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Le elaborazioni degli anni Settanta - Giannini, Ferraris, Conrero....


PaoloGTC

Messaggi Raccomandati:

Mi aggancio per un attimo alla digressione modellistica che avete fatto su questa Ritmo per dirvi che la riproduzione esatta, come giustamente è stato detto, è quella di Bburago, che la riprodusse sia in scala 1:43 che in 1:24. In entrambi i casi le portiere erano apribili, mentre l'1:24 ha pure le ruote sterzanti. La riproduzione, di buon livello, replica fedelmente tutte le appendici aerodinamiche del modello vero: spoiler, codolini, passaruota ecc., così come le livree corsaiole: Montecarlo, Giro d'Italia, Totip. Replica fedele anche per gli interni che ripropongono esattamente la plancia differente, il volante di piccolo diametro, i sedili contenitivi, il roll bar ecc.

Leggendo il bellissimo reportage di Paolo mi sono soffermato con curiosità al punto in cui si fa menzione ad un volante dall'inclinazione forse non molto sportiva, che non permette una corretta guida a braccia distese. Ebbene chi ha questo modellino, come il sottoscritto, può notare quanto questo dettaglio sia stato considerato fedelmente (a meno che non sia venuto così per caso), vista l'inclinazione notevole dello sterzo in avanti. Come già detto correttamente da Paolo, l'unica versione fantasiosa di questa Ritmo, tra le varie livree riprodotte da Bburago, è la fantomatica versione stradale Gold Black, con strisce adesive dorate, che strizzava un po' l'occhio alla Targa Oro ma anche un po' alla Abarth, fatto quest'ultimo avvalorato dalla scritta un po' generica sul fondino "FIAT Ritmo Abarth". Personalmente aggiungerei un'altra versione fantasiosa di questa Ritmo: la "Naranjito", celebrativa dei mondiali di Spagna dell''82.

Diamo un po' un'occhiata alle varie livree, oggi oggetto di ricerca da parte dei collezionisti:

Questa è la livrea Montecarlo, qui in scala 1:43.

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Qui la vediamo in livrea Totip, scala 1:24.

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Ecco un'altra immagine della Ritmo Giro d'Italia in scala 1:24. Come avete visto dall'immagine postata da Paolo in precedenza esisteva anche in nero.

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Ecco la fantasiosa Gold Black (quella che ho io). Pur trattandosi di un falso storico è lei la versione che tempo fa ricercai; trovo che sia una livrea elegante ed aggressiva al tempo stesso. (per confondere meglio le idee non era fornita di roll bar)

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Infine ecco la squillante livrea "Naranjito Espana '82". La più rara, forse, ma a mio avviso anche la meno veritiera in assoluto e poco interessante.

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  • 2 settimane fa...

Buondì. :)

Iniziamo la giornata con questa Panda...

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… che faceva i centosettanta. ;)

Cosa aveva di speciale questa 45 che, realizzata quasi per scherzo, incuriosì parecchi appassionati ed un ex campione del mondo di F1 come Jody Scheckter, tanto da spingerlo a provarla e divertirsi fra sgommate e curve da brivido come un ragazzino su un go-kart?

Apparentemente niente.

Ad un primo colpo d'occhio era uguale a tutte le altre e soltanto ad un esame un po' più attento si notava che l'altezza da terra non era quella originale.

Vaccari, noto per le sue vetture di Gr.2, probabilmente era riuscito a realizzare il sogno segreto di ogni automobilista che, dato il costo delle sportive e del carburante, avrebbe voluto avere fra le mani un agnello con il cuore di un leone.

Quindi dalle sembianze miti ed improntate alla massima economicità era nato un piccolo mostriciattolo adatto a districarsi nel traffico e ad arrampicarsi agevolmente sulle strade di montagna, non disdegnando nemmeno il misto-veloce.

Appena messa in moto, senza dare gas, non è che avesse una gran voce, anzi sembrava più silenziosa della normale.

Soltanto premendo il pedale si intuiva che sotto il cofano qualcosa era cambiato. Innestata la prima non si sentivano differenze: la frizione rimaneva leggera e l'avvio facile, sin troppo: le gomme originali, però, chiamate a trasmettere dei cavalli in più, mostravano presto la corda ed ogni partenza era una sgommata.

Dopo aver ricevuto tale lamentela, Vaccari chiedeva a colui che stava testando l'auto di tornare in officina dove in breve furono montate delle generose (per l'epoca e per l'auto) Pirelli P6 che trasformavano radicalmente la fisionomia del Pandino mannaro: a quel punto sembrava un piccolo prototipo.

Nuovo test: prima, seconda, terza, quarta e quinta (il cambio era della A112) si infilavano con facilità per il pilota e gioia per il quattro cilindri ad aste e bilancieri, che da parte sua non chiedeva altro che di “girare”.

Al primo semaforo la Panda di Vaccari si fermò a fianco di un'altra 45, il cui proprietario, allo scattare del verde, probabilmente sarà sceso a controllare se la sua auto non fosse stata declassata nottetempo in una 30.

Imboccata l'autostrada, una domanda a Vaccari, per chiedere se ci fossero state difficoltà nella preparazione: “Nessuna, la base della Panda è disponibile per questo ed altro; ma attento, siamo a 170 e c'è un camion davanti.”

Il giornalista, un po' imbarazzato per la gaffe, cercò di mantenere un certo contegno dichiarando di apprezzare la velocità di punta, ma Vaccari lo spiazzò di nuovo dicendogli che in verità ce n'era ancora un po'.

Cambio di percorso, verso il tortuoso entroterra romano ricco di stradine e saliscendi. Prime curve fatte con apprensione, pensando che comunque era una Panda, ma ormai la confidenza c'era e la Panda non tradiva; nelle curve rimaneva costantemente incollata al suolo e subiva ogni strapazzo senza lamentarsi.

Certo anche le Pirelli avevano un ruolo in tutto ciò, e spingendo di più questa impressione si consolidava salvo la comparsa di un leggero sottosterzo, del resto naturale data la disposizione meccanica.

Comunque non era per nulla difficile apportare correzioni: bastava semplicemente alleggerire il gas per vedere la macchina rientrare sulla traiettoria in maniera molto docile.

Di conseguenza era facile constatare che questa creatura di Vaccari era divenuta un osso duro per molti, sul misto.

Il cambio era perfettamente amalgamato con la meccanica e tutti i gruppi rispondevano nel migliore dei modi, compreso lo sterzo che era rimasto leggero a dispetto dei maggiori attriti che era chiamato a vincere.

Qualche problema semmai veniva dai sedili di serie :) che tutti conosciamo; non erano certo del tipo più adatto a contenere i passeggeri nelle curve spiritose, per cui anche al pilota veniva istintivo aggrapparsi al volante.

L'impianto frenante, nell'ottica di un adeguamento alle nuove performances, era stato equipaggiato col servofreno.

I consumi non erano stati penalizzati più di tanto, però ovviamente chiedendo di più, qualcosa bisognava pagare. Ma grazie alla quinta marcia si potevano mantenere medie discrete, sui 120-130 km orari, percorrendo 13 km abbondanti con un litro.

In conclusione una Panda su cui erano stati effettuati facili interventi (volendo la potenza poteva essere ancora incrementata) e che non dava luogo a rifiuti di nessun genere, rivelando all'occasione un carattere davvero divertente.

L'identikit della Panda Vaccari

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Cilindrata 1070 cc

Corsa 74 mm

Alesaggio 67,8 mm

Potenza 76 cv a 6800 giri

Rapporto di compressione 10,6:1

Accensione elettronica senza contatti Marelli Plex 201

Servofreno BDA

Pneumatici Pirelli P6 185/60 13

Coppa olio Abarth in lega leggera, capacità litri 4,5

Radiatore olio Abarth in lega leggera

Carburatore Weber doppio corpo 32 DMTR 38

Cambio a 5 rapporti di provenienza A112

Velocità massima oltre 170km/h

Ed ora, dopo una preparazione tutta meccanica-niente estetica, passiamo ad un'altra di spirito completamente opposto. Vediamo un po', chi sa dirmi che '12 è questa? :D

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Vabè, lo dico io.

La A112 nel novembre del 1977 era stata rinnovata nella carrozzeria con un nuovo frontale, e negli interni con nuovi sedili e rivestimenti.

Il carrozziere Zagato, non condividendo forse quel restyling, al successivo Salone di Torino presentava una sua interpretazione estetica, apportando modifiche all'esterno e curando soprattutto gli allestimenti interni.

La carrozzeria piuttosto squadrata dell'A112 suggerì a Zagato la sostituzione dei proiettori circolari con altri rettangolari, e questa era la modifica più rilevante.

Poi, per snellire la fiancata, aveva aggiunto una fascia di colore più chiaro lungo la linea di cintura, con effetto sfumato.

Tale verniciatura, oltre a conferire alla vettura un tono elegante, aggiungeva piglio sportivo accentuato dalle ruote in lega, più larghe rispetto a quelle di serie e con diametro da 14 pollici anziché da 13, equipaggiate con i Michelin XZX.

L'aspetto più evidente della trasformazione era però il miglioramento dell'interno per una maggiore comodità dei passeggeri. Con un apprezzabile abbinamento di panno e vinilpelle di colore chiaro erano rivestiti i sedili, i fianchetti e le portiere, ottenendo un abitacolo luminoso ed accogliente, nonostante lo spazio esiguo, almeno nella zona posteriore.

Molto comodi i sedili anteriori, con poggiatesta regolabili incorporati, di forma leggermente diversa rispetto a quelli montati di serie, che assicuravano una migliore tenuta specialmente in curva, essendo più avvolgenti.

Nella parte posteriore dello schienale era stata aggiunta una tasca per piccoli oggetti.

Questo prototipo di Elegant by Zagato era servito al carrozziere per impostare una piccola serie, la quale però non so se sia stata poi realizzata oppure no.

Giusto per ricordare, la Elegant nel novembre del 1977 era passata da 903 a 965 cc di cilindrata, con l'aumento dell'alesaggio da 65 a 67,2, e la potenza era aumentata di 1 cv, da 47 a 48. Consumo e velocità erano rimasti invariati, rispettivamente 6,9 litri per 100 km in media e 140 km/h. Inoltre, per migliorare l'abitabilità, il padiglione era stato rialzato di un paio di centimetri.

Tutte queste caratteristiche si ritrovavano anche sulla versione Zagato, la quale, come detto in apertura, aveva subito soltanto modifiche estetiche.

Pausa. :b37

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Tornando per un attimo alla Ritmo Gr.2, anche Gente Motori realizzò un bel servizio, il cui testo però non aggiungeva ulteriori info a ciò che abbiamo già estratto da 4R. In compenso le foto erano veramente interessanti, vediamone qualcuna (sempre citando con ammirazione la fonte e sempre senza voler arrecare alcun danno altrui, è solo per rimembrare tutti assieme un'epoca motoristica e anche editoriale: purtroppo non c'è altro modo che questo).

Vediamo un po'... nel topic della Ritmo abbiamo parlato pochi giorni fa di saldature :). Qui ce ne sono delle altre, aggiuntive e un po' più specialistiche. :)

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Il montaggio della bielletta aggiuntiva di rinforzo tra motore e scocca, necessaria per contrastare l'uscita delle marce sotto sforzo.

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Le gomme con i cerchi scomponibili (l'anello esterno intercambiabile permetteva il rapido montaggio di pneumatici di larghezza superiore).

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Un paio di immagini relative al montaggio dei proiettori supplementari e non.

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Si montano i dischi freno.

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L'inserimento della belva :D nella sua culla.

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Il montaggio della piastra di protezione in avional.

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Lavoro sul retrotreno, tra rinforzi e definizione degli angoli sull'apposito banco.

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Siamo alle ultime fasi, la Ritmo è quasi pronta...

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Per chiudere, l'emblematica immagine di un tecnico durante la prima messa in moto del mostro.

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Ok. Pronta per dare spettacolo nelle mani del compianto Bettega, qui sotto a Saint-Vincent.

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Fine del servizio fotografico aggiuntivo. Spero sia stato di vostro gradimento. :)

(p.s. le foto non hanno watermark/fonte in quanto non necessario secondo la legge sul copy per le foto che hanno superato i 20 anni di età dalla data della pubblicazione; giusto comunque tornare a citare come fonte una splendida epoca del mensile Gente Motori ;) )

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Una curiosità...dove allestivano queste Ritmo? :)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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E con questo possiamo fondare il Comitato per la creazione di un Corso Carlo Abarth ad Ancona :mrgreen:

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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