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Addio a Marco Simoncelli [era: GP di Sepang 2011]


Teto76

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Credo si sia lasciato un pó in disparte il problema avuto con il casco.

In internet si dice che Simoncelli data la sua folta criniera indossava un casco con uno o due misure piú grandi ma queste sono o potrebbero essere solo speculazioni. Comunque riguardando il video si vede benissimo la fibbia del casco che ha ceduto da un lato. Questo non ci da la certezza che simoncelli si sarebbe salvato ma sono cose che in uno sport dove tutto viene studiato nei minimi dettagli non dovrebbero succedere.

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La vittoria di Marco.

Al crepuscolo di questa domenica piena di dolore il mio sogno vorrebbe disperatamente che un piccolo frammento di stella dal nome Marco Simoncelli non venisse spazzato via.

Destino crudele, perché minacci il mio sogno? Cosa posso sperare? E sperare di fare che cosa, al di là delle lacrime per la fanciullezza perduta e al di là dell’angoscia nuda del dolore, sempre più insopportabile perché mi fa sentire impotente e colpevole di non averti stretto fra le mie braccia?

Nulla.

Quando il destino bussa alla porta proviamo la terribile sensazione di essere impotenti.

Il giovane campione di nome Marco se n’è andato con il tramonto del sole della Malesia e il suo andare è stato un rumore di vita, il rumore gioioso che Marco ci ha sempre regalato.

Il rumore dell’intervista che Marco mi ha rilasciato al Mugello nel mese di luglio mentre veniva massaggiato dal suo fidato fisioterapista.

Quel giorno, all’inizio dell’intervista, avrei voluto rivolgermi ad un antico cavaliere e lui mi ha detto: “Diobò! Sono solo un lesto ragazzo con una folta capigliatura gradito a tanti, amato dalla sua ragazza e dai suoi genitori.” Il massaggio continua, la sua pelle viene accarezzata da mani esperte che scivolano sul suo atletico corpo e mi allontano un poco per rispettare quel rituale. Con commozione riporto la conclusione dell’intervista che gli avevo fatto per il libro che sto scrivendo e che con tutto il mio affetto gli dedicherò. Ecco le ultime domande.

dottorcosta: “Cosa pensi del dolore”?

Marco: “ Non mi piace. Ma lo sopporto. E’ inutile lamentarsi. Lo sopporto in silenzio. Diobò è meglio così”.

dottorcosta: “Cosa pensi del dolore dell’ anima”?

Marco: “È brutto, tanto brutto, ma dopo lo sconforto che deriva da questa cosa brutta, mi viene come una carica. Mi sento meglio e guido meglio la moto”

dottorcosta: “Quando corri contro chi corri”?

Marco: “Mi verrebbe da dire per battere gli altri. Poche pugnette non voglio stare dietro. Poi, se ci penso ti dico che corro perché provo una sensazione unica, non te lo so spiegare, ma è qualcosa di speciale, nascosto dentro di me”.

dottorcosta: Perché hai i capelli lunghi”?

Marco: “Mi piacciono, non mi fanno sentire normale, mi fanno sentire particolare, me stesso, unico”.

dottorcosta: “Ti senti solo”?

Marco: “No! No! C’è la mia famiglia, la mia morosa i miei amici che godono dei miei successi, c’è la clinica mobile che mi aiuta nei momenti difficili. Sento quanto bene c’è attorno a me, tanto di quel bene che mi scalda”.

Il massaggio è finito, l’intervista è finita.

Il padre Paolo e la graziosa morosa di Marco hanno ascoltato compiaciuti. Io ringrazio, con una carezza, uno dei miei piloti preferiti e gli racconto una mia riflessione: “Quando in questo campionato sei caduto e sei caduto tante volte molti ti hanno criticato, giudizi diabolici, ingiusti, invidiosi. Molti hanno addirittura preteso d’insegnarti ad andare in moto. Alcuni hanno vivamente consigliato di dirti di stare tranquillo, di consigliarti la prudenza.

Ti ricordi, invece, cosa ti ho detto? Ti ho confessato che il collettivo, abbaiando contro l’umanità, ha dimenticato, forse perché non lo può ricordare, quando ha iniziato a camminare.

Si cade, ci si rialza, si torna a cadere, ci si rialza di nuovo e spesso si ritorna a cadere. Tutto questo accompagnati dal sorriso della madre che ci consola e ci incita a perseverare, senza nessun accenno di rimprovero.

Poi tutti abbiamo imparato a camminare spediti, ma pochi sono riusciti a percorrere il sentiero che porta alle vette della vita, perché la salita era troppo ardua e faticosa. Perché criticarli? Non sono già severamente puniti dal loro insuccesso?

Invece tu, caro Marco, non solo salirai i gradini della vetta della vita, ma anche quelli del podio, dove come premio non c’è la coppa, ma il riconoscimento della tua forza di aver guardato in faccia alla Morte e sconfiggerla.”

Ora la mia profezia si è avverata. Sei salito sul podio della Cecoslovacchia e dell’Australia.

Oggi in Malesia hai guardato in faccia la Morte. E mentre ti stava avvolgendo con il suo nero mantello gli hai detto: “Diobò, ma non vedi che io non sono umano, perché io sono i miei sogni e con il mio talento sono il pane degli Dei che tu non potrai mai toccare? Non ti accorgi che rubi solo il mio corpo? Al contrario, il mio sorriso, la mia bontà, la mia simpatia rimarranno per sempre nel cuore di tutti. Per sempre. Non vedi che nello scacco che ti ho dato le lacrime si stanno per trasformare in ebbrezza? Ci metteranno un po’ di tempo, ma io credo molto in questo miracolo, specialmente per la mia famiglia e la mia ragazza. Questa è la mia vittoria nel Gran Premio della Malesia durato due giri.”

Chi nello sport, inseguendo i suoi sogni, insegue contemporaneamente la sua tragedia, esce dal mondo della umanità per entrare nel mondo del divino, cruento, violento, ma pur sempre divino.

Chi muore inseguendo un sogno sorride alla morte e il sorriso cancella qualsiasi violenza.

L’alpinista sorride alla vertigine dell’altezza, il subacqueo sorride all’inquietudine degli abissi, il motociclista sorride all’ebbrezza della velocità. Lo sport è il palcoscenico, dove il corpo e la mente celebrano la loro potenza in quella fase della vita che è la gioventù.

Nel motociclismo il gesto del pilota è esaltato dal rischio, un filo sottilissimo che separa, nel grigiore dell’asfalto, la vita dalla Morte.

Un tenue confine tracciato dal pericolo, dove la vita, per cercare la vittoria, si spinge fino al brivido del suo eccesso.

Oggi, Marco, hai provato quel brivido. Ti voglio bene. E non ti dimenticherò mai.

claudio marcello costa, clinica mobile

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Credo si sia lasciato un pó in disparte il problema avuto con il casco.

In internet si dice che Simoncelli data la sua folta criniera indossava un casco con uno o due misure piú grandi ma queste sono o potrebbero essere solo speculazioni. Comunque riguardando il video si vede benissimo la fibbia del casco che ha ceduto da un lato. Questo non ci da la certezza che simoncelli si sarebbe salvato ma sono cose che in uno sport dove tutto viene studiato nei minimi dettagli non dovrebbero succedere.

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Guardate, finora non ho scritto nulla perché sinceramente di moto non so nulla, di MotoGP men che meno e quindi sarebbe stato un po' fasullo mettermi a fare il requiem di una persona che conosco a malapena di nome.

Visto il video del "soccorso", vorrei però condividere l'enorme pena che ho provato per quel povero cristo del padre, che oltre allo strazio di quei momenti si è dovuto pure subire una scena indecorosa davanti agli occhi...

PS: riguardando l'incidente, la cosa che più mi stupisce è come Rossi sia riuscito a restare su!

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Non vorrei dire una stupidata ma il cinturino del casco ha un punto di rottura per la quale se il casco rimanesse attaccato alla testa del pilota farebbe più danni che altro.

Per la capigliatura dubito lo lasciassero correre in quel modo, al di là di quel che è successo è pericolosissimo ed un pilota (ma anche il suo staff) lo sa bene.

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Non vorrei dire una stupidata ma il cinturino del casco ha un punto di rottura per la quale se il casco rimanesse attaccato alla testa del pilota farebbe più danni che altro.

Per la capigliatura dubito lo lasciassero correre in quel modo, al di là di quel che è successo è pericolosissimo ed un pilota (ma anche il suo staff) lo sa bene.

Infatti i caschi dei piloti sono realizzati su misura e devono essere sempre leggermente stretti, in modo da non muoversi.

Per quanto riguarda il cinturino ha già risposto Gimmo.

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Se i laccetti del casco non avvessero ceduto, Marco sarebbe stato decapitato.

temo anch'io.... dovrebbero in qualche modo essere tarati per cui oltre un certo punto si staccano.. altrimenti si staccherebbe qualcos'altro...

il collo gia' fa fatica a reggere la testa, aggiungici anche il peso del casco e il lavoro non e' poco, piu' accelerazioni varie... oltre un certo punto "deve" staccarsi (credo)

Citroën C4 Picasso 1.6 BlueHdi 120 cv EAT6 Intense (2015) Ex: Citroën C4 Picasso 1.6 Hdi Elegance CMP6 110 cv FAP (2008) ? -  Renault Megane Scénic 1.9 Dti Kaleidos (1999) :agree: - UK vuole bandire i motore a combustione entro il 2032 - Secondo me non ce la farà! 13/02/2020     Childhood's Dream Pagina FB

 

 

 

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oltre un certo punto "deve" staccarsi (credo)

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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Credo si sia lasciato un pó in disparte il problema avuto con il casco.

In internet si dice che Simoncelli data la sua folta criniera indossava un casco con uno o due misure piú grandi ma queste sono o potrebbero essere solo speculazioni. Comunque riguardando il video si vede benissimo la fibbia del casco che ha ceduto da un lato. Questo non ci da la certezza che simoncelli si sarebbe salvato ma sono cose che in uno sport dove tutto viene studiato nei minimi dettagli non dovrebbero succedere.

Per me è un falso indiziato,il casco....

Punto primo: i commissari di gara non gli avrebbero mai dato il permesso di entrare in pista senza essere in regola con le norme sulla sicurezza(casco e tuta omologati e della misura giusta)

Punto secondo:Una misura in piu' non è che il casco ti balla in testa,il cinturino si può regolare...

Punto terzo:anche ammettendo che il casco avesse possibilità limitate di movimento,a certe velocità la deformazione della calotta,sotto la spinta dell'aria ti disturberebbe cosi tanto da impedirti di guidare..(es un casco in plastica di quelli economici,su una supersport oltre certe velocità non ci puoi andare,causa vortici e deformazioni,la visiera ti arriva sul naso).Motivo percui non credo che un pilota di motomondiale sia cosi sprovveduto da crearsi fastidi durante la guida...

Punto quarto:era già successo eoni fa,ad uncini ad assen colpito dalla ruota di gardner,e non aveva i capelli di simoncelli.Qua di moto che impattano probabile che ne abbiamo due.Oltre una certa forza il cinturino deve cedere per evitare anomale trazioni delle vertebre cervicali,ma non fatemici pensare...:|

Purtroppo il collo deve potersi muovere per garantire al pilota la libertà di movimento della testa,non sarebbe pensabile adottare l'hans o dispositivi simili,senza bloccare i movimenti...

Non saprei cosa indicare per proteggere la testa,boh?un sottocasco/pettorina che si gonfi quando si rompe il cinturino?:pen::pen::pen::pen:

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