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Crisi economica 2011


TonyH

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I più attivi nella discussione

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preferivate se si fossero chiesti "può quest'uomo distruggere l'Europa?"?! :razz:

cmq, certo, la speculazione ha fatto tutto ciò

però se non ci fosse la speculazione chi è che comprerebbe gran parte del nostro debito?

hanno potuto puntare su di noi perché evidentemente stavamo mostrando fin troppo il fianco?!

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non è un mistero che c'è una parte di america che pensa di trarre vantaggio dall'affossamento dell'euro.

fortunatamente sta diventando sempre più minoritaria ai piani alti.

e cmq i mercati i downgrade li hanno già preventivati e scontati.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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http://www.autopareri.com/forum/off-topics/51111-crisi-economica-2011-a-274.html#post27827532

09-02-2012 19:01

io mi stupisco di piu' a vedere copertine come questa :

time_B1.jpg?v=20120209165225

dove l'articolo titola:

e' evidente che ora FORTUNATAMENTE stanno speculando in direzione opposta :muto:

ma sempre di speculazione si tratta :roll:

io penso che si tratti di un mirabile esempio cerchio bottismo:

da un lato vogliono speculare su di noi ma dall'altro ormai sono troppo esposti nei nostri confronti::pen:

"cravattari astuti " :(r

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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SuperMario salverà l’Europa?

di Bas Mesters e Caroline De Gruyter

– 12 febbraio 2012 Pubblicato in: Olanda

A Palazzo Chigi, residenza ufficiale del premier italiano, quest’anno Capodanno è stato celebrato sobriamente. Niente ballerine stavolta, e niente musica. Mario Monti e sua moglie avevano in visita i loro due figli con rispettivi coniugi, quattro nipoti e una sorella della signora Monti con il marito. Ognuno ha pagato le proprie spese di viaggio e l’hotel. La signora Monti ha fatto la spesa e cucinato. Per primo tortellini, poi il piatto tradizionale del cenone di Capodanno, cotechino (salsiccia bollita salata) con lenticchie. Non c’erano camerieri. A mezzanotte e un quarto tutti si sono alzati da tavola e poco dopo le luci si sono spente.

Molti italiani devono ancora adattarsi al loro nuovo premier. Dopo i baccanali del magnate dei media Silvio Berlusconi, uno showman che ha fatto di tutto per salvaguardare i suoi interessi commerciali, da metà novembre il Paese è guidato da un professore di economia non eletto, che è l’antitesi di Berlusconi sotto tutti i punti di vista. Mario Monti, ex banchiere ed ex Commissario Europeo, dal 2004 Rettore dell’Università Bocconi di Milano, ha rinunciato allo stipendio da Presidente del Consiglio. Si autodefinisce “un po’ timido” e semplicemente prende il treno per tornare a casa a Milano.

Monti racconta agli italiani che l’interesse pubblico in politica ha nuovamente la precedenza sull’interesse personale ed egli stesso dà il buon esempio. In un mese ha effettuato tagli per 34 miliardi di euro, oltre ad una riforma delle pensioni impressionante. Nel mese di gennaio ha lanciato un ampio pacchetto di liberalizzazioni, e il mese prossimo seguirà la riforma della previdenza sociale. Ha annullato i provvedimenti sulle concessioni televisive, voluti da Berlusconi per mantenere il suo impero come fattore di potere. Mercoledì scorso il Parlamento italiano ha sostenuto la sua strategia europea con una maggioranza record. Secondo i sondaggi, Monti ha il sostegno del 55-70 per cento degli italiani, e il 71 per cento è convinto che per il Paese sia meglio che continui nel ruolo di premier.

Con la sua modestia accattivante, il suo senso dell’umorismo anglosassone e asciutto e la sua intelligenza, Monti affronta molto deliberatamente anche l’Europa. Egli ha spesso detto che l’Italia può cambiare solo se l’Europa cambia, e viceversa. Il suo ragionamento è che se l’Italia non risana i conti della sua finanza e della sua economia, un Paese ricco e dominante come la Germania non potrà mai accettare una maggiore solidarietà europea. Questa solidarietà è più politica che finanziaria: se i paesi fanno bene i loro compiti, dare o prestare denaro non diventa più un problema. Il nocciolo della questione è la gestione dell’euro, che, secondo Monti, dovrebbe diventare più europea. Senza una maggiore solidarietà nelle forme di Eurobonds e di un fondo di emergenza più grande, Monti pensa che la moneta unica non si salverà, anche se questo mese ha riconosciuto che le obbligazioni in euro – data la riluttanza tedesca – si faranno ancora attendere.

Dietro la sua facciata di nonno ‘tecnocrate’, Monti gioca due partite a schacchi contemporaneamente. Chiunque abbia avuto a che fare con lui a Bruxelles, dove ha lo status di un semidio, sa che animale politico è. “Amo la politica, ma la politica di partito non mi interessa.” Negli anni ’90 ha rifiutato offerte di diventare ministro ed è andato a Bruxelles, dove come Commissario Europeo poteva fare politica senza perdere la sua indipendenza.

Quando è stato necessario, ha messo il bastone fra le ruote a grandi aziende come GE e Microsoft, e persino al suo Paese. L’apartitico Monti non ama niente di più che dibattere e convincere con argomenti. Durante le interviste televisive, chiede educatamente “posso fare il professore per un attimo?” per illustrare il perché delle sue azioni.

Cenare con Monti è una festa: in modo simpatico ti manda in fumo il cervello. “Ci sono pochi pensatori indipendenti che hanno una visione europea e che la sanno trasmettere in modo così coinvolgente”, ha detto Sylvie Goulard, un deputato liberale francese che ha lavorato per Monti. “Tra i capi di governo europei, attualmente non ce n’è uno del suo calibro. Magari avessimo una persona così in Francia. Monti ci dà finalmente speranza di riuscire a salvare l’euro “.

Un elemento di disturbo

Questo è l’obiettivo di Monti: salvare l’euro. In due mesi ha realizzato una rivoluzione in Italia, risollevando così l’immagine offuscata del suo Paese in Europa e ottenendo un posto importante al tavolo dei negoziati sull’euro. A Bruxelles Berlusconi era passivo e spesso un elemento di disturbo. In parte perché le tradizionali ‘fiamme pilota’ come l’Italia e il Benelux raramente proponevano nuove idee, la cancelliera tedesca Angela Merkel ora decide tutto con il presidente francese Sarkozy. E all’improvviso c’è Monti. Appena è diventato premier li ha subito incontrati durante un vertice a Strasburgo. Poi è andato a Parigi. E a Berlino. Se Sarkozy non avesse annullato l’impegno a causa della sua campagna elettorale, la settimana scorsa i ‘Merkozy’ si sarebbero recati a Roma. Durante l’ultimo Ecofin, il presidente danese ha dato la parola per primo a Monti, per permettergli di presentare la politica economica italiana come esempio positivo.

I negoziatori a Bruxelles sono soddisfatti dell’arrivo di Monti. Merkel e Sarkozy sono d’accordo su poche cose. Merkel è intrappolata da emozioni domestiche sui paesi deboli del Sud Europa e Sarkozy è completamente concentrato sulle elezioni francesi ad aprile. Un funzionario spiega che “non vanno oltre alle ennesime negoziazioni sulle solite discipline di bilancio e sanzioni. Questo porta l’euro più vicino al baratro e divide l’Unione europea in zona euro e zona non-euro.”

Monti porta aria fresca al momento giusto. Vuole più Europa, con euro-obbligazioni e un fondo di salvataggio più solido. È favorevole alla liberalizzazione del mercato interno ma, come un secondo Keynes, invoca stimoli per l’economia che “ora viene distrutta dai tagli.” Monti vede, proprio come Merkel, il mercato interno dei 27 paesi come base e respinge quindi i piani di Sarkozy per un Eurogruppo allargato. L’Europa è il mercato interno. L’euro, afferma Monti, “è solo la ciliegina sulla torta”. La ciliegia va bene, ma la torta è traballante perché molti cittadini pensano che l’Europa sia un bene solo per le grandi aziende. Monti vuole rendere l’Europa più sociale.

Il problema con l’euro, a suo parere, è che i paesi che maggiormente sostengono il mercato interno – Gran Bretagna, Svezia, Polonia – non l’hanno come moneta. E la Germania è più vicino alla Polonia che alla Slovenia, Paese dell’eurozona. Questo causa attrito costante. Monti è abbastanza saggio da non cercare di silurare il nuovo trattato, al quale gli inglesi non partecipano, ma che la Merkel ha voluto a tutti i costi e che verrà finalizzato lunedì. Monti cerca però di modificare il trattato in modo che non contenga nulla che sia inaccettabile per i paesi che non fanno parte dell’eurozona. È andato a Londra per chiedere al primo ministro Cameron di non continuare ad allontanarsi dall’Europa e appoggia il primo ministro polacco Donald Tusk, che si rifiuta di firmare il nuovo trattato se non gli verrà permesso di partecipare ai futuri vertici dell’eurozona.

Monti non si incunea tra Merkel e Sarkozy, ma gli manovra intorno nel ruolo di conciliatore pan-europeo. Così costruisce sostegno per le euro-obbligazioni che, secondo lui, sono l’unico rimedio per far calare gli altissimi tassi di interesse sul debito italiano. Monti lo dice chiaramente alla Merkel: presto noi avremo fatto la nostra parte, ora tocca a voi. Mercoledì scorso l’ha ripetuto: “L’Italia non vuole ricompense dalla Germania, ma vuole riconoscimento.” Monti vuole un gesto politico per far calare i tassi d’interesse, non denaro.

Al vertice europeo di dicembre, il presidente Herman Van Rompuy ha dato a Monti la possibilità di intercedere a favore degli eurobonds, e Monti l’ha afferrata al volo. “Tutti hanno ascoltato”, riferisce uno dei partecipanti. “Hanno quindi concordato di continuare la discussione a marzo, dopo l’approvazione del trattato voluto dalla Merkel. Una strategia molto intelligente: il punto è ora all’ordine del giorno. E stavolta non è stata la Merkel a volerlo.” Le due piaghe che affliggono i vertici europei – ha scritto Monti nel mese di giugno sul Financial Times – sono “la reciproca cortesia insalubre tra i capi di governo e la loro tendenza a delegare tutte le decisioni agli stati membri più grandi.” Monti le fa elegantemente entrambi a pezzi.

Molti dicono che la Merkel e Sarkozy coinvolgono Monti di proposito. La Merkel vuole parare le critiche di chi le rimprovera di far tutto da sola e scavalcare tutti, e Sarkozy vuole sbarazzarsi delle accuse di essere l’unico che si comporta come il cagnolino della Merkel. Monti li lascia fare. Ha la sua propria agenda: “Io e il mio governo non abbiamo tabù”, ha detto questa settimana agli italiani attraverso la TV. “Abbiamo però una lista di cose che devono essere fatte”.

L’ultima speranza

La grande paura a Bruxelles è che il governo Monti soccomba alla prima macchinazione del suo predecessore Berlusconi. Per ora, Monti ha però un forte sostegno in parlamento. A causa delle circostanze è nata una curiosa coalizione di tre partiti principali che ce l’hanno a morte l’uno con l’altro. “Tutti e tre sostengono le misure impopolari che il mio governo ha deciso”, ha detto Monti. “Non è quasi un miracolo?” La sua ‘fortuna’ è che la classe politica che circondava Berlusconi ha perso la fiducia di tutti – della maggior parte degli italiani e dei mercati. Le agenzie di credito hanno tagliato il rating dell’Italia, e gli investitori sono fuggiti. Merkel e Sarkozy hanno pubblicamente sfiduciato Berlusconi, permettendo così al Presidente Napolitano di far accedere Monti al potere: i tecnocrati come ultima risorsa dopo il fallimento dei politici.

Recentemente il primo ministro francese François Fillon ha chiesto a Monti: “Vedo che lei ha implementato una drastica riforma delle pensioni. È una proposta del suo governo, o solo un progetto? Il presidente Sarkozy mi ha detto che gli italiani propongono di tutto, ma che non decidono mai niente”. Monti, che sa benissimo quanto è difficile per Fillon riuscire a fare qualcosa di simile in Francia, gli ha risposto con orgoglio: “Quello non è un progetto, è una legge che è già entrata in vigore. E, si immagini, contro questa riforma molto dolorosa ci sono state solo tre ore di sciopero. Una prova straordinaria della maturità degli italiani.” Monti spiega ampiamente queste cose sulla TV italiana. Vuole che il successo di questo pacchetto di misure, il decreto ‘Salva Italia’, sia il successo di tutti gli italiani.

Il pacchetto di liberalizzazioni, ‘Cresci Italia’, sarà più problematico. Ci saranno 1.500 nuovi notai e 5.000 nuove farmacie. Le tariffe minime e massime per gli avvocati spariranno. Ci saranno più licenze per i conducenti di taxi. Verrà stimolata la concorrenza tra i fornitori di elettricità e di gas. Secondo la Banca Centrale tutto ciò può portare, nel tempo, ad una crescita dell’11 per cento del prodotto nazionale lordo. Ma i camionisti bloccano i nodi stradali, i tassisti scioperano, i farmacisti e i notai minacciano interruzioni dei servizi. Nel Nord, l’ex partito di governo Lega Nord mobilita l’opposizione a Monti.

Monti però continua imperterrito. Usa questa resistenza per dire ai suoi partner europei: ‘guardate, gli italiani fanno grandi sacrifici, ma tutto ciò deve produrre risultati a breve termine, altrimenti potrebbe emergere un pericoloso movimento anti-europeo e anti-tedesco, fate quindi in modo che gli interessi sul debito nazionale finalmente scendano. Monti ha una portavoce spagnola di grande esperienza, che ha lavorato a Bruxelles. Questo non è un caso: vuole che il suo messaggio europeo raggiunga tutti. Al parlamento italiano continua a spiegare che la Merkel sta diventando più flessibile riguardo al trattato di stabilità e che il merito di questo cambiamento è degli italiani.

È un equilibrio precario: a Monti non serve la pace in Europa se ciò causa la guerra in Italia, né gli serve la pace in Italia se questo lo mette in guerra con i leader europei. Ma non si può tornare indietro. E, nonostante le lunghe ore al lavoro, l’eterodosso outsider Monti prova piacere nel costringere sia i politici che i cittadini italiani ed europei a guardarsi allo specchio. Questo è il ruolo che ha sempre preferito.

Via Italiadallestero

A mio avviso interessante chiave di lettura del fenomeno italiano visto con gli occhi degli europei.

Fiat Punto I 55 sx '97

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...Le agenzie di credito hanno tagliato il rating dell’Italia, e gli investitori sono fuggiti...

Eh, sì, siamo già falliti...:roll:

Articolo ben scritto per il 99%, ma all'estero certe sparate se le potrebbero pure risparmiare...va bene che noi itaGliani facciamo schifo, però...tra ABN AMBRO e ING non so chi ha fatto più porcate...:roll:

Modificato da justjames

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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Diciamo che gli investitori sono fuggiti già da tempo e che l'Italia attrae pochissimo capitale estero.

Detto ciò, solo io ci vedo una cosa estremamente positiva in questo? L'italia è la seconda economia manifatturiera in europa, la terza economia dell'euro e la sesta del mondo praticamente con solo farina del suo sacco.

Sistemato quello che si deve sistemare c'è quindi un potenziale enorme per la crescita grazie al capitale globale, cosa che ad esempio non vale assolutamente per la Spagna, imho.

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