Vai al contenuto

Crisi economica 2011


TonyH

Messaggi Raccomandati:

Già gli arruffapopolo son arrivati. Parlano di Conio di moneta Sicula e di Autonomia dall'Italia (vi ricorda qualcosa? :roll: ) .

A me, intanto han rotto la minchia (scusate il francesismo) abbondantemente : probabilmente a metà della settimana prossima dovrò chiudere i cantieri per mancanza di carburante.

 News al 02/12/2015: Mazda 2.

Link al commento
Condividi su altri Social

  • Risposte 8,4k
  • Creato
  • Ultima Risposta

I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Già gli arruffapopolo son arrivati. Parlano di Conio di moneta Sicula e di Autonomia dall'Italia (vi ricorda qualcosa? :roll: ) .

A me, intanto han rotto la minchia (scusate il francesismo) abbondantemente : probabilmente a metà della settimana prossima dovrò chiudere i cantieri per mancanza di carburante.

In questa protesta le uniche persone che ho sentito parlare in modo sensato sono stati gli agricoltori, anche se penso che alla fine il risultato a cui mirano veramente è solo quello dell'annullamento delle cartelle esattoriali. Del resto, hanno un buon precedente con le centomila forme di parmigiano e le quote latte, come loro stessi dicono. Certo è che mi chiedo come facciano a cascare dal pero solo ora che tra l'altro è il momento meno adatto :pen: .

Gli autotrasportatori ed il resto del sottobosco invece, che tra l'altro penso che siano quelli che hanno fatto più danni, non mi convincono...

Link al commento
Condividi su altri Social

Notiziona

Evasione fiscale, Dolce&Gabbana devono pagare 229 milioni di euro a Equitalia

E' quanto prevede la condanna della Commissione tributaria provinciale di Milano, secondo cui i due stilisti hanno portato all'estero i loro marchi per sfuggire al Fisco italiano

dolce_gabbana_interna.jpgGli stilisti Dolce&Gabbana

I due stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana avevano forse creduto di averla fatta franca il primo aprile dell’anno scorso, quando il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Simone Luerti, li aveva prosciolti dalle pesanti accuse di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele dei redditi per circa un miliardo di euro. Poi però l’Agenzia delle Entrate ha messo a segno un secco uno-due che costerà carissimo ai due ben vestiti evasori. Prima la Corte di Cassazione ha annullato il proscioglimento di Luerti, rimandando il fascicolo a un altro Gup che dovrà ora valutare nuovamente la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Laura Pedio. Poi è arrivata la severa pronuncia della Commissione tributaria provinciale di Milano: il tribunale fiscale ha dato ragione agli ispettori, ha respinto il ricorso degli stilisti e li ha condannati a pagare 343 milioni di euro.

In attesa dei successivi gradi del giudizio amministrativo, la legge obbliga al pagamento immediato di due terzi della sanzione: Dolce & Gabbana riceveranno così nei prossimi giorni una cartella Equitalia da 229 milioni, e dovranno pagarla personalmente, perché l’accusa di evasione ha colpito proprio loro e non le società di cui sono proprietari. L’operazione contestata dal fisco è da manuale, al punto che la sua linearità non appare all’altezza della rinomata creatività dei due protagonisti. Fino al 2004 Dolce e Gabbana erano personalmente proprietari dei marchi del gruppo, che cedevano in uso alle società operative a fronte del pagamento di royalties variabili, comprese tra lo 0,5 per cento del fatturato per i profumi e il 2,5 per cento per abbigliamento e accessori. Queste royalties erano tassate come reddito personale dei due cittadini italiani, quindi assoggettate all’aliquota del 45 per cento.

Ma proprio nel 2004 i due hanno pensato bene di vendere i marchi a una società lussemburghese appositamente costituita, la Gado Sarl, che a sua volta ha stipulato il contratto per la licenzia d’uso dei marchi con l’italiana Dolce&Gabbana srl. L’accordo, valido per dodici anni, prevedeva il pagamento di royalties pari a una percentuale del fatturato tra il 3 e l’8 per cento, ma con un minimo garantito di 54 milioni all’anno, destinato a crescere ogni anno non meno del 7 per cento. Il vantaggio fiscale è evidente. In primo luogo la tassazione lussemburghese per quelle royalties era del 4 per cento, anziché del 45 per cento pagato in Italia. In secondo luogo il livello delle royalties sale di colpo rispetto al livello pagato in precedenza ai due stilisti come persone fisiche, il che equivale a ottimizzare il trasferimento di reddito in Lussemburgo, visto che l’innalzamento delle royalties corrisponde con tutte evidenza a una riduzione degli utili (tassati) della Dolce&Gabbana srl.

Gli occhi dell’Agenzia delle Entrate hanno messo a fuoco il prezzo di vendita dei marchi, fissato in 360 milioni di euro, e giudicato dagli ispettori del fisco troppo basso. A prima vista, pagare 360 milioni una cosa che ti rende almeno 54 milioni il primo anno (il 15 per cento del capitale), cifra crescente del 7 per cento annuo per i successivi 11 anni, sembra un ottimo affare. I due stilisti avevano fatto le cose in piena regola, con tanto di perizia della prestigiosa Price WaterHouse Coopers, che aveva valutato i marchi 355 milioni. Il difensore di Dolce e Gabbana, l’avvocato Lorenzo Piccardi dello studio ex Tremonti, ha negato che ci si trovasse di fronte al cosiddetto “abuso di diritto”, e ha difeso la correttezza dell’operato degli stilisti.

Una linea accolta dal Gup Luerti, che nel prosciogliere i due noti personaggi ha sostenuto che il reato non c’era perché tutto era stato fatto “alla luce del sole”. Ragionamento annullato dalla Cassazione e dalla stessa Commissione tributaria, che ha invece accolto la tesi dell’Agenzia delle Entrate: c’è abuso di diritto in quanto un’operazione in sé perfettamente trasparente e formalmente corretta è evidentemente finalizzata alla sola evasione delle tasse. I marchi infatti rimangono di proprietà delle stesse persone, e non si vede altra ragione del risparmio fiscale nella loro cosiddetta “esterovestizione”. Quindi, dicono i giudici del “tribunale fiscale”, “sono stati aggirati i principi costituzionali della capacità contributiva e dell’imposizione fiscale”, e “le operazioni sono state poste in essere senza che i contribuenti avessero addotto ragioni economicamente valide rispetto al semplice risparmio d’imposta”.

E la sentenza cita un pronunciamento della Cassazione secondo cui “il contribuente non può trarre vantaggi fiscali dall’utilizzo distorto, pur se non contrastante con alcuna specifica disposizione, di strumenti giuridici idonei a ottenere un risparmio fiscale, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l’operazione”. Segue il conto: il valore reale dei marchi non era, secondo la Commissione tributaria, di 360 milioni ma, secondo un semplice calcolo sulla sicurezza del reddito atteso, di 730 milioni. Da qui la sanzione: 343 milioni da pagare al fisco.

da Il Fatto Quotidiano del 21 gennaio 2012

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

Link al commento
Condividi su altri Social

[OT]

Stampa nazionale e straniera OSCENA su questo fatto, sintomo di un mondo vigliacco e malato, che ha perso completamente la Trebisonda....e non aggiungo altro.

Il becerume letto sulla vicenda ha raggiunto vette assurde.

Il punto è che questa gente non paga MAI per le loro diffamazioni, e se osi dire qualcosa ti perculano con le loro supercazzole sulla libertà di espressione...ormai si trincerano dietro questo concetto semplicemente per diffamare chi non va loro a genio. VERGOGNA.

Sarebbe interessante aprire un thread sulla questione, ma il rischio di OT politici è dietro l'angolo.

[/OT].

per rientrare in Topic, basterebbe citare il ben noto, anzi famigerato quotidiano , che almeno nella versione on line,

ne ha approfittato per LETTERALMENTE EVITARE di dare la notizia sul declassamento dell'itaGlia:muto:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

Link al commento
Condividi su altri Social

Notiziona

Eh mi raccomando: se inizieranno con le solite manfrine del tipo "ce ne andremo dall'Italia" lasciateli pure andare :roll: nessuno li trattiene così come nessuno trattiene i loro jeans da 500€ che avranno un valore commerciale da pochi $, sopratutto quelli lavati con sabbiatura che saranno costati qualche bel tumore a qualche operaio cinese o turco

 

花は桜木人は武士

Link al commento
Condividi su altri Social

Eh mi raccomando: se inizieranno con le solite manfrine del tipo "ce ne andremo dall'Italia" lasciateli pure andare :roll: nessuno li trattiene così come nessuno trattiene i loro jeans da 500€ che avranno un valore commerciale da pochi $, sopratutto quelli lavati con sabbiatura che saranno costati qualche bel tumore a qualche operaio cinese o turco

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

Link al commento
Condividi su altri Social

Eh mi raccomando: se inizieranno con le solite manfrine del tipo "ce ne andremo dall'Italia" lasciateli pure andare :roll: nessuno li trattiene così come nessuno trattiene i loro jeans da 500€ che avranno un valore commerciale da pochi $, sopratutto quelli lavati con sabbiatura che saranno costati qualche bel tumore a qualche operaio cinese o turco

Stanno ancora qua?

Che vadano... che volete che mi freghi...:lol:

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

Link al commento
Condividi su altri Social

Appropo' di vestiti, prezzacci, etc.

La mia morosa per il matrimonio cui siamo andati ieri voleva prendersi un vestito nuovo.

Approfittando della incredibile combo "saldi + liquidazione" si e' portata a casa 2 abiti + 1 cappotto, a 110 neuri!!!

Ogni abito l'ha pagato 30 neuri, e il cappotto 50.

L'abito che ieri indossava a prezzo pieno era a 110 euri.

Stando all'etichetta l'abito e' MADE IN ITALY, penso in Emilia Romagna e giudicare dal produttore -> Brand – Rinascimento

Ma ora, se il negozio l'ha svenduto a 30 euri, quando a prezzo pieno era a 110, ci ha perso il negoziante (perche' tanto deve chiudere?) o soltanto, non ci ha guadagnato?

PS: le mie calze sono Enrico Coveri, ho visto ieri che sono Made in China.. :pen:

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

Link al commento
Condividi su altri Social

Ospite
Questa discussione è chiusa.

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.