino, voto 8, unico a stargli dietro: insieme mettono un bel sigillo sul weekend HRC e confermano di essere due fuoriclasse.

Nei cartoni animati Honda, Pedrosa è l'organizzatissimo e furbo Mototopo, Stoner è Willy Coyote: quello che si siede su un missile e per essere sicuro si lega anche una fionda gigante al culo.

Due appunti su altri piloti Honda: Simoncelli sperimenta il brivido di arrivare merdesimo nei pressi di Elias, mentre Dovi conferma di essere un campione di costanza ma rimane sempre un passo dietro i compagni di team.

L'ottimo e imparziale Cereghini, a FuoriGiri, stabilisce in modo lapidario che "Simoncelli ha molto più talento di Dovizioso": non so se Cereghini misuri il talento in capelli, bestemmie televisive o quantità di avversari abbattuti, ma per quanto riguarda invece i punti mondiali la differenza è ABISSALE e questo, per quanto mi riguarda, chiude ogni discorso.

Purtroppo la carriera di Dovi sembra segnata dal destino del povero sfigato che non viene calcolato da nessuno finchè non festeggia un podio vestito da ballerina o propone divertenti epiteti sessuali da associare alla madre di qualche avversario.

Voto, come sempre, 2 al programma condotto dal comunque pregevolissimo ed elegantissimo Bobbiese.

Ancora in sospeso la questione Motegi: l'idea al momento è quella di correre, ma con tute piombate.

Per ora godiamoci lo spettacolo di Indianapolis: una gara bellissima che segna probabilmente l'apice dell'era monogomma. Ecco cosa succede quando spendi 20.000 euro di ricambi aftermarket per farti la moto rèsing e poi per risparmiare scendi in pista con le Marangoni Supercane: tutti sulle tele.

INDIANA POLLIS: THE BATTLAX CHICKENS

 


 

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