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Crisi economica 2011


TonyH

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I più attivi nella discussione

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vero, fanno finta, ma cosa devono fare? L'italia ha il peso mondiale per poter dire da sola "ok, gli iuessei si stan levando dal guano a nostre spese e in maniera anche un po' truffaldina" sperando di ribaltare la situazione?

tutto ciò al netto di una spesa pubblica interna che assomiglia più a un fuzzball

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Certo, niente.

Non nascondo che nei miei sogni immagino che sarebbe "sufficiente" una sorta di sincronizzazione globale delle scelte. Credo davvero che si tratti di questo, e non posso certo dire solo di questo.

Un esempio banale ed estremo, apposta, e non tanto per fare il verso al Papa: il marxismo, non quello intellettualoide*, se applicato hic et nunc ovunque (bell'ossimoro) potrebbe essere una soluzione. Oppure, capiamoci, una sana socialdemocrazia, senza vincitori né vinti.

Vedo rotolare grandi balle di fieno .... :mrgreen:

* eretico francese, ad es., anche se è tuttora divertente leggere Debord, Virilio o Lyotard

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Un certo situazionismo posso apprezzarlo, ma per il resto lascio. La mia testa è abbastanza liberista, sempre che voglia dire ancora qualcosa, certamente non è simile a quello che sta capitando ultimamente in usa. Diciamo però che una danimarca mondiale (magari un filo meno noiosa) potrebbe non dispiacermi :mrgreen:

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Sì, l'esempio è validissimo per capirsi con poche parole. Purtroppo il modello danese non è esportabile, cioè in realtà non ha senso chiamarlo modello. E' stato ampiamente dimostrato da recenti studi approfonditi, non solo Italiani, eh :). Continuo a chiamare un caro amico Italiano che insegna a Odense, per inserirlo in gruppi di lavoro interdisciplinari, e alle prime riunioni deve sempre mettere le mani avanti. Poi però, regolarmente, si incazza con qualche ns. professorino con la tesina di vent'anni prima sottobraccio ...

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purtroppo è vero, la flexsecurity difficilmente è esportabile, non fosse altro che temo che l'intera danimarca sia poco più popolosa di Milano, forse addirittura meno di Roma. Naturalmente non è il solo motivo

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Europa per l'automotive - dal Corriere della Sera web - 27/2/12

BRUXELLES

Auto: l'Europa studia un piano di rilancio

Per sostenere il settore la Commissione prepara misure ad hoc

Ma non tutti i produttori sono d'accordo

Crollo delle vendite, chiusura degli impianti inefficienti, norme ambientali sempre più severe. Sono questi gli argomenti sul tavolo della Commissione Europea in procinto di preparare un piano per il settore automobilistico. Secondo quanto anticipato da Antonio Tajani commissario all'industria. L'agenda prevede per il 6 giugno un incontro all'interno del gruppo «Car 21» al quale aderiscono rappresentanti delle case automobilistiche, delle istituzioni e dei sindacati.POSIZIONI DIVERSE-Insomma, da qui potrebbe partire quel progetto di rilancio europeo del settore auspicato da gran parte produttori. Sergio Marchionne, numero di Fiat e Chrysler e presidente dell'Acea (l'associazione dei costruttori europei) aveva lanciato il monito qualche settimana fa, spiegando che il problema dell'eccesso di capacità produttiva andava gestito a livello transnazionale. Sulla stessa onda le dichiarazioni di altri top manager, come Stephen Odell capo di Ford Europa: «L'Unione Europea la smetta di opporsi alla chiusura di stabilimenti». Il problema è che non tutti sono d'accordo come fa notare lo stesso Tajani all'agenzia Radiocor: «esistono esigenze diverse per ciascun produttore: secondo Marchionne occorre esplorare nuovi mercati in Usa, Cina e India Us per impedire la chiusura delle fabbriche». Mentre la posizione della Volkswagen è ben diversa: il nodo non sarebbe l'eccesso di capacità ma la bassa produttività. E su queste divergenze si gioca gran parte del futuro dell'auto in Europa: sono in tanti a pensare che per fermare gli impianti servano aiuti alle imprese. Come i costruttori francesi che per anni hanno rinunciato a dislocare le produzioni in paesi più a buon mercato in cambio di generose sovvenzioni statali.

L'EURO 7 PUO' ATTENDERE- Intanto a Bruxelles prendono tempo sul le future normative ambientali Euro 7 ancora molto lontane dal venire (l'Euro 6 entrerà in vigore dal 1 settembre 2014 e diventerà obbligatoria dal 1 gennaio 2016). Secondo Tajani, «Si tratta di valutare se sia possibile e in quale modo ridurre i costi delle imprese».

Auto: l'Europa studia un piano di rilancio - Attualita Corriere.it

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Mah se a voi sembra che noi viviamo e non solo in italia in una situazione di libero mercato

e di regole uguali per tutti...Mi pare che qui vogliono far credere che tutti possimo vincere

il campionato di calcio basta impegnarsi ed essere rigorosi negli allenamenti, quando invece

nella realtà c'è qualcuno che quando vuole può fare gol anche con le mani, giocare in 18

e se vede che stai vincendo sparare a qualcuno dei giocatori. E il tutto dicendoti

no guarda che in realtà se non facessi così l'alternativa e non farti giocare del tutto.

Ma vada via il cu...

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