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Crisi economica 2011


TonyH

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Ecco, queste sono le cose che mi fanno imbestialire. Non è concepibile una cosa del genere. Non può non esistere un minimo di cognizione che permetta a un comune di istituire un fondo che dia aiuto concreto in situazioni del genere. E questa dovrebbe essere l'extrema ratio, prima dovrebbe mettersi in moto la cognizione di chi sfratta e tutto il resto a cascata. Un mio collega che vende alloggi (vabbè vende è una parola grossa di questi tempi..) ormai non fa nemmeno più vedere la casa alle giovani coppie interessate, tanto la banca non concede il mutuo. Mi ha detto che ieri una ragazza aveva le lacrime agli occhi: coppia, lui con lavoro fisso e lei da qualche anno contratto in una grande catena alimentare. Avvallo di una delle famiglie dei genitori. Per la banca non basta.. e volevano un trilocale in una zona periferica, non un attico.. ecco, mi pare che ci sia qualcosa che non funziona bene.

capisco tutti e due. Tutti abbiamo colpe, sono anni che si dice che siamo sottocapitalizzati e i vari Basilea erano stati chiari in merito. Naturalmente che traballava prima non è riuscito a mettersi in carreggiata, ma chi poteva, spesso e volentieri non ha avuto la necessaria lungimiranza e ha preferito continuare tagliandosi le palle da solo.

Su questa situazione le banche però hanno messo il carico da dieci, perchè negli anni hanno erogato troppi soldi solo ed esclusivamente sulla base di "conoscenze" che troppo spesso coindevano con gli interessi di qualche direttore o di qualche consiglio di amministrazione. Tutti sanno tutto, ma se ne sono allegramente fottuti, nonostante conflitti di interessi imbarazzanti. Sembrava quasi che si comportassero se la cuccagna non sarebbe mai finita.

da noi se hai voglia di fare e un'idea buona, mediamente è meglio se sei anche figlio di ricchi... se no son cazzi.. per il resto le banche in troppi casi hanno bloccato il credito in maniera troppo brusca e a volte arbitraria, anche perchè è più facile far saltare i piccoli che i grossi debitori. Un grosso debitore rischia di far saltare anche la banca stessa.

Sulle paure dell'enel meglio se mi taccio :disp2:

Fotovoltaico? :pen: Son sceso giù due ore fa da un tetto.. lunedì mi montano un impianto da 10kw :mrgreen:

Io sul fotovoltaico ho le mie opinioni, con alcuni soci entro l'anno spero di installarne un po' più di 100 kw, però ci siamo dati alcune regole. Innanzi tutto gli impianti a terra non sono nemmeno presi in considerazione. La terra deve essere coltivata e il paesaggio non deve essere deturpato, quindi vanno bene fatti sui capannoni, sui tetti degli edifici, nelle aree dismesse, ma non dappertutto. Questo è per me il grosso neo del nostro conto energia.

Per il resto la struttura della normativa sul conto è paro paro quella tedesca, tra l'altro osannata in tutto il mondo. Mi chiedo come mai, una volta tanto che abbiamo copiato i primi della classe, la cosa non vada bene. :pen:

Vero anche che i contributi arrivano dalle bollette, ma lo sapete dove andavano prima gli stessi soldi? Ai petrolieri che li utilizzavano per "studiare" nuove forme energetiche innovative...

Per abbassare le bollette energetiche basterebbe un sistema di contrattazione diverso con i paesi fornitori, dicono si risparmierebbe intorno al 10%, ma tutto ciò presuppone una politica energetica seria, nodo che nessuno vuole affrontare in italia. Ricapitolando: il nucleare no perchè è brutto e cattivo, il gas si, ma i rigassificatori no perchè son brutti sporchi e cattivi, il carbone di nuova generazione no perchè è brutto sporco, cattivo e pure nero, le energie rinnovabili no perchè sono una truffa, il biogas mai più perchè puzza di cacca (e ci credo dato che è cacca..).. cosa facciamo? Non ditemi bacini idroelettrici perchè siamo quasi al limite e poi ci si mettono di mezzo gli ambientalisti..

Guardate in Germania quanto è la quota di energia prodotta con il carbone e quanto costa da lì capite

A) chi finanzia l'energia verde (la combustione del cattivissimo carbone)

B) che stupidata è tutta la cosa (bruciare carbone per far andar epannelli dal rendimento finale bassissimo)

C) Perchè in italia sta diventando un bagno di sangue insostenibile (guardate i prossimi aumenti delle bollette in merito)

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Ma allora qualcosa di losco c'e' sul serio. Per noi frontalieri ci sono conti apposta, che hanno l'unico scopo di esistere per farci ricevere lo stipendio. Le operazioni non sono negate, ma di fatto quasi si, visto che sono molto tassate. Quindi alla fine sto foglio che ho compilescion a cosa serviva?

potrebbe semplicemente essere che chiedano a tutti gli intestatari di conto non residenti di dichiarare la loro estraneità agli usa,

in modo da non essere costretti a fornire a loro i tuoi dati.

comunque fatti dare un modulo e leggi cosa c'e' scritto.

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Inviato (modificato)

ma il WB8 lo compili solo se hai fatto investimenti, di solito al momento dell'investimento (o dopo 2 anni per innovarlo)

se gimmo non ha fatto investimenti in usa, allora si stanno cautelando per le norme di trasparenza strappate da Obama

che riguardano gli yankee con conti in sfizzera.

Modificato da TonyH

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Aggiungo una cosina, tanto perché ci penso: abbiamo tutti presente quanto guadagnano il presidente dell'Enel (certo, privatizzata) o il direttore dell'agenzia delle entrate? Il primo che si permette di esternare la sua "strategia" e il secondo che vuole educare gli Italiani tutti (io spero solo gli evasori) con lo stile Cortina? Il giusto? Forse no. Per me no.

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Guardate in Germania quanto è la quota di energia prodotta con il carbone e quanto costa da lì capite

A) chi finanzia l'energia verde (la combustione del cattivissimo carbone)

B) che stupidata è tutta la cosa (bruciare carbone per far andar epannelli dal rendimento finale bassissimo)

C) Perchè in italia sta diventando un bagno di sangue insostenibile (guardate i prossimi aumenti delle bollette in merito)

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Considera poi che, come detto da altri, quando vogliamo iniziare ad usare fonti rinnovabili? l'anno del mai, quando l'energia a basso costo sarà finita e quella rinnovabile non l'avremo ancora sviluppata? O meglio iniziare adesso?

Modificato da braccobaldo
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se guardi le centrali intorno a casa tua noterai che sono quasi tutti cicli combinati di ditte private

Facendo riferimento al post poco sopra, l'"urlo di dolore" dell'ENEL è dato proprio dal fatto che, a causa della priorità di dispacciamento dato alle rinnovabili, il calo di vendita di E.E. dovuto alla crisi va tutto a carico delle fonti convenzionali. E poichè nelle rinnovabili ENEL, checchè abbiano detto quelli che hanno piazzato a caro prezzo ENEL Greenpower, ha una quota di mercato molto inferiore a quella che ENEL ha nel settore fonti convenzionali.

Questo calo del consummo dell'E.E. elettrica associato alla spinta che l'AEEG ha dato per aumentare la base di potenza installata ( a seguito del black out del 2003), per lo più tramite turbogas, ha portato ad una situazione di netta sovraofferta per cui, buona parte dei turbogas ha visto ridursi il monte ore di lavoro e ha dovuto rivedere i BP ed allungare i tempi di rientro dell'investimento.

Comunque, concordo con te che, plafonato l'idroelettrico a meno di allagare l'intera Valtellina (passatemi l'iperbole), fotovoltaico/eolico che non sono programmabili (e che in certe zone sono così concentrati che in certe situazioni di sovraproduzione devono essere disconnessi dalla rete che non riesce a trasportarne l'energia), concordo con te che la digestione anaerobica (fonte programmabile) potrebbe essere una delle soluzioni, ma le bozze sul prossimo decreto che girano, sembrano tagliare le gambe anche a questa fonte.

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potete illuminarmi sulla situazione dell'anaerobico in italia? dalle mie parti i pochi tentativi di utilizzarlo sono sempre stati bloccati da comitati vari. So che è conveniente entro un raggio abbastanza limitato dalla zona di produzione della materia prima, ma è vero che ha un impatto così pesante sul contesto insediativo?

Non ho mai avuto la possibilità di visitare un impianto di grosse dimensioni e non riesco a capire se le diffuse prese di posizione contro di essi siano giustificate o no.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Aggiungo quest'articolo da Il Corriere della Sera on line, su tasse e studi di settore, interessante

[h=1]Lo Stato ambiguo e gli evasori[/h][h=2]Imprenditori, gioiellieri e ristoratori sull'orlo della miseria

Con gli Studi di settore l0 Stato patteggia con gli evasori[/h]Sarebbe da chiedersi se mai qualcosa cambierà dopo aver avuto dai numeri delle ultime dichiarazioni dei redditi la conferma che un dipendente guadagna più del suo datore di lavoro. Fino a quando i gioiellieri si ostineranno a tenere aperte gioiellerie che gli danno a malapena da vivere, i ristoratori continueranno a servire pasti rimettendoci denaro e gli idraulici insisteranno a riparare bagni per beneficenza?

Ci era sembrato che quell'epoca storica fosse ormai al capolinea, come se le incursioni della Finanza a Cortina o nelle strade della movida milanese avessero certificato un radicale cambiamento nel rapporto fra l'Italia e le tasse. Invece non era altro che un miraggio. Perché in un Paese nel quale un contribuente su quattro non paga un centesimo di Irpef e soltanto uno su cento dichiara oltre 100 mila euro, mentre quasi metà delle società di capitali chiude i bilanci in perdita, delle due l'una: o siamo poveri in canna oppure il Fisco continua a restare il nemico assoluto. Al punto che consola appena il dato dei 13 miliardi recuperati nel primo trimestre di quest'anno con la lotta all'evasione. I numeri del dipartimento delle Finanze ci dicono che la strada della pacificazione è ancora molto lunga.

Ma c'è un aspetto che viene sempre ignorato ogni volta che vengono diffusi dati così macroscopicamente incoerenti con la realtà dei nostri consumi. Si chiama in causa l'infedeltà fiscale e si dipinge l'evasione alla stregua di uno sport nazionale, trascurando responsabilità altrettanto gravi di chi ha contribuito a trasformare il Fisco nel nemico assoluto. Per, esempio, quelle che Bruno Tonoletti, professore dell'Università di Pavia, definisce «politiche implicite». Traduzione: si persegue una politica per raggiungere «ufficialmente» un determinato obiettivo, ma gli effetti «ufficiosi» che se ne ottengono sono ben diversi. Talvolta perfino opposti.

Un esempio? L'Italia ha probabilmente i regolamenti edilizi più rigorosi d'Europa. Ma la massa di disposizioni è così imponente e complicata, differente da Regione a Regione da Comune a Comune, e i controlli così inesistenti, che questa impalcatura finisce per favorire un abusivismo senza eguali nel continente. E poi, puntualmente, arrivano i condoni: tre negli ultimi trent'anni. In questo sistema gli italiani e chi li governa si trovano perfettamente a proprio agio. Anche le nostre regole fiscali non sfuggono alla logica diabolica delle «politiche implicite». La prova? Negli ultimi trent'anni ci sono stati regalati, oltre alle tre sanatorie edilizie, tre condoni fiscali tombali.

Non bastasse lo sterminato groviglio di leggi e circolari, ecco i nostri «Studi di settore». Creati dopo il tentativo, andato a vuoto nel 1992, di introdurre la famigerata «minimum tax», allo scopo di far pagare le imposte ai lavoratori autonomi, si sono tradotti nella realtà in un patto con le categorie più vessate da adempimenti, gabelle e burocrazia, e di conseguenza più allergiche al Fisco. Il principio è a dir poco elementare: se paghi almeno un tot ti risparmiamo i controlli. Come se fosse il governo a stabilire una soglia minima di evasione «consentita». Il Fisco ha la coscienza a posto, il professionista o il commerciante pure.

Una ipocrisia travestita con matematica precisione in un meccanismo che arriva a stabilire quanto almeno debba dichiarare il titolare di un esercizio in una certa strada di una certa città. Ma che frana miseramente di fronte alle 206 mila auto del prezzo superiore a 100 mila euro vendute ogni anno dalle concessionarie italiane. O a statistiche impietose, come quelle secondo cui il 64% degli yacht circolanti in Italia sono intestati a nullatenenti, ad arzilli prestanomi ultraottantenni se non a società di comodo italiane o estere. E viene puntualmente smascherata ogni volta che le Fiamme Gialle si accorgono nel corso delle loro indagini che mancano all'appello valanghe di scontrini fiscali. Oppure si scopre che nelle banche svizzere non ci sono più cassette di sicurezza disponibili. Non resta che aspettare il prossimo anno e sperare che finalmente gli imprenditori si decidano a guadagnare qualcosina più degli operai. Ma sappiamo che non succederà, se il primo a credere in questa possibilità non sarà proprio il Fisco

Lo Stato ambiguo e gli evasori - Corriere.it

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