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Portaerei operative


justjames

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ATTENZIONE PERICOLO: post chilometrico.

EC, la discussione e' interessante, ma non così "facile" come discussioni di automobili.

Per dirti: la portaerei e' un concetto che nasce praticamente con l'aereoplano; il primo appontaggio (e successivo decollo) sono del 1911 su un ponte ligneo appositamente realizzato sulla USS Pennsylvania, mentre il primo uso bellico e' della Royal Navy con traghetti modificati per l'impiego (e il successivo ricovero) degli aerosiluranti idrovolanti nel 1914 durante la campagna dei Dardanelli.

Nel 1922 nascono le prime portaerei a ponte continuo: la giapponese Hosho e l'inglese Argus, ma non e' chiaro l'uso che ne andrà fatto; infatti sono vascelli piccoli. Le prime "super portaerei" sono figlie del trattato di Washington, riciclando gli scafi dei giganteschi incrociatori da battaglia altrimenti da demolire: all'epoca, nonostante le dimostrazioni del generale Billy Mitchell, le marine non credono nel potenziale distruttivo dell'aviazione.

E' la guerra del Pacifico che dimostra la forza della portaerei e dell'aviazione a scapito del resto,e da allora la dottrina navale USA s'incentra sulla task force di portaerei.

Tra il 1922 e il 1945 la portaerei cresce in dimensioni, ma non cambia la struttura: una lunga pista dritta dove si decolla o si atterra. Così, negli anni 50, con l'avvento degli aerei a reazione imbarcati, la portaerei viene rivoltata con l'inserimento del ponte angolato e lo spostamento degli ascensori dalla linea di mezzeria alle estremità destra e sinistra del ponte di volo.

Un ponte angolato ha più spazio disponibile, permette l'appontaggio e la riattaccata se serve senza problemi, nel frattempo può far decollare gli aerei con le catapulte prodiere e ha anche uno spazio di parcheggio attorno all'isola; gli ascensori laterali permettono di portare su e giù gli aerei senza interrompere le operazioni di volo. La portaerei si trasforma da pista di decollo/atterraggio galleggiante a una base aerea navigante completa. E infatti, da quel momento e' solo un continuo crescere delle dimensioni per permettere più spazi, più armi, più carburante. E i costi lievitano.

Gl'inglesi, fino ad allora la seconda flotta di portaerei, per i costi rinunciano a perseguire la portaerei classica (la Hermes del 1968 portava solo una trentina di mezzi, contro i 90 delle USA), e abbandonano il progetto della Furious, una portaerei che avrebbe adottato la mai vista formula dei "ponti paralleli" per il decollo-atterraggio-parcheggio-movimentazione degli aerei.

Ecco quindi che nascono (o meglio, rinascono) le portaerei leggere o incrociatori tuttoponte, come la Garibaldi, l'Invincible, la Princeps dell Asturias (o come cavolo si scrive), mezzi su misura per l'Harrier e per l'uso che le rispettive marine devono farne. La Charles de Gaulle? IMHO: esempio di ciò che si poteva evitare di fare. I francesi han sostituito le loro due vecchie portaerei leggere con un mastodonte che rifà il verso alle Nimitz USA senza poterlo essere per davvero. Insomma, Grandeur e basta.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Guest EC2277

Purtroppo sono costretto a darti ragione su tutta la linea.

Scrivo purtroppo poiché, da un lato l'esigenza di sintetizzare mi ha costretto ad omettere svariate cose (come quelle che hai citato) e dall'altro hai anticipato alcuni concetti che avevo intenzione di trattare.

Posso solo aggiungere una considerazione: se la distinzione che ho azzardato io tra portaeromobili, portaerei leggere e portaerei pesanti può essere valida per identificare univocamente le caratteristiche delle varie navi. I vari trattati internazionali, come quelli di pace post-Seconda Guerra Mondiale e quello di Motreaux che regola il transito attraverso gli stretti del Bosforo e del Dardanelli, impongono invece di "giocare con i nomi" e per questo ecco che abbiamo il fiorire di definizioni fantasiose, come "fregata a tutto ponte" usata dai giapponesi, di classi strane, come gli incrociatori portaelicotteri della Classe Mockba, gli incrociatori portaeromobili della Classe Kiev, o dei vere e proprie contorsionismi ingegneristiche per riuscire ad installare una robusta dotazione di missili, su quella che in realtà è una portaerei a tutti gli effetti (la Admiral Kuznestov), al fine di poterla nominare incrociatore.

Aggiungi poi le manie di grandezza che spingono alcuni stati maggiori a catalogare come portaerei, quelle che in realtà sarebbero portaeromobili (ogni riferimento agli inglesi è puramente voluto) ed ecco che il casino è servito.

Ovviamente anche questa è una sintesi brutale della realtà attuale e passata delle navi portavelivoli.

Modificato da EC2277
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Un pò di considerazioni varie.

Nella seconda guerra secondo me potevamo quasi rinunciare alle PA se:

- non ci fosserò state certe gelosie tra super marina e aviazione

- avessimo portato a termine la conquiesta di Malta, che a metà strada verso la Libia ci avrebbe dato una copertura quasi totale!

- In supermarina non ci fosse chi segnalava ai bevithè la rotta dei nostri convogli :roll:

Oltretutto il voler mantenere in linea tutte quelle corazzate e il non volere il radar ha fatto il resto

La Francia finanziarimente ha speso tantissimo per la sua Charles De Gaulle, ha avuto anche diversi problemi alle eliche che l'ha fatta fermare in porto diverso tempo. Secondo me esempio come dicevate del "vorrei ma non posso" imitare gli americani.

Discorso opposto per la Spagna, ha fatto una portaerei leggera ma è quasi una nave da sbarco con ponte, è molto meno dotata di apparati e protezione rispetto alla nostra Cavour.

Direi che in questo momento abbiamo ciò che serve alle nostre capacità. 2 PA leggere adatte al mediterraneo, con una buona e moderna flotta di supporto anche se poco numerosa.

Sinceramente non me la vedo l'Italia a risolvere le crisi internazionali inviando una squadra navale al largo di qualche paese stile USAPS non le conosco troppo, ma mi hanno sempre affascinato le PA della marina Giapponese,con quelle soluzioni particolari come i fumaioli inclinati verso l'esterno e piccole particolarità simili :) se qualcuno è più esperto ed ha voglia di approfondire

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Che poi al di là di tutto, le statistiche dicono che la battaglia dei convogli di Libia l'abbima vinta noi, in quanto il 90% del materiale e degli uomini inviato è giunto a destinazione...:) ( e l'80% del carburante, ma qui subentrava ULTRA :) )

Che poi il materiale fosso poco e obsoleto , e gli uomini non sufficienti è un'altra storia :lol:

la MM non ha nè ambizioni, nè velleità da "blue navy", quinidi suoi mezzo vanno benissimo.

Attualmente solo la USN è una blue navy, la RN e la VMF lo sono state ( e potrebbero tornare ad esserlo a tempi medi/brevi )

La PLN e la JMSDF vorrebbero diventarlo, ma i primi hanno bisogno di tempo, i secondi della autorizzazione degli yankee ( che sono ovviamente un pò restii :) )

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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EC, fai conto che fino all'entrata in servizio dei Ticonderoga l'US Navy aveva 1 incrociatore in linea: il Long Beach classificato CGN. Gli altri erano DL, DLG, DLGN (destroyer large, guided missile, nuclear). Che poi fossero "outgunned" rispetto a una volta era perché per loro, senza portaerei, la marina non si muove, a differenza dei sovietici in cui un incrociatore avrebbe potuto anche operare singolarmente.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Guest EC2277

Infatti mi pareva di averlo detto, ma forse "mi è rimasto nella tastiera": la Kutzenstov è nata con un approccio opposto a quello statunitense. Per gli statunitensi la portaerei è la squadra navale da battaglia (non per nulla loro parlano di gruppo da battaglia di una portaerei) ed il resto delle navi sono solo la scorta alla portaerei stessa. Per i russi invece la portaerei Kutzenstov doveva garantire la copertura aerea della squadra ed il compito di distruggere le navi nemiche era affidato agli incrociatori.

Per farla più breve secondo la marina statunitense, sono gli incrociatori a dover scortare la portaerei. Per quella russa invece sarebbero state le portaerei della Classe Kutzenstov a dover scortare gli incrociatori; con la loro ragguardevole dotazione missilistica.

Personalmente posso dirvi che preferisco la filosofia russa, proprio in virtù della vulnerabilità delle portaerei pesanti (o superportaerei se preferite la dizione statunitense), alla quale ha già accennato Stev66. Con una tale ottica non c'è nulla di sbagliato (anzi) nel dotarsi di portaerei leggere, come la già (stra-)citata portaerei russa ed affiancarle degli incrociatori pesantemente armati di missili anti-nave; se l'obbiettivo è quello di dar vita ad una grande marina capace di competere in tutti gli oceani del globo. Analogamente, se si desidera una marina che si limiti ad operazioni di pacificazione o ad operazioni a livello mediterraneo (come quella italiana), va benissimo dotarsi di portaeromobili come le nostre Garibaldi (la quale è tutto fuorché una nave scadente) o quel piccolo-grande gioiello che è la Cavour.

Il dramma è quando si cerca d'imitare gli Stati Uniti, senza essere gli Stati Uniti; ma della Charles de Gaulle abbiamo già parlato.

P.S. Scusa Stev, ma non sono molto ferrato con le sigle, percui potresti dirmi cosa significano VMF e PLN?

P.P.S. Temo di aver fatto deragliare un po' la discussione. Ma penso che sia utile cercare d'inquadrare (seppur in maniera sommaria) le varie tipologie di portavelivoli all'interno del contesto operativo per il quale sono state progettate.

Modificato da EC2277
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Guest EC2277

Dopo la digressione sulla definizione di portaerei e sul suo impiego operativo, passo a riportare l'articolo di Wikipedia dedicato alla nostra cara vecchia Giuseppe Garibaldi, che è classificata come portaerei leggera antisommergibile.

Giuseppe Garibaldi (551)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

[TABLE=class: sinottico, width: 1]

[TR=class: sinottico_testata]

[TH=bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]Giuseppe Garibaldi (551)[/TH]

[/TR]

[TR]

[TD=colspan: 2, align: center]

300px-Giuseppe_Garibaldi_(551)_underway_in_the_Atlantic_Ocean.jpg

Il Garibaldi in navigazione nell'Atlantico[/TD]

[/TR]

[TR=class: sinottico_divisione]

[TH=bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]Descrizione generale[/TH]

[/TR]

[TR]

[TD=colspan: 2, align: left][TABLE=width: 296]

[TR]

[TD]50px-Naval_Ensign_of_Italy.svg.png[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Tipo[/TH]

[TD=align: left]incrociatoreportaelicotteri

portaerei leggera(STOVL) - CVS[1][/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Ordinata[/TH]

[TD=align: left]21 novembre 1977[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Costruttori[/TH]

[TD=align: left]Italcantieri[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Cantiere[/TH]

[TD=align: left]Monfalcone (Go),Italia[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Impostata[/TH]

[TD=align: left]20 febbraio 1978[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Varata[/TH]

[TD=align: left]4 giugno 1983[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Completata[/TH]

[TD=align: left]30 settembre 1985[/TD]

[/TR]

[TR=class: sinottico_divisione]

[TH=bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]Caratteristiche generali[/TH]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Dislocamento[/TH]

[TD=align: left]10.100 (13.850 a pieno carico)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Lunghezza[/TH]

[TD=align: left]180,2 m[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Larghezza[/TH]

[TD=align: left]33,4 m[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Pescaggio[/TH]

[TD=align: left]6,7 m[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Ponte di volo[/TH]

[TD=align: left]173,8 × 30,4 m m[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Propulsione[/TH]

[TD=align: left]COGAG:

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Velocità[/TH]

[TD=align: left]30 nodi (56 km/h)[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Autonomia[/TH]

[TD=align: left]7.000 miglia (13.000km) alla velocità di 20 nodi[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Equipaggio[/TH]

[TD=align: left]550 uomini + fino a 230 addetti componente aerea[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Sensori di bordo[/TH]

[TD=align: left]radar:

  • Hughes AN/SPS-52C inbanda E
    (ricerca aerea a lungo raggio 3D)
  • Selenia MM/SPS-768 (RAN-3L)
    (ricerca aerea medio raggio in banda D)
  • Selenia SPS/RAN-10
    (ricerca aerea e di superficie)
  • SPS-702 CORA (superficie)
  • SPN-749 (navigazione)
  • SPN-728 (approccio)
  • RTN-30X
    (tiro perAlbatros/Aspide)
  • RTN-10X
    (controllo fuoco per Dardo)

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Sistemi difensivi[/TH]

[TD=align: left]ECM/ESM:

[/TD]

[/TR]

[TR=class: sinottico_divisione]

[TH=bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]Armamento[/TH]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Armamento[/TH]

[TD=align: left]missili:

siluri:

[/TD]

[/TR]

[TR=class: sinottico_divisione]

[TH=bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]Note[/TH]

[/TR]

[TR]

[TH=bgcolor: #F9F9F9, align: left]Motto[/TH]

[TD=align: left]Obbedisco[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=colspan: 2, align: left]ITU: 15px-India.svg.png 15px-Alpha.svg.png 15px-India.svg.png 15px-Quebec.svg.png[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=colspan: 2, align: left]

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=class: sinottico_piede, bgcolor: #0000FF, colspan: 2, align: center]voci di navi presenti su Wikipedia[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

La portaerei leggera STOVL Giuseppe Garibaldi, matricola CVS[1]-551, è un'unità della Marina Militare Italiana e prende il nome dal generale del Risorgimento Giuseppe Garibaldi. L'unità è stata la prima portaerei nella storia della Marina Militare ad entrare in servizio attivo dato che due unità portaerei, l'Aquila e lo Sparviero, furono approntate nel corso della seconda guerra mondiale ma non entrarono mai in servizio. La nave ha ricoperto il ruolo prestigioso di nave ammiraglia della Marina Militare, fino al varo della nuova portaerei Cavour. Il ruolo di portabandiera della flotta era stato ricoperto dal 1961 al 1971 con lo stesso nome e la stessa matricola, dall'incrociatoreGiuseppe Garibaldi.

La sua costruzione programmata in base alla Legge Navale del 1975, venne ordinata all'Italcantieri il 21 novembre 1977 ed è avvenuta negli stabilimenti di Monfalcone dove lo scafo della nave venne impostato il 20 febbraio 1978. La nave venne varata il 4 giugno 1983 e dopo le prove in mare iniziate il 3 dicembre 1984 è stata consegnata alla Marina Militare il 30 settembre 1985 ed al momento del varo era la portaerei in servizio più piccola al mondo.

[TABLE=class: toc, width: 1]

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Indice

[nascondi]

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Caratteristiche [modifica]

L'unità, progettata per operazioni antinave, antiaeree e antisommergibile e per assolvere funzioni di comando e di controllo di operazioni da parte di forze complesse, dispone di una componente aerea che può, alternativamente, essere composta fino ad un massimo di 12aerei STOVL AV-8B Harrier II o 18 elicotteri Agusta SH-3D. Lo scafo è suddiviso in 13 compartimenti stagni da paratie verticali, mentre è suddiviso in sei ponti in senso longitudinale.[2]

Il ponte di volo, dalla caratteristica struttura disassata rispetto all'asse longitudinale della nave, è dotato di un trampolino di lancio (sky-jump) inclinato di 6° 5', è lungo 174 e largo 30 metri ed è provvisto di una passerella laterale per il movimento del personale e per la sistemazione di attrezzature accessorie quali punti rifornimento carburanti, prese di energia e servizi antincendi. Tale passerella è posizionata circa un metro al di sotto del ponte di volo.[2]

All'equipaggio che con il personale del comando complesso sfiora i 600 componenti, vanno aggiunti 230 del personale del gruppo aereo. L'hangar per ospitare la componente imbarcata è situato al di sotto del ponte di volo; esso misura 108×15×6 metri, è diviso in 3 sezioni da 2 pareti tagliafiamma ed è dotato di 2 elevatori da 18×10 m della portata di 18 tonnellate posti rispettivamente a prua ed a poppa della sovrastruttura (detta isola) e praticamente in asse con essa[3].

Il gruppo aereo imbarcato [modifica]

A causa della legislazione vigente all'epoca dell'entrata in servizio, che permetteva esclusivamente all'Aeronautica il possesso di mezzi aerei militari ad ala fissa il Giuseppe Garibaldi non ebbe, fino al cambio delle legge nel 1989, alcuna dotazione di aerei. In seguito all'approvazione della legge 36 del 1 febbraio 1989, la Marina fu autorizzata a dotarsi di velivoli ad ala fissa.[4] Dopo una valutazione tra ilSea Harrier britannico e l'Harrier II americano, la scelta italiana ricadde su quest'ultimo[5], dotato di un radar multimodale più sofisticato uguale a quello montato sullo F/A 18 Hornet, e che contrariamente al Sea Harrier[6] è tuttora in produzione; nel 1990 venne fatto l'ordine per l'acquisto degli AV-8B+ con la consegna ai piloti e tecnici della Marina Militare dei primi due velivoli che avvenne il 7 giugno 1991, presso la base dei Marines di Cherry Point nella Carolina del Nord, con la cerimonia ufficiale di consegna che avvenne il successivo 23 agosto a bordo del Garibaldi, ormeggiato nella base americana di Norfolk in Virginia.[2]

Nonostante il Garibaldi avesse imbarcato i primi aerei a bordo solamente a partire dal 1991, già in precedenza durante le esercitazioni internazionali, alcuni Harrier alleati avevano operato sul ponte di volo del Garibaldi come in occasione dell'esercitazione NATO Dragon Hammer 90.[2]

Propulsione [modifica]

L'apparato di propulsione è del tipo COGAG, dotato di centrale di telecomando, con 4 turbine a gas costruite dalla Avio su licenza dellaGeneral Electric, che forniscono una potenza, a regime, di 82.000HP (60MW) ai due alberi motore dotati di eliche a cinque pale fisse che consentono una velocità massima di 30 nodi[3].

La nave ha un'autonomia di circa 7.000 miglia (13.000 km) ad una velocità media di 20 nodi.

Armamento [modifica]

Per la difesa aerea a medio raggio la nave è dotata di due lanciamissili brandeggiabili a 8 celle Selenia "Albatros", posti davanti e dietro l'isola, ciascuno dei quali dispone di 8 armi pronte al lancio e 16 di riserva per un totale di 48 missili Aspide. Per la difesa ravvicinata sono presenti tre torrette binate dotate di cannoni leggeri Breda da 40mm/70 integrate nel CIWS Dardo con una cadenza di fuoco di 300 colpi/minuto ed una portata di 4km contro missili e bersagli aerei e di 12km contro bersagli di superficie.

Per la difesa antisommergibile la nave dispone di due lanciasiluri tripli del tipo ILAS-3 da 324mm, simili al tipo MK 32 americano, armati con siluri leggeri Mk 46 e A-244[7]. Gli stessi siluri leggeri equipaggiano anche gli elicotteri ASW di bordo.

In origine era installato anche un sistema missilistico teleguidato antinave basato su quattro lanciamissili OTOMAT sbarcati nel 2003.

Elettronica di bordo [modifica]

La nave è dotata di vari radar di scoperta, di navigazione e di tiro, di sonar a scafo e sistemi di contromisure elettroniche.

Alla ricerca aerea a lungo raggio provvede il radar 3D Hughes AN/SPS-52C in banda E che ha ben 400km di portata. Alla ricerca aerea a medio raggio provvede il radar della Selenia MM/SPS-768 (RAN-3L) che opera in banda D con una portata di 200km, mentre il radar Selenia SPS-774 (RAN-10S) che ha una portata di 150km provvede alla ricerca aerea e di superficie ed il radar SPS-702 CORA si occupa della ricerca di superficie. Il radar di navigazione è il modello SPN-749, mentre il radar SPN-728 è per funzioni di approccio. Il radar di tiro e controllo del fuoco RTN-30X è asservito al sistema Albatross/Aspide, mentre tre radar di controllo del fuoco Selex NA-21, integrati da un radar direzione del tiro SPG-70 (RTN-10X) sono asserviti ai tre CIWS Dardo.

La dotazioni dei sensori è completata dal sonar a bassa frequenza Raytheon DE 1160LF[8] montato a scafo.

Per le contromisure elettroniche sono presenti due lanciarazzi SCLAR per chaff e flares ed il sistema per il Nettuno SLQ-732 per iljamming.

La protezione elettronica antisiluro è affidata al sistema SLAT e al sistema AN/SLQ-25 Nixie, usato da molte marine NATO. Il sistema AN/SLQ-25 è dotato di una fonte di decoy antisiluro mediante un apparato filabile in mare, che emette segnali di disturbo, come il rumore di un'elica o del motore per ingannare e deviare i siluri in arrivo. Una versione più moderna del sistema AN/SLQ-25, denominata AN/SLQ-25B, è dotata di sensori in grado anche di individuare e localizzare sommergibili e siluri in arrivo.[9]

L'unità è dotata di sistema di comando e controllo IPN 20 (SADOC 2) della Selex Sistemi Integrati che si occupa di raccogliere i dati dai vari sensori e dai sistemi di comunicazione. Il sistema di comunicazione comprende comunicazioni Wide Area Network (WAN) e satellitare SATCOM Link 11, Link 14 e Link 16, alcuni implementati dopo gli ammodernamenti del 2003.[2]

Servizio [modifica]

Il Garibaldi è stato assegnato al 2º Gruppo Navale d'Altura della II Divisione Navale dislocato nella base di Taranto.

In seguito alla riorganizzazione della Flotta avvenuta nel 1999, il Garibaldi è stato inquadrato nel COMFORAL, il Comando Forze d'Altura di base a Taranto.

Nave Giuseppe Garibaldi è affiancata dalla portaerei Cavour, varata il 20 luglio 2004 e completata nel 2008, che è entrata in servizio nel2009 dopo aver terminato le prove. Nave Cavour sostituisce il più vecchio incrociatore portaelicotteri Vittorio Veneto, non più operativo dal2003 e posto in disarmo nel 2006.

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Il Garibaldi (in primo piano) durante un'esercitazione nel Mar Adriatico davanti alle coste croate nel gennaio1996.

L'attività del Garibaldi è stata intensissima. La nave è stata impiegata come unità sede comando della Squadra Navale, partecipando ad attività addestrative di vario tipo e di rappresentanza in Mediterraneo e oltreoceano, prendendo parte a tutte le più importanti esercitazioni e missioni in cui è stata impegnata la flotta della Marina Militare, ed è stata sempre impiegata nelle aree di crisi.

Nell'estate del 1991 l'unità si è recata negli Stati Uniti per la cerimonia di consegna dei primi due velivoli, dueTAV-8B bi-posto in versione da addestramento, facendo rientro in Italia il 24 settembre 1991, con i velivoli che raggiunsero la base aerea di Grottaglie.

Nella prima metà degli anni novanta l'unità prese parte alle operazioni in Oceano Indiano durante la crisi in Somalia. All'inizio del 1994 prese parte alla missione Ibis II in qualità di nave comando del 25º Gruppo Navale formato oltre che dal Garibaldi, dal rifornitore Stromboli, dalle LPD San Giorgio e San Marco e dallafregata Scirocco, per il ritiro del contingente italiano che era stato impegnato nell'Operazione Restore Hope.

Al ritorno della missione, nella primavera del 1994 l'unità effettuò un nuovo viaggio negli Stati Uniti per ricevere i primi tre AV-8B+[10] in versione monoposto, e nel corso di una lunga permanenza negli Stati Uniti toccò anche i porti di Baltimora, Boston e New York.

Dopo il rientro in Italia, tra l'11 gennaio e il 23 marzo 1995 il Garibaldi fece ritorno nelle acque somale per prendere parte alla missione Ibis III per il ritiro del contingente di pace delle Nazioni Unite dalla Somalia con compiti di nave comando del 26º Gruppo Navale composto dalle stesse unità del precedente 25º Gruppo ad eccezione dello Sciroccosostituito dal Libeccio. Dal ponte di volo del Garibaldi nell'occasione operarono 5 caccia tra TAV-8B e AV-8B+, 2 SH-3D, 4 AB-212 NLA e 4 A-129 Mangusta. Agli equipaggi delle unità navali si aggiungevano 198 tra paracadutisti e cavalleggeri dell'esercito, 320 del battaglione San Marco e 30 incursori del Comsubin.[2]

Da marzo a giugno del 1997 il Gruppo Aereo imbarcato del Garibaldi ha preso parte all'Operazione "Alba Neo" (Albania Non Combat Evacuation Operation) con velivoli armati che giornalmente hanno effettuato decolli dalla base di Grottaglie.

Nel 1999 con la guerra del Kosovo l'Italia è stata impegnata nell'Operazione Allied Force. I caccia AV-8B II+ Harrier imbarcati a bordo del Garibaldi, a partire dal 13 maggio fino a inizio giugno 1999, hanno svolto 30 sortite per 63 ore di volo. Gli aerei hanno impiegato bombe Mk 82 e GBU-16 e missili AGM-65 Maverick. La forza navale italiana oltre alla portaerei Garibaldi con il suo gruppo aereo, includeva anche la fregata Zeffiro.

200px-020201-N-6626D-003.jpg
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Il Garibaldi (in primo piano) durante l'operazione Enduring Freedom nel febbraio2002.

In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 e la guerra al terrorismo proclamata dal Presidente degli Stati Uniti Bush, con la partecipazione dell'Italia all'Operazione Enduring Freedom l'unità è stata impegnata in qualità di nave comando del GRUPNAVIT I, il 1º Gruppo Navale Italiano che oltre al Garibaldi comprendeva anche la fregata Zeffiro, il pattugliatore di squadra Aviere e il rifornitore Etna. Salpata da Taranto il 18 novembre 2001la formazione ha operato in Oceano Indiano dal 3 dicembre 2001 al successivo 1º marzo, rientrando a Taranto il 18 marzo 2002. Nel corso della missione gli Harrier AV-8B dell'unità hanno effettuato 288 missioni per complessive 860 ore di volo ed i quasi 1500 componenti degli equipaggi delle unità navali e del gruppo aereo che hanno partecipato alla missione hanno svolto compiti di controllo, intercettazione/interdizione in mare e di supporto aereo e interdizione aerea in territorio afghano.

200px-C551_Garibaldi.jpg
magnify-clip.png

Il Garibaldi a Malaganel 2004.

Nel 2003 la nave è stata sottoposta a lavori di ammodernamento che hanno dotato l'unita di capacità C4I, nel corso dei quali sono stati sbarcati i lanciamissili Teseo e riposizionato uno dei lanciarazzi SCLAR, consentendo così un allargamento del ponte di volo a dritta di poppa. Sono stati anche installati il sistema dati MCC (acronimo di Maritime Coordination Centre), il sistema di comunicazione satellitare SATCOM ed è stato sostituito il sonar.[2]

Dopo i lavori di ammodernamento svolti nel 2003 l'unità ha preso parte in Atlantico all'esercitazione Majestic Eagle svolta nel 2004.

Nell'estate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime ad intervenire nella crisi del Libano.[11] partecipando all'operazione Mimosa '06 e successivamente all'operazione Leonte con il San Giusto, il San Marco[12] e il San Giorgio[13] in prima fila insieme alla fregata Aliseo, alcacciatorpediniere Durand De La Penne e alla portaerei Garibaldi. Le navi, hanno sbarcato nel porto di Beirut, sotto il controllo del Reggimento San Marco, tonnellate di materiale destinato alla popolazione, cucine da campo, ambulanze, generatori per la produzione di corrente elettrica, tende pneumatiche, tonnellate di medicinali e tonnellate di generi alimentari destinati alla popolazione civile non combattente messi a disposizione dal Ministero degli Esteri, dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa Italiana e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite.

Nel corso dell'operazione Mimosa '06 il Durand de la Penne,[14] in esercitazione in Grecia, è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei verso l'isola di Cipro con ben due viaggi.[15] Successivamente è intervenuto il battaglione San Marco, con l'unità da sbarco San Giusto che ha permesso il trasporto di beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali. L'operazione Leonte[16][17] è scattata a settembre, sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2. Le navi Garibaldi, San Giusto, San Giorgio e San Marco (in pratica l'intera flotta tuttoponte), con la scorta della corvetta Fenice, hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la "forza d'ingresso" (Entry Force) del contingente di pace italiano, costituita dalle truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare(FPM), a loro volta composta dal Reggimento San Marco della Marina Militare e dai Lagunari dell'Esercito.

Nell'occasione il Gruppo Aereo Imbarcato ha effettuato missioni di ricognizione sul traffico mercantile da e per le coste libanesi.

Nel settembre 2008 il Garibaldi è entrato in bacino per un ciclo di lavori di manutenzione straordinaria programmata da tempo. Il ciclo di manutenzione del 2008 è stato il primo durante il quale la Marina Militare dispose di un'altra portaerei, la Cavour, allora non ancora pienamente operativa[2]. La Cavour ha rilevato dal Garibaldi al momento dell'entrata nella squadra il ruolo di nave ammiraglia della flotta.

In questi due siti potete trovare qualche altro dato e qualche bella immagine: La Portaerei Garibaldi e Marina Militare

[AGGIUNTA] La sigla C4I indica che la nave è in grado di assolvere compiti di comando, di controllo, di comunicazione, d'informatizzazione e di spionaggio.

Non ho idea di cosa s'intenda con il termine informatizzazione e come possa eseguire operazioni di spionaggio, ma quando l'avrò scoperto ve lo farò sapere. Per ora posso solo ipotizzare che con il termine spionaggio intendano l'intercettazione delle comunicazioni nemiche.

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Grazie per i contributi, EC.;)

P.S.: la Kuznetsov non è mica tanto piccola, eh:lol:...è una sderna di 300 metri...:lol:

Anche perché e' figlia dell'impostazione militare sovietica, che prevedeva mezzi sovradimensionati allo scopo; non erano loro ad avere la supremazia marittima in caso di conflitto, ma erano quelli che cercavano di prendersela.

Tornando all'idea di "portaerei leggera", furono gl'inglesi dopo la WWII a svilupparla maggiormente, tanto che furono in grado di vendere un bel po' dei loro surplus a nazioni estere, mentre gli USA al massimo vendettero qualche portaerei di scorta del periodo bellico; i francesi invece convertirono secondo il trattato di Washington lo scafo della corazzata Bearn, creando un'autentica ciofeca, e fino agli anni '50 non costruirono niente, quando tirarono fuori dal cilindro la Clemecau e la Foch, portaerei leggere decisamente indovinate per il loro ruolo, mentre la Royal Navy si dibatteva nell'incertezza, costruendo portaerei di squadra troppo piccole per essere pesanti ma neanche definibili come leggere, come la vecchia Ark Royal da 54.000 tonnellate, o addirittura arrivando a ricostruire per impiego di squadra la Victorius del 1941. L'Italia, non potendo costruire portaerei leggere causa clausole del trattato di pace, ripiegava inventando gli incrociatori portaelicotteri, replicati anche dai sovietici in scala sovietica (i Moskva). Alla fine, e' stato grazie a un mezzo indovinato come l'Harrier se il concetto di "incrociatore tuttoponte", vero figlio della portaerei leggera, ha avuto la possibilità di svilupparsi, prima appunto con gl'inglesi (classe Invincible), che hanno inventato anche lo sky jump, e poi con tutti gli altri.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Guest EC2277

P.S.: la Kuznetsov non è mica tanto piccola, eh:lol:...è una sderna di 300 metri...:lol:

Così si ricade nel guazzabuglio di definizioni al quale ho già accennato.

Se si usa il termine portaerei pesante come sinonimo di superportaerei, allora una nave come la Kutzenstov può anche essere definita leggera ed è proprio quello che ho fatto io. Non è una terminologia ortodossa lo so, ma almeno mi consente di focalizzare istantaneamente la tipologia di mezzo sia come dimensioni, che come caratteristiche strutturali e come possibili impieghi operativi.

Analogamente tendo a definire le navi come la nostra Cavour, che hanno solo un ponte e sono più piccole delle varie Charles de Gaulle e Kutzenstov, come delle portaeromobili. Non si tratta di una definizione del tutto arbitraria, ma riprende la distinzione francese tra porte-avions e porte-aéronefs; infatti i francesi classificano l'HMS Invincible proprio come porte-aéronefs.

Gli statunitensi classificano le navi come la Kutzenstov come air-carrier, le loro superportaerei come supercarrier. Infine le navi come la USS Wasp (nella foto sotto) vengono definite delle porta-elicotteri, sebbene da esse decollino anche gli Harrier in dotazione ai Marines.

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Modificato da EC2277
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