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Modifica all'art 18 Statuto dei lavoratori: quali conseguenze ?


loric

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Già oggi si possono chiudere le fabbriche, lasciare tutti a casa e pagare solo le competenze di fine rapporto ed il contributo della procedura di mobilità. No, io non vedo alcun rischio del genere.

in effetti imho la questione non riguarda tanto il numero dei lavoratori coinvolti: ora credo debbano essere almeno 5 dopo anche uno solo, ma

non mi pare che il numero di 5 rappresenti chissà quale barriera.

piuttosto il modello tedesco prevede che il motivo economico venga verificato:

in un paese di falsi invalidi, gente con villa ma nullatenente per non pagare ticket e mensa dei bimbi e contratti determinati "a nastro" e "falsi" co.co.pro.

il controllo mi pare necessario in TUTTI i casi.

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Ho appena dato una letta al testo e devo dire che non ci vedo né una disintegrazione dei diritti dei lavoratori, né chissà quale spinta alla crescita. In sostanza "tanto rumore per nulla", o quasi.

Per i precari si fa qualcosa sull'apprendistato se vogliamo essere ottimisti e anche un po' anime candide, ma << nella logica di contrastare non l’utilizzo del contratto a tempo determinato in sé, ma l’uso ripetuto e reiterato per assolvere ad esigenze a cui dovrebbe rispondere il contratto a tempo indeterminato >> di fatto si limita la possibilità di farli lavorare con continuità, aumentando l'intervallo fra la fine di un contratto e l'altro (si passa da 10 a 60 giorni per i contratti inferiori ai 6 mesi, da 20 a 90 per quelli più lunghi).

Sarà anche stato sbagliato, ma io con il sistema di prima ci ho lavorato 2 anni e mezzo di fila (con le pausette di 20 gg), così non potrebbe più accadere, e ho come l'impressione che le aziende non cominceranno a prendere la gente fissa per compensare, né si impegneranno necessariamente con l'apprendistato, ma semplicemente andranno avanti sottostaffate.

Se un'azienda ti usa con continuità e lo fa reiterando un contratto a termine... be', ne abusa.

La sostanza della riforma, nel suo complesso, si riassume in questi termini:

1) ti tolgo l'alibi che sei costretto a ricorrere ai contratti "precari" perché l'art. 18 ti impedisce di licenziare per ragioni economiche: infatti ti modifico l'art. 18.

2) i contratti precari ti danno più flessibilità, la flessibilità ha un valore, te lo faccio pagare e con quello che incasso fornisco un ammortizzatore sociale in più ai lavoratori a termine

3) pongo uno stoppone alle collaborazioni coordinate e continuative sfacciatamente false

4) elimino l'associazione in partecipazione (se non fra familiari) che tanto nessuno ha mai usato in maniera corretta, si è sempre trattato di un modo per mascherare rapporti di lavoro subordinato.

5) introduco una norma contro le dimissioni in bianco che (almeno da quello che si legge) affronta tutte le criticità che avevo più volte evidenziato nell'equivalente norma introdotta dall'ultimo governo Prodi, norma che non funzionava e che è stata (fortunatamente) abrogata.

C'è molta sostanza, spero che riescano a tradurla in maniera decente in un disegno di legge scritto bene.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Per quale motivo questa nuova legge Fornerodovrebbe agevolare le aziende e convincerle a venire ad aprire attività in Italia ?
per nessun motivo, perchè tanto non ci vengono lo stesso, per una serie di motivi che si chiamano:

mancanza di infrastrutture

tasse

costo del lavoro

buorcrazia

criminalità organizzata

il mio blog www.autocritico.com

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Cosa è cambiato nel dettaglio.

ROMA, 21 marzo (Reuters) - Ecco come si profila la riforma del mercato del Lavoro messa a punto dal governo. Da subito e per tutti entreranno in vigore le norme sui licenziamenti per motivi economici e disciplinari, mentre i nuovi ammortizzatori andranno a regime nel 2017 e saranno finanziati con risorse fino a 1,8 miliardi.

ARTICOLO 18

OGGI: introdotto nel 1970 nell'ambito dello Statuto dei lavoratori garantisce ai dipendenti delle imprese con più di 15 dipendenti il reintegro al lavoro nel caso di licenziamenti senza giusta causa.

DOMANI: da subito e per tutti i lavoratori sarà possibile essere licenziati per motivi economici. Qualora il giudice dovesse ritenere il provvedimento dell'azienda illegittimo il lavoratore non potrà essere reintegrato in azienda ma riceverà un indennizzo di 15-27 mensilità tenendo conto dell'ultima retribuzione.

Sarà possibile anche il licenziamento per ragioni disciplinari. In caso di provvedimento illegittimo il giudice potrà decidere o il reintegro del lavoratore o una indennità fino a 27 mensilità in base all'anzianità.

In caso di licenziamenti discriminatori resta il diritto al reintegro al lavoro che viene esteso anche alle aziende con meno di 15 dipendenti che attualmente sono escluse.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

La riforma entra a regime nel 2017.

L'obiettivo è allargare la platea dei soggetti tutelati con minori costi attraverso un sistema su due pilastri: cassa integrazione per sostenere lavoratori e imprese in temporanea difficoltà, istituto che rimane sostanzialmente invariato, e Assicurazione sociale per l'impiego per chi perde il lavoro.

La platea degli interessati dovrebbe ampliarsi a 12 milioni di lavoratori dagli attuali 8, includendo i contratti a termine (pubblica amministrazione compresa) e gli apprendisti.

L'assegno per chi perde il lavoro sarà pari a un massimo di 1.119 euro con una durata non superiore ai 18 mesi. Oggi la mobilità può arrivare fino a 36 mesi per gli over 50.

*Cassa integrazione ordinaria (cigo)

OGGI: è un assegno che spetta a operai, impiegati e quadri delle aziende industriali ed edili che per avverse condizioni di mercato sospendano o rallentino l'attività produttiva. E' pari all'80% della retribuzione complessiva che sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate. Viene erogata dall'Inps e finanziata dai contributi versati da imprese e lavoratori. Viene corrisposta al massimo per 13 settimane con una proroga fino a 12 mesi e, in determinati casi, il limite è elevato a 24 mesi.

DOMANI: resterà com'è.

*Cassa integrazione straordinaria

OGGI: scatta quando la crisi porta a ristrutturazioni aziendali o a chiusura delle aziende. L'assegno è pari all'80% della retribuzione complessiva che sarebbe spettata per le ore di lavoro non prestate, per una durata massima di 24 mesi. Tra cigo e cigs si possono cumulare massimo 36 mesi in cinque anni.

DOMANI: resterà ma solo in caso di ristrutturazioni e non per cessazioni di attività.

*Cassa integrazione in deroga

OGGI: dal 2009 tutela imprese e lavoratori che non hanno diritto alla cig ordinaria e straordinaria cioè le imprese con meno di 15 dipendenti oppure i dipendenti in aziende da 15 dipendenti in su che non godano di cigo e cigs (apprendisti, tempi determinati, lavoratori a domicilio e somministrati), e le imprese industriali con più di 15 lavoratori che hanno finito il periodo della cigs. L'indennità, viene finanziata da Stato e Regioni, è pari all'80% dell'ultima retribuzione fino al tetto massimo stabilito e può essere erogata al massimo per 12 mesi.

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.

*Indennità di mobilità

OGGI: spetta ai lavoratori che perdono il lavoro per ristrutturazione aziendale o chiusura. Dura da un anno a un massimo di 36 mesi per i lavoratori che abbiano più di 50 anni. Per i lavoratori del Mezzogiorno dura fino a 48 mesi. Viene finanziata dall'Inps con l'aiuto delle imprese. L'assegno è pari al 100% della cigs per i primi 12 mesi e poi all'80%.

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.

*Indennità di disoccupazione

OGGI: spetta ai singoli dipendenti licenziati per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Dura 8 mesi per chi ha meno di 50 anni ed è pari per i primi 6 mesi al 60% della media delle ultime tre buste paga, per scendere al 50% nei restanti due mesi; dura 12 mesi per gli over 50 con una indennità per i primi 6 mesi del 60%, del 50% per i successivi due, e del 40% per i rimanenti 4 mesi.

DOMANI: scomparirà e sarà sostituita dall'Aspi.

*Aspi

Prenderà il posto dell'indennità di mobilità, degli incentivi di mobilità, della disoccupazione per apprendisti, della cig in deroga e delle una tantum per i cocopro. Si applicherà a tutti i lavoratori privati con contratto a tempo indeterminato e determinato e ai dipendenti della pubblica amministrazione a termine. Vale anche per gli apprendisti e gli artisti. I requisiti per accedervi sono: 2 anni di anzianità e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio. Dura 12 mesi, 18 per i lavoratori over 55 anni. Si abbatte del 15% dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo altri 6. Nel complesso riduce i tempi di percezione degli attuali sussidi. Prevede un'indennità con un tetto a 1.119 euro. L'aliquota contributiva è dell'1,3% per chi lavora a tempo indeterminato e dell'1,4% per chi non lo è.

Previsto anche un contributo di licenziamento da parte delle imprese da versare all'Inps per i rapporti a tempo indeterminato. Si applica anche agli apprendisti nei casi diversi dalle dimissioni.

CONTRATTI

Oggi esistono in Italia oltre 40 forme di contratto flessibile. Obiettivo del governo è di razionalizzarle e di controllarne la corretta applicazione da parte delle imprese agevolando l'accesso dei giovani nel mondo del lavoro.

*Contratto a termine

OGGI: dura al massimo 36 mesi, non può superare il 10% della forza lavoro e dà gli stessi diritti del tempo indeterminato.

DOMANI: aumenteranno i contributi a carico delle imprese (1,4% in più) ma per chi stabilizza il rapporto di lavoro saranno restituiti 6 mesi di maggiorazione. L'aumento servirà a finanziare l'Aspi.

*Apprendistato

OGGI: è un contratto per giovani tra i 16 e i 29 anni che prevede retribuzione e formazione professionale. Viene qualificato come un contratto a tempo indeterminato nel senso che il datore di lavoro deve fare domanda di disdetta se vuole recedere. Può essere di tre tipi.

DOMANI: dovrebbe diventare il canale privilegiato per l'accesso dei giovani al mondo del lavoro. Dovrà avere durata minima con l'obbligo di trasformare una parte degli apprendisti in dipendenti a tempo indeterminato.

*Partita Iva

OGGI: è quella aperta dai liberi professionisti che svolgono lavoro autonomo.

DOMANI: per disincentivare l'uso di quelle fittizie, la riforma prevede che la partita Iva sia trasformata in collaborazione subordinata qualora si dimostri che il rapporto di lavoro superi i 6 mesi in un anno, valga oltre il 75% dei ricavi del lavoratore, e il lavoratore abbia una postazione presso il committente.

*Part-time e collaborazioni

La riforma prevede l'obligo di comunicazione amministrativa del part-time per ogni variazione di orario al fine di limitarne gli abusi. Per i contratti a progetto sarà necessaria una definizione più stringente del progetto e aumenteranno i contributi. Speriscono gli stage non retribuiti così come l'imposizione delle cosiddette dimissioni in bianco.

Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia

Scusate se è lungo ma credo che l'argomento meriti.

Sotto i 6000rpm è un mezzo agricolo.

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non ho seguito tutta la discussione, quindi magari è stato gia trattao e me ne scuso.

Un dubbio che mi viene per quanto riguarda le nuove norme dell'articolo 18: chi impedisce ad un impresa di usare la motivazione economica per licenziare i lavoratori con una retribuzione piu alta (quelli piu anziani) per poi sostituirli una volta che la crisi è finita con dei lavoratori con uno salario piu basso?

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io però non riesco a capire perchè l' abolizione del 18 sia un toccasana per migliorare l' occupazione ; dando un giudizio superficiale ma di buon senso, agevolare il licenziamento aumenta la disoccupazione

a me soprattutto spaventa l' idea della possibilità di licenziare per cause economiche ; ammetto di non essermi documentato a sufficienza ma se un' azienda ritiene non sia più conveniente tenere in piedi un' attività in Italia e la volesse spostare , che ne so, in Serbia, non avrebbe ora il compito agevolato ?

e siccome la legge vale per l' Italia che vantaggio ne avrebbe la nazione ed i suoi lavoratori ?

ma scusa Toni, le aziende avranno sempre bisogno di operai, mica si licenzia per liberare un pò di spazio e poter finalmente stendere la gambe in officina :lol:

licenzio uno che non mi piace per assumere uno che ritengo migliore, licenzio un fancazzista, licenzio un incosciente pericoloso per se e per gli altri...e il loro posto viene preso da altri ;)

oppure licenzio perchè sto fallendo, perchè mi devo fondere con un altra azienda e avrei personale in esubero... però se devo scegliere tra l'avere tutti i dipendenti per strada o solo una piccola fetta scelgo la seconda.

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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non ho seguito tutta la discussione, quindi magari è stato gia trattao e me ne scuso.

Un dubbio che mi viene per quanto riguarda le nuove norme dell'articolo 18: chi impedisce ad un impresa di usare la motivazione economica per licenziare i lavoratori con una retribuzione piu alta (quelli piu anziani) per poi sostituirli una volta che la crisi è finita con dei lavoratori con uno salario piu basso?

Il fatto è che nei licenziamenti economici la scelta dei lavoratori da licenziare non è discrezionale, bensì derivante dall'applicazione di criteri oggettivi stabiliti dalla legge e derogabili solo con accordo sindacale. Essi sono anzianità di lavoro, carichi di famiglia ed esigenze tecnico-produttive.

Nell'ambito delle medesime mansioni, per fare un esempio, un lavoratore con 5 anni di anzianità è più "blindato" contro i licenziamenti di uno assunto in corso d'anno.

La violazione di detti criteri di scelta comporta l'illegittimità del licenziamento.

Oggi da questa illegittimità deriva quanto segue:

1) pagamento delle retribuzioni (e relativi contributi) decorrenti dal momento del licenziamento a quello della sentenza che dichiara l'illegittimità del recesso datoriale, con un minimo di 5 mensilità.

2) diritto di reintegra del lavoratore o in alternativa, a scelta di quest'ultimo, il pagamento di ulteriori 15 mensilità a titolo risarcitorio

Domani (se passerà la riforma), dalla declaratoria di illegittimità del licenziamento deriverà solo il pagamento dell'indennità che va da 15 a 27 mensilità.

Quindi, per rispondere alla tua domanda, l'azienda potrà effettivamente decidere di licenziare i lavoratori più anziani in barba ai criteri di scelta, basta che metta sul piatto 27 mensilità di retribuzione. Io però non ci trovo nulla di scandaloso, l'indennizzo è sufficientemente alto da scoraggiare licenziamenti ad minchiam.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Se un'azienda ti usa con continuità e lo fa reiterando un contratto a termine... be', ne abusa.

La sostanza della riforma, nel suo complesso, si riassume in questi termini:

1) ti tolgo l'alibi che sei costretto a ricorrere ai contratti "precari" perché l'art. 18 ti impedisce di licenziare per ragioni economiche: infatti ti modifico l'art. 18.

2) i contratti precari ti danno più flessibilità, la flessibilità ha un valore, te lo faccio pagare e con quello che incasso fornisco un ammortizzatore sociale in più ai lavoratori a termine

3) pongo uno stoppone alle collaborazioni coordinate e continuative sfacciatamente false

4) elimino l'associazione in partecipazione (se non fra familiari) che tanto nessuno ha mai usato in maniera corretta, si è sempre trattato di un modo per mascherare rapporti di lavoro subordinato.

5) introduco una norma contro le dimissioni in bianco che (almeno da quello che si legge) affronta tutte le criticità che avevo più volte evidenziato nell'equivalente norma introdotta dall'ultimo governo Prodi, norma che non funzionava e che è stata (fortunatamente) abrogata.

C'è molta sostanza, spero che riescano a tradurla in maniera decente in un disegno di legge scritto bene.

Sui punti 1, 2 e 3 non mi hai convinto. Il 4 non so cosa sia, sul 5 sono d'accordo.

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Sui punti 1, 2 e 3 non mi hai convinto. Il 4 non so cosa sia, sul 5 sono d'accordo.

Premesso che non voglio convincere nessuno, l'evangelizzazione non fa per me, ti do alcuni elementi aggiuntivi.

Il costo del lavoro relativo ai contratti "flessibili" viene aumentato ripetto al contratto a tempo indeterminato. In altre parole costerà di più assumere a termine che assumere a tempo indeterminato.

Sull'art. 18 non aggiungo altro, tanto ne abbiamo già parlato.

Diventano espressamente vietati i contratti a progetto aventi ad oggetto mansioni puramente esecutive o ripetitive. In pratica niente più telefonisti a progetto, segrearie a progetto, manovali a progetto e porcate analoghe.

Inoltre i contratti a progetto il cui contenuto coincide con l'attività svolta dai dipendenti del committente, salvi contenuti di elevata professionalità, si presumono (presunzione relativa, onere della prova contraria a carico del datore di lavoro) contratti di lavoro subordinato mascherati.

L'associazione in partecipazione la trovi spiegata qui:

Associazione in partecipazione - Wikipedia . Ovviamente lo stoppone riguarda l'associazione in partecipazione con apporto di lavoro.

A me non pare affatto poco.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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