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Crisi economica 2011


TonyH

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Il 90% della spesa pubblica sono stipendi, difficilmente tagliabili, a meno di interventi FMI (Grecia docet ;)). Io comincerei intanto con il blocco del turnover nella PA, ove gia non sia stato introdotto e blocco parallelo dei contratti interinali della PA (che dopo qualche anno inevitabilmente finiscono per diventare a tempo indeterminato). Purtroppo mi sembra di vedere che anche il tanto osannato governo "tennico" abbia intenzione di procedere in senso opposto (leggi intenzione di assunzioni nella scuola espresse dal ministro della Pubblica Istruzione).

Il problema vero e' pero un'altro, come tu ricordavi giustamente in un'altro thread: se il lavoro va in Cina e qui rimangono i consumi, con che si finanziano i questi ultimi? Magari qualche passo indietro negli sciagurati accordi WTO l'Occidente (se vuol sopravvivere) lo dovra' fare. L'utopia di diventare tutti esportatori di beni di pregio come la Germania e' destinata a rimanere utopia, IMHO.

Intendi l'accordo del 17 Settembre 2011 dopo meno di una settimana dall'attacco alle Torri? WTO | NEWS - WTO successfully concludes negotiations on China's entry - Press 243

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Il 90% della spesa pubblica sono stipendi, difficilmente tagliabili, a meno di interventi FMI (Grecia docet ;)). Io comincerei intanto con il blocco del turnover nella PA, ove gia non sia stato introdotto e blocco parallelo dei contratti interinali della PA (che dopo qualche anno inevitabilmente finiscono per diventare a tempo indeterminato). Purtroppo mi sembra di vedere che anche il tanto osannato governo "tennico" abbia intenzione di procedere in senso opposto (leggi intenzione di assunzioni nella scuola espresse dal ministro della Pubblica Istruzione).

Il problema vero e' pero un'altro, come tu ricordavi giustamente in un'altro thread: se il lavoro va in Cina e qui rimangono i consumi, con che si finanziano i questi ultimi? Magari qualche passo indietro negli sciagurati accordi WTO l'Occidente (se vuol sopravvivere) lo dovra' fare. L'utopia di diventare tutti esportatori di beni di pregio come la Germania e' destinata a rimanere utopia, IMHO.

l'Italia ha le armi per poter diventare esportatrice di beni di pregio, ha i marchi e la tecnologia per farlo (nell'alimentare, nella moda e ovviamente nel campo della tecnologia) e di fatto lo è già, l'export nel 2012 sarà l'unica cosa (positiva) che aumenterà. il punto è che non ci fai campare l'intero paese. quello che stiamo perdendo è tutta l'economia "base" che però da lavoro alla stra grande percentuale della popolazione.

ok, abbiamo Agusta Westland leader mondiale negli elicotteri.. personale impiegato? 5000 persone a dir tanto. quanta gente c'è impegnata nelle migliaia di cantieri edili che stanno chiudendo? o nelle maglierie? o nel settore a bassa tecnologia? questo è il problema... ma non è un problema solo italiano.

tutto l'occidente subisce l'offensiva asiatica.. anche gli USA.

approvo pienamente di rivedere il WTO, anche se questo significherebbe limitare fortemente le nostre importazioni in quei paesi

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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beh c'è gente che è ancora convinta che in Italia potremmo stare tutti bene di turismo cravatte e scarpe...

Ribadisco e non solo per l'italia ma anche leggo ad esempio che la pressione è forte negli Stati Uniti

sulla problematica disoccupazione scambi commerciali con estero specie Cina

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Il 90% della spesa pubblica sono stipendi, difficilmente tagliabili, a meno di interventi FMI (Grecia docet ;)). Io comincerei intanto con il blocco del turnover nella PA, ove gia non sia stato introdotto e blocco parallelo dei contratti interinali della PA (che dopo qualche anno inevitabilmente finiscono per diventare a tempo indeterminato). Purtroppo mi sembra di vedere che anche il tanto osannato governo "tennico" abbia intenzione di procedere in senso opposto (leggi intenzione di assunzioni nella scuola espresse dal ministro della Pubblica Istruzione).

Il problema vero e' pero un'altro, come tu ricordavi giustamente in un'altro thread: se il lavoro va in Cina e qui rimangono i consumi, con che si finanziano i questi ultimi? Magari qualche passo indietro negli sciagurati accordi WTO l'Occidente (se vuol sopravvivere) lo dovra' fare. L'utopia di diventare tutti esportatori di beni di pregio come la Germania e' destinata a rimanere utopia, IMHO.

hai dei dati sulle percentuali di ripartizione della spesa?

ieri sera a ballarò ho intercettato tosi che affermava che la spesa pubblica della germania è inferiore di 60 miliardi rispetto alla nostra:

di conseguenza spazio per ridurre le spese(che in questo caso sono sprechi) c'è ne per forza, anche senza toccare gli stipendi.

cosa necessaria non solo da un punto di vista "umano" ma perchè altrimenti l'economia si ferma del tutto:

incrociandoci di nuovo con l'altro topic, che il consumismo (come nel caso del "trasporto" ) vada moderato io non ho dubbi,

come non ho dubbi anche sul fatto che ormai gli eccessi siano stati /saranno a breve effettivamente superati,

ma se si spreme sempre sugli stessi poi non ci si riprende piu'.:(

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Perché Greg Smith ha lasciato Goldman Sachs

Greg Smith is resigning today as a Goldman Sachs executive director and head of the firm’s United States equity derivatives business in Europe, the Middle East and Africa.

TODAY is my last day at Goldman Sachs. After almost 12 years at the firm — first as a summer intern while at Stanford, then in New York for 10 years, and now in London — I believe I have worked here long enough to understand the trajectory of its culture, its people and its identity. And I can honestly say that the environment now is as toxic and destructive as I have ever seen it.

To put the problem in the simplest terms, the interests of the client continue to be sidelined in the way the firm operates and thinks about making money. Goldman Sachs is one of the world’s largest and most important investment banks and it is too integral to global finance to continue to act this way. The firm has veered so far from the place I joined right out of college that I can no longer in good conscience say that I identify with what it stands for.

It might sound surprising to a skeptical public, but culture was always a vital part of Goldman Sachs’s success. It revolved around teamwork, integrity, a spirit of humility, and always doing right by our clients. The culture was the secret sauce that made this place great and allowed us to earn our clients’ trust for 143 years. It wasn’t just about making money; this alone will not sustain a firm for so long. It had something to do with pride and belief in the organization. I am sad to say that I look around today and see virtually no trace of the culture that made me love working for this firm for many years. I no longer have the pride, or the belief.

But this was not always the case. For more than a decade I recruited and mentored candidates through our grueling interview process. I was selected as one of 10 people (out of a firm of more than 30,000) to appear on our recruiting video, which is played on every college campus we visit around the world. In 2006 I managed the summer intern program in sales and trading in New York for the 80 college students who made the cut, out of the thousands who applied.

I knew it was time to leave when I realized I could no longer look students in the eye and tell them what a great place this was to work.

When the history books are written about Goldman Sachs, they may reflect that the current chief executive officer, Lloyd C. Blankfein, and the president, Gary D. Cohn, lost hold of the firm’s culture on their watch. I truly believe that this decline in the firm’s moral fiber represents the single most serious threat to its long-run survival.

Over the course of my career I have had the privilege of advising two of the largest hedge funds on the planet, five of the largest asset managers in the United States, and three of the most prominent sovereign wealth funds in the Middle East and Asia. My clients have a total asset base of more than a trillion dollars. I have always taken a lot of pride in advising my clients to do what I believe is right for them, even if it means less money for the firm. This view is becoming increasingly unpopular at Goldman Sachs. Another sign that it was time to leave.

How did we get here? The firm changed the way it thought about leadership. Leadership used to be about ideas, setting an example and doing the right thing. Today, if you make enough money for the firm (and are not currently an ax murderer) you will be promoted into a position of influence.

What are three quick ways to become a leader? a) Execute on the firm’s “axes,” which is Goldman-speak for persuading your clients to invest in the stocks or other products that we are trying to get rid of because they are not seen as having a lot of potential profit. B) “Hunt Elephants.” In English: get your clients — some of whom are sophisticated, and some of whom aren’t — to trade whatever will bring the biggest profit to Goldman. Call me old-fashioned, but I don’t like selling my clients a product that is wrong for them. c) Find yourself sitting in a seat where your job is to trade any illiquid, opaque product with a three-letter acronym.

Today, many of these leaders display a Goldman Sachs culture quotient of exactly zero percent. I attend derivatives sales meetings where not one single minute is spent asking questions about how we can help clients. It’s purely about how we can make the most possible money off of them. If you were an alien from Mars and sat in on one of these meetings, you would believe that a client’s success or progress was not part of the thought process at all.

It makes me ill how callously people talk about ripping their clients off. Over the last 12 months I have seen five different managing directors refer to their own clients as “muppets,” sometimes over internal e-mail. Even after the S.E.C., Fabulous Fab, Abacus, God’s work, Carl Levin, Vampire Squids? No humility? I mean, come on. Integrity? It is eroding. I don’t know of any illegal behavior, but will people push the envelope and pitch lucrative and complicated products to clients even if they are not the simplest investments or the ones most directly aligned with the client’s goals? Absolutely. Every day, in fact.

It astounds me how little senior management gets a basic truth: If clients don’t trust you they will eventually stop doing business with you. It doesn’t matter how smart you are.

These days, the most common question I get from junior analysts about derivatives is, “How much money did we make off the client?” It bothers me every time I hear it, because it is a clear reflection of what they are observing from their leaders about the way they should behave. Now project 10 years into the future: You don’t have to be a rocket scientist to figure out that the junior analyst sitting quietly in the corner of the room hearing about “muppets,” “ripping eyeballs out” and “getting paid” doesn’t exactly turn into a model citizen.

When I was a first-year analyst I didn’t know where the bathroom was, or how to tie my shoelaces. I was taught to be concerned with learning the ropes, finding out what a derivative was, understanding finance, getting to know our clients and what motivated them, learning how they defined success and what we could do to help them get there.

My proudest moments in life — getting a full scholarship to go from South Africa to Stanford University, being selected as a Rhodes Scholar national finalist, winning a bronze medal for table tennis at the Maccabiah Games in Israel, known as the Jewish Olympics — have all come through hard work, with no shortcuts. Goldman Sachs today has become too much about shortcuts and not enough about achievement. It just doesn’t feel right to me anymore.

I hope this can be a wake-up call to the board of directors. Make the client the focal point of your business again. Without clients you will not make money. In fact, you will not exist. Weed out the morally bankrupt people, no matter how much money they make for the firm. And get the culture right again, so people want to work here for the right reasons. People who care only about making money will not sustain this firm — or the trust of its clients — for very much longer.

PS: fermo restando che IO le vedo come lascime di coccodrillo, perché chissà quanti milioni di dollari ha questo signore.. pero' sono cose interessanti.

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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M'inchia (cit.), per così poco?

Ottizzando, se mi rinnovano il contratto DEVO prendere casa all'estero :(

Pero' la prendo vicino vicino alla frontiera, che la pizza in CH fa schifo :D

Spiegherò meglio nel topic del mio lavoro

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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How did we get here? The firm changed the way it thought about leadership. Leadership used to be about ideas, setting an example and doing the right thing. Today, if you make enough money for the firm (and are not currently an ax murderer) you will be promoted into a position of influence.

What are three quick ways to become a leader? a) Execute on the firm’s “axes,” which is Goldman-speak for persuading your clients to invest in the stocks or other products that we are trying to get rid of because they are not seen as having a lot of potential profit. B) “Hunt Elephants.” In English: get your clients — some of whom are sophisticated, and some of whom aren’t — to trade whatever will bring the biggest profit to Goldman. Call me old-fashioned, but I don’t like selling my clients a product that is wrong for them. c) Find yourself sitting in a seat where your job is to trade any illiquid, opaque product with a three-letter acronym.

Scusate, in che senso ax murderer - axes?

illiquid è bellissima :D

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hai dei dati sulle percentuali di ripartizione della spesa?

ieri sera a ballarò ho intercettato tosi che affermava che la spesa pubblica della germania è inferiore di 60 miliardi rispetto alla nostra:

di conseguenza spazio per ridurre le spese(che in questo caso sono sprechi) c'è ne per forza, anche senza toccare gli stipendi.

cosa necessaria non solo da un punto di vista "umano" ma perchè altrimenti l'economia si ferma del tutto:

...

Ahem, leggiti questo e ne riparliamo:

Dipendenti pubblici in calo, ma sale la retribuzione | Governance | PubblicaAmministrazione.net

I tedeschi spendono meno semplicemente perché il dipendente pubblico in Italia ha visto crescere la retribuzione del 30% tra il 2001 e il 2009, mentre in Germania solo del 9% (dinamica sconosciuta al dipendente privato italiano, guarda caso ;)).

E poi ci chiediamo perché si rifiutano di fare gli Eurobond... ;)

Mi rendo conto che in certe zone d'Italia lo stato deve sopperire in qualche modo alla mancanza di offerta lavorativa privata, ma la Grecia in questa maniera (dove la situazione presentava pericolose analogie) abbiamo visto come è finita. Non è una situazione sostenibile a lungo termine.

Una soluzione ci sarebbe, mettere questa gente a produrre sul serio, ma servirebbero politiche industriali molto diverse da quelle degli ultimi 30 anni..

incrociandoci di nuovo con l'altro topic, che il consumismo (come nel caso del "trasporto" ) vada moderato io non ho dubbi,

come non ho dubbi anche sul fatto che ormai gli eccessi siano stati /saranno a breve effettivamente superati,

ma se si spreme sempre sugli stessi poi non ci si riprende piu'.:(

CVD ;)

Modificato da wolfie05
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