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Crisi economica 2011


TonyH

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Do' il mio contributo sulla delocalizzazione del tessile.

Da me hanno sbaraccato negli anni '70.

E si che mezza Luino era nata proprio intorno all'industria tessile... l'altra meta' viveva della ferrovia, anch'essa in pratica dismessa...

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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I più attivi nella discussione

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Prendo spunto dalle vostre testimonianze sulla delocalizzazione del tessile per porre un quesito: posto che, delocalizzando l'imprenditore tessile ha salvato il suo c**o, gli operai che ha lasciato a casa che fanno?

Ponetevi al loro posto e ditemi che soluzione vedete.

Alcuni di voi hanno giustamente detto che possono guardarsi attorno e decidere di trasformare una passione in lavoro, altri possono sfruttare la loro esperienza per rimettersi sul mercato in cerca di una nuova occupazione nello stesso settore (ammesso che lo sbaraccamento non sia stato generale), altri ancora magari hanno risolto con un prepensionamento o cose simili, ma ci sarà qualcuno che non ha opzioni, vuoi perchè non specializzato (magari perchè non ha potuto conseguire un titolo di studio adeguato), troppo giovane per la pensione e troppo vecchio per cambiare vita, o privo di capitali per mettersi in proprio (perchèmagari ha mutuo e figli sul groppone) etc...Al posto suo voi che fareste?

E non pensiate che il caso che vi propongo sia sporadico, perchè con il mercato del lavoro ingessato come il nostro, sei "vecchio" quando ti assumono (se ti assumono) stabilmente e la tua vita l'hai dedicata ad impegnarti in un mestiere, oppure sai fare tutto e niente, visto che hai dovuto saltare di palo in frasca (tipico dei precari), quindi hai poca esperienza da far valere.

E non parlo, poi, di chi, per una vita, ha fatto magari il commerciante o l'agente di commercio, o un altro lavoro che per primo va in crisi appena calano i consumi.

E' questo che da la misura dell'emergenza di questa crisi, secondo me.

PS: mi scuso per la lunghezza.

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Il tessile....

dove vivo adesso, Schio è stata uno dei poli lanieri in Italia, diciamo che il ridimensionamento del settore è inziato con il passaggio della Lanerossi all'Eni nel 1962, hanno modernizzato moltissimo le produzioni e trasferito le stesse nei nuovi stabilimenti, che fino ad inizio anni 80 occupavano ancora 2000 persone, dopo il passaggio al gruppo Marzotto e le conseguenti delocalizzazioni hanno portato alla chiusura definitiva degli stabilimenti nel 2005. Anche i nostri vicini di Valdagno non se la passano bene, dato che lì non è rimasta alcuna produzione ma solo delle testimonianze imponenti di archeologia industriale, e alcuni uffici.

Nel frattempo (metà anni 80) però sono nate migliaia di aziende tessili medio-piccole che portavano avanti produzioni di nicchia, queste ultime sono poi sparite quasi del tutto tra la fine degli anni 90 e l'inizo del secolo, moltissime hanno delocalizzato (Romania, Tunisia e Uzbekistan) mentre altre semplicemente hanno chiuso.

Ora anche i gruppi più grossi e famosi stanno chiudendo quel poco che era rimasto.

A me, oltre all'emergenza della disoccupazione, da dispiacere la peridta di quel bagaglio di conoscenze...

 Clio trefaseb dinamica e Scenic edizione uno entrambe alimentate a miscela di idrocarburi contenenti da 13 a 18 atomi di C.

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Il tessile....

dove vivo adesso, Schio è stata uno dei poli lanieri in Italia, diciamo che il ridimensionamento del settore è inziato con il passaggio della Lanerossi all'Eni nel 1962, hanno modernizzato moltissimo le produzioni e trasferito le stesse nei nuovi stabilimenti, che fino ad inizio anni 80 occupavano ancora 2000 persone, dopo il passaggio al gruppo Marzotto e le conseguenti delocalizzazioni hanno portato alla chiusura definitiva degli stabilimenti nel 2005. Anche i nostri vicini di Valdagno non se la passano bene, dato che lì non è rimasta alcuna produzione ma solo delle testimonianze imponenti di archeologia industriale, e alcuni uffici.

Nel frattempo (metà anni 80) però sono nate migliaia di aziende tessili medio-piccole che portavano avanti produzioni di nicchia, queste ultime sono poi sparite quasi del tutto tra la fine degli anni 90 e l'inizo del secolo, moltissime hanno delocalizzato (Romania, Tunisia e Uzbekistan) mentre altre semplicemente hanno chiuso.

Ora anche i gruppi più grossi e famosi stanno chiudendo quel poco che era rimasto.

A me, oltre all'emergenza della disoccupazione, da dispiacere la peridta di quel bagaglio di conoscenze...

fatti simili sono capitati nel montebellunese, patria della scarpa, sportiva e non solo, dove anche lì, purtroppo, il know-how non è passato dai 50enni ai 30enni ma dai 50enni a est-europei prima, asiatici poi e adesso si inizia con gli africani.. che peccato..

"post fata resurgam." (cit.)

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In che senso dici che sanita' ed istruzione sono al tracollo?

Dal punto di vista qualitativo la nostra sanita' e' ad un livello altissimo, non scherzo. L'istruzione un po' meno, ma in questo caso le colpe sono dovute ad un sistema scolastico antiquato, che non e' certo venuto fuori cosi' ora...

Però, i vari studi internazionali, Pisa e.g. e i test Invalsi, dimostrerebbero che:

per le scuole di primo grado siamo ai primi posti in classifica;

per le scuole superiori la situazione media è quella che dici, ma che è il risultato della sovrapposizione di due gaussiane diverse, una paragonabile a quella dei paesi migliori e una al fondo della classifica;

Mi piacerebbe tanto che qualcuno mi facesse capire meglio il perchè di tutto ciò, ma qui, come hai già scritto, ci addentriamo nelle solite incrostazioni e sovrastrutture che partono da lontano.

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ci vuole fortuna questo è sicuro ma anche le palle di reagire.

credo che questo sia il sunto migliore, personalmente vedo che la crisi colpisce a "caso"

e se è vero che molto sono troppo rassegnati e lamentosi, altri pur avendo volontà di reagire e di fare, non sempre trovano la giusta opportunità:

anche perchè in alcuni casi esiste già un "business" nuovo che inizia a sostituire quello vecchio ed obsoleto (es. vecchia filiale di banca-> consulente finanziario+internet)

mentre in altri casi (tessile ?) manca qualche cosa di nuovo.

E la Panda a Pomigliano, la futura piccola Quattroporte a Giurgliasco, i futuri SUV medi a Mirafiori, i 300 neo-assunti dalla VM-Motori?

Prima di parlare di delocalizzazione ed associarla alla crisi, mi assicurerei che tale delocalizzazione esista davvero e che sia legata alla crisi ed entrambe le cose non sono valide per gli esempi che hai citato, poiché decise già prima che scoppiasse questa benedetta crisi.

semi OT: tra l'altro queste 300 assunzioni, passate decisamente in sordina sono probabilmente assunzioni "vere",

mentre per esperienza anche diretta, quando le multinazionali parlano ala STAMPA di creare migliaia di nuovi posti di lavoro così come di fare investimenti faraonici

in realtà li dentro includono dallo scienziato all'indotto più estremo, dal macchinario alla pubblicità in TV

..e non è nemmeno detto che sia in "loco" ma più spesso, come minimo a livello di "continente "

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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...anche perchè in alcuni casi esiste già un "business" nuovo che inizia a sostituire quello vecchio ed obsoleto (es. vecchia filiale di banca-> consulente finanziario+internet)

mentre in altri casi (tessile ?) manca qualche cosa di nuovo.

Questo, imho, è un aspetto del problema: l'Italia è un Paese che a partire dal dopoguerra ha puntato su agricoltura e industrializzazione, vuoi per vocazione che per necessità.

Il mercato ha premiato, nel bene e nel male, questa scelta (il made in Italy è diventato sinonimo di stile, moda, mangiar bene, produzione artigianale di altissimo livello etc.), ma con l'affacciarsi di nuovi Paesi sulla scena economia (e per renderli parte del bacino di sbocco dei nostri prodotti) abbiamo da un lato dovuto adeguarci alla concorrenza sul prezzo (con lo stesso prodotto che può essere fabbricato a minor prezzo) e dall'altro venire incontro ad un mercato non più disposto a pagare quanto prima per lo stesso prodotto.

Se il prodotto è immateriale (come il servizo banking, per riallacciarmi all'esempio di owluca), puoi mantenere margini di profitto e abbassare i costi sfruttando le tecnologie IT, ma se il prodotto è fisico e tu non hai la forza economica di imporlo sul mercato e farti pagare un prezzo maggiorato in virtù dellesue qualità superiori (come il prodotto tessile o calzaturiero, per dirne due tra i più menzionati) cosa fai?

Mettiamoci, poi, che lo Stato non è stato capace di convertire almeno in parte la vocazione economica del Paese, creando (e preservando, soprattutto) poli di eccellenza, ad esempio, dedicati ognuno ad una categoria produttiva/merceologica e il disastro è servito.

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credo che questo sia il sunto migliore, personalmente vedo che la crisi colpisce a "caso"

e se è vero che molto sono troppo rassegnati e lamentosi, altri pur avendo volontà di reagire e di fare, non sempre trovano la giusta opportunità:

anche perchè in alcuni casi esiste già un "business" nuovo che inizia a sostituire quello vecchio ed obsoleto (es. vecchia filiale di banca-> consulente finanziario+internet)

mentre in altri casi (tessile ?) manca qualche cosa di nuovo.

E' banale dirlo, ma le opportunità vanno anche cercate.

A meno che non avvenga per legge (es: case chiuse, nucleare, eternit...) o per manifesta superatezza tecnologica (es: pagine gialle) che non esista in alcun modo nessun modo di rinnovare alcuni business è un'affermazioni forte.

Spesso ci si infila in un cul de sac a causa del continuare a competere sempre sullo stesso terreno (es: costi, rendimenti) oltre il possibile. Quando a volte l'intuizione vincente è utilizzare il pensiero laterale per cambiare il tavolo e le regole del gioco.

Faccio un esempio concreto che sono andato a sentire la settimana scorsa

Home | Grossiste Vetement | Grossiste de Marque | Grossiste Jeans | Grossiste Habillement | Brandsdistribution

Erano in forte crisi qualche anno fa, hanno deciso di rinnovare il loro modo di fare (da distribuzione a pochi grossisti fisici a una struttura fortemente informatizzata), e adesso sono solidi, e son cresciuti notevolmente.

Cambiare le abitudini di lavorare e sbattersi per trovare nuove vie non è semplice, non è automatico, non è "leggero". Serve impegno fisico (più ore di lavoro), cerebrale e spesso anche di rinunce per trovare le risorse necessarie.

Ma l'importante è fare e non arrendersi. Il grosso della differenza tra qualcosa di solido e qualcosa di traballante è....fare. Ma fare seriamente :D non far finta di fare (come sto facendo pure io scrivendo questo post, mannaggia a me....).

Certo, uno da solo non può cambiare radicalmente le cose. Ma se ognuno di noi si mettesse a "fare" un po' di più sul proprio lavoro (o nella ricerca) scommettiamo che le cose migliorano? ;)

Non miglioreranno mai se ci aspettiamo che le cose migliorino solo grazie all'intervento di qualcun'altro.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Faccio un esempio concreto che sono andato a sentire la settimana scorsa

Home | Grossiste Vetement | Grossiste de Marque | Grossiste Jeans | Grossiste Habillement | Brandsdistribution

Sono grossisti pero'.

Vendono cose che producono altri.

100 vendono (in eu), 10'000 producono (in culandia)

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Inviato (modificato)

Intanto però son passati da pochi decine di clienti a 29.000 in 190 paesi e quadruplicando il fatturato nel giro di 3 anni (con relative tasse)

Cosa che gli ha permesso e gli permetterà di assumere.

Non va bene?

Cosa si vuole?

Edit: nell'attesa che la grande industria straniera ritorni in Italia (a breve lo fanno solo se sbrachiamo) cercare di essere estremamente flessibili e snelli (come procedure, non come diritti dei lavoratori) può essere un'opportunità per molte nostre pmi.

Ad esempio, ho scoperto che in Francia non esistono le legatorie....o il bottegaio, o la grande casa editrice.

Per le piccole tirature nisba. Noi ne abbiamo, e ce ne sono che si stando tirando su grazie a quel mercato inesplorato.

Modificato da TonyH

[sIGPIC][/sIGPIC]

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