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el Nino e le auto di famiglia


el Nino

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Volevo scriverlo in un post successivo ma per te faccio un'eccezione. La pensioncina si chiamava e si chiama tuttora "Park Hotel Belsoggiorno" e si trova a Bellaria-Igea Marina. Certo, a vederlo ora (ho trovato il sito su Google) è diverso da quello che mi ricordavo...ma sono passati 20 anni buoni! Purtroppo non c'è la vista Google street view e non posso farvi vedere nulla. La cosa bella era proprio che attraversavo la strada e c'era la sala giochi, una comodità pazzesca!
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Ciao ragazzi, dopo qualche giorno di assenza, mi dedico di nuovo a questo thread. Credo che sia arrivato il momento di dare il giusto tributo alla macchina che più di tutte mi è rimata nel cuore. Il mio Pandino30 bordeaux.

E' entrato in casa nel 1984 e ci ha accompagnato ovunque per 15 anni, chiedendo in cambio (poca) benzina, alcuni kg di olio (solo rabbocchi e qualche sparuto caso di cambio completo) e una spruzzata di acqua nella vaschetta dei tergicristalli. Ovviamente perchè del radiatore non c'era traccia...come vi ho accennato poco fa, il Pandino doveva essere l'auto di papà, ma mamma ci mise così poco ad innamorarsene, per la serie "se non ci fosse bisognerebbe inventarla". In realtà in 15 anni aveva percorso solo 70000 km, molti dei quali negli ultimi anni, quando divenne la mia prima auto. Come d'abitudine per le auto "da mamma", il fidato Pandino scarrozzava me, mio fratello e mamma un po' dappertutto: scuola, piscina, supermercato, nonni, ecc...e richiedeva pochissime cure. Durante la sua lunga carriera, gli unici fatti di rilievo furono una riverniciatura totale causa ingiallimento della carrozzeria e l'installazione aftermarket delle cinture di sicurezza (non ricordo in base a quale legge, so solo che la soluzione adottata, ovvero il taglio dei pannelli posteriori per l'inserimento degli arrotolatori e della tela Pirelli della panchetta per i fermi, era inguardabile).

Mi spiace dover ammettere di essere stato il carnefice del mio macinino, quando decisi di lasciare il semiasse anteriore per strada dopo essermi scontrato con un mezzo in sosta ...a mia parziale discolpa posso dire che l'asfalto era viscido per la pioggia, che le gomme erano abbastanza consumate e che in quel periodo il Comune aveva avviato una sperimentazione con le strisce pedonali applicate all'asfalto invece che dipinte. La dinamica dell'incidente è alquanto banale: sono in rettilineo, mi accorgo che l'asfalto è bagnato e che devo rallentare più del previsto, freno in curva arrivando sulle strisce "plasticose" rese viscide dalla pioggia e il Pandino inizia un pendolo che non riesco a controllare. Il bello è che se avessi lasciato il volante, dopo un giro di 360 gradi mi sarei fermato esattamente nella direzione in cui stavo procedendo, ma lo Jarno Trulli che c'è in me non ha resistito alla tentazione di controllare la macchina e, finite le strisce, le gomme hanno ripreso aderenza, portandomi verso l'esterno della curva e contro l'altro veicolo. L'ultimo ricordo che ho del Pandino è il viaggio dietro al carro attrezzi che lo porta dal demolitore, il ragno che lo prende con violenza frantumendo i suoi vetri piatti, lo mette sulla catasta di macchine in attesa della rottamazione e un fiume di lacrime che mi scende sul viso mentre me ne torno a casa (e non mi vergogno a dire he ancora oggi, scrivendo di...lui, un po' mi si velano gli occhi). Ma torniamo a cose più allegre, perchè son sicuro che ben comprenderete il mio stato d'animo, se almeno una volta nella vita avete perso una ammasso di ferraglia che vi stava assai caro...vi dico solo che ho pregato e scongiurato i miei genitori di aiutarmi economicamente per rimetterlo in sesto nonostante la folle cifra necessaria per il meccanico e il carrozziere. Invano.

Prima di tutto, è doveroso parlare della configurazione a bordo. Non esistevano seggiolini nè cinture e io e mio fratello, rigorosamente sul sedile posteriore, eravamo liberi di analizzare ogni più piccolo anfratto della macchina. In particolare, scoprimmo che ai lati del sedile posteriore, vicino all'attacco inferiore della seduta, erano presenti due aperture ovali chiuse da pannellini semirigidi, che noi trasformammo in cestino dei rifiuti, visto che mamma non ci permetteva di buttare le carte nel posacenere. Per parecchio tempo abbiamo riempito quei buchi con le carte dell'ovetto Kinder o delle caramelle Rossana, perchè quando si andava a fare la spesa (alla bottega), passavamo a prendere anche mia nonna e lei ci dava sempre le caramelle (nota a margine, a me hanno sempre fatto schifo le Rossana), mentre la mamma ci comprava un ovetto Kinder se durante la spesa non ci appoggiavamo al banco dei salumi e formaggi e non "rognavamo" (termine gergale per dire che facevamo i bravi). Per me e mio fratello la cappelliera del Pandino era il posto ideale per assemblare le sorprese dell'ovetto, anche se poi ci veniva il vomito perchè andavamo all'indietro...ma torniamo all'amaca: io ho provato a realizzare quella configurazione e pure tutte le altre inserite sul libretto di uso e menutenzione, come a togliere la tela perchè "ufficialmente" si poteva lavare. Però francamente si faceva prima ad abbattere il sedile per avere più spazio e a passare una spugna che non a smontare il tutto. La mia mamma poi, che era un genio (oltre ad essere una figa), visto che il Pandino restava all'aperto e d'inverno i sedili erano veramente freddi (oltre che bollenti d'estate), aveva preso 4 cuscini per sedie a scacchi marroni, intonati con il beige degli interni e li aveva messi sui sedili e sulla panchetta, utilizzando il classico elastico "delle mutande" che si trovava in merceria per vincolarli ai sedili stessi, così quando salivamo dietro, non c'era bisogno di tenerli fermi.

Parliamo ora dell'unico difetto che sono riuscito a trovare al Pandino. Lo sblocco dei sedili anteriori. Posto che io e mio fratello ormai eravamo abituati a sbloccare il sedile con il tocco laterale del piede, ammetto che avrò detto interi rosari di Ave Maria quando nella fretta di scendere, mi massacravo la caviglia sull'aggancio dentato dei sedili. Infatti ho benedetto il movimento telescopico dei sedili del Pandino Young...ovvio, erano altri tempi e la Panda originaria puntava al risparmio, ma progettare qualcosa di meno pericoloso costava tanto al signor Giugiaro?? Se non erro, sulla Panda Super poi venne adottata la levetta a metà del sedile, che oltretutto era pure imbottito. L'unico altro peccato veniale del mio macinino era la ruggine. Niente di preoccupante, ma era impossibile sconfiggerla...anche riverniciando la macchina, si riformava esattamente negli stessi punti: intorno agli ugelli dei tergicristalli, vicino al pulsante delle portiere e sulla giunzione tra la cornice della porta e la fiancata. Il bello è che non "camminava", restava sempre così, ma prima delle revisioni andava verniciata per evitare problemi (tanto poi la riverniciatura si sfadava poco dopo).

Tra gli aneddoti del Pandino, ricordo con affetto una gara con una Volvo station, le innumerevoli forature e...il cofano volante.

La prima è quasi surreale. Mamma al volante, strada extraurbana in mezzo ai boschi (ah..quando ancora esistevano e potevi goderti il sole tra gli alberi lungo la strada) e un Volvo station che sfanala e strombazza per sorpassare anche se non c'è spazio. Mamma cerca di farlo passare avvicinandosi al ciglio della strada, ma mica può fermarsi di punto in bianco. Dopo qualche tempo la station scandinava ci supera, sgasa e rientra in corsia tagliando la strada a mia mamma che, per tutta risposta, decide di far valere i suoi 30 puledri, con fare intrepido. Niente di eccezionale, ma la leggerezza dell'utilitaria torinese e il traffico le consentono di stare dietro al Volvone. L'epilogo di tutto ciò è il Pandino che si ammutolisce lungo il percorso, a causa del "filo dell'acceleratore rotto". Ma mia madre, che oltre ad essere figa e genio, ha pure più culo che anima, è fortunata e vede a pochi passi un'autofficina dove il Pandino torna in breve tempo a ruggire. Consentitemi una parentesi: quando dico "filo dell'acceleratore rotto", intendo dire che nei racconti di mia madre, questa è la frase esatta...se poi ci fosse un collegamento di quel tipo tra il pedale e il motore, sta a chi ne sa più di me di meccanica Pandesca svelare l'arcano. La medesima dose di fortuna capitò anche con le numerose forature successe nei 15 anni di carriera della macchina. Mia madre giudava molto bene (ora un po' meno) ed è sempre stata una donna risoluta in caso di difficoltà, ma in vita sua ha sempre preferito trovare qualcuno che le cambiasse una gomma, piuttosto che sporcarsi le mani. E così è avvenuto SEMPRE. Una volta non esitò a sbracciarsi per attirare l'attenzione di un ciclista impegnato in una corsa, convincendolo a fare una breve sosta per...cambiarle la gomma. Secondo me ancora oggi quel buon samaritano si ricorda di una bella sciura col Panda30 bordeaux ferma lungo la strada insieme a due bambocci con l'ovetto Kinder! L'ultimo episodio riguarda invece una piccola disavventura con il cofano motore. Eravamo appena stati in un negozio dove ci avevano regalato un paio di palloncini da gonfiare (quelli con stampata la pubblicità per intenderci) e mia mamma si stava dirigendo verso casa, quando all'improvviso cedette il fermo del cofano, che per la velocità e l'azione dell'aria si aprì contro il parabrezza. "Con scatto felino e abile mossa", la mia intrepida genitrice riuscì nell'ordine a:

1) guardare nello specchietto retrovisore per assicurarsi di poter frenare in modo deciso senza farsi tamponare

2) frenare, abbassando con una mano il finestrino e cercando di intuire dove fosse la strada attraverso le feritoie sul cofano (Dio benedica chi le aveva messe...)

3) sporgersi dal finestrino per vedere la strada e accostare in tutta sicurezza, mettendo a repentaglio la generosa cotonatura dei capelli.

Dopo essersi fermata, probabilmente ispirata da qualche puntata di McGyver, chiuse il cofano utilizzando i nostri palloncini per fermare il gancio del vano motore, in modo da proseguire in sicurezza fino a casa...e poi dicono che la televisione non insegna niente di buono!! Lo dicevo io che serviva guardare tutte quelle puntate di Chips, Magnum PI, Hazzard, McGyver, A-team e tutta la programmazione di Italia1!

Più avanti vi racconterò altre disavventure con il Pandino...

el Nino

[sIGPIC][/sIGPIC] I sogni a volte si avverano. Tu sei il mio.

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certo che hai una bella memoria per ricordarti tutte queste belle avventure :lol::lol:

Eh eh caro vanny...quando passi 15 anni della tua vita su una macchina, ti rimangono impresse per bene.

A onor del vero, il Pandino ci ha messo del suo (e quando proseguirò il racconto capirai il motivo...).

Troppo forte tua Mamma! ;)

Già...figa lo era dai tempi della Ottoemezzo, è diventata ancor più figa col 131, ma ha toccato il punto più alto col Pandino30. A me piacciono le auto in generale, eppure il rapporto che c'era con "lui" (sì, so di apparire ridicolo ad umanizzare un'auto), non l'ho più avuto con nessuna auto. Forse solo con la mia attuale Ypsilon, ma perchè è la MIA prima auto. Le macchine degli anni '80 erano davvero un'altra cosa, forse non erano perfette e davano rogne in continuazione, però era ancora possibile "metterci le mani". Oggi a parte cambiare lampadine e tergicristalli, cosa puoi toccare su un'auto??

el Nino

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L'ultimo episodio riguarda invece una piccola disavventura con il cofano motore. Eravamo appena stati in un negozio dove ci avevano regalato un paio di palloncini da gonfiare (quelli con stampata la pubblicità per intenderci) e mia mamma si stava dirigendo verso casa, quando all'improvviso cedette il fermo del cofano, che per la velocità e l'azione dell'aria si aprì contro il parabrezza.
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  • 4 settimane fa...

Già...figa lo era dai tempi della Ottoemezzo, è diventata ancor più figa col 131, ma ha toccato il punto più alto col Pandino30. A me piacciono le auto in generale, eppure il rapporto che c'era con "lui" (sì, so di apparire ridicolo ad umanizzare un'auto), non l'ho più avuto con nessuna auto. Forse solo con la mia attuale Ypsilon, ma perchè è la MIA prima auto. Le macchine degli anni '80 erano davvero un'altra cosa, forse non erano perfette e davano rogne in continuazione, però era ancora possibile "metterci le mani". Oggi a parte cambiare lampadine e tergicristalli, cosa puoi toccare su un'auto??

el Nino

"Ci sono persone che amano circondarsi di cose il cui valore concreto si esprime anche nel valore formale. Molto probabilmente una Lancia fa parte del loro mondo."

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"Il successo non si improvvisa, ma al contrario è sempre frutto di fantasia, applicazione, dedizione e tenacia." (Vittorio Ghidella)

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