Crisi economica 2011

[stev66]

Non è poi così estremo...nei SU la mobilità lavorativa si accompagna ad una forte mobilità sociale/familaire.

E là ai figli si dà un calcio nel culo a 16 anni.

[Abarth03]

@Gimmo: e' chiaro che non si puo' generalizzare e non e' neanche giusto farlo. Forse quello che s'intendeva dire negli ultimi post e' che andrebbe sradicata una certa mentalita' che tende a volersi sistemare in un'azienda e mettere le radici, comportandosi poi come se tutto fosse dovuto (credimi e' un atteggiamento che ho visto di persona).

Fermo restando il fatto, secondo me, che in Italia purtroppo non sembrano esistere ancora le condizioni sociali per questo cambiamento.

[TurboGimmo]

Non è poi così estremo...nei SU la mobilità lavorativa si accompagna ad una forte mobilità sociale/familaire.

E là ai figli si dà un calcio nel culo a 16 anni.

[TonyH]

Il dramma c'e' si'.

Se lavori 3 anni nel posto A, magari poi ti sposi, e sei felice.

Poi dopo 2 anni finisce li', e ti fai 15 anni nel posto B, a 200 km da dove abitavi, con un mutuo sulle spalle ed eventuale moglie che ancora lavora nel posto A.

Poi finisci nel posto C, mentre i tuoi figli crescono, e sei a solo 100km da casa, ti e' perfino andata bene.

La moglie intanto molla tutto perche' tu non ci sei mai, e non puoi accudire i figli.

Poi trovi il lavoro nel posto D, a 400 km da casa, ti molli dalla moglie e fanculo i figli.

Io ho volutamente estremizzato, ma certe volte sembra si faccia tutto troppo facile.

[TurboGimmo]

E te la fai sempre nera

Si può cambiare lavoro, cambiare ditta, ma rimanere nello stesso luogo.

Si può cambiare lavoro, stessa ditta, ma luogo diverso

Si può fare lo stesso lavoro, ma in una ditta diversa, nello stesso luogo.

Mica è sempre automatico che il cambio di lavoro uno debba essere spedito a 10.000km dal lavoro precedente

Di persone che hanno cambiato più lavori, o più ditte, rimanendo sempre nella stessa casa, ne conosco più di uno.

Te probabilmente no, al di fuori del Canton Ticino è tutto un mondo di merda, nevvero?

[TonyH]

Se uno non vuole spostarsi, dovrà accettare di mettersi in gioco e non fare lo stesso identico lavoro di prima. Magari facendo dei corsi di formazione.

E' chiaro se uno è rigido (stesso identica mansione, stesso identico luogo) vivrà sempre più di merda nel mondo odierno.

Ma se deroga a uno dei vincoli sopra (che può essere O mansione O luogo) alla fine se la cava.....

Purtroppo, essere flessibili (nel senso di non irrigidirsi sulle condizioni, non di accettare contratti da schiavi) e sempre in formazione sarà sempre più importante.

Contare sul posto fisso è impossibile. Anche solo per il fatto dell'evoluzione tecnologica.

Rischi di perdere il posto semplicemente perchè....il tuo posto non serve più.

Vedasi le pagine gialle. La Seat qua a Torino sta chiudendo perchè si è trovata a operare in un mercato che....non esiste più. E visto che la cosa avviene sempre più velocemente, non si possono ipotecare 42 anni di vita sul posto nello stesso luogo. Rischia di essere una scommessa sicuramente perdente.

Modificato 2 Febbraio 2012 da TonyH

[owluca]

mio padre ha cambiato molte citta' , per un a sola ditta che ai tempi lo tutelava ampiamente,(in effetti anche adesso che e' in pensione da anni)

mia moglie ha cambiato citta' come luogo di lavoro (e oggi arrivarci non era il massimo)

io ho cambiato 2 citta' come luogo di lavoro e non avrei la benche' minima remora a cambiare oggi pomeriggio

(nel senso che la discussione col potenziale nuovo datore di lavoro e' iniziata un anno fa' )

per cui non ho alcuna remora "culturale" anzi,

pero' so anche in che razza di paese viviamo:

quello in cui ieri tutti i treni erano bloccati con buona pace dei pendolari

quello in cui la meritocrazia e' sconosciuta e si preferisce assumere l'amico e "yesman"

quello in cui la possibilita' di non superare il periodo di prova perche' nel frattempo l'aziendaha avuto qualche problema economico e' reale (come dicevo nell'altro topic)

di conseguenza se l'intenzione e' quella di incentivare le persone a laurearsi prima e in materie utilie

o a non aspirare al posto fisso (prerequisito per poi cazzeggiare)

anche attraverso un cambiamento di "ideologia", ben venga, ma occorrono tempi lunghi

ma se l'idea invece e' quella di permettere il licenziamento dall'attuale posto per obbligarlo a cambiare

oppure che uno dopo che ha studiato per 7 anni in un prestigioso ateneo sgobbando per guadagnarsi il suo voto,

debba rimettere tutto in discussione in un test "d'azzardo" in cui in 60 minuti ti giochi il posto:mirror:,

solo perche' alcune altre universita' hanno barato...

beh col CA77O:(r

onestamente non ho ancor capito le reali intenzioni, ma mi pare che il governo mi pare abbia poche idee,

ma che in compenso la stampa le confonda anche .....

[Wilhem275]

Fatto sta, pero', che senza contratto a tempo indeterminato difficilmente ti aprono un finanziamento o un mutuo, allo stesso modo in "clima" di precarieta' voglio vedere chi e' che s'azzarda a metter su casa o fare figli, se non hanno mamma e papa' che gli copre le spalle (il che da un punto di vista sociale secondo me non e' neanche corretto).

...c'è anche il discorso sulla difficolta' di trovare lavoro oggi...

Sugli aspetti sociali ha già risposto Tony per me, io entro nel merito di mutui e mercato del lavoro. La mia visione è che, ad oggi, se c'è poco lavoro è anche perché il mercato è rigido sia in offerta che in domanda:

- da una parte il fatto che una porzione importante degli attualmente impiegati non concepisce di cambiare impiego (magari verso opportunità migliori) e si fossilizza diventando col tempo meno attraente e quindi con ancora meno possibilità;

- dall'altra l'assoluta impossibilità di licenziare chi lavora male, a scapito sia delle aziende che di chi quel lavoro lo potrebbe fare meglio, e invece resta a piedi;

- altra faccia di questo, il timore per le aziende di assumere chiunque con un contratto più lungo di tre giorni, perché se ti porti in casa uno che poi si siede sei fottuto.

Io sono profondamente convinto che lo status quo sia conveniente da conservare solo per chi non è capace e quindi ha da perderne, perché in un mercato flessibile cadrebbe in basso. Solo che questa gente strilla e strepita (con sindacato complice) facendo credere che se si può licenziare più facilmente allora saranno licenziati TUTTI a prescindere, creando il panico anche tra chi il suo posto non se lo vedrebbe toccato e anzi valorizzato.

Meccanismo simile per tutte quelle barriere che le banche pongono a chi è precario. Mettiamo che domani saltano tutti i vincoli di non licenziabilità, vale a dire l'intero corpo dei lavoratori diventa "precario". Le banche cosa fanno, chiudono perché non c'è più nessuno a cui concedere mutui? O magari vedono di riarrangiarsi venendo incontro alle nuove condizioni?

Tutti i vincoli attuali sono CAUSE e non conseguenze della dura accessibilità al mercato del lavoro e del finanziamento.

Però non capisco: tutti si lamentano che la situazione è mesta a causa dell'ingessatura generale, e appena si propone di smuovere un po' le cose tutti sono terrorizzati, a partire da quelli che più sono schiacciati oggi.

Idem nel mio ambiente lavorativo: è evidente a tutti che si lavora poco e di schifo a causa dell'inciucio tra RFI e Trenitalia, ma appena si è proposto di segare il problema è partito un coro di "No, ho paura (di vedermi togliere quello sputo di posizione di nicchia che mi sono fatto perché non sarò capace a fare altro)".

Beh allora decidiamoci... o si cambia la situazione o si smette di lamentarsi che le cose vanno male. Chiagn'e fotte non si può... e capisco che nessuno vuole essere il primo, ma che diavolo...

[owluca]

come dicevo io (anche grazie alla stampa) non ho ancora capito dove si vada a parare veramente:

un conto e' dire, come e' stato detto, o almeno riportato dai media che :"occorre chiarire meglio il concetto di giusta causa e garantire tempi certi

da parte del giudice del lavoro" che mi sta benissimo: oggi

un conto e' eliminare il concetto di giusta causa in generale (e in particolare nel nostro contesto )

un conto e' dire che bisogna tendere ad ottimizzare i percorsi di studio e il desiderio di cambiare: cose sacrosante da realizzare faticosamente domani

altro e' far finta che dal 1 gennaio 2012 sia gia' tutto cambiato e promettere il solito "milione di posti di lavoro":pen:

[TonyH]

Meccanismo simile per tutte quelle barriere che le banche pongono a chi è precario. Mettiamo che domani saltano tutti i vincoli di non licenziabilità, vale a dire l'intero corpo dei lavoratori diventa "precario". Le banche cosa fanno, chiudono perché non c'è più nessuno a cui concedere mutui? O magari vedono di riarrangiarsi venendo incontro alle nuove condizioni?