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Crisi economica 2011


TonyH

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Inviato (modificato)

Se vuole continuare ad usare l'auto come prima, senza razionalizzarne l'uso sotto forma di percorsi e di stile di guida (che da solo può far risparmiare un 20% senza tante seghe)......eh....che vuoi che ti dica? Devo compatirli? Incazzarmi? E una volta incazzato, mi fanno lo sconto sulla broda?

A me l'auto serve per lavoro, quindi i rincari mi impattano come maggiori costi direttamente. Ho cercato però di ri-pianificare la mia attività in funzione di questo.

Dove è possibile, faccio venire i clienti in ufficio, e strutturo i giri fuori ufficio in modo da vedere tutti i clienti nella stessa zona.

Ho colleghi che si mettono un appuntamento a Torino nord, e quello subito dopo magari a la loggia. È uno spreco.

Modificato da TonyH

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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I più attivi nella discussione

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Motron, non prendiamoci in giro.

Con il benzinaio svizzero a 1.5euro a 2km da casa, e quello italiano a 2euro a 4km, tu cosa faresti?

Ma io ho già detto che già lo faccio talvolta, però giochiamo a carte scoperte: quando lo facciamo (io e te) paghiamo le belle strade svizzere e le belle scuole di lugano, o no?

E la benzina con le sconto per gli abitanti limitrofi al confine non costa di certo 2 euro/litro in Italia :§

Detto ciò il mondo è questo, mica ti ho criticato (poteva sembrare in effetti, sorry), daltronde di svizzeri che fanno la spesa a Varese è pieno e li il discorso è il medesimo alla rovescia.

PS: le scuole sono state fatte si' con soldi ticinesi. Le tasse che a me vengono trattenute in busta paga, vengono poi riversate ai comuni di frontiera. Fino a pochi anni fa andava cosi', ed andava benissimo. Ora bisogna sistemare le cose perche' i loro leghisti rompono. Ma di fatto, anche chi lavora in svizzera contribuisce al benessere del Paese.

Beh questo non c'entra con le tasse della benzina.. per fortuna che funziona così..

PPS: il problema c'e', da anni. Prima infatti c'era la carta-sconto per chi abitava vicino al confine.

E' Schengen, ragazzi. Nel bene e nel male.

Noi facciamo benzina da loro, loro fanno la spesa da noi.

infatti, verissimo.. ;)

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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Lo Spiegel e i problemi della Germania

Mentre molti paesi in Europa sono in grande difficoltà, l'economia tedesca è sempre in ottima salute, nonostante la crisi. Gli ultimi dati, soprattutto se confrontati a quelli dei paesi vicini, sono confortanti, tanto che, per fare qualche esempio, le stime della Banca centrale parlano di una crescita per la Germania pari allo 0,7 per cento nel 2012 e dell'1,6 per cento nel 2013. Inoltre, il numero di disoccupati in Germania è sceso a quota 3 milioni e, come scriveva qualche giorno fa il settimanale Focus, le offerte di primo impiego sono superiori alle domande di lavoro in molti stati tedeschi.

Il lato oscuro dell'economia tedesca

Eppure, scrive lo Spiegel, in pochi parlano del "lato oscuro" dell'economia tedesca, apparentemente così in salute. In un lungo articolo pubblicato sull'ultimo numero, il settimanale scrive che in realtà non tutti i lavoratori beneficiano dei proventi che genera questa crescita, e che milioni di tedeschi, al contrario, hanno salari pressoché bloccati. Molti di loro, inoltre, vengono assunti con contratti a termine che hanno creato in questi anni milioni di precari, con pochissime possibilità di essere assunti a tempo indeterminato (nel primo anno questa possibilità è inferiore al 10 per cento) e basse retribuzioni.

Lo Spiegel fa l'esempio dell'Audi, che è controllata da Volkswagen. Nei primi 3 mesi del 2012, nonostante la crisi europea, Volkswagen ha registrato un aumento degli utili di oltre il 10 per cento rispetto all'anno passato, pari a 3,2 miliardi di euro (le vendite sono aumentate del 9,6 per cento, raggiungendo il livello record di 2,16 milioni di unità). Citando esempi concreti, lo Spiegel fa notare che in Audi ci sono quattro gruppi piuttosto distinti di lavoratori. Le prime due, i dirigenti e i colletti bianchi (insieme ai lavoratori più anziani) guadagnano sempre di più, hanno bonus in relazione ai guadagni dell'impresa e tutti i contribuiti e le assicurazioni sociali del caso. Le altre due classi di lavoratori (ovvero la parte degli operai e dei lavoratori nell'amministrazione che è composta spesso da giovani, assunti part-time o a tempo pieno, ma con contratti a tempo determinato) hanno salari che scendono anche a 800 euro al mese e non ricevono alcun bonus dall'azienda.

La precarietà in Germania

Insomma, secondo lo Spiegel, il mito della "prosperità per tutti", ossia il credo del primo ministro dell'economia tedesco dopo la Seconda Guerra mondiale, Ludwig Erhard, non corrisponde alla realtà nella Germania di oggi. Solo il 9 per cento delle aziende tedesche ha accordi con i dipendenti per quanto riguarda la condivisione dei bonus aziendali. Gerhard Bosche dell'università di Duisburg-Essen sostiene che negli ultimi anni "in nessun altro paese d'Europa è cresciuta così tanto l'ingiustizia sociale come in Germania". Lo Spiegel individua tre classi di lavoratori nella Germania di oggi, in una piccola piramide: 1) i dirigenti delle imprese, in cima; 2) i colletti bianchi e i lavoratori qualificati, a metà; 3) in fondo, infine, i lavoratori che, nonostante la crescita dell'economia tedesca, spesso guadagnano meno di dieci anni fa: questi sono per esempio i commercianti, i cuochi, i camerieri e gli insegnanti.

Il problema principale, secondo lo Spiegel, è che, come accaduto in Italia, la svolta della flessibilità dello scorso decennio è spesso diventata precarietà, caratterizzata da poche sicurezze e salari più bassi rispetto ai colleghi che fanno lo stesso lavoro ma che hanno un contratto a tempo indeterminato. Il punto di svolta, in questo senso, è stato nel 2003, quando la Germania ha deregolamentato molto il mercato del lavoro a tempo determinato: allora i lavoratori "precari" erano 300 mila, oggi sono circa un milione. Il risultato è evidente in un dato: se nel 2010 un lavoratore a tempo indeterminato con contributi e le altre assicurazioni guadagnava in media 2.700 euro, quelli a tempo determinato ne prendevano 1.400.

Non solo: secondo il gruppo di studio IAQ di Duisburg, oggi circa 8 milioni di lavoratori in Germania guadagnano circa 9 euro all'ora, mentre altri 1,4 milioni di lavoratori addirittura meno di 5 euro all'ora. Inoltre, negli ultimi anni è cresciuto decisamente il divario tra i salari dei lavoratori più qualificati e quelli dei lavoratori meno qualificati.

Il problema dei sindacati

I sindacati tradizionali, intanto, sono in grossa difficoltà e non riescono a rappresentare a pieno, scrive lo Spiegel, i bisogni dei lavoratori più svantaggiati e precari. A dir la verità, grandi sindacati come Ver.di (sindacato dei servizi) e IG Metall (che rappresenta 3,5 milioni di salariati nei settori del metallurgico, delle macchine utensili e dell'automobile) stanno cercando di lottare contro le grandi aziende affinché queste aumentino i salari e proteggano i lavoratori più deboli cercando di far approvare contratti collettivi a difesa di questi lavoratori, ricorrendo anche allo sciopero, come successo alcune volte negli ultimi mesi.

Allo stesso tempo però, secondo un vecchio principio di solidarietà in Germania, i sindacati devono cercare di proteggere le aziende e le industrie più deboli, senza forzare troppo la mano con le loro richieste. Anche per questo, altre sigle sindacali "di nicchia" o specializzate in piccoli settori stanno cercando di rubar loro sempre più iscritti, mettendo però in questo modo a repentaglio quell'equilibrio, almeno fino a qualche anno fa, del mercato del lavoro tedesco. Non a caso, Justus Haucap, economista all'università Heinrich Heine di Düsseldorf, ha detto che in questo modo, con questa sorta di lotta tra sindacati (e lavoratori), "la torta dei salari" si restringerà e non si allargherà in Germania.

Le soluzioni dello Spiegel

Date tutte queste premesse, scrive lo Spiegel, il divario tra coloro che usufruiscono dei proventi della crescita dell'economia tedesca e quelli che invece vi contribuiscono ma non ci guadagnano niente sarà sempre più ampio. Il governo tedesco, dunque, dovrebbe fare l'opposto di quello che ha fatto dieci anni fa, quando l'economia era ferma e aveva bisogno di stimoli e competitività. Oggi, l'obiettivo è l'opposto: bisogna garantire più diritti a tutti e ridurre il divario tra ricchi e poveri.

Secondo lo Spiegel, è necessario introdurre il salario minimo in ogni settore lavorativo a 8,50 euro e aumentare le tasse ai più ricchi, al contrario di quello che hanno fatto negli ultimi decenni sia i cristianodemocratici, con Helmut Kohl, sia i socialdemocratici con Gerhard Schröder. Il ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori non può più essere lasciato solo ai sindacati. Ci vogliono nuove, radicali riforme politiche, scrive lo Spiegel, affinché in Germania possa essere garantita quell'equità sociale sempre più in bilico negli ultimi anni.

Via http://it.finance.yahoo.com/notizie/lo-em-spiegel-em-e-problemi-della-germania-172004459--finance.html

Un po diverso da quello che si sente di solito..

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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no pare sia proprio così da qualche anno. Prima era un problema che riguardava sostanzialmente solo la maggior parte degli immigrati (prima italiani poi turchi e qualche polacco) adesso si arriva a una parte più consistente della popolazione. Niente di nuovo e niente di diverso rispetto a noi. Non che sia una situazione che faccia piacere.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Ma con la profonda differenza di fondamentali economici migliori (PIL, Debito, spread, ah quello è 0 :)).

Ma all'atto pratico o'spred zero non si tramuta in stipendi piu' alti per le fasce piu' basse.

Avranno meno tasse di noi, ma prendono stipendi simili...

Intanto i Greci pare si siano rotti le scatole del neuro..

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Ma all'atto pratico o'spred zero non si tramuta in stipendi piu' alti per le fasce piu' basse.

Avranno meno tasse di noi, ma prendono stipendi simili...

Intanto i Greci pare si siano rotti le scatole del neuro..

Ah be', hanno mandato i neonazi in parlamento. Stanno perdendo il senno.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Ah be', hanno mandato i neonazi in parlamento. Stanno perdendo il senno.

Ragazzi ingrati, annoiati

Stanno impalati ai concerti come se fossero gratis

Neo nazi alla moda

John Galliano

Neo nazi in Europa, cosa siamo?

Primavera di Praga

Autunno-inverno Prada

Dalle rapine alla banca

Mo' ci rapina raga

Wild life

Sopravvivo come Bear Grylls

Street wear chic

E' magia quando hai me al mic E vado avanti finché ho fiato

Finché il sangue è caldo

Fino a quando il down non supera lo sballo

Sì!

E la gente normale non capisce e implora

L'impero del male colpisce ancora

Per 15 minuti di fama

Quella grossa quella pesante quella che sfama

Questo è il saggio che porto Io mi riposerò solo quando sarò morto

Un messaggio importante come Dante

Giù negli inferi vedo la commedia dei media

Il culo che si appiccica alla sedia

E' l'informazione che ci seda

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Ma all'atto pratico o'spred zero non si tramuta in stipendi piu' alti per le fasce piu' basse.

Avranno meno tasse di noi, ma prendono stipendi simili...

Il riferimento allo spread e agli altri fondamentali era per far capire che globalmente la situazione economico/finanziaria della Germania è (molto) migliore della nostra, per cui, se c'è da migliorare welfare e sostegno ai disoccupati/inoccupati/precari, se lo possono permettere.

Noi, stritolati tra tasse elevate, recessione (ormai reale), rapporto debito/PIL troppo elevato, abbiamo le mani legate: possiamo, al più, solo tagliare l'inutile, non cercare di migliorare la situazione dei tanti disagiati italiani.

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