Crisi economica 2011

[Autodelta85]

Il problema è che un paese di tornitori / commessi / panettieri ( con tutto il rispetto , ovviamente ) presto diventa una paese povero, perchè tutti i mestieri a basso grado di scolarizzazione presto si delocalizzeranno .

E' un paese con un grande numero di laureati ( scientifici ) che potrà continuare a creare ricchezza aggiunta.

[Wilhem275]

Ieri ero da un carrozziere (chi segue gli OT sa perché ) e mi mostrava un Qashqai sfondato fino al parabrezza, e mi spiegava che oggi il piegamento dei longheroni costituisce il confine tra riparazione o radiazione. L'assurdità è che oggi è molto più facile ripristinare interi moduli della struttura delle auto, hanno a disposizione in officina strumenti molto più performanti di un tempo, ma da un lato la complessità dei mezzi e dall'altro il costo di riparazione ha reso molto meno conveniente riparare un veicolo anche se nuovo.

Idem per molti altri beni di consumo: quante volte ho riparato con le mie mani un mobiletto, uno stereo, un tostapane, un telefono... tutta roba che, a portarla da un riparatore, mi sarebbe costato più che comprarla nuova. E che la maggior parte della gente quindi butta via (quando magari il problema è una sciocchezza).

Quest'estate ho rischiato di buttare via un camper di 17 anni e 56k km (vale a dire: nuovo) perché si era guastato il sensore della pompa del gasolio, oggi introvabile. Seriamente, cos'è peggio: mandarmi in giro per 100k km totali con meno controlli sulle emissioni, o sprecare la costruzione dell'intero mezzo per un'inezia simile?

Lavorando io stesso nella manutenzione industriale mi suona veramente assurdo e distorto che costi più riparare un bene che produrlo: è vero che il valore del tempo del riparatore si calcola a livelli europei e quello del costruttore a livelli cinesi, ma allora il costo energetico, dei materiali, e dello smaltimento, dove lo mettiamo?

In questo senso apprezzo moltissimo le politiche che legano al costo di un oggetto anche quello per il suo smaltimento: la gente deve rendersi conto del prezzo reale che deve pagare per fruire dell'intera vita del bene.

Penso però che su certi aspetti dello sviluppo tecnologico siamo ad un punto di assestamento: non ci si può permettere di ingrandire le auto all'infinito, dotarle TUTTE di tecnologie da astronavi, e poi buttarle via perché prendono un colpetto o perché sono "vecchie" nella percezione.

Per me il cambiamento è questo: imparare a riconoscere il vero valore delle cose.

Modificato 10 Novembre 2011 da Wilhem275

[justjames]

...

Questo quoto e la cosa che mi fa più imbestialire è che poi tutte le classifiche,tutte le ricerche,tutti gli insulti crescono e nascono partendo (giustamente) da questi dati che sono appunto ufficiali.

La realtà è un'altra non so se tirare un sospiro di sollievo (perchè siamo più ricchi di quello che i numeri ci dicono) o incazzarmi maggiormente

Modificato 10 Novembre 2011 da justjames

[loric]

Il problema è che un paese di tornitori / commessi / panettieri ( con tutto il rispetto , ovviamente ) presto diventa una paese povero, perchè tutti i mestieri a basso grado di scolarizzazione presto si delocalizzeranno .

E' un paese con un grande numero di laureati ( scientifici ) che potrà continuare a creare ricchezza aggiunta.

Anche perchè i servizi , dopo un pò che nessuno li paga, crollano.

[JackSEWing]

In questo senso apprezzo moltissimo le politiche che legano al costo di un oggetto anche quello per il suo smaltimento: la gente deve rendersi conto del prezzo reale che deve pagare per fruire dell'intera vita del bene.

Penso però che su certi aspetti dello sviluppo tecnologico siamo ad un punto di assestamento: non ci si può permettere di ingrandire le auto all'infinito, dotarle TUTTE di tecnologie da astronavi, e poi buttarle via perché prendono un colpetto o perché sono "vecchie" nella percezione.

Per me il cambiamento è questo: imparare a riconoscere il vero valore delle cose.

[nucarote]

Ma se la tua azienda europea oltre che alla produzione delocalizza pure il centro di ricerca? Che devi fare? Traslocare in Cina o in Etiopia ? Si certo si può fare, alcuni lo fanno, altri non sono disposti francamente se volessi creare una famiglia la vorrei creare in Italia,Svizzera,Austria,Canada....non di certo in qualche paese del terzo mondo asserraggliati nelle tristi cittadelle fortificate per occidentali

Qui entra in gioco anche la qualità di vita.Io studio anche e lavoro anche per 1.300€ al mese per carità, tanto oltre al culto per i salumi non ho chissà quali altre spese e ambizioni

Francamente anche prendere migliaia di € per stipendi per vivere:

_sempre in aereo e aeroporti

_chiuso davanti ad una scrivania con la casa in prefabbricato a 100m

Beh quella non è vita ma non credo di essere l'unico a pensarla così.

Tra l'altro appunto produzione,ricerca,call center è tutta roba delocalizzabile, vedo davvero dura delocalizzare un giardiniere o un idraulico a meno che quelli cinesi non prendano l'aereo il giorno prima per arrivare alla mattina alle 8 per fare la riparazione ...

[owluca]

Ma se la tua azienda europea oltre che alla produzione delocalizza pure il centro di ricerca? Che devi fare?

Modificato 10 Novembre 2011 da owluca

[Giò]

Come al solito pochi furbi la banche Goldman sachs Monti Draghi etc, faranno festa, mentre a noi tocca solo di pagare il conto.

Quello che veramente mi lascia strabiliato è che c'è qualcuno che applaude e che non vede l'ora che succeda.

Dai gente festeggiamo alla svendita dell'italia, e al fatto che 4 furbi si prenderanno una bella fetta dei nostri risparmi e

ricchezza pagandoli con due dita negli occhi.

[Matteo B.]

Amen.

Però qui il problema si riduce a "i laureati non vogliono fare i manovali ed i tornitori".

Non e' così . I laureati ad alta specializzazione SERVONO. Ma se oggi ne producono troppi e poco preparati e con lauree oggettivamente non di alto profilo (inutile che facciamo gli ipocriti). Il sistema economico italiano OGGI non li assorbe e si ritrovano al bennet (non parlo di Gimmo, è solo per fare un'esempio). D'accordo che ci vogliono investimenti e cambio di rotta ma il lavoro serve OGGI. Qui in Italia siamo al paradosso che siamo terra di opportunità per molti e invece i nostri sono a piedi . C'è da rivedere il meccanismo di formazione per non "costringere" tutti al post diploma. Alla fine avremo più occupati e anche più livello nei laureati. L'università italiana e messa male nelle graduatorie, inutile mentire.

E comunque nessuno vuole un Paese di tornitori o panettieri. io ho postato dati IMPRESSIONANTi dal punto di vista sociologico...ci fossero gli immigrati che coprissero "i mestieri" potrebbe pure girare anche bene (ma in realtà è chiaro che si perderanno conoscenze e competenze perché gli immigrati non sanno fare i nostri mestieri in larga parte, così come un inglese o un tedesco...eh), ma la cosa grave è che ci sono MAZZI di giovani a casa. una parte di essi messa in condizione di provare io penso che ci costruirebbe un lavoro e una carriera sopra.....siamo SEMPRE stati quello in definitiva.....emigravamo in USA e facevamo gli artigiani....

per cui DI SICURO più R&D, più competenze ma anche più selezione all'Uni.....e più formazione tecnica e professionale per chi almeno è messo in condizioni di provare a fare un lavoro "antico"

Modificato 10 Novembre 2011 da Matteo B.

[TonyH]

Idolo!

Posso metterla in firma?